rassegna stampa del vino di martedì 11 aprile 2023!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di martedì 11 aprile 2023!

Le news di oggi, sono state offerte da QuidQuid Srls strategie tecniche commerciali per potenziare il tuo business.

Intervista a Luca Matarazzo – Nell’animo gentile di un vitigno tipico tutto lo spirito di una comunità.
Sotto gli occhi di tutti la crescita continua delle sei tipologie anche in altre regioni. Luca Matarazzo l’Albana ce l’ha nel sangue. Malgrado le sue origini campane, il vitigno tutto made in Romagna gli sta talmente a cuore da esserne divenuto l’ambasciatore, “certificato” dalla vittoria nell’ultima edizione del Master, svoltosi a Bertinoro e promosso da Ais Romagna e Consorzio Vini di Romagna. Due anni fa era arrivato secondo, nell’edizione 2022 è salito sul gradino più alto superando un sommelier romagnolo. Nella recente edizione di “Vinitaly” ha proposto una degustazione guidata di nove Albana che ha testimoniato la poliedricità territoriale di un vitigno che cresce dal cesenate e si dipana sino all’imolese.

Fonte: Corriere Romagna Forli’-Cesena.

La stella bianca della Romagna è risorta.
Roberto Monti, neo presidente del Consorzio Vini di Romagna, a “Vinitaly” l’ha definita la «stella bianca della Romagna». In effetti, l’Albana è un unicum nel panorama nazionale, che si avvale del primato di prima Docg d’un vino bianco in Italia. Era i11987, pareva l’inizio dl un nuovo Eldorado e invece fu l’inizio della discesa. Un dato è rivelatore: 4.366 gli ettari coltivati nel1990, scesi a 872 nel 2021. In percentuale, -80%. Una parabola discendente invertita alcuni anni fa, quando i produttori hanno compreso il potenziale del vitigno in altre versioni, secco in primis, con proposte qualitative notevoli. I risultati non si sono fatti attendere: gli ettolitri in quattro anni sono cresciuti del +31%, arrivando a oltre 900.000 bottiglie.

Fonte: Corriere Romagna Forli’-Cesena.

Visitatori e compratori un Vinitaly da “regina” per i Emilia Romagna.
Bilancio più che positivo del l’Enoteca regionale Bologna Si è chiuso il sipario sulla 55a edizione di Vinitaly, in cui Enoteca Regionale Emilia Romagna ha celebrato con grande successo e partecipazione la ricchezza delle denominazioni regionali curando l’intero Padiglione 1 con i Consorzi, le aziende e ivini emiliano-romagnoli a capitanare uno spazio dedicato interamente all’ingegnosa bellezza nata nel territorio. Un unicum a livello nazionale, Enoteca Regionale Emilia Romagna porta avanti un progetto di promozione onnicomprensivo che abbraccia tutto il territorio della regione e il suo straordinario patrimonio vitivinicolo, in una stretta collaborazione con i Consorzi che ha portato l’intera filiera, dalla grande azienda al piccolo produttore, negli spazi del più importante appuntamento internazionale del mondo del vino.

Fonte: Gazzetta di Modena-Reggio-Nuova Ferrara.

Da allenatore di calcio a viticoltore La seconda vita di Malesani è distillare aromi nella sua cantina.
Ferrara Lui è Alberto Malesani, nato nel 1954 nel Veronese ai piedi della Val Squaranto. Alle sue spalle decenni di vero, sano e sanguigno calcio: da calciatore negli stadi del Veneto e poi da allenatore, dal Chievo in Cl nel 1987 e in totale su ben 12 panchine tra Italia e Grecia tra Serie C, B e A fino al 2014. Riesce a mettere in bacheca anche tre importantissimi trofei con il Parma, vale a dire una Coppa Italia, una Super coppa Italiana e una Coppa Uefa (l’attuale Europa League) conquistata nella stagione 1998-1999. E ora? Produce vino! E in ogni stagione, come ha fatto tanto da allenatore, vuole vincere con tutto il suo staff.

Fonte: Nuova Ferrara.

Un «rosa» mediterraneo per celebrare due campionesse.
Si sente voglia d’estate e in tavola approdano i cibi freschi, molto orto, c’è desiderio e profumo di Mediterraneo. Guardare al Salento è quasi un riflesso (di sole) condizionato e scoprire che bere in rosa offre immediatezza e compiutezza, è una gioia. Lo spiego in Cinque minuti. È un gioco di parole per tornare a frequentare la produzione di un signore del vino che è stato «costretto» dalla passione a farsi egli medesimo vignaiolo. Che però subisce il fascino della notizia e che fa crescere l’azienda radicata nelle terre opime di Avetrana affidandola ai figli.

Fonte: La Verita”.

L’investimento è nel bicchiere Alla Borsa dei vini l’Italia vola.
Nell’indice londinese delle bottiglie più pregiate, il Liv-Ex 100, le etichette di casa nostra guadagnano il 9,8%. Dal Sassicaia (300 euro in enoteca) al Tignanello Wino a 150), ecco chi vale di più. New entry il Barbaresco, che quest’anno sale del 22%. Ma prima di tutto è un piacere da condividere con amici. Poi è anche un vino su cui investire: questo è un plus di cui siamo molto felici». Renzo Cotarella è il ceo di Marchesi Antinori, griffe italiana del vino, presente con due grandi rossi, Tignanello e Solaia, nell’indice londinese Liv-Ex zoo. La Borsa dei vini di pregio (o fine wines, per dirla con gli addetti ai lavori) che monitora l’andamento delle cento etichette più gettonate al mondo sul mercato secondario.

Fonte: L’Economia del Corriere della Sera.

