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Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di lunedì 12 dicembre 2022!
Le news di oggi, sono state offerte da Blinkup Srl (https://www.blinkup.it/), strategie per potenziare il tuo business.
C’è una montagna di cantine – Un territorio unico dal lago alle vette Ecco il Trentino di vini e turismo.
Sei distretti, con 74 comuni, offrono attrazioni naturali, monumentali, sportive e ricreative. 12 I milioni di bottiglie vendute nel 2021 e prodotte dalle 66 cantine associate a Trentodoc 8 I ristoranti stellati dol Trentino: Peter Brunel ad Arco, Malga Panna a Moena, El Molin a Cavalese, Gallo Cedrone e Stube dell’Hotel Hermitage a Madonna di Campiglio, Locanda Margon a Ravina di Trento, L’Chimpl a Vigo di Fassa e Senso Alfio Ghezzi Mart a Rovereto Unione perfetta La brezza che sale dal Garda sposa un terreno ricco, per vini con diverse sfumature di gusto di Maurizio Bertera a Montagna e il Grande Lago. È da questi due mondi, apparentemente lontani ma in realtà essenza del Trentino, che nasce l’unicita del Trentodoc, fatta di complessità aromatica, freschezza, eleganza, varierà di profumi.
Fonte: Gazzetta dello Sport.
Da Giulio Ferrari ai successi mondiali del “Trentodoc”.
Enrico Zanoni, presidente delllstituto Trento Doc Il pioniere (con Valentini) del Metodo Classico ha aperto una strada. Ora gli spumanti trentini brillano sulla scena internazionale 1 Trentodoc è uno dei I gioielli dell’enologia italiana. Per prestigio, come dimostra l’esito dell’ultimo “Champagne e Sparkling Wine World Championships”, ideato da Tom Stevenson, massimo esperto mondiale di bollicine: con 69 medaglie – 22 ori e 47 argenti – è stato lo spumante tricolore più premiato. Ma anche per i numeri:12 milioni di bottiglie vendute nel 2021, con ottime possibilità di battere il record da qui a fine anno. È il frutto del grande impegno delle 66 cantine associate, che producono le bollicine rispettando rigidi canoni e controlli lungo la filiera. Storia La Denominazione di Origine Controllata “Trento” è riservata agli spumanti realizzati con uve di esclusiva provenienza trentine (principalmente Chardonnay e Pinot nero, ma anche Pinot bianco e Meunier), ottenuti con il metodo della rifermentazione in bottiglia e un prolungato contatto con i lieviti.
Fonte: Gazzetta dello Sport.
Un brindisi con bollicine, panettone e i tarocchi.
Un brindisi al 2023 con bollicine, panettone e lettura dei tarocchi. «Bubbles e Tarots For Breakfast» è organizzato da Montelvini, l’azienda vinicola della Docg Asolo Montello che da 140 anni porta avanti la tradizione familiare con un nuovo processo di spumantizzazione. Appuntamento gratis e aperto giovedì dalle 11 alle 13 in via Cesare Correnti 12 (prenotazione su Eventbrite (https://bit.ly/3EDLGGI) con l’astrologo Massimo Giannone nella stanza esperienziale allestita insieme a JannellieVolpi, a cui fa da scenario Constellation, carta da parati a tema zodiacale Missoni Home Wallcovering04: su uno sfondo blu notte i simboli astrali sono interpretati come preziosi ricami.
Fonte: Giornale Milano.
Agribusiness. Asset da brindisi, per diversificare.
