rassegna stampa del vino di sabato 4 marzo 2023!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di sabato 4 marzo 2023!

Le news di oggi, sono state offerte da QuidQuid Srls strategie tecniche commerciali per potenziare il tuo business.

Degustazioni, masterclass e musica Un week end da wine lovers.
Da venerdì 10 a domenica 12 marzo, in piazza Città di Lombardia, torna Milano in Vino, la mostra-mercato dedicata al vino di qualità. Organizzata da Arte del Vino e giunta all’ottava edizione, la Fiera Nazionale Milano in Vino accoglie etichette e produttori da tutta Italia e dà ai wine lovers la possibilità di conoscere piccole e grandi realtà della vitivinicoltura nostrana, senza muoversi da Milano. Oltre sessanta aziende, per un totale di più di trecento etichette da tutta la penisola, saranno a disposizione degli appassionati conoscitori così come dei semplici curiosi. Un’occasione unica per scoprire, i profumi, i sapori e le sfumature del grande “vigneto Italia”, raccontato in prima persona dai vignaioli.

Fonte: Metro.

In cantina – Cheval Blanc, quotazioni in calo.
Diminuzione media del 5,76% alle aste per gli 84 milllesimi dal 1918 al 2017 Cheval Blanc, quotazioni in calo di Cesare Pillon Sotto esame, questa settimana, le bottiglie di Château Cheval Blanc quotate sia alle aste del 2022/23 che a quelle del 2021. Sono state poste a confronto, come sempre le quotazioni massime. Il valore complessivo delle 84 bottiglie, che nel 2021 era di 83.438 euro, è sceso adesso a 78.632 con una perdita di 4.807 euro, cioè del 5,76%. Una diminuzione che in anni tumultuosi come questi, con saliscendi di valore accentuati, si potrebbe archiviare come non preoccupante se non fosse troppo generica, dal momento che gli 84 millesimi esaminati vanno dal 1918 412017, ovvero esattamente un secolo.

Fonte: Milano Finanza.

Panorama – Vino, a sorpresa Zenato evita la liquidazione.
Tolta dal mercato una cantina che stava catalizzando l’interesse di molti investitori. Nei giorni scorsi l’assemblea dei soci di Zenato ha infatti deliberato all’unanimità la riassegnazione agli stessi soci del significativo pacchetto azionario che su istanza del Tribunale di Venezia si apprestava a essere messo sul mercato. Zenato è uno dei marchi più conosciuti della Valpolicella e dell’Amarone, ma va anche ricordato come il compianto Sergio Zenato anni fa fu trai primi a scommettere su un vino bianco del Garda, il Lugana, diventato poi in anni recenti una delle Doc più performanti. Nei mesi scorsi, a causa dell’alta conflittualità tra i diversi membri della compagine sociale, e della famiglia, era stato impossibile nominare il nuovo consiglio di amministrazione.

Fonte: Sole 24 Ore Food 24.

Brunello di Montalcino al top.
In forte crescita fatturato (+ 18%) ed esportazioni del Brunello di Montalcino. Secondo il Consorzio di tutela, gli Stati Uniti valgono il 30% del mercato.

Fonte: Sole 24 Ore Food 24.

I vini teramani sotto la lente di 50 giornalisti specializzati.
Con la presenza della stampa nazionale di settore è partita alla sala ipogea “La Nostra anteprima – The cool on the hills”, l’iniziativa organizzata dal Consorzio Tutela Vini Colline Teramane per valorizzare il patrimonio vitivinicolo della provincia. 50 giornalisti da tutta Italia hanno assaggiato in anteprima 37 vini di annate non ancora in commercio della denominazione “Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg”. La stampa ospite ha incontrato 27 produttori del Consorzio nella pinacoteca civica. Il programma de “La Nostra Anteprima” continuerà da oggi a lunedì 6 marzo tutti i pomeriggi dalle 14.30 alle 19.30 con i banchi di assaggio aperti al pubblico e operatori di settore nella pinacoteca civica (costo dell’ingresso 15 euro, non è necessaria la prenotazione).

Fonte: Centro Teramo.