Toni fruttati e cremosità al palato.
Dall’impianto delle prime barbatelle di Pinot Nero della Borgogna in Oltrepò, ad opera del conte Carlo Vistarino nel 1850, si instaura lo speciale vincolo della famiglia con queste uve. Legame oggi consacrato da Ottavia Giorgi di Vistarino che conduce l’attività estesa su oltre cento ettari vitati, coadiuvata da un team di esperti. Cultori del nobile vitigno, non facile da allevare, custodiscono la storica visione di famiglia: interpretare al meglio il territorio, esaltandolo con la qualità massima del prodotto finale.

Fonte: Messaggero.

Bonsai Ventures investe su eWibe.
Comprare e vendere vini pregiati con la stessa fcilità con cui si comprano e vendono le azioni in borsa. E questo il modello di business alla base di eWibe, realtà fondata da Edoardo Maria Lamacchia che ora cresce grazie all’ingresso nel capitale di Bonsai Ventures, la holding d’investimento founder-friendly guidata da Michele Padovani. Un primo round di investimento della startup da 0,5 milioni si era chiuso nel dicembre 2021 mentre ora la società è nella fase di scale up. L’ingresso di Bonsai Ventures con 0,25 milioni fa parte infatti di una più ampia operazione che vedrà coinvolti anche altri business angel e dovrebbe completarsi nel giro dei prossimi 12 mesi.

Fonte: Mf.

L’analisi – Tra vino e cibi vola all’estero l’agroalimentare made in Italy.
Nel 20221e esportazioni hanno sfiorato i 61 miliardi (contro i 32 miliardi di 10 anni fa) con oltre 27 milioni di tonnellate di prodotti Raffaele Lorusso L ‘ export agroalimentare italiano vola. Nonostante il clima di instabilità dei mercati generato prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina, il settore mostra una grande capacità di resilienza. Nel 2022 le esportazioni hanno sfiorato i 61 miliardi, con oltre 27 milioni di tonnellate di prodotti collocati sui mercati esteri. Numeri sorprendenti, se si considera che dieci anni fa il valore era di 32 miliardi e che nel 2019, prima della pandemia, si era attestato a 45 miliardi. Mettendo a confronto i dati dell’ultimo quinquennio, la crescita in valore è stata del 44 per cento.

Fonte: Repubblica Affari&Finanza.

La Tenuta Neri conquista Germania e Spagna con tre vini d’eccellenza.
Merlot, Sangiovese e Albana vincono premi prestigiosi La cantina attiva dal 1951 è sempre più internazionale. Medaglia d’oro al “Mundus vini” in Germania, concorso internazionale con oltre 7.500 vini da tutto il mondo, per il Merlot Rubicone Igp 2018 “Alma” della tenuta Neri di Carpineta. E medaglia d’oro alla “Catavinum world Ovine e spirit competition” in Spagna per l’Albana secca Docg 2022 “Agostina” e per il Sangiovese superiore riserva Dop 2019 “Luis”. Sono i tre prestigiosi premi che la Tenuta Neri ha portato a casa in queste due importanti concorsi vinicoli internazionali.

Fonte: Corriere Romagna Forli’-Cesena.

Patatine alla zucca, vini delle sabbie e sigaro toscano: l’unione stupisce.
L’esordio Il lancio del peculiare abbinamento è avvenuto a Verona Patatine alla zucca, vini delle sabbie e sigaro toscano: l’unione stupisce Autoctono e globale I promotori: «Enologia e agroalimentare devono coniugare tradizione e innovazione continua» Ferrara Durante la 55a edizione di Vinitaly, che si è svolta dal 2 a15 aprile a Verona è avvenuto il grande lancio. Precisamente nel lussuoso salotto dello stand Manifatture Sigaro Toscano è avvenuto per la prima volta il peculiare abbinamento: patatine alla zucca violina autoctona ferrarese e vini delle sabbie estensi in connubio con il famoso sigaro delle Manifatture Toscano.

Fonte: Nuova Ferrara.

Che successo con il pesce dell’Adriatico.
Al Vinitaly, nel padiglione 1 dell’Emilia Romagna, il Consorzio Vini Doc Bosco Eliceo si è presentato al grande pubblico di esperti gourmet, sommelier e giornalisti, per proporre i vini delle sabbie in abbinamento ai prodotti ittici, frutto della ricerca e produzione compiuta da pescatori e allevatori di Comacchio. Acciughe, sardine, acqua delle, cefalo e anguilla sono stati presentati in abbinamento ai più rappresentativi vini delle sabbie del territorio del Parco del Delta. In passerella hanno sfilato: crostino con patédi acciughe e capperi abbinato ad un identitario Sauvignon Doc del Bosco Eliceo; cefalo di valle leggermente affumicato su crostino di pane, in abbinamento al vino da vitigno autoctono Fortana (conosciuto come Uva d’Oro).

Fonte: Nuova Ferrara.

All’insegna del ‘Dop’, viaggio nelle 35 acetaie.
Variegato e prezioso il mondo dell’oro nero nel distretto ceramico, come spiega il presidente del Consorzio Corsini: «Location uniche, come tesori» di Maria Silvia Cabri Sassuolo e il suo distretto terra di… aceto balsamico. Se si è soliti collegare i quattro comuni di Sassuolo, Maranello, Fiorano e Formigine al mondo della ceramica, esiste un’altra importante realtà che non va sottovalutata: quella dell’aceto balsamico tradizionale di Modena Dop, di cui il distretto di Sassuolo è fiero rappresentante. «Sono 35 in totale le acetaie in questo distretto – racconta Enrico Corsini, presidente Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop – di cui quattro sono quelle comunali».

Fonte: Resto del Carlino Modena Speciale Sassuolo da vivere.