Agribusiness. Asset da brindisi, per diversificare In questi giorni le case degli italiani si stanno iniziando a riempire dei tipici dolci natalizi, eccellenze alimentari come il Panettone, il Pandoro, il Panforte, fino a scendere agli struffocli ed ai mostaccioli, solo per citarne un millesimo , andando dal Nord al Sud. Per non parlare dei vini e delle bollitine da abbinare ai ricchi e variegati piatti della nostra tradizione. Un patrimonio che il mondo ci invidia e apprezza. Cosa c’entra tutto questo con i portafogli finanziari? Dai campi alla tavola, il settore offre opportunità vastissime: la gestione dell’acqua (tutto ciò che riguarda depurazione, infrastrutture e utility idriche, riutilizzo); attrezzature agricole (tecnologie avanzate, lavorazione e test degli alimenti) e produzione agricola, che copre temi come i fertilizzanti biotech e sement.
Fonte: La Discussione.
Vino, l’ultima scommessa la corsa di fine anno.
Fatturato record a quota 14,3 miliardi (+ 6%) per il settore . Ma i costi riducono i margini. Bene i ristoranti e le vendite in cantina, in frenata la grande distribuzione di Anna DI Martino Battute finali di un anno in chiaroscuro per il mondo del vino. Iniziato con il botto, si è andato complicando per colpa in particolare di un aumento indiscriminato delle materie prime: l’ultimo grido di allarme è di questi giorni, con l’Unione italiana vini che denuncia il quarto incremento del prezzo del vetro in 12 mesi, con il costo delle bottiglie che sale del 76%.
Fonte: L’Economia del Corriere della Sera.
Casa Sartori 1898: l’ospitalità fa rima con sostenibilità.
Aumentare gli investimenti per in incrementare l’attività di accoglienza e ospitalità, valorizzare i prodotti di fascia più alta e biologici. Sono i progetti di Casa Sartori 1898, azienda vitivinicola fondata a Verona da Pietro Sartori. A portare avanti la storia secolare di famiglia è Andrea Sartori, presidente di Casa Sartori 1898 e bisnipote del fondatore: «1140% delle vendite le facciamo negli ultimi tre mesi dell’anno — spiega il presidente —. In questo senso, abbiamo avuto un discreto ottobre seguito da un ottimo novembre e, ora, dicembre sta procedendo bene». Le novità del marchio stanno trovando riscontro sul mercato, soprattutto tra i più giovani. «Tra i successi — spiega Sartori — i vini Fira bianco e rosso, due Igt veronesi da appassimento presentati allo scorso Vinitaly, con un packaging più fresco e contemporaneo.
Fonte: L’Economia del Corriere della Sera.
Italesse alza i calici «sensoriali».
Non esiste un grande vino senza un grande bicchiere. Ne è convinto Massimo Barducci, ceo di Italesse, azienda fondata a Trieste nel 1979 e specializzata nella creazione e produzione di calici professionali per la degustazione. «I nostri calici — dice — non solo rispecchiano una filosofia innovativa che rispetta l’unicità di ogni vino, ma sono anche in grado di regalare emozioni. Si tratta di calici tecnici che amiamo definire sensoriali e che ci distinguono sul mercato. I materiali e le tecnologie applicate portano poi trasparenza, leggerezza, flessibilità e resistenza». Valori aggiunti che rispondono alle nuove esigenze dei consumatori.
Fonte: L’Economia del Corriere della Sera.
Dagli Usa al Giappone, più estero (ed efficienza) per Astoria Wines.
Largo ai giovani. È questa la filosofia che ha applicato da un anno Astoria Wines, casa vinicola nata nel 1987 e tra le principali produttrici di prosecco nelle colline venete di Valdobbiadene con un fatturato di circa 6o milioni di euro. Verso la fine del 2021 il presidente Paolo Polegato ha nominato amministratore delegato il figlio, il 3ienne Filippo (la terza generazione alla guida dell’azienda), il quale ha da subito imposto la sua visione di casa vinicola del futuro. «Da un anno è in funzione il nuovo polo logistico (costato circa 12 milioni di euro, ndr), che ci ha permesso di abbattere del 40%la tempistica media di evasione dell’ordine: la qualità non è solo nel prodotto, ma anche nel servizio — spiega —. Abbiamo inoltre installato pannelli fotovoltaici, sia nella parte produttiva, sia in quella logistica, grazie ai quali riusciamo a coprire quasi il 30% del nostro fabbisogno annuale di energia».