Il Prosecco ha fatturato 3 miliardi 638 milioni le bottiglie vendute.
Il Prosecco continua la sua marcia inarrestabile e si conferma come il vino spumante più conosciuto al mondo. Nel 2022 sono state vendute infatti 638 milioni di bottiglie per un controvalore di oltre 3 miliardi di euro. Sono questi i dati più significativi del bilancio 2022, resi noti dal Consorzio della grande Doc Veneto-Friuli presieduta da Stefano Zanette. Con i conti che testimoniano dunque l’ottimo stato di salute del Prosecco Doc, il Consorzio che tutela e promuove le note bollicine veneto-friulane chiude l’anno 2022 registrando un incremento dei volumi di produzione (+1,8% sul 2021), ma soprattutto un aumento più che proporzionale dei valori (+11,5% sul 2021) per un totale di 638,5 milioni di bottiglie vendute e un controvalore stimato di oltre 3 miliardi di euro. La quota export, per la prima volta, si spinge all’81,2%, mentre il consumo interno nel 2022 si è attestato al 18,8% delle vendite totali, confermando comunque la leadership della denominazione a livello nazionale.

Fonte: Messaggero Veneto.

Primavera dei vini quattro domeniche cento etichette con i rossi di Rovescala.
Domani, e per tutte le domeniche di marzo, a Rovescala è in programma la XXXVII’ Primavera dei vini — festa del bonarda, manifestazione organizzata dalla Pro loco Rovescala, con il patrocinio dell’amministrazione comunale e in collaborazione con la biblioteca civica, gli Alpini e l’Auser. Le quattro domeniche (5, 12, 19 e 26 marzo) saranno sempre caratterizzate dalla presenza di un banco di assaggio, con possibilità di acquisto, di oltre 100 etichette di vini dei produttori locali, uno stand gastronomico con specialità tipiche del territorio oltrepadano, aperitivi in piazza e il gelato artigianale con “Borelli Lab”. Per trovare posto al tavolo delle specialità gastronomiche occorre prenotarsi, chiamando uno dei seguenti numeri: 338.3073700 o 338.1920256. Inoltre tutte le domeniche, con partenza alle 15 dal palazzo comunale, sono previste delle escursioni, delle passeggiate alla scoperta del centro storico e dei vigneti (prenotazioni e informazioni al numero 340.2506087).

Fonte: Provincia – Pavese.

Cinque appuntamenti per la riscoperta dei grandi vini del Nord.
Cultura del vino e degustazione, all’Hub di Voghera (piazzetta Garibaldi) una serie di lezioni per imparare ad amare il nettare di Bacco. Sono 5 gli appuntamenti, da marzo a maggio, nel corso dei quali il divulgatore del vino, degustatore e vice curatore della guida Slow Wine, Paolo Camozzi, guiderà i partecipanti alla scoperta di altrettante zone vocate all’enologia. L’Hub di Voghera si conferma un contenitore plastico ed eterogeneo di idee e spunti per il territorio. Dagli spazi per lavorare e per incontrarsi, agli eventi di promozione. Questa volta mette in campo 5 date, tutte la sera dalle 20,30 alle 22,30 per approfondire la conoscenza di diversi vini, anche non della zona, e far crescere la cultura enologica che serve a esperti e sommelier.

Fonte: Provincia – Pavese.

Torino brinda con il Salone del vino – Torino brinda con il Salone del vino.
Da oggi a lunedì eventi in tutta la città dedicati alle elichel le piemontesi e non solo di Plgrp Gentatna mole illuminata augura la prima edizione del Salone del vino di ‘ibrino. Dal 4 al 6 marzo un evento diffuso che vuole unire cultura, territorio e meraviglia nell’assaggio ciel vino. Sono coinvolti quattro luoghi simbolo della città ed un palinsesto di oltre rcxr eventi «off» in numerose location tra ristoranti, osterie, enoteche e luoghi cult da San Salvarlo a Vanchiglia, passando per il Quadrilatero fino alle periferie. Presso 11 Museo del Risorgimento, le sale di Palazzo Carignano diventano la Casa del Gambero Rosso con una selezione dl oltre 6o produttori piemontesi tra cui una ventina di grandi cantine provenienti da tutta Italia con un calendario di io degustazioni guidate e gratuite. Alla Cavallerizza Reale saranno presenti I consorzi, le enoteche regionali ed un centinaio di aziende in collaborazione con Go Wine e Fisar’ Torino.

Fonte: Corriere Torino.