Parovel ci riprova e chiede all’Authority di immergere in mare altre 14 casse di vino.
Dopo l’esperimento da 6.492 bottiglie dello scorso anno l’azienda vuole fare il bis. Eventuali osservazioni entro il 26 Parovel ci riprova e chiede all’Authority di immergere in mare altre 14 casse di vino. La Parovel rinnova il progetto “Audace”, che lo scorso anno dal / Carso aveva portato 6.492 bottiglie di Prosecco doc a 20 metri di profondità nel Golfo di Trieste, per affinarsi e maturare. Il primo esperimento portato a termine dell’azienda di San Dorligo della Valle, guidata da Elena e Euro Parovel e che dal 1898 produce vino e olio extravergine di oliva, ha avuto successo. Le bottiglie, riemerse lo scorso mese di settembre da quella sorta di cantina sottomarina sono andate a ruba, incuriosendo triestini e turisti che hanno potuto apprezzare quel vino anche sulle tavole di diversi ristoranti della città.

Fonte: Piccolo Trieste.

Il Parco difende le vigne con il grasso di pecora: «Repellente naturale».
Ridurre la presenza dei cerbiatti nel Parco delle Cinque Terre. Questo l’obiettivo dei coltivatori e produttori che intendono ricompone gli equilibri ecologici, prevenire l’impatto sull’attività agricola e sul bosco. Il Parco prosegue il progetto attivato per contenere la presenza degli ungulati e dei cervidi, utilizzando come dissuasori sostanze repellenti quali il Trico che fornisce ai produttori. Questo prodotto può essere utilizzato nei vigneti che vengono danneggiati dai caprioli. Si tratta di una misura adottata già da alcuni produttori e sperimenta dal Parco tra il 2019 e 2022, in collaborazione con il Gesaf dell’Università di Firenze, che ha dato esiti positivi.

Fonte: Secolo XIX La Spezia.

Appuntamenti – Cibo e vino siciliani al C30 OneDay.
Wine See Sicily in Tour debutta per la prima volta a Milano venerdì 14 e sabato 15 aprile presso lo spazio C30 OneDay Group con due giornate di degustazioni e attività pensati per wine e food lovers; sono presenti circa 30 produttori. I partecipanti vengono coinvolti in una degustazione multi prodotto di vino, birre artigianali e caffè, dopo essere stati sottoposti al test del gusto di Vmhood, un algoritmo in grado di suggerire un percorso di assa i4y personalizzato in base al rispettivo carattere.

Fonte: Libero Quotidiano Milano.

Vini, trasferta a Roma Si degusta il pinot nero.
Trasferta a Roma per il Consorzio e peri vini oltrepadani. Giovedì 27 aprile, la sede centrale della Fondazione Italiana Sommelier ospita l’evento degustazione “Oltrepo Terra di Pinot Nero”. Dopo l’esordio alla Tenuta Pegazzera, il Consorzio (diretto da Carlo veronese) ha deciso di portare nella capitale il format legato al Pinot nero , che ha avuto successo nelle precedenti edizioni. Dodici le aziende oltrepadane presenti. La degustazione pomeridiana avrà come protagonista le bollicine di Metodo Classico Docg con le aziende Calatroni (Extra Brut Norema 2020), Torre degli Alberi (Cruasè Brut 2019), Oltrenero (Nature 2018), Bruno Verdi (Vergomberra Dosaggio Zero 2018), Conte Vistarino (1865 Dosaggio Zero 2016), La Travaglina (Julillae 2011) . Alla sera, invece, la degustazione sul Pinot nero Doc con un focus sulla vinificazione in rosso.

Fonte: Provincia – Pavese.

Vino e cicloturismo L’antica cascina trova una nuova vita.
II progetto. La Tenuta Ronco Regio a San Fermo dove si produce il Sanfermino (1.500 bottiglie all’anno) Camere ricavate nel casale con piscina e biosauna ¦ Merlot e cabernet sauvignon Riposo di un anno in barrique. Una vecchia vigna abbandonata riprende vita e un’antica cascina de11400 rinasce, conservando tutto il suo fascino. La Tenuta Ronco Regio a San Fermo della Battaglia, ai piedi del Parco della Spina Verde, è oggi non solo un agriturismo a conduzione familiare, ma un vero e proprio progetto che guarda al futuro tra viticoltura e cicloturismo.

Fonte: Provincia Como.

Spingere sulle fonti rinnovabili per difendere i nostri buoni vini.
Dipartimento di Ingegneria dell’informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche Si è molto discusso del vino, del potenziale economico che pub rappresentare per il paese, delle competenze necessarie per una produzione di qualità, ma nulla sui pericoli che incombono sulle nostre vigne peri cambiamenti climatici ormai evidenti a tutti. Le uve stanno maturano troppo velocemente sotto un sole sempre più caldo, con il rischio di ottenere un vino sciropposo e poco gradito. Rispetto al Medioevo, nella Borgogna, in Francia, le temperature sono aumentate così tanto che le uve sono raccolte almeno due settimane prima.

Fonte: Corriere Adriatico Ancona.

L’Alto Piemonte e il Gran Monferrato alleati per la Città europea del vino 2024.
Tredici Comuni del Novarese sostengono il progetto LJunione fa la forza. E così le Città del vino dell’Alto Piemonte si sono alleate con quelle del Gran Monferrato per presentare una candidatura congiunta a Città europea del vino 2024. E quale migliore vetrina del Vinitaly — la più importante manifestazione fieristica del vino in Italia e una delle più rilevanti al mondo, che si è appena conclusa a Verona — per presentare ufficialmente la candidatura, che è sostenuta da ben tredici Comuni del Novarese (Barengo, Boca, Bogogno, Borgomanero, Briona, Fara Novarese, Ghemme, Grignasco, Maggiora, Mezzomerico, Romagnano Sesia, Sizzano e Suno) che fanno parte dell’associazione Città del vino.

Fonte: Azione – Eco di Galliate.