Fonte: L’Economia del Corriere della Sera.
La stanza dei bottoni – Prosecco d’oro.
Al termine di un anno glorioso, Elvira Bortolomiol presenta venerdì con Diego Tommasi il rapporto sul distretto del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene prosecco Docg. La prima presidente del prosecco superiore e di un consorzio che insiste su 15 comuni e 7.500 ettari d’oro. Gli scenari futuri sembrano scontare qualche rallentamento, ma è da vedere che questo riguardi anche le bollicine venete top che con Bortolomiol hanno scelto la strada di produzioni di qualità, aumento dei valori unitari e grandi margini ai quali guardano anche nuovi investitori.
Fonte: L’Economia del Corriere della Sera.
Ribona, Lacrima, Verdicchio Alla scoperta delle Marche del vino.
Il territorio – che unisce le pianure alle colline e le creste di montagna al mate – offre alla vite un habitat favorevolissimo. Tra i bianchi merita attenzione la Ribona dei Colli Maceratesi. Basterebbe soffermarsi sulla produzione vitivinicola per apprezzare la straordinaria ricchezza e complessità delle Marche. Il territorio – che unisce le pianure alle dolci colline e le creste di montagna al mare – offre alla vite un habitat pedoclimatico favorevolissimo. Più diventi tipi di vini di altissima qualità, incluse le denominazioni di origine controllata (doc) e garantita (docg), per accontentare tutti i palati. Il lavoro certosino dei viticultori, molti dei quali dediti all’agricoltura sostenibile.
Fonte: Quotidiano del Sud L’Altravoce dell’Italia.
Così rinasce il museo diffuso del vino. «Dalla Regione Lazio 300mila euro».
Lavori in corso a Monte Porzio Catone per riaprire il Museo diffuso del vino, eccellenza del territorio. Grande impegno anche per far rinascere altre aree espositive. L’amministrazione comunale ha completato l’a conferenza dei servizi e presto pubblicherà il bando per la realizzazione del Museo diffuso del vino, che si presenterà con una veste rinnovata in un punto strategico della città. Se tutto andrà bene i lavori per costituire l’area espositiva inizieranno nei primi mesi dell’anno nuovo. Il Museo diffuso del vino, realizzato con un contributo di 300 mila euro concesso dalla Regione Lazio, si compone di due strutture: una casetta ex-Stefer, situata a corso Trieste ed una galleria, lunga 20 metri e alta 7, che era il terminale della stazione di arrivo della ferrovia Anagni – Monte Porzio Catone, chiusa più di 70 anni fa.
Fonte: Messaggero Roma Metropoli.
Il Barolo più quotato vola con i trattori a guida autonoma – Il barolista più quotato si fa startupper «In cantina produco anche trattori tech».
Roberto Conterno ha fondato una startup per rivoluzionare il lavoro nelle vigne dei Monfortino Il Barolo più quotato vola con i trattori a guida autonoma *** Il barolista più quotato si fa startupper «In cantina produco anche trattori tech» Il patron del Monfortino lancia Black Shire, una società innovativa che vuole rivoluzionare il lavoro in vigna con mezzi intelligenti a guida autonoma di Marcello Pasquaro Sc l’immissione sul mercato di un trattore robot ico, in grado di lavora re M autonomia, può sembrare Lino Scossone per il mondo del vino, provate a immaginare se a ideare, progettare e come stupire quel trattore fosse, non un imprenditore qualunque, bensì mister Monfortino, Roberto Conterno, il produttore capace, con una culi maniacale per la qualità, di dare vita al vino italiano più costo o in assoluto, con quotazioni che superano i ). 1.500 euro a bottiglia.
Fonte: L’Economia del Corriere Nord Ovest.