Cene, degustazioni e artisti Via al primo Salone del vino.
Eventi con 250 produttori sparsi in quattro sedi “auliche” fino a lunedì Cene, degustazioni e artisti Via al primo Salone del vino La Notte Rosso Barbera e la Mole colorata di viola, come il vino che inonderà Torino: ieri la serata di concerti nelle piole e la speciale illuminazione del simbolo cittadino hanno dato il via alla prima edizione del Salone del Vino, che si svolgerà da domani a lunedì, con lo slogan “la città del gusto omaggia la regione del vino”. «Questo Salone aumenta l’offerta di eventi in città, arricchisce la vita dei torinesi e attira turisti attraverso il vino, uno dei nostri simboli a livello internazionale» rivendica il sindaco Stefano Lo Russo. Aggiunge il direttore Patrizio Anisio: «Non creeremo una fiera ma un Salone del vino.

Fonte: CronacaQui Torino.

Grazzano Badoglio Tre giorni di ‘Grignolino: il Nobile Ribelle’.
Da sabato 11 a lunedì 13 marzo masterclass, food, territorio e arte. Oltre 140 le etichette che saranno in degustazione, circa 120 i produttori partecipanti • Ire giornate (di cui una rivolta ad operatori di settore, giornalisti, blogger e wine tender); tre masterclass; Fresa come vino ospite 2023. E tutto pronto per la nuova edizione de ‘Grignolino: il Nobile Ribelle’, grande evento, interamente dedicato al Grignolino in programma dall’ 11 al 13 marzo a Grazzano Badoglio, promosso dall’Associazione Italiana Sommelier del Piemonte, con organizzazione a cura delle delegazioni di Asti e di Casale Monferrato e con il contributo di Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese, Associazione Monferace, Consorzio Gran Monferrato, Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato e Associazione Produttori di Grignolino d’Asti Doc e Piemonte Doc Grignolino. Patrocinio del Comune di Grazzano.

Fonte: Piccolo di Alessandria.

Torino in un calice di vino degustazioni, talk e street food.
Torino si candida a diventare la città del vino. Da oggi a lunedì la città presenterà al pubblico l’intero panorama dei vini piemontesi con il “Salone del vino”: da quelli dell’alto Piemonte a quelli della Val di Susa, passando per il pinerolese e le colline novaresi, senza tralasciare il Canevese, raggiungendo l’Alto Monferrato, l’Astigiano e le colline di Torino, e poi ancora il Cunese con le Langhe e il Roero e i territori della Val Bormida, ai bordi della Liguria.

Fonte: Repubblica Torino.

Novant’anni di Cantina – Novant’anni e non li dimostra L’Antica Cantina, storica cooperativa tra le prime in Italia, prepara i festeggiamenti.
Nata il 6 maggio 1933 da 30 soci lungimiranti, oggi continua la sua attività per la qualità e l’artigianalità del vino. Con una bottiglia per l’anniversario. I compleanni, come i novant’anni de “L’Antica Cantina” di San Severo, son quelli che vanno celebrati in modo solenne perché raccontano la storia di un territorio, dell’uva e del vino, dei sacrifici e dell’impegno degli uomini e delle donne che ne hanno scritto le pagine e che continueranno a scriverne. La memoria storica, serve a far comprendere il presente, affinché la proiezione verso il futuro sia convinta. La vigna e il vino, le lotte bracciantili. II 6 maggio 1933, trenta soci lungimiranti, facevano nascere la Cantina Sociale San Severo Società Cooperativa, una delle prime in Italia – oggi nota come “L’Antica Cantina” — perché dovevano dar valore a ciò che producevano. “Dare valore alla terra e al lavoro — ha esordito a l’Attacco, il presidente della cooperativa, Ciro Caliendo.

Fonte: L’Attacco,

II vino Amore Infinito Uve dall’estero per una bottiglia tutta pugliese.
L’etichetta Amore Infinito 2020 Puglia IGP Az.; Cantine Ferri Uve: Syrah Prezzß: 15 Euro II vino. Amore Infinito Uve dall’estero per una bottiglia tutta pugliese di Pasquali Porcelo Io confesso ho una certa prevenzione all’uso dei vitigni internazionali fuori dalla loro zona d’origine. Usati come «migliorativi» il più delle volte stravolgono II carattere originario del vitigno autoctono che dovrebbero affiancare, prendendone frequentemente il sopravvento in termine di espressione. Anche la loro vinificazione in purezza difficilmente è riuscita a trovare realizzazioni che possano competere, sia pur nella diversità geografica, con gli originali. Per questo potete immaginare la mia diffidenza quando misi propone in degustazione uno dei tanto celebrati vitigni in questo caso il Syrah. II vitigno trova in regione buona diffusione già da molti anni. I dati riportati dall’American Association of Wine Economists (Aawe) lo vedono in termini di superfice vitata (779 ettari) appena sotto il Bombino Nero con 857 ettari, ma sopra addirittura al Piano che ne conta 738 e questo la dice lunga sull’utilizzo del Syrah in Puglia.