Confagricoltura L’associazione a Vinitaly: i bilanci e le proposte.
«Abbiamo sottoscritto un’intesa importante in materia di turismo. Con il nuovo protocollo passi avanti di rilievo» – Si è chiusa da pochi giorni Vinitaly 2023, la più importante fiera italiana del settore vitivinicolo e appuntamento immancabile anche per Confagricoltura Alessandria. la più antica Organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola, in Italia come in Provincia, era presente con uno spazio nel padiglione D della fiera di Verona per offrire una importante vetrina alle aziende italiane. Nella “Galleria delle Regioni”, erano infatti esposte una selezione di etichette del territorio alessandrino che ben hanno rappresentato le Doc e Docg del basso Piemonte. Vinitaly, tuttavia, non è solo una vetrina espositiva.

Fonte: Piccolo di Alessandria.

Casalese Vinitaly con il Grignolino tra i protagonisti dell’effetto ‘wow’.
Reduci dalla 55esima edizione del Vinitaly di Verona, i vigneron monferrini del Consorzio di Tutela Colline del Monferrato Casalese tornano a casa con nuovi contatti e mercati aperti anche oltreconfine. Sempre più, i vini cosiddetti di nicchia sono stati tra i più apprezzati rispetto ad un mercato in continua ricerca degli undescovery Made in Italy, ovvero, degli autoctoni meno noti ad effetto ‘wow’. In questo contesto, il grande protagonista del Casalese è indubbiamente stato il Grignolino nelle sue diverse declinazioni, dal tradizionale al Riserva fino alle bollicine, oltre che il Monferace. Ha fatto la sua prima comparsa al Vinitaly il Rubino di Cantavenna doc che, ad oggi, conta solamente 5 produttori in un areale molto ristretto, con poco più di 10mila bottiglie/anno.

Fonte: Piccolo di Alessandria.

Novi Ligure Gavi Docg: cresce l’export in Russia.
Il grande bianco piemontese conquista il mercato russo. Nonostante guerra, restrizioni, embarghi e minacce, il presidente Putin non rinuncia al vino italiano con le esportazioni tricolori in Russia che sono aumentate del 16% nel 2022 e hanno raggiunto lo storico record dei 172 milioni di euro. E quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat. Il nettare di Bacco raggiunge le steppe russe e non ferma l’exsport, infatti, attraverso triangolazioni il vino arriva a Mosca dove i cittadini non rinunciano a consumare bottiglie tricolori, a casa e al ristorante. II primo paese «L’Italia è diventata nel 2022 il primo Paese fornitore di vino in Russia, con una quota di mercato di circa i130%, davanti a Spagna e Georgia, con i vini più gettonati che oltre al Prosecco sono l’Asti, il Gavi e i Dop piemontesi, toscani, siciliani e veneti-ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Fonte: Piccolo di Alessandria.

L’Erbaluce vino Piemontese dell’anno 2023.
L’Erbaluce è il vitigno dell’anno 2023 del Piemonte. La presentazione della scelta è avvenuta ad inizio settimana nel contesto di Vinitaly a Verona in un evento che ha visto la partecipazione del Consorzio Tutela Vini Docg Caluso, Carema e Canavese e di Colline Novaresi — Consorzio di tutela Alto Piemonte. La Regione Piemonte, promotrice dell’iniziativa, è stata affiancata dalla candidatura di Alto Piemonte Gran Monferrato a Territorio europeo del vino 2024, a cura del Coordinamento Regionale della Città del Vino. Per l’assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte è da apprezzare la strategia di presentare un territorio con tutte le sue peculiarità, dal sud al nord del Piemonte, e non solo una città, come proposta unica promozionale.

Fonte: Azione – Eco di Galliate.

Concorso enologico per istituti agrari Le classi vincitrici premiate al Vinitaly.
Alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del Ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida sono stati premiati gli Istituti agrari ad indirizzo enologico giunto alla sua settima edizione. ll concorso ha visto la premiazione di 21 scuole, provenienti da 15 diverse Regioni, per un totale di 66 vini in gara, valutati in base a 5 categorie: vini tranquilli DOC e DOCG, vini tranquilli IGT, vini spumanti DOC, vini spumanti VSQ (vini spumanti di qualità), vini passiti.

Fonte: L’Edicola del Sud.

«I vini sardi non temono rivali ora riformiamo le denominazioni».
Giuseppe Carrus (Gambero rosso): «Vinitaly un grande successo per l’isola» Il di Andrea Sin’ Sassari «Vinitaly per la Sardegna è stato un grande successo. Sia per la qualità proposta che – è giusto dirlo – anche per il modo in cui è stata proposta». Spenti i riflettori sulla fiera internazionale dell’enologia di Verona, Giuseppe Carrus traccia un bilancio che ricalca i risultati lusinghieri ottenuti e le impressioni di operatori ed esperti. «Da parte dei produttori sardi c’è una consapevolezza nel proporre vini di un certo tipo – conferma Carros, giornalista cagliaritano in forza alla redazione di Gambero Rosso, tra i curatori della Guida Vini d’Italia-, ed è una consapevolezza che ho trovato in tanti bicchieri.

Fonte: Nuova Sardegna.

Vinitaly: successo per i nostri vini Brinda la delegazione pisana.
Tante aziende impegnate in fiera. Tamburini (Camera di Commercio): «Opportunità importante». Si sono spenti da poco i riflettori sulla 55esima edizione del Vinitaly 2023, che si è svolta a Verona dal 2 al 5 aprile, e la Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest brinda al record di presenze registrate al grande stand allestito nel padiglione della Toscana dove ha rappresentato la varietà delle produzioni delle aziende di Pisa, Lucca e Massa-Carrara. Uno stand di 162 mq di superficie allestiti per presentare al pubblico le produzioni di questo territorio grazie alla presenza del Consorzio Vini Terre di Pisa DOC, del Consorzio Candia Colli Apuani DOC e della Strada del Vino e dell’olio Lucca, Montecarlo e Versilia e di altre quindici realtà aziendali, da Carrara fino alla DOC Montescudaio.