Le distillerie Berta brindano ai 75 anni puntando sul turismo.
«Territorio, territorio e ancora territorio»: sono queste le tre parole che muovono lo spirito di Enrico “Chicco” Berta, presidente delle Distillerie Berta, azienda di Mombaruzzo che quest’anno compie 75 anni. 75 vendemmie vissute da tre diverse generazioni di distillatori, che per l’occasione imbottigliano la loro storia in una limited edition esclusiva e lussuosa, la Grappa Riserva 75 Anni, realizzata con un blend delle migliori dieci annate dell’azienda. La storia di Berta pere non è solo fatta di grappa: l’idea di Chicco è quella di attrarre nuove persone in questa zona del Monferrato dove le colline vitate si intervallano a borghi bellissimi ma poco frequentati, a differenza di quanto non succede nella non lontana Langa.
Fonte: Repubblica Torino.
L’enoarte nel centro storico Rogai, frammenti di festa.
Un modo diverso per incontrare la magia delle feste di Natale con l’arte, in piazza della Repubblica all’Altus Gallery di Pasquale Cataldi, che presenta l’EnoArte di Elisabetta Rogai (nella foto). La novità è l’incontro dell’arte in un luogo diverso, per entrare in una dimensione quotidiana e largamente frequentata, invadendo spazi alternativi e andare incontro a un pubblico più vasto e popolare. Così come nuove sono le creazioni di Elisabetta Rogai, che reinventa forme e colori, accostamenti cromatici e inediti, grazie all’infinite sfumature del vino, che ormai da tempo caratterizza la sua enoarte. Tela, marmo bianco di Carrara, denim, i supporti che utilizza, per sperimentare linguaggi diversi ma sempre personalissimi.
Fonte: Nazione Firenze.
Alle Cantine Montresor il nuovo museo del vino.
Presentato lo spazio espositivo: 130 anni di storia in 4 sale Alle Cantine Montresor il nuovo museo del vino Oltre sei milioni di euro di investimenti in quattro anni Monica Sommuwmpu¡çcw econorria`dlarena.it •• Un museo polisensoriale dedicato al vino e un nuovo wine shop in vista di un 2023 che sarà dedicato a incrementare sostenibilità e ospitalità. Dopo quattro anni di investimenti che hanno superato i sei milioni di euro, le Cantine Giacomo Montresor, oggi di proprietà per il 75% della romagnola Terre di Cevico e per il 25% di Cantine di Verona, hanno presentato mercoledì il nuovo spazio espositivo di 500 metri quadrati che racconta 130 anni di storia in quattro sale.
Fonte: Arena.
Food &wine, Cattel eccellenza veneta.
Cattel premiata come eccellenza veneta per il “food e wine”. Lo scorso maggio l’azienda con sede a Noventa e specializzata nella distribuzione di prodotti aveva accettato di diventare partner tecnico del “Tour Eccellenze Venete”, edizione 2022 del Festival della Cucina Veneta che, inaugurato nel 2019, è già diventato un evento di riferimento nel settore enogastronomico della Regione. In quell’occasione, Cattel aveva dato il proprio contributo a una iniziativa pensata per valorizzare i prodotti del Veneto, regione con il maggior numero di prodotti a denominazione e prima in Italia per la produzione di vini. A seguito di questa iniziativa, Cattel (con le aziende che hanno centrato gli stessi obiettivi) è stata premiata come “eccellenza” per essere una azienda che ha “contribuito ad arricchire l’offerta enogastronomica e comunicativa della grande tradizione culinaria del Veneto»..
Fonte: Gazzettino Venezia.
La cooperazione virtuosa continua a crescere. La case history di Cantina Kurtatsch, in Alto Adige.
