Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di sabato 21 gennaio 2023!
Le news di oggi, sono state offerte da QuidQuid Srls strategie tecniche commerciali per potenziare il tuo business.
L’ultima sparata della Viola: «Chi beve uno o due bicchieri di vino ha il cervello più piccolo» – Viola choc: «Bevi? Hai il cervello più piccolo».
L’immunologa benedice la crociata dell’Irlanda a colpi di etichette contro il vino e rilancia: «Legami coi tumori anche con uno o due bicchieri». Nella sua ansia di educare il popolo, attacca gli aperitivi: «Casomai succo di pomodoro, ma io festeggio passeggiando» La virostar orfana della pandemia, che vorrebbe più statue femminili a Padova, fa la snob: «Alcol solo quando vado in un ristorante stellato». Proprio come i geni universali del Rinascimento, poliedrici per definizione, oggi, molti secoli dopo, non c’è materia che sfugga alla sapienza e al tocco magico di Antonella Viola. Nelle pause dei quotidiani impegni pandemici, la celebre immunologa non si fa (e non ci fa) mancare nulla, peraltro sempre con l’aria scocciata e superiore di chi è costretta suo malgrado a civilizzare i selvaggi (cioè noi), a rieducare dei ragazzini tonti (sempre noi), a dare lezioni di vita e di eleganza all’italiano medio, che si presume orrendamente incompetente nonché scarsamente progressista.
Fonte: La Verita’.
Prove di Stato etico in Canada: «Non più di due drink a settimana».
Il Paese della cannabis libera e dell’eutanasia ora impone limiti stringenti sul vino. Lo spinello si, lo spumante no. La terra promessa del politically correct è il Canada, dove si sta sperimentando lo Stato etico che lascia ai cittadini la libertà di pensarla come chi comanda e di comportarsi di conseguenza. L’ultima iniziativa è la messa al bando del vino: astemi per legge! Il ministero della Salute impone ai «sudditi» di non bere se non un bicchiere o una birra a settimana per evitare di morire di cancro. Strana preoccupazione in un Paese dove è legale l’eutanasia. Si pone però l’obbligo di etichette «terroristiche» come si fa con le sigarette.
Fonte: La Verita’.
Per la prof. Viola bere un bicchiere è come spararsi – Bere un calice non è come spararsi.
La “sparata” della professoressa Viola Bere un calice non è come spararsi. Sta prepotentemente diventando di moda il proibizionismo più becero. Il ministro della Salute (si fa per dire) Schillaci si sta impegnando per impedire a noi poveri, anzi ricchi, viziosi di fumare in santa pace per strada, e persino nei ristoranti dotati di tavoli all’esterno sarà vietato accendersi una sigaretta e di godersela col rituale caffè. Non bastasse la lotta al tabacco, ora si tende a fare la guerra al vino, dopo che l’Irlanda, Paese ad alto tasso alcolico, va dicendo che fa male, provoca cancri in ogni parte del corpo, in una parola uccide. Io, nonostante l’età, ho deciso di suicidarmi sia con il tabacco sia con il nettare degli dei, ma confesso di avere molte difficoltà bevendo e aspirando a farmi secco e finire al cimitero.
Fonte: Libero Quotidiano.
In cantina – Margaux, boom delle Jeroboam.
Rivalutazione del 17% per le bottiglie da cinque litri, bene anche le doppie magnum Margaux, boom delle Jeroboam di Cesare Pillon Ela volta, questa settimana, di Château Margaux nelle bottiglie di quattro formati speciali: mezza bottigha, doppia magnum, Jeroboam da 5 litri e Imperial. Lo strano è che l’anno scorso fu impossibile prendere in esame questi multipli e sottomultipli delle bottiglie firmate Margauz perché le loro annate quotate anche l’anno precedente erano troppo poche per trarne indicazioni valide sugli orientamenti del mercato, mentre quest’anno sono talmente numerose chela tabella ha potuto accoglierne soltanto la metà, ovviamente le più significative.
Fonte: Milano Finanza.
Traguardo Usa.
L’azienda spumantistica trevigiana ha siglato un accordo con la C.Mondavi e Family (CMF) proprietaria del marchio Charles Krug Winery. Tra le prime cantine nate nella nota contea della Napa Valley Traguardo Usa di Alessandro Bozzi Valenti n accordo strategico per rafforzarsi ulteriormente nel mercatp statunitense. E questo il primo tassello inserito da Valdo nel 2023, per continuare ed accelerare un percorso di crescita significativa. Nonostante le problematiche che hanno caratterizzato il 2022, infatti, l’azienda spumantistica trevigiana è cresciuta ancora, segnando un +10% circa rispetto all’anno precedente (65 milioni di euro circa) e raggiungendo e superando così quota 70 milioni di euro di fatturato.