Fonte: Nazione Pisa-Pontedera.

Metodi antispreco d’acqua Le scelte di Cantina Negrar.
La siccità sta colpendo anche la viticoltura in Valpolicella Metodi antispreco d’acqua Le scelte di Cantina Negrar H tecnico Oliboni: «Strategia fondamentale». A Vinitaly presentati vini della linea Domini veneti prodotti così. La siccità sta colpendo anche la viticoltura in Valpolicella, una terra che non l’ha mai sofferta fino a oggi e che, anzi, è sempre stata ricca d’acqua. I cambiamenti climatici obbligano sempre più anche i viticoltori della zona dei grandi rossi veronesi ad adottare innovative strategie o buone pratiche per il risparmio idrico, per riuscire a fronteggiare casi di prolungata siccità come in questo periodo e quello che si profila. Cantina Valpolicella Negrar, per produrre 9 milioni di bottiglie l’anno, integra tecniche e scelte agronomiche precise per risparmiare acqua e dosarla, nei 700 ettari di vigneti coltivati dai 244 soci.

Fonte: Arena.

Valentina Cubi cresce anche con l’enoturismo.
L’azienda di Fumane e le prospettive Valentina Cubi cresce anche con l’enoturismo •• Il Sud est asiatico si conferma area commerciale dalle grandi potenzialità, e l’agriturismo ha numeri in forte crescita: c’è soddisfazione nell’azienda agricola Valentina Cubi di Fumane per il 2022 e per le prospettive di questa nuova annata. «Abbiamo scollinato», sorride Valentina Cubi; «il 2022 è stato in linea con gli anni migliori come il 2019, il precovid». Nuovi mercati sono entrati in rete. «Penso a Taiwan ed al Vietnam con i primi ordini, aumentati quelli da Singapore, consolidati i mercati europei che restano il nostro punto focale con Canada e Usa». In crescita l’enoturismo in cantina.

Fonte: Arena.

Bonsai Ventures scommette sui vini di eWibe.
Bonsai Ventures, la holding d’investimento veronese guidata da Michele Padovani (nella foto sopra), entra nel capitale di eWibe, il live market dei vini pregiati, con un investimento di 250.000 euro. L’accordo, annunciato ieri, rappresenta il primo tassello di un’operazione che coinvolgerà diversi business angels, che investiranno in eWibe nelle prossime settimane attraverso uno strumento finanziario partecipativo (Sfp). L’hub eWibe è dedicato ai vini pregiati, è online dal luglio 2022 e oggi mette insieme una piattaforma di trading in tempo reale, deposito bottiglie e servizi di formazione e informazione per chi desidera investire.

Fonte: Corriere del Veneto Venezia e Mestre.

La Marca piazza 26 vini nella “5StarWines”.
Nella 7. edizione di “5StarWines”. la guida enologica dei migliori vini selezionati al Vinitaly, non mancano quelli trevigiani tra i 733 inseriti che hanno superato la soglia dei 90 centesimi, su oltre 2200 campioni che hanno partecipato al concorso enologico e che sono garanzia di qualità. Se il migliore in assoluto è stato il “Costa Amalfi Doc Furore bianco Fiorduva 2021” di Marisa Cuomo con 97 punti, la Marca piazza 26 vini tra bollicine di Prosecco Dogi e Doc (ma anche un rosso) che hanno raggiunto i 93 e 92 centesimi. Con 93 punti: Asolo Prosecco Docg extra brut 2022 Tenuta Mattia Dalla Francesca; Valdobbiadene Prosecco Docg Cartizze dry 2022 di Col Vetoraz; Valdobbiadene Prosecco Docg brut M4412022 di Vigneto Vecio; Valdobbiadene Prosecco Docg brut millesimato Rive Col San Martino Cuvèe del fondatore Graziano Merotto; Valdobbiadene Prosecco Docg extra dry millesimato Terra de Rù 2022 Cantina Bernardi.

Fonte: Gazzettino Treviso.

Annate preziose e gioielli da degustare, una cantina e un brand di gioielli speciali.
Nel vasto panorama enogastronomico parlare di tradizione significa spesso tutto e niente. In particolare in Italia, Paese dove la parola è insita nel dna di ogni persona. Specialmente, appunto, in quella dei viticoltori, delle aziende vinicole. Motivo per cui, questo, i vini nostrani sono apprezzati in tutto il mondo, bevuti da intenditori e appassionati. Ma non solo: anche da persone che in quel mondo non riversano particolare interesse, semplicemente pasteggiano ogni pranzo con un buon calice. Decenni fa (e ancora oggi in alcune zone dello Stivale) si usava dire “contadino”. Il panorama rurale fa presto venire in mente ettari di vigneti, sparsi un po’ ovunque, che sorgono in procinto delle aziende agricole. E alcuni di loro sono spesso secolari. Come quello di Cantine Garrone, realtà in quel di Domodossola, poco distante dalla Svizzera. Nata nel Novecento a opera del bisnonno Luigi, ora è guidata dai nipoti trentenni Marco e Matteo Garrone, assieme allo zio Mario il quale, spiega Marco, “fa da vedetta”. Torna anche il coté familiare, rientrando perfettamente nell’amabile cliché di quei progetti italiani guidati da consanguinei che tengo alto il nostro onore, anche al di fuori dei confini nazionali.

Fonte: Marie Claire.