Fonte: Corriere del Mezzogiorno Puglia,

Il vino fa bene alla salute.
Convegno a Sava il 4 marzo alle 17.30 su iniziativa di Fratelli d’Italia 11 I vino fa bene alla salute’; è il titolo del dibattito promosso dalla sezione savese di Fdi per il prossimo 4 marzo alle ore 17.30 nella sala Amphipolis del palazzo municipale. Dopo i saluti istituzionali da parte dei deputati ionici Dario laia, Giovanni Maiorano e Maria Nocco, seguiranno quelli del consigliere regionale Renato Perrini e dei presidenti provinciali di Coldiretti e Confagricoltura, Alfonso Cavallo e Luca Lazzaro. Sarà un’occasione per discutere sugli avvertimenti in etichetta, così come proposti dall’Irlanda e sugli effetti che tale misura potrebbe generare sull’intero comportato vitivinicolo. “Occorre difendere l’eccellenza — rimarca l’onorevole Dario laia — il vino è, senza dubbio, uno tra i prodotti più rappresentativi del nostro territorio. Fino a qualche mese fa, nessuno ha mai, nemmeno lentamente, pensato o dichiarato che potesse nuocere alla salute.

Fonte: Lo Jonio,

La dop Manduria alla conquista della Germania.
Quattro eventi a marzo tra Monaco di Baviera e Düsseldorf per la valorizzazione e la promozione del Primitivo di Manduria nati dal Consorzio di Tutela e Gambero Rosso “Una bella vetrina per la nostra dop dove uno del mercati di rifermento è proprio la Germania. Qui il nostro vino raggiunge ottimi risultati assicurandosi una grande fetta del proprio export, circa il 25 per cento”. IL CONSORZIO DI TUTELA DEL PRIMITIVO DI MANDURIA PORTA LA SUA DOP IN GERMANIA TRA CENE DEGUSTAZIONI, MASTERCLASS E MOMENTI DI APPROFONDIMENTO. Ventitré aziende con 40 etichette sono pronte a sbarcare nel primo mercato di riferimento con 4 appuntamenti internazionali, finanziati dal Consorzio di Tutela e organizzati dal Gambero Rosso, tutti volti alla valorizzazione e alla promozione del grande rosso pugliese. Il primo denominato “Road Show” si terrà a Monaco di Baviera mercoledì 15 marzo 2023 presso il Ristorante Martinelli, prestigiosa location premiata dalla guida Top Italian Restaurants.

Fonte: Lo Jonio.

Grande attesa per lAnteprima del “Chiaretto di Bardolino”.
L’evento va in scena, domani e lunedì, presso la Dogana Veneta di Lazise Grande attesa per l’Anteprima del “Chiaretto di Bardolino” Domani l’evento sarà aperto al pubblico, lunedì agli operatori specializzati Ho.Re.Ca e della distribuzione La tredicesima edizione dell’evento Corvina Manifesto – L’Anteprima del Chiaretto di Bardolino, dedicato al vino rosa veronese, andrà in scena domenica 5 e lunedì 6 marzo presso la Dogana Veneta di Lazise. Durante la manifestazione, organizzata dal Consorzio di tutela del Chiaretto di Bardolino, sarà possibile assaggiare la nuova annata del Chiaretto di Bardolino, il vino rosa da uve Corvina che nasce sulla sponda orientale del lago di Garda (in degustazione 120 etichette di 40 produttori gardesani). L’ospite speciale della rassegna sarà la Scuola della Formazione Professionale Salesiani Bardolino, che presenterà il vino rosato prodotto dai propri allievi cantinieri nel vigneto sperimentale della rocca di Bardolino.

Fonte: Arena.