Fonte: Milano Finanza ed. Nord-Est.
Riassetto Terra Moretti, liquidato il socio cinese torna al 100% italiana.
Ieri il closing del riacquisto con l’uscita dal capitale del fondo N.U.O. Giorgio dell’Orefice Proprietario in casa propria. Vittorio Moretti ha riacquistato l’intero capitale di Terra Moretti Distribuzione, azienda leader della Franciacorta (con brand come Bellavista, Contadi Castaldi ma anche proprietaria di cantine come Sella e Mosca in Sardegna oltre a Petra, Acquagiusta e Teruzzi in Toscana) che toma così al i00% italiana. È stato infatti siglato ieri il closing dell’operazione che ha portato a liquidare la partecipazione detenuta dal fondo di investimento cinese N.U.O. Capital Sa che fa capo alla famiglia Cheng Pao di Hong Kong.
Fonte: Sole 24 Ore.
Vino, sprint del Montecucco.
Il Montecucco si fa largo tra i big della Toscana e cresce del 35% nel 2022. È biologico l’85%della produzione sui 500 ettari delle 68 aziende associate e il 60% va all’estero.
Fonte: Sole 24 Ore Food 24.
Feudi, il green porta utili.
Dalle bottiglie più leggere al risparmio idrico: così il vino dei Feudi di San Gregorio puntando sulla sostenibilità ha fatto crescere gli utili.
Fonte: Sole 24 Ore Food 24.
Il gin “nato” a Zoppola sul podio mondiale La creazione friulana supera 900 concorrenti.
Prestigiosa medaglia d’oro a Londra per il proprietario de II mulino Daniele Lecinni dedica il titolo al suo team: premiata l’alta qualità Il gin “nato” a Zoppola sul podio mondiale La creazione friulana supera 900 concorrenti Resta segreta la ricetta del liquore che si produce a Spilimbergo. Il miglior compound gin d’Italia è di Zoppola. Risorgimento 5, ideato dal proprietario del ristorante Il Mulino, Daniele Lecinni, e prodotto dalla Liquoreria Friulana di Spilimbergo, ha vinto la medaglia d’oro ai World gin awards 2023, il più importante concorso al mondo, organizzato a Londra. La creazione friulana è risultata la migliore tra le 900 partecipanti, certificando una volta di più la qualità della linea, che comprende anche un bitter, un vermouth e un amaro.
Fonte: Messaggero Veneto Pordenone.
Barbera spacciato per Sassicaia A processo in Italia e a Lugano.
Nella Penisola è indagata una ventina di persone, mentre nel nostro cantone la procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti ha rinviato a giudizio a fine 2021 cinque persone di fronte a una Corte delle assise criminali e una sesta alle Correzionali – Sequestrate migliaia di bottiglie in Svizzera Le bottiglie di vini falsi sarebbero decine, se non centinaia, di migliaia vendute soprattutto in Svizzera Federico Storni I primi arresti, nel 2018, erano avvenuti in Ticino. Ma il fulcro dell’operazione era nell’Astigiano, dove ora risulta coinvolta una ventina di persone. Parliamo della falsificazione di decine – forse centinaia – di migliaia di bottiglie di Barbera «camuffato» da vino pregiato proveniente da grandi cantine italiane (Gaja, Marchesi Antinori, Tenute San Guido, Ornellaia e Massetto) e venduto in Svizzera e in Germania sull’arco di almeno due anni (2016-2018) anche tramite la grande distribuzione.
Fonte: Corriere del Ticino.
Gran Monferrato si candida a Città del vino – Firma dal notaio e brindisi benaugurale per provare a essere città europea del vino.
Così, ieri a Ovada, si è costituito in modo formale il comitato che curerà la candidatura a Città europea del vino 2024 delle colline del Gran Monferrato e di quelle dell’Alto Piemonte, una partnership su vasta scala nella quale Acqui, Ovada e Casale uniranno le forze con le zone vinicole di Ghemme e Gattinara. Firma dal notaio e brindisi benaugurale per provare a essere città europea del vino Il primo atto a Ovada: ci sono anche Acqui, Casale e i territori di Ghemme e Gattinara. Prima la firma dal notaio, poi il brindisi all’Enoteca regionale di via Torino. Così, ieri a Ovada, si è costituito in modo formale il comitato che curerà la candidatura a Città europea del vino 2024 delle colline del Gran Monferrato e di quelle dell’Alto Piemonte, una partnership su vasta scala nella quale Acqui, Ovada e Casale uniranno le forze con le zone vinicole di Ghemme e Gattinara.