Info e lista cantine selezionate Only Wine 2023 “Salone nazionale dei giovani produttori e delle piccole cantine” – 22-23 (24 solo B2B) aprile a Città di Castello.
Se non avete ancora programmato il vostro ponte del 25 aprile l’Umbria e l’Only Wine vi aspettano assieme agli oltre 100 giovani produttori e piccole cantine d’Italia (e non solo) presenti alla decima edizione della mostra mercato che per 3 giorni trasformerà, ancora una volta, Città di Castello nella città del vino. Nella nuova edizione, oltre ai 100 e più produttori selezionati, un’area EXTRA WINE, un Temporary Restaurant condotto dal team di Gastrobì formato dal Matteo Antonelli (Migliori Sommelier Marche Ais) e da Michele Antonelli (Miglior giovane Chef Italiano 2023 per la Sanpellegrino Chef Accademy che rappresenterà l’Italia nella competizione mondiale), importanti riconoscimenti per le realtà più virtuose e un programma ricco di appuntamenti di approfondimento enoico, degustazioni tecniche e masterclass .

Fonte: Wine Blog Roll.

L’effetto protettivo del vino sul cuore: cosa c’è da sapere.
Il vino e il cuore: nuove ricerche suggeriscono un effetto protettivo. Un consumo moderato di vino può avere effetti benefici sul cuore, ma ciò che determina questi effetti protettivi potrebbe essere la sua capacità di agire su specifici grassi nel sangue chiamati ceramidi. Secondo l’IRCCS Sacro Cuore di Negrar e l’Università di Verona, che avvieranno presto un dottorato di ricerca sull’argomento, l’assunzione lieve-moderata di vino potrebbe avere effetti cardiovascolari positivi agendo sulla riduzione di questi lipidi. Studi precedenti hanno dimostrato che i ceramidi aumentano il rischio di malattie coronariche e di recidiva di eventi cardiaci come l’infarto, anche in persone che ricevono un trattamento farmacologico ottimale per la riduzione del colesterolo LDL.

Fonte: Microbiologia Italia.

7 vini per i 7 giorni della settimana.
Per l’edizione 2023 della guida Slow Wine (che puoi acquistare cliccando qui) i vari collaboratori sparsi in tutte le regioni hanno assaggiato oltre 24.000 vini, per riuscire a comporre un racconto ricco e approfondito dell’Italia del vino. Hanno inoltre selezionato un buon numero di etichette che sono approdate alle degustazioni finali che hanno decretato, per alcune di esse, il riconoscimento di TOP WINE. All’interno di questa lista, che contempla 787 vini, sono stati poi indicati 386 VINI SLOW e 156 VINI QUOTIDIANI. Due categorie di TOP WINES che vengono così descritte: Top Wine che, oltre ad avere una qualità organolettica eccellente, riesce a condensare nel bicchiere caratteri legati a territorio, storia e ambiente. L’attribuzione di questo simbolo implica l’assenza di diserbo chimico nei vigneti. Il Vino Slow risponde anche al criterio del buon rapporto tra la qualità e il prezzo, tenuto conto di quando e dove è stato prodotto.

Fonte: Slow Food.

Le parole del vino: tra significati nascosti e incomprensioni.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una rivoluzione nel modo di parlare di enologia e di vino: da argomento elitario di pochi professionisti, per fortuna, oggi si assiste ad una progressiva diffusione della cultura del bere. Il mondo del vino si è aperto e ha saputo raccontarsi maggiormente, dando la possibilità ai consumatori di essere più formati e consapevoli. Non sempre, però, le parole del vino e le informazioni diffuse sono chiare, e purtroppo in alcuni casi sono anche scorrette. Vediamo insieme alcune dei clam sul vino da conoscere e anche 4 miti da sfatare. In tutte le etichette è riportata la famigerata espressione “contiene solfiti”. Si tratta di un obbligo di legge in quanto i solfiti costituiscono un allergene, alla pari di altri alimenti che conosciamo di più come le uova, i crostacei o la frutta secca.

Fonte: La Gazzetta del Gusto.

Lunelli vuole scrivere il futuro del vino.
C’è una Ferrari che vince in Formula 1. Non la rossa del cavallino rampante (ahinoi), ma la bottiglia di Ferrari Trentodoc del Gruppo Lunelli che dal 2021 è il brindisi ufficiale nelle premiazioni del campionato del mondo. Una doccia alle bollicine italiane che ha chiuso l’era dello champagne sui circuiti, con buona pace dei francesi. “Un po’ di sana rivalità è normale – commenta a Wired Matteo Lunelli, amministratore delegato del gruppo, a cui fanno capo le Cantine Ferrari – ci stimola a puntare sempre più in alto”. La partnership con la Formula 1 ben raffigura l’ambizione dell’azienda trentina: diventare un “polo di eccellenza del bere italiano”. Matteo Lunelli, rappresentante della terza generazione della famiglia che ha raccolto l’eredità ultracentenaria di Giulio Ferrari, ripete la parola “eccellenza” quattordici volte al telefono. È il mantra che ispira tutte le scelte del gruppo, al tredicesimo posto nel 2021 tra le società vinicole italiane. Non è un caso che dal 2020 Lunelli sia anche a capo della Fondazione Altagamma, che riunisce le imprese italiane del lusso. Un approccio che permea la cultura aziendale e l’intera denominazione, a cui contribuiscono 60 cantine, e che incontra anche le inclinazioni dei consumatori.

Fonte: Wired Italia.

Ecco perché si vende sempre meno vino nei supermercati.
Prosegue il trend negativo delle vendite di vini e spumanti nella Distribuzione Moderna che ha caratterizzato il 2022, ma la recente tendenza a una progressiva diminuzione dell’inflazione fa sperare in una ripresa nella seconda parte dell’anno. È quanto è emerso a Vinitaly nel corso della tavola rotonda su Vino e Distribuzione Moderna, organizzata da Veronafiere. L’istituto di ricerca Circana (già IRI) ha presentato la sua “Ricerca Circana per Vinitaly”, commentata poi da rappresentanti delle cantine e della distribuzione. Nel primo trimestre del 2023, infatti, le vendite di vino calano a volume del 6,2% e quelle delle bollicine dello 0,5% (dati Circana, primi 11 settimane del 2023, in Ipermercati, Supermercati Discount e e-commerce). Nel 2022 le vendite di vino erano scese del 5,4% e quelle delle bollicine del 5,0%. Le tensioni inflazionistiche hanno causato, anche nel primo trimestre del 2023, un sensibile aumento dei prezzi: +7,0% il vino e +6,6% le bollicine; il che ha portato a far registrare un aumento delle vendite a valore dello 0,4% per il vino e del 6,1% per le bollicine.