Anteprima del Chiaretto con quaranta produttori.
Toma nella sede che l’ha resa celebre l’Anteprima del Chiaretto di Bardolino, in programma domani per il pubblico (dalle 10 alle 18) e lunedì per gli operatori dell’accoglienza, della ristorazione e della distribuzione (dalle 14 alle 18). «Corvina Manifesto – L’Anteprima del Chiaretto di Bardolino» il titolo della 13a edizione di questo evento che richiama sempre più visitatori. Organizzata dal Consorzio di tutela del Chiaretto di Bardolino, la manifestazione sarà la vetrina privilegiata di 120 etichette di 40 produttori gardesani del vino rosa che nasce da uve Corvina sulla sponda orientale del lago di Garda. Ospite speciale sarà la Scuola di formazione professionale Salesiani Bardolino, che presenterà il vino rosato prodotto dai propri allievi cantinieri nel vigneto sperimentale della Rocca di Bardolino.

Fonte: Arena.

Prosecco di record in record La Doc vale 3,3 miliardi.
Nel 2022 638 milioni di bottiglie. Export, gli Usa davanti al Regno Unito viso Due numeri. II primo è quello delle bottiglie: 638,5 milioni. Il secondo è quello del valore stimato: 3,35 miliardi di euro. Il Prosecco Doc ha presentato ieri i dati del 2022, che segnano l’ennesimo record sia dal punto di vista quantitativo (+1,8% sul 2021, quando si era giunti a 627,5 milioni di bottiglie per 3 miliardi) che sul valore (+11,5% sul 2021), mostrando che i valori sono cresciuti in maniera più che proporzionale. Merito anche del Rosé, che ha partecipato con 6o milioni di bottiglie e ormai è ovunque a scaffale nei supermercati e nelle liste dei vini dei ristoranti. Dati destinati a confermarsi anche quest’anno: Z primi due mesi fanno prevedere in media un’ulteriore crescita nelle vendite del 2023. Un risultato ottenuto dal presidente Stefano Zanette immettendo nel mercato le giuste quantità di vino per mantenere stabili i prezzi in un mondo dove domanda e offerta oscillano a ritmi vertiginosi, come o durante la pandemia.

Fonte: Corriere del Veneto Venezia e Mestre.

Il Prosecco “vale” 3 miliardi, vola l’export.
Produzione più 1,8%, cresce molto di più il valore ?I1 presidente del Consorzio Doc Zanette: «Siamo Usa primo mercato estero, Gran Bretagna superata di gran lunga la prima denominazione italiana» LE BOLLICINE VENETO-FRIULANE CONQUISTANO LA FRANCIA CON AUMENTI A DOPPIA CIFRA. Bilancio Prosecco Doc: consumi in crescita e bilancio in salute. Esplode l’export con consumi oltre l’80%: la novità è che gli Stati Uniti sorpassano il mercato inglese diventando la prima destinazione del prosecco veneto e friulano. A due mesi dall’inizio del 2023 il Consorzio della Doc comunica i dati ufficiali dell’annata precedente. Con un bilancio che testimonia l’ottimo stato di salute del Prosecco Doc, il Consorzio che tutela e promuove le note bollicine veneto-friulane chiude l’anno 2022 registrando un incremento dei volumi di produzione (+ 1,8% sul 2021) e un aumento più che proporzionale dei valori (+ 11,5% sul 2021) per un totale di 638,5 milioni di bottiglie vendute e un controvalore stimato di oltre 3 miliardi di euro.

Fonte: Gazzettino.

Prosecco a 3 miliardi Balzo negli Stati Uniti.
Il Consorzio di tutela del Prosecco Doc chiude l’anno 2022 registrando un incremento dei volumi di produzione (+1,8% su12021) e un aumento più che proporzionale dei valori (+11,5%), per un totale di 638,5 milioni di bottiglie vendute e un controvalore stimato di oltre 3 miliardi di euro. La quota export, per la prima volta, si spinge all’81,2%, mentre il consumo interno nel 2022 si è attestato al 18,8% delle vendite totali. Anche per quanto riguarda la vendemmia dello scorso anno i segnali sono positivi, con volumi in grado di soddisfare l’intero 2023. Sul fronte dei mercati esteri, risalta il balzo compiuto dagli Stati Uniti, che con una crescita del 5,8% hanno sorpassato il Regno Unito, a volume, mentre da diversi anni risultano al vertice in termini di valore.

Fonte: Nuova Venezia – Mattino di Padova – Tribuna di Treviso.