In 9 anni fatturato raddoppiato a parità di produzione, lavorando su valore, sostenibilità e varietà bordolesi. Andreas Kofler confermato presidente. Oggi sono tante le cooperative del vino, un tempo considerate “centri di grandi produzioni in termini di soli numeri” per vini di basso prezzo e qualità, capaci di esprimere tanto prodotti di buona qualità da consumo quotidiano, quanto assolute eccellenze. E in questo senso, se il fenomeno è diffuso dal Nord al Sud, un territorio di cooperative di assoluto livello è quello dell’Alto Adige, dove tra tante case history celebri come San Michele Appiano, Cantina di Terlano, Girlan e non solo, si inserisce anche quella di Cantina Kurtatsch, che, anche grazie a tanti investimenti sul valore, sulle varietà bordolesi, e sul fronte della sostenibilità, che è un tema ambientale, ma anche economico e di passaggio generazionale, visto che 190 ettari di vigneto della cooperativa sono gestiti da 190 famiglie, una rete che permette la sopravvivenza delle piccole aziende agricole che costruiscono il mosaico socioeconomico e culturale di queste terre.
Fonte: WineNews.
Vino, Cantina Quota 101 ottiene la certificazione CasaClima Wine.
La Cantina Quota 101 di Torreglia (Padova) compie un nuovo passo nella sua strategia di sostenibilità ambientale: è infatti la nona cantina in Italia, la seconda in Veneto e la prima nei Colli Euganei, a ricevere la certificazione “CasaClima Wine” per avere soddisfatto i criteri di sostenibilità definiti dall’ente certificatore altoatesino. Una certificazione che ha attestato le scelte compiute nella costruzione di una nuova cantina efficiente e attenta al consumo di risorse idriche ed energetiche, con l’adozione di un impianto fotovoltaico e la scelta di un innovativo sistema costruttivo in legno “X-Lam”. L’ente certificatore ha tenuto in considerazione anche il sistema di gestione ambientale dell’azienda, che pratica un’agricoltura organica in un ambiente ricco di biodiversità. A partire dalla vendemmia 2018, l’azienda è certificata biologica, sia per le uve che per i vini.
Fonte: Askanews.
L’Europa “promuove” carne e vino italiani. Il programma di aiuti per la promozione degli alimenti include anche questi prodotti.
Carne e vino “salvati” dalla lista nera dei prodotti che fanno male alla salute. Approccio ideologico, come i produttori agricoli avevano giustamente affermato, che (per una volta) l’Europa ha messo da parte. Liberando, appunto, queste due categorie di alimenti – importanti anche dal punto di vista economico -, da un elenco di “cattivi alimenti”, alla base di malattie pesanti come il cancro. Il passo compiuto dai paesi membri dell’Ue ha avuto un effetto immediato: anche i vini e le carni potranno, nel 2023, beneficiare degli aiti economici per la promozione. Ma è il metodo usato quello che conta.
Il principio è di fatto semplice: la gran parte degli alimenti che possiamo mangiare può essere potenzialmente dannosa per l’organismo, dipende da qualità e quantità. Alcuni, certo, possono esserlo di più, ma anche in questi casi il vincolo da rispettare e la moderazione e la misura. Così è anche per carni e vini che, tuttavia, da tempo erano inseriti in una lista di alimenti cancerogeni. Tutto è cambiato pochi giorni fa.
Fonte: La Difesa del Popolo.
Vino in plastica? Il parere dell’enologo.
È di questi giorni la proposta lanciata da un importante imprenditore trevigiano di confezionare vino di qualità in bottiglie di plastica per ridurre l’impatto ambientale. Il vino in bottiglia di plastica, in realtà, esiste già da tempo, ma finora è stato utilizzato per vini di primo prezzo. “Non dubito che la bottiglia di plastica possa conservare inalterato il contenuto, anche fosse vino di qualità – afferma l’enologo Valentino Ciarla –. Il punto è che il vino è un bene edonistico, dove qualità e valore non sono elementi misurabili in modo meramente scientifico. È quindi un bene voluttuario, non un prodotto commodity, sono ormai lontani i tempi del vino-alimento”.