Fonte: quotidiano.net.

STAMPA ESTERA

La champagne met le cap sur l’export.
Après leur succès dans la grande distribution, deux puissants acteurs de la coopération champenoise s’allient pour conquérir de nouveaux marchés. Véronique Blin fait partie des très (trop) rares femmes à la tète d’une cave coopérative. Celle qui dirige le groupe Terroirs et vignerons de Champagne est, en plus, une discrète. Pourtant, l’entité dont elle assure la direction est un mastodonte. Fruit de la fusion du Centre vinicole-Champagne Nicolas Feulllatte et de la Coopérative régionale des vins de Champagne, plus connue sous le nom de sa marque Castelnau. Une union de coopératives qui fait du groupe un colosse réunissant 6 000 vignerons pour 2 800 hectares, soit près de 8 % de la surface du vignoble champenois. Avec un potentiel de production de 24,5 millions de bouteilles, l’ambition affichée de Terroirs et vignerons de Champagne est d’atteindre 5 “/ de part de marché en volume et de renforcer la marque Nicolas P’euillatte, label de champagne préféré des Français et n’ 3 dans le monde en 2021, d’après l’IWSC. « Cette création va dans le sens de la concentration des acteurs champenois et accompagne la restructuration de modèle coopératif», atteste Véronique Blin. Une division « développement et partenariats» Pour mener à bien cette fusion, elle a su convaincre les dirigeants des deux entités et surtout les vignerons. Un travail de longue haleine qu’elle a mené en parallèle avec la gestion de son domaine familial à Brugny-Vaudancourt, avec son mandat au conseil d’administration de Coop de France, la présidence de Nicolas Feuillatte depuis 2012, mais aussi avec son activité au Conseil économique, social et environnemental. En plus des marques Nicolas Feuillatte et Castelnau, le groupe Terroirs et vignerons de Champagne comprend aussi Champagne Abelé 1757 sous statut de négoce, ainsi qu’une division « développement et partenariats n. On est bien loin des débuts du Centre vinicole dont l’histoire débute en 1972.

Fonte: Figaro.

La renaissance de la Loire.
Une stratégie d’entreprise qui s’appuie sur le développement d’expériences innovantes, l’oenotourisme, des dégustations en musique ou sous les étoiles… la région s’invente un nouveau modèle. Le nom des Vignobles Edonis ne vous dit rien? Ce n’est pas si étrange que cela. Cette nouvelle marque regroupe. l’image institutionnelle et commerciale de la cave Robert e Marcel, référence des vins de Saumur et de Bourgueil. Tout commence en 1957 lorsqu’une quarantaine de vignerons lance la coopérative de Saumur. Ce n’est qu’en 2013 qu’elle adopte le nom de Robert e Marcel, en hommage à Robert et Marcel Neau, personnages emblématiques de la cave. Une marque au nom sympathique qui symbolise la volonté de remettre la simplicité et l’accessibilité au coeur du produit, le vin, et se veut le reflet de la personnalité et du travail des hommes qui la portent. Aujourd’hui, Robert e Marcel, ce sont 200 adhérents et 2000 hectares de vignes. F.t la volonté d’offrir plus que des cuvées reconnues, mais aussi des expériences innovantes. «Faire vivre des expériences » «Nous avons la chance d’avoir [es chàteaux de la Loire, 70 appellationº, des cépages identitaires et une gastronomie recors mie, cite Nicolas Emereau, directeur général de la cave. Notre objectif est de ne plus être axé uniquement sur la production, mais de faire vivre des expériences. Toute la transformation de l’entreprise tourne autour de ce projet avec une vraie stratégie. » Il faut dire que Robert e Marcel a toujours été précurseur avec la mise en place de l’entierbernent, la création de l’appellation Saumur-Champlgny, la mise en place de partenariats avec d’autres caves dans une optique claire : comment s’apporter mutuellement des choses tout en restant attractif pour les adherents.

Fonte: Figaro.

Bordeaux hisse les couleurs.
Vins blancs, rosés, rouges bio et sauternes sont les nouveaux atouts d’une fusion de coopératives tournée vers le futur. Sí la plupart des coopératives girondines ont été créées dans l’entre-deux-guerres ou Juste après la Seconde Guerre mondiale, Tutlac fait figure de benjamine puisqu’elle a vu le jour en 1974. Ce qui ne l’empêche pas aujourd’hui de dépasser toutes ses concurrentes par le nombre d’adhérents (520 vignerons) et sa superficie de 5 400 hectares. « Notre spécificité est d’être issu du regroupement par fusion de plusieurs coopératives du secteur, même si aujourd’hui nous ne formons qu’une seule entreprise, avec une On n’existait pas il y a trois ans, et aujourd’hui on vend plus qu’on ne produit, même en grande distribution. Les sauternes modernes, moins élitistes, séduisent de nouveaux Consommateurs’ STÉPHANE HERAUD PRESIDENT DES VIGNERONS DE TUTIAC gouvernance unique», explique Stéphane Héraud, président des Vignerons de Tutiac depuis 2005. La cave, qui fêtera son 50′ anniversaire l’année prochaine, est le leader dans les Côtes de Bordeaux (Blaye, Bourg), le premier producteur de bordeaux blanc, mals aussi le premier producteur de vins en AOC de France. Sans oublier la dernière fusion en date avec la petite cave de Sauternes, créée en 2015 et absorbée en 2019. Alors que l’essentiel des terroirs s’étend sur la rive droite de la Garonne, l’éloignement avec les vignes de Sauternes Vignerons (20 adhérents pour une centaine d’hectares) a contraint l’organisation à apprendre à travailler à distance et a Imposé de créer un site de vinification sur place, à Cérons. Alors que Bordeaux cannait des difficultés à vendre ses vins, comment les Vignerons de Tutlac arrivent-ils à réaliser un chiffre d’affaires de 100 millions d’euros avec une production de 20 millions de bouteilles par an? « En ayant une forte diversification de notre production, confirme Stéphane Héraud. L’AOC Bordeaux rouge représente 85 % de la production en Gironde, mais à peine plus de 50 % chez nous. Nous misons sur le blanc et le rosé, qui représentent un tiers de notre production cette année.