Docg festeggia a quota 2.732 Matrimonio fra terre Unesco.
Matrimonio fra terre Unesco Positivi i primi dati di vendita della denominazione nel 2023 II Conegliano-Valdobbiadene sale al rifugio Lagazuoi perla Dolomiti Expo. I mercati del vino stanno crollando. Dalla Spagna all’Australia, dove addirittura stanno estirpando ettari di vigneti. Il Prosecco, invece tiene, specie il Superiore Docg Conegliano Valdobbiadene, che salirà fino ai 2.732 metri grazie al gemellaggio siglato con il Lagazuoi Expo Dolomiti. Eventi, mostre e attività per unire promuovere territori ed eccellenze Patrimonio dell’Umanità, in vista di Milano Cortina 2026. Le vendite di gennaio hanno eguagliato quelle del gennaio 2022. Per brindare, il Consorzio presieduto da Elvira Bortolomiol salirà fino al Lagazuoi, sopra passo Falzarego. «Lo farà — annuncia Diego Tomasi, il direttore — alzando i calici alla sostenibilità: quella delle Colline Unesco e delle Dolomiti Unesco, ma anche delle Olimpiadi 2026».

Fonte: Tribuna Treviso.

Bologna in cucina e in cantina, tradizione e non solo, con dieci indirizzi da ricordare.
La Dotta, la Rossa, la Grassa: Bologna è piuttosto conosciuta anche per queste tre sue note caratteristiche. Ricca di storia, è un’importante città universitaria, tanto che l’Alma Mater Studiorum, datata 1088, è la più antica istituzione accademica dell’Occidente. In tema di colore, basta faticare un po’ e arrivare fino in cima alla Torre degli Asinelli: al di là della vista spettacolare che spazia dalla pianura ai colli, si può osservare che i toni del rosso sono quelli che prevalgono, frutto fin dal medioevo dell’utilizzo del mattone bolognese. Infine, la peculiarità probabilmente più diffusa: già il gastronomo Pellegrino Artusi aveva affermato: “Quando sentite parlare della cucina bolognese fate una riverenza che la merita”..

Fonte: Italiaambiente.

Il vino è nato 11mila anni fa, la sua origine è scritta nel Dna.
L’origine dell’uva e quella del vino, che finora sono state un mistero finora irrisolto, risalgono a 11mila anni fa, grazie a due eventi di domesticazione separati geograficamente da più di 1.000 chilometri ma simili nel risultato, avvenuti in Asia occidentale e nella regione del Caucaso. Lo ha ricostruito la più vasta analisi genetica mai condotta, che ha esaminato oltre 3mila campioni di varietà di vite provenienti anche da collezioni private e da esemplari mai documentati. Lo studio è pubblicato sulla rivista Science, conquistando anche la copertina, dal gruppo internazionale guidato da Università agraria cinese dello Yunnan, Laboratorio statale di genomica agraria di Shenzhen e Accademia Cinese delle Scienze di Pechino, con la collaborazione italiana delle Università di Milano, Milano-Bicocca e Mediterranea di Reggio Calabria, del Centro nazionale per la biodiversità (Nbfc) di Palermo e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

Fonte: ANSA.

Il riscaldamento globale cambia (anche) il gusto al vino.
Recuperate la lista delle cose belle della vita che il riscaldamento globale sta mettendo a rischio e preparatevi ad aggiungere la voce “vino”. E probabilmente non per i motivi che immaginate. Perché è vero che da un lato l’aumento delle temperature globali si sta dimostrando paradossalmente un vantaggio per chi produce vino: fa sempre più caldo, e si può piantare la vite anche in aree dove tradizionalmente non cresceva. L’esplosione dei vini inglesi degli ultimi anni è un esempio clamoroso: in un Paese che non è certo noto per la sua produzione vinicola ci sono oggi circa 500 vigneti che producono una grande varietà di vini diversi. Dove sta allora il problema? Per dirla in modo semplice, il gusto del vino sta cambiando, perché stanno cambiando le condizioni geografiche e anche la composizione del suolo; e quindi diventa sempre più difficile ottenere gli stessi sapori che caratterizzano da sempre certi vitigni.

Fonte: Focus.it.

L’effetto salutare del vino è dimostrato dalla scienza.
“Sono trent’anni che il mondo scientifico affronta il tema del rapporto tra vino e salute ed è assodato da molti studi che il consumo moderato è protettivo contro lo sviluppo delle malattie coronariche e delle patologie associate allo stress ossidativo. – Afferma Vincenzo Gerbi, presidente del Comitato Scientifico ONAV, organo unico nel proprio genere, voluto dall’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino. – Il potenziale beneficio salutistico del vino è stato principalmente attribuito ai composti polifenolici, in particolare flavonoidi, presenti in abbondanza e in forma biodisponibile nel vino. Stupisce quindi che nel recente dibattito sia completamente ignorata questa parte della ricerca scientifica e sia stato enfatizzato solo l’effetto deleterio dell’etanolo, qualunque sia la sua origine e la modalità di consumo.”.