Fonte: Stampa Alessandria.
Donne del vino, Gennari vice delegata.
Iscritta dal 2008 alla delegazione Puglia dell’Associazione Nazionale Donne del Vino, Anna Gennari (nella foto al centro tra Renata Garofano e Marianna Cardone) ora ricopre la carica di vice delegata accanto a Renata Garofano, eletta delegata regionale, che succede a Marianna Cardone (eletta nel consiglio nazionale con il ruolo di vice presidente). “Dopo 15 anni di presenza è un onore poter affiancare la delegata ed essere di supporto ad una delegazione che n si è dimostrata essere tra le più attive a livello nazionale. — ha affermato Gennari, dal 2007 PR Eventi Hospitality Manager della storica cantina Produttori di Manduria – continue rb anche a seguire il settore formazione che vedrà presto la delegazione impegnata con “D Vino”, progetto nazionale di formazione destinato agli studenti degli istituti alberghieri e nel passato anno con il progetto “Il Bere Consapevole”, progetto ideato da Pia Berlucchi sul consumo del vino fra i giovani”.
Fonte: Taranto Buonasera.
«Due bicchieri a settimana fanno bene al cuore» Spuntano i medici pro vino – I medici: « Il vino favorisce il cancro? È esagerato ma serve moderazione».
Scienza e salute Le reazioni all’intervista di Viola «Due bicchieri a settimana fanno bene al cuore» Spuntano i medici pro vino Che l’alcol abbia un peso specifico nell’insorgenza dei tumori nessuno lo nega, ma vanno fatti alcuni distinguo. Dal cardiologo all’oncologo, come anche l’ex dentista ora produttore, contestano a Antonella Viola, biologa e ricercatrice, un eccesso di rigidità. «Due bicchieri al giorno di vino sono troppi, ma due a settimana possono fare piacevolmente bene al cuore», sostiene il cardiologo Claudio Bilato. «Ci sono sempre più fattori correlati con l’insorgenza di tumori», precisa Fernando Bozza, ex primario dello Iov. D’Este I medici: «Il vino favorisce il cancro? È esagerato ma serve moderazione» Il cardiologo: «Privarsene è peggio». Il dentista-produttore: «Basta non eccedere» Ha detto Antonella Viola Ci sono grandi interessi nel settore ma dobbiamo dire la verità: come per le sigarette la dose sicura è zero, chi beve ha il cervello più piccolo di Alice D’Este.
Fonte: Corriere del Veneto Venezia e Mestre.
Oenoterris e l’agro-enologia ragionata – Partire dal vigneto per arrivare in cantina con uve orientate ai propri obiettivi enologici.
Qualche mese fa ho avuto modo di moderare, assieme a Gabriele Gorelli, un incontro con i produttori di una importante denominazione italiana riguardante la Quercetina apportando alla discussione alcune considerazioni sul tema dei cambiamenti climatici e dei loro esiti sulla viticoltura contemporanea. Fu in tale occasione che mi permisi di lanciare una provocazione al relatore tecnico che si stava occupando degli aspetti meramente analitici della ricerca presentata. Quel relatore era Daniele Pizzinato, responsabile Ricerca e Sviluppo di Oenofrance (azienda leader nel settore dei prodotti enologici), e la mia provocazione mirava a spostare l’attenzione dalla cantina alla vigna, domandando se la necessità di intervenire in addizione correttiva o migliorativa in cantina potesse essere limitata da un’accorta e mirata preparazione della “materia prima uva” in funzione dei propri obiettivi enologici.
Fonte: WineBlogRoll.
Storia del vino: la Leone de Castris, nata nel 1665, entra nell’Unione Imprese Centenarie Italiane.