Fonte: Federvini.
Vino italiano: il 2022 chiude con 8 miliardi di export da record e una crescita del 12%.
Se il retail online ha vissuto una vera esplosione (+74,9%), la diversificazione dei mercati sta dando i suoi frutti: cresce il valore delle vendite in Tailandia (+158%) e Vietnam (+82%). Nel 2021 l’Italia, in termini di volume, è stato il maggior esportatore di vino al mondo, con 20,8 milioni di hl esportati e una quota del mercato mondiale pari al 20%. Seguono Spagna e Francia. Tuttavia, per quanto riguarda l’export espresso in valore, il Bel Paese si attesta al secondo posto alle spalle dei cugini transalpini. La differenza che emerge tra valore e volumi è data da prezzi medi di vendita molto diversi. La Francia si attesta sui 9€/l, l’Italia si 4,2€/l, la Spagna su 2,1€/l. Questo perché la Francia è riuscita a valorizzare meglio i propri vini, creando un mercato a più alto valore aggiunto.
Fonte: FIRSTonline.
Il Trebbiano d’Abruzzo doc 2020 Emidio Pepe è il miglior vino regionale.
È il Trebbiano d’Abruzzo doc 2020 Emidio Pepe il miglior vino regionale a cui è stato assegnato il Tastevin Ais per l’Abruzzo, il premio che l’Associazione Italiana Sommelier conferisce a chi ha contribuito a imprimere una svolta produttiva al territorio di origine, a chi rappresenta un modello di riferimento di indiscusso valore nella rispettiva zona e a chi ha riportato sotto i riflettori vitigni.
Fonte: rpiunews.it.
Pecore, vino e nuove aperture, Pompei si rilancia.
Tantissime case in più, che si potranno visitare grazie anche all’arrivo di trenta nuovi addetti. E finalmente un ristorante alla Casina dell’ Aquila, che si unirà alla caffetteria che già funziona e ad una serie di chioschi. Ma anche radure attrezzate per i pic nic, vigneti e ulivi per produrre vino e olio dop, persino le pecore, che oggi in via sperimentale sono state ingaggiate per brucare l’erba ma che un domani potranno servire per offrire ai turisti un assaggio dei formaggi locali. Concluso il Grande Progetto, il Parco archeologico di Pompei guarda al futuro e lavora per rivoluzionare la sua offerta
Fonte: ANSA.
5 consigli per acquistare il vino online.
A partire dalla pandemia, comprare il vino online è diventata una pratica quotidiana molto comune, un’abitudine che nel corso degli ultimi anni ha conquistato un gran numero di consumatori in tutta Italia. La quantità di offerte vino online è enorme e non sempre è semplice trovare il miglior vino da acquistare in base all’occasione, oppure trovarlo a un costo accessibile. Molto spesso sono le spedizioni a diventare un problema, questo perché non tutti gli eCommerce garantiscono una spedizione rapida in tutta Italia.
Fonte: Città della Spezia.
STAMPA ESTERA
El salón del vino BWW amplia un 15% sus bodegas.