Fonte: Teatro Naturale.

Il ruolo delle fiere del vino, e come scegliere quelle giuste: le riflessioni di produttori.
Sempre più importante che la fiera abbia un target preciso, in linea con quello della cantina. Da Bologna, in Slow Wine Fair, parlano i “vigneron”. Sempre più importante che la fiera abbia un target preciso, in linea con quello della cantina. Da Bologna, in Slow Wine Fair, parlano i “vigneron”. Parlano Alessio Planeta (Planeta), Francesco Marone Cinzano (Col d’Orcia), Enrico Drei Donà (Drei Donà-La Palazza), Andrea Contucci (Contucci), Isidoro Vajra (G. D. Vajra), Valentina Di Camillo (I Fauri), Sergio Germano (Ettore Germano), Rocco Toscani (Toscani), Alberto Paltrinieri (Paltrinieri) e Maria Grazia Mammuccini (Mannucci Droandi).

Fonte: WineNews.

Difesa del vino in Europa, etichettatura: intervista al ministro dell’Agricoltura Lollobrigida a 4 mesi dall’incarico.
Qualche settimana fa il Governo Meloni ha superato il traguardo dei primi 100 giorni di Governo: 100 giorni impegnativi, tra Legge di Bilancio da portare a casa e conseguenze della guerra in Ucraina a cui far fronte. Il vino, in particolare, ha dovuto fare i conti con la spinosa “questione irlandese”, inserita nella più ampia discussione sulle conseguenze del consumo di alcolici sulla salute. Questione su cui il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, si è più volte speso, fino a portare in dono al suo omonimo irlandese una bottiglia di vino per cercare di alleviare la tensione. “Il vino nuoce alla salute … di chi non lo beve” è diventato il suo mantra delle ultime settimane. Assieme a lui, abbiamo provato a fare un bilancio di questi mesi e a delineare le prospettive per quelli a venire.

Fonte: Gambero Rosso.

Finalmente la Toscana (75).
Sembra incredibile, lo so, ma sono quasi due anni che parliamo di vino e ancora non ci siamo occupati della Toscana. Regione simbolo, assieme al Piemonte, dell’enologia di qualità, la Toscana è considerata l’ambasciatrice nel mondo del Made in Italy enologico. Questo suo prestigio si deve al fatto che, per prima, la Toscana è stata oggetto di interesse e di investimenti da parte dei grandi capitali stranieri, Inghilterra e Stati Uniti in primis, e per questo ha assunto, prima di ogni altra regione Italiana, il ruolo di riferimento per i mercati esteri. Patria di innumerevoli zone vinicole, che non riuscirò a elencarti tutte in questo articolo, si è soliti catalogare la Toscana tra denominazioni storiche e denominazioni nuove. Le denominazioni storiche ricadono essenzialmente nella Toscana Centrale, quella Collinare, e vedono la predominanza pressoché totale dell’uva Sangiovese. Tra le tante esistenti, le tre denominazioni principali sono Chianti, Montalcino e Montepulciano.

Fonte: Cremona Sera.

“Così 11 mila anni fa è nata l’uva da vino”, la scoperta fatta anche da ricercatori di Palermo.
Il vino ha 11 mila anni. A datarne le origini una ricerca alla quale ha partecipato il Centro nazionale per la biodiversità (Nbfc) di Palermo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science ed è basato sulla più vasta analisi genetica mai condotta, che ha esaminato oltre 3 mila campioni di varietà di vite provenienti anche da collezioni private e da esemplari mai documentati. Finora non era mai stato individuare il momento e il luogo esatto dell’origine del vino, principalmente a causa di analisi genetiche che avevano riguardato soltanto poche varietà. Le principali ipotesi, si legge su Ansa.it, sostenevano che la coltivazione della vite da vino (Vitis vinifera) fosse nata da un’unica domesticazione della varietà selvatica (Vitis sylvestris), avvenuta in Asia occidentale prima dell’avvento dell’agricoltura e che le varietà di uva da tavola fossero arrivate solo molto più tardi. Il nuovo studio smentisce però questo scenario: gli eventi di domesticazione della vite selvatica sono stati in realtà due, uno in Asia occidentale e l’altro nella regione del Caucaso, al confine tra Asia ed Europa. Inoltre, i due eventi sono avvenuti contemporaneamente, circa 11mila anni fa.