La storica cantina di Puglia, e produttrice del “Five Roses”, il primo rosato imbottigliato in Italia, nel “club” che conta già grandi nomi del vino. Non sono molte, sul totale, le imprese italiane che hanno saputo segnare la storia, a modo loro, e che hanno avuto la capacità di attraversare i secoli. Ma in questo senso, il vino in particolare e l’agrolimentare in generale, hanno molto da offrire, con aziende capaci di raccontare storie di dinastie familiari plurisecolari, o intuizioni storiche che hanno dato il via al successo di interi territori. Ed ora, nell’Unione Imprese Centenarie Italiane, che raggruppa 43 nomi storici come quelli delle cantine Marchesi Antinori, Luigi Cecchi e Figli, Marchesi Mazzei, Barone Ricasoli e Azienda Agricola Travignoli, dalla Toscana, della Carpenè Malvolti, “culla” del Prosecco, in Veneto, e delle pugliesi Casa Vinicola Apollonio, Cantine D’Alfonso del Sordo e Cantina Coppola (oltre a realtà come quella delle cravatte Marinella di Napoli, di Banca Sella, o ancora del Biscottificio Mattei di Prato, dei salumi Villani di Castelnuovo Rangone di Modena, o della distilleria Mazzetti D’Altavilla, di Altavilla Monferrato, per fare solo pochi esempi), entra anche un altro nome storico del vino di Puglia, ed icona, in particolare, dei rosati italiani, con il suo celeberrimo “Five Roses”, il primo rosato imbottigliato in Italia (con una storia peculiare, raccontata nel focus), ovvero la Leone De Castris. Cantina davvero storica, fondata nel 1665.
Fonte: WineNews.
Antonella Viola: “Il vino fa male, chi beve ha il cervello più piccolo. L’aperitivo con gli amici? Succo di pomodoro o, meglio, una passeggiata”.
In un’intervista al Corriere della Sera, la biologa ha appoggiato la decisione irlandese di includere gli avvertimenti sui danni alla salute anche sull’etichetta degli alcolici, spiegandone i motivi. Avvertimenti sui danni alla salute anche sull’etichetta degli alcolici. Dopo un periodo di moratoria di sei mesi, la Commissione Europea ha dato il via libera alla normativa irlandese che equipara l’alcol alle sigarette. Una decisione presa nonostante il parere negativo di Spagna, Francia, Italia e altri sei paesi membri dell’Unione. Sulla questione si è esposta la professoressa Antonella Viola, ricercatrice e docente all’università di Padova, appoggiando la scelta di Dublino e spiegandone le motivazioni in un’intervista al Corriere della Sera: “Una decisione giustissima. Bisogna far sapere che l’alcol è incluso nella lista delle sostanze cancerogene di tipo 1, come amianto e benzene. È chiaro il legame tra il consumo di alcol, e non solo l’abuso, e i tumori al seno, del colon-retto, al fegato, all’esofago, a bocca e gola. Le donne che bevono uno o due bicchieri di vino al giorno hanno un rischio aumentato del 27% di sviluppare il cancro alla mammella”, ha spiegato. E il famoso detto, ‘un bicchiere al giorno fa bene al sangue, fa bene al cuore’? Una bufala.
Fonte: Il Fatto Quotidiano.
Vino rosso o vino bianco? Ecco cosa conviene bere.
Il vino, è una delle bevande più apprezzate soprattutto quando si è ad un aperitivo, una cena importante o ad una festa. Oltre a berlo, viene usato anche per cucinare vari piatti, sia di carne, che di pesce. Ovviamente, deve essere di qualità, infatti è fondamentale per la buona riuscita del piatto. Quando si è a dieta però, ci si chiede se fa bene o male e se è meglio utilizzare il vino bianco o il vino rosso. I pareri sono molto discostanti, alcuni dicono che è pieno di grassi, mentre altri che ha proprietà benefiche per il nostro organismo. Andiamo però a vedere quale preferire dei due.
Fonte: Il Dunque.
Etichette di pericolo sulle bottiglie di vino, la leghista Ghidoni contro Viola: «Fa terrorismo».
L’europarlamentare del Carroccio replica alla nota immunologa che aveva difeso la scelta dell’Irlanda di equiparare alcol e sigarette e di inserire gli avvertimenti sui danni alla salute. Contro di lei l’intero centrodestra. Massimo rispetto e gratitudine per la dottoressa Viola e per il suo lavoro di ricercatrice. Le chiedo però prudenza e lo stesso rispetto quando assume le vesti di opinionista. E’ evidente a tutti che l’abuso di alcol è nocivo per la salute, come lo sono l’abuso di fritto, di burro o di tanti altri alimenti. Ma in nome della scienza, che è ricerca continua e mai verità assoluta, non si possono cancellare millenni di storia e tradizione vitivinicola e mettere a repentaglio un intero settore, già provato dalla crisi energetica e dalla siccità». Lo ha detto Paola Ghidoni, europarlamentare Lega, in seguito alle dichiarazioni di Antonella Viola, apparse sulla stampa locale, che sostiene l’etichettatura irlandese sulle bottiglie di vino.