El evento impulsa la proyección de los caldos españoles El acontecimiento ferial de febrero tendrá un impacto económico de entre 10 y 12 millones de euros. La próxima edición de Barcelona Wine Week (BWW), que tendrá lugar del 6 al 8 de febrero del 2023 en el recinto de Montjuïc de Fira de Barcelona, contará con la cifra récord de 700 bodegas, un 15% más que en el 2022. También habrá 60 denominaciones de origen y otros sellos de calidad. BWW 2023 supera ya el 90% de ocupación. El presidente de BWW, Javier Pagés, afirma que el objetivo es convertir este salón en “la gran referencia del sector vitivinícola español de calidad”. Pagés entiende que BWW “es necesario para el sector para competir a nivel internacional”. El impacto económico del salón es de entre diez y doce millones de euros. Toni Valls, el director general de la organizadora de este salón, Alimentaria Exhibitions, ha manifestado que BWW 2023 “expresará la potencia de un salón que en solo dos ediciones se ha posicionado ya como la feria referente del vino de calidad en España con la mayor oferta del mercado ante los operadores nacionales e internacionales. Destaca su modelo ferial “único, disruptivo y sensorial, generador de experiencias”. También remarca el expertise del equipo organizador de Alimentaria, que “ha sabido lanzar un proyecto generador de contactos profesionales, buscador de oportunidades de negocio y think tank de conocimiento sectorial”. Ante los temores de parte del sector del vino catalán de que el salón pudiera trasladar su sede a Madrid en un futuro, Valls explica que “se considera óptima la localización actual por la gran fuerza de la marca Barcelona en el exterior, y por ser el gran escaparate internacional del vino español”.
Fonte: Vanguardia.
Auge y caída de la mayor potencia del vino del planeta.
Hace 60 años, justo cuando consiguió su independencia, Argelia era el mayor productor y exportador de vino del mundo. La historia de cómo dejó de serlo tiene mucho que ver con los odios postcoloniales y una visión religiosa que impregnó la política. EL profesor Vincent Grégoire ha estudiado cómo se refleja el vino en la obra de Albert Camus, el escritor nacido en Argelia. En `El Extranjero; por ejemplo, Meursalt, el empleado de banca homicida, se echa una siesta antes de ir al trabajo y dice que es «por tomar mucho vino». El alcohol también explica el comportamiento de los habitantes de Orán «en su voluntad de olvidar la peste». No es raro que el vino aparezca en las narraciones de Camus: su padre, su tío y su hermano eran toneleros cuando Argelia era la mayor potencia vitivinícola mundial, un coloso que, en el momento de su independencia (1962), llegó a producir 18 millones de hectolitros en un país donde el 85% de la población era musulmana. La del vino en Argelia es una historia de auge y decadencia de un sector productivo donde la política y las instituciones han tenido mucho que ver. La industria del vino llegó con los franceses, aunque la vid se cultivaba desde tiempos de fenicios y romanos. En 1830, Francia convirtió la zona en su colonia. París tenía la idea de que sus territorios fueran complementarios y no rivalizaran con la producción continental, así que en ellos se explotaba algodón, cacao, tabaco, frutas… En Los patrones de ayer eran los enemigos de hoy y el vino, la bebida del invasor colonialista Argelia sólo se daba bien la vid, pero no había vino, porque los colonos no tenían la tecnología para producirlo, ya que las elevadas temperaturas de hasta 40 grados no permitían alcanzar el grado alcohólico suficiente. Eso fue hasta que, en 1879, se declaró la plaga de filoxera en Europa, diez años después de que el botánico Planchon confirmara la presencia en Francia del insecto que la produce, traído desde Georgia (EE.UU.). Diezmado el viñedo francés, el gobierno impulsó el desarrollo del vino en Argelia. Pasteur había descubierto una técnica -la fermentación en frío- que permitía producir vino en lugares calurosos. Se ofrecieron tierras, expropiadas y expoliadas a los locales, créditos y se impulsó la migración hacia la colonia. Entre 1871 y 1900, 50.000 familias, muchas de las cuales producían vino en Francia y se vieron afectadas por el brote de filoxera, emigraron a Argelia y se adueñaron de 700.000 hectáreas de tierra. De unos 25.000 hectolitros (hl) en 1854, la producción argelina aumentó a 200.000 hl en 1872 y a 400.000 hl en 1880. En 1900, la producción argelina había alcanzado los 5 millones de hl por año y en 1915 se duplicó a 10 millones *** de hl.
Fonte: ABC Empresa.
Grazie per l’ascolto, vi ricordiamo che le news di oggi, sono state offerte da Blinkup
A risentirci a domani.