Fonte: Palermo Today.

Le giornate delle “Donne del vino” 2023 nel segno di un mondo unito.
Donne , vino: un mondo unito”. È con questo tema che si sono aperte l’1 marzo le Giornate delle Donne del Vino, (1°-12 marzo 2023), organizzate in occasione dell’8 marzo, per trasmettere un messaggio comune di unione, dialogo e apertura a un network internazionale di donne per incrementare la cultura del vino e la valorizzazione femminile nel settore vitivinicolo. Decine di eventi, convegni, dibattiti in tutta Italia così come in Puglia dove imprenditrici, sommelier, enologhe e ovviamente wine lovers celebreranno questa ricorrenza, decise a rendere omaggio alla cultura e ai luoghi del vino, portando alla scoperta di un mondo affascinante dove le donne si sono affermate con talento e professionalità. Le iniziative prenderanno il via mercoledì 8 marzo, con la tavola rotonda “Donne, vino: un mondo unito. Competenze e creatività internazionale”, che vedrà coinvolta tutta la delegazione regionale

Fonte: BrindisiReport.

Il vino della settimana: il Pinot Nero delle nevi.
Sulle pendici delle Dolomiti, in Trentino, nasce un vino di montagna unico, fatto con uno dei vitigni più affascinanti e complessi del mondo: il Pinot Nero. A realizzarlo, nella sua Tenuta Hofstätter, il viticoltore Martin Foradori: qui l’uva nasce in uno scenario straordinario, nel Maso Michei, nella valle dei Ronchi. Ogni operazione viene fatta a mano, compresa la potatura che avviene con i piedi immersi nella neve. L’eleganza dell’annata 2020 emerge nel ricco bouquet di frutti rossi e piccole spezie e nell’armonia e mineralità che emergono al palato. Un calice che sa intrecciare finezza e tenacia.

Fonte: Repubblica TV.

STAMPA ESTERA

Of vino, veritas.
The origin of grapevines is a tangled vine itself ACCORDING TO THE Bible, Noah was the first man to make wine. He was also, not unrelatedly, the first man to drink to excess, be found naked in his own vineyard, and wake up with a hangover. But, certain colourful details aside, this legend of the most premier of crus is not too far off the standard picture of the birth of viticulture: a single domestication that happened thousands of years in the past. But how many thousands? Most domestications of Old World crops and animals are thought to have taken place during a white-hot period of innovation between 15,000 and io,000 years ago. Grapes were a notable exception. Small-scale genetic analyses had pegged their cultivation as happening between 15,000 and 400,000 years ago—a range implausibly wide, not least because, a few minor excursions aside, Homo sapiens left Africa only about 60,000 years before the present day. This estimate of when grapes were first cultivated has nowbeen pruned. In a study just published in Science, Chen Wei of Yunnan Agricultural University, in China, and a team of collaborators from across the world, have distilled a new picture. Grapevines were, it seems, domesticated on two occasions, in quick succession but in different parts of the world, about ii,000 years ago. That makes the old model so much noble rot. “Now that whole building just collapsed,” says Dr Chen. The •confusion was caused not by poor analysis but limited data. Indeed, one of Dr Chen’s own papers provided evidence for the 400,000 year figure, based on some 70 varieties of wild grapes from a small region of Germany. His new work tramples over such limitations by including over 3,500 varieties from the full terroir of existing viticulture: i,000 or so wild; the remainder cultivated. Getting hold of that many samples was not easy. Dr Chen’s team relied on thegood will of collaborators, enthused by the prospect of participating in a definitive study with generous funding, provided mostly by Chinese scientific bodies. Kristina Margaryan, of the Institute of Molecular Biology in Armenia, for instance, spent weeks trekking with colleagues through her country’s hills, collecting what would later turn out to be hundreds of hitherto unknown varieties of wild grape. Elsewhere, researchers negotiated with vineyard owners to take samples from their precious vines. Thousands of these were then sent to Dr Chen’s laboratory, where each had its DNA extracted, sequenced and fed into a supercomputer for analysis.

Fonte: Economist.

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