Fonte: PadovaOggi.
Export Agroalimentare: vino e pasta da record nel 2022.
Record storico per l’export agroalimentare italiano nel mondo, che nel 2022 ha raggiunto i 60 miliardi di euro, con un aumento del 17%, trainato dai prodotti simbolo della Dieta Mediterranea come vino, pasta e ortofrutta fresca che salgono sul podio dei prodotti italiani più venduti all’estero. Secondo l’analisi della Coldiretti, grazie ad una crescita a due cifre delle vendite all’estero, il re dell’export tricolore si conferma il vino per un valore stimato vicino agli 8 miliardi di euro nel 2022. “Al secondo posto – ha continuato Coldiretti – si piazzano la pasta e gli altri derivati dai cereali con un volume di vendite all’estero ben oltre i 7 miliardi di euro mentre al terzo ci sono frutta e verdura fresche con circa 5 miliardi e mezzo di export.
Fonte: TeleAmbiente.
STAMPA ESTERA
Intervista a Félix Solís “He trabajado como un burro, y con gusto”.
Grupo Félix Solís Avantis “He frabajado como un burros y con gusto” Tras sesenta años en la bodega familiar, Félix Solís encara la sucesión sin dejar de ir un solo día ala empresa en la que empezó a trabajar con 18 años. Una vida dedicada al vino que no le ha dado resaca: “Sólo he vivido para la bodega, pero no me ha costado’: idMe imagino de presidente honorífico yendo a juntas y poco más que contar, de otra manera la sucesión no tendría éxito”. Félix Solís (Villanueva de los Infantes, Ciudad Real, 1945) ya ha mirado el calendario de festivos de 2023. No para planificar puentes o motivarse con días de descanso como el resto de los mortales, sino porque no le gustan: “Cuando viene un festivo echo en falta la presión del trabajo”. Mejor no imaginar cómo afrontará Solís la jubilación, una decisión que ha tenido que poner en barbecho tras “la que ha venido”. De una futura recesión, de la sucesión que encara la empresa que fundó su padre en 1952, Grupo Félix Solis Avantis, y de sus 60 años de trayectoria habla este empresario de pura cepa poco dado a que el vino le suelte la lengua. – Siempre ha trabajado en la bodega familiar. ¿No se imaginó nunca en otro sitio? Las empresas familiares antiguas eran pequeñas y todo estaba por hacer, estábamos todos en el mismo barco y había que arrimar el hombro. Con 15 años, a mis hermanos y a mí ya nos enseñaban cómo hacer el embotellado, cómo funcionaba la bodega e incluso nos ponían a barrer. No conocíamos otra cosa que no fuera el trabajo y la responsabilidad – ¿Ha tenido que hacer muchos sacrificios personales? Yo sólo he vivido para la empresa, pero no me ha costado. – Eso a ver cómo se lo explica a las nuevas generaciones… En este negocio no se vive, pero yo entiendo que ahora la gente quiere sus días libres, viajar y estar con la familia. – Ha elegido a su hijo Félix Solis como sucesor. ¿Cuando usted dé un paso atrás también seguirá mirando el calendario laboral? Qué va. Yo me imagino de presi id Un consejo para las empresas familiares es tener el cajón cerrado con llave. Las familias no deben tirar de la caja” dente honorífico yendo a juntas generales y poco más que contar, de otra manera la sucesión no tendría éxito. – Sesenta años trabajando con la família y la bodega sigue en pie. ¿Cuál es el secreto? Es complicado tenerle que dar una orden aun padre o aun hijo, pero con el negocio no se juega, hay que ser profesional.
Fonte: Expansión.
Viticulture : pourquoi la certification HVE tourne au vinaigre.