Fonte: Figaro.

La Bourgogne rajeunit.
De Chablis au Mâconnais, la dynamique de marque insufflée par les collectifs de producteurs séduit la nouvelle génération de vignerons. Les résultats sont au rendez-vous. Créée en 1923. La Chablisienne a toujours eu un positionnement particulier : certes, les vignerons se sont associés pour produire plus et mieux ensemble, mais surtout pour vendre. «La promesse de la cave a toujours été avant tout commerciale, insiste Damien Leclere, directeur général de la cave. Notre ADN est dans la mise en marché, la commercialisation et le marketing de nos vins. » D’ailleurs, si les ventes ont commencé des la première année, il faudra attendre 1947 pour que la production commune ne commence vraiment. A la tete aujourd’hui de près d’un quart du vignoble chablisien, la cave a connu un nouveau virage au début des années 1990. «La Chablisienne commercialisait peu de bouteilles, mais avec la guerre du Golfe, les négociants achetaient peu de vrac et les caves étaient pleines. Nous avons mis en place une stratégie commerciale dynamique. » Ainsi, dès 2000, La Chablisienne embouteille toute sa production et met en oeuvre une politique de marque qui fera son succès. « Nous nous considérons phis comme une belle maison de vin sous statut coopératif, ajoute Damien Leclere. Nous conservons nos spécificités, maris avec un pragmatisme économique réel..’ Et la tendance de consommation qui met l’accent sur les vins blancs joue nettement en faveur de la C’.hahlisienne. « Les consommateurs sont à la recherche de vvms élégants, pleins de minéralité. Avec nos caties eau luxe accessible, nous sommes bien placés, reconnaR Damien l.eclere.

Fonte: Figaro.

La Provence à l’avant-garde.
Avec la montée en gamme du rosé et son rayonnement à l’international, la région mise sur des regroupements de producteurs et des initiatives inédites. La Provence viticole retient son souffle. Depuis la hausse significative de la qualité du rosé et l’augmentation de ses ventes à l’export, la région est suspendue à une équation à plusieurs inconnues. Avec l’arrivée de grands groupes d’investisseurs négociants, l’augmentation du prix du foncier vat-elle, à terme, fragiliser les transmissions familiales? Après un envol bienvenu, le prix de vente du raisin risquet-il de se tasser? Ft surtout, quel avenir pour les petites et moyennes exploitations regroupées en coopératives? Un modèle en plein essor après avoir été longtemps associé à une production moyen de gamme. Maitre de chais d’Estandon Coopérative en Provence. qui fédère 300 viticulteurs, 9 coopératives (Brignoles, RrueAuriac, Correns, Flayosc, I.a Roquebrussanne, Rougiers, SeillonSource-d’Argens, Le Thoronet, Le Lucen-Provence) et 12 caves particulières, Catherine Huguenin, se souvient du fonctionnement «rustique» qu’elle a connu à son arrivée dans la profession, il y a vingt ans. Les temps ont bien changé. L’élégante orfèvre des 20 millions de bouteilles produites chaque année par Estandon, le plus important metteur en marché des vins de Provence avec 10 de la production, dont 92’% en rosé, raconte la progression qualitative à tous les niveaux. Depuis la conduite du vignoble «dans une approche environnementale soudeuse de l’eau, de la plante et sa pérennité » – selon le cahier des charges défini collectivement et les conseils des sept techniciens qui veillent à son application -, jusqu’aux «vendanges généralisées à 3 ou 4 heures du matin», les outils techniques «maîtrise du froid, fermentation, vinifications…» et l’assemblage. Une dernière étape «jubiiatoire» dont Catherine Huguenin a la charge en concertation avec le service marketing et commercial. «Nous faisons des vins pow être certains de les vendre. Le rosé est un vin d’apparence, son achat est conditionné par sa couleur, son étiquette.

Fonte: Figaro.

Entretien avec Joël Boueilh: «Nos coopératives doivent etre ambitieuses».
Avec plus de 50% de la production de vin dans l’Hexagone, ces regroupements de vignerons sont des acteurs majeurs du dynamisme territorial. Mais pour préserver leurs parts de marché et envisager l’avenir, le président des Vignerons coopérateurs de France, Joël Boueilh, incite ses adhérents à se réinventer sans cesse. Le monde de la coopération viticole semble connattre une nouvelle dynamique. Comment voyez-vous la situation? Joél BOUEILH. – Les coopératives sont à l’image des appellations viticoles en France. Là où elles vont bien, Les caves tirent leur épingle du jeu; lorsqu’elles souffrent, les caves s’en tirent parfois mieux et sont sollicitées par des vignerons qui, individuellement, sont sans solution. Mais il y a globalement un effet locomotive de certaines unions coopératives : que ce soit Alliance Loire, Tutiac en Gironde, Marrenon dans le Sud-Fst, la Cave de Tain et la Chablisienne qui sont au plus près des attentes des consommateurs… Ces structures jouent un rôle moteur pour le monde viticole. A nous de regarder ce qui s’y fait pour comprendre ce qui fonctionne