Le nouveau cahier des charges de la certification HVE, entré en application au ler janvier 2023, mécontente la viticulture régionale qui s’est engagée massivement dans cette labellisation. (Crédits Patrice Thebautl – Région Occitanie). Le durcissement de l’accès à la certification HVE (Haute Valeur Environnementale), annoncé par le gouvernement fin 2022 et entré en application au le janvier, soulève la colère de la filière viticole régionale, exception faite de la viticulture bio. Les mécontents déplorent le manque de concertation et craignent un coup d’arrêt des démarches de certification, dans laquelle le vignoble régional s’est massivement engagé, et un retour à des pratiques traditionnelles. e On se fout de nous. Nous avons fait des efforts pour améliorer nos pratiques. La certification HVE nous a coûté de l’argent sans qu’on obtienne aucune valorisation de nos vins en contrepartie. L’Etat qui devait communiquer sur ce nouveau label n’a pas tenu ses engagements. Et aujourd’hui le gouvernement nous annonce, sans aucune concertation, un durcissement de l’accès au label HVE. Les trois-quarts des exploitations viticoles ne répondront plus aux critères exigés par ce nouveau cahier des charges », tempête Anthony Bafoil, président de la coopérative de l.édignan et représentant du Gard au sein des Vignerons Coopérateurs d’Occitanie. Annoncé le 22 novembre dernier pour une entrée en application au ler janvier 2023, le nouveau cahier des charges du label HVF mécontente la viticulture régionale qui s’est engagée massivement dans cette certification. La nouvelle mouture relève le niveau d’exigence, avec notamment l’ nterdiction des pesticides CMR (cancérogènes, mutagènes, toxiques pour la reproduction) et un usage très restreint des herbicides et des engrais azotés. Qui plus est, la procédure se complexifie avec de nouveaux points de contröle qui vont alourdir la tâche administrative des viticulteurs et des organismes certificateurs, renchérissant d’autant le coût de cette certification. *** « Des décisions prises à l’arrache par des technocrates » Le ministre de l’Agriculture attendu sur le sujet Président des Vignerons coopérateurs d’Occitanie, Ludovic Roux ne cache pas sa déception : « Nous avions fait des propositions pour faire évoluer ce référentiel. Elles n’ont pas été retenues alors que la certification HVE est portée à 75% par la viticulture. Elle nous coûte 3 euros par hectolitre, et avec le nouveau référentiel, il faudra rajouter au moins 2 euros par hectolitre.
Fonte: Tribune.
Moldova navigates winemaking politics.
Pub quizmasters, take note. The country with the most grapevines per capita is … Moldova. Sandwiched between Romania, another important wine producer, and war-torn Ukraine (with a slice of Russian-backed Transnistria in between the two) it is one of the poorest countries in Europe. Wine is hugely important to its economy. Back in 2005, wine constituted a quarter of the country’s entire export earnings. Almost all of it went to Russia, where Moldovan wine — mostly pasteurised, semisweet and sold in bulk — made up about 25 per cent of all wine consumed. But in 2006, in a move related partly to the conflict over Transnistria, Russia suddenly banned imports of wine from Moldova along with wine from its other major supplier, Georgia. For both countries this was disastrous in the short term, but in the longer term it has provided real (albeit painful) impetus to make better wine that will appeal to other markets. As eastern European wine specialist and Master of Wine Caroline Gilby puts it, “losing the Russian market meant that Moldovan wine had to reinvent itself.” Gilby went to Moldova in 2006 as part of a project funded by the development agency USAID to assess how to improve the country’s wine sector. In her 2018 book The Wines of Bulgaria, Romania and Moldova, she writes that she encountered “some of the worst winemaking I’ve seen in my life — old Soviet-style reactor tanks, cellars reeking of stale wine, rusting painted vats, dirty pipes strewn across the floor and vile-smelling, leaky barrels”. Fortunately, the country had many natural advantages as a wine producer. The climate is mild with usefully long, relatively warm summers and just the right amount of rainfall. The rolling hills help to provide contrast between day and night temperatures, regarded as a factor in wine quality. Furthermore, many Moldovan vineyards can boast of two similarities with fashionable Burgundy: latitude and limestone. But Burgundy is almost 1,500 miles from Ukraine. The most prominent Moldovan winery, Purcari, based in a handsome stone building in the south-east of the country, is only 20 miles from the border and shelling can sometimes be heard there. I recently tasted 26 current wines made by Purcari and its associated producer Bostavan and they certainly demonstrate the results of considerable investment in Moldova’s vineyards and cellars. Grapes currently include a standard list of the international varieties that were once so fashionable and quite an array of local specialities that are arguably in a more contemporary idiom. In fact there was one white wine grape, Viorica, that was relatively new to me. This cross was made in Moldova as long ago as 1969 and the variety seems to be increasingly popular there today. Moldovan grape-breeders are an active bunch, keen to distinguish their country from its much bigger western neighbour Romania.
Fonte: Financial Times Life&Arts.
Grazie per l’ascolto, vi ricordiamo che le news di oggi, sono state offerte da Blinkup
A risentirci a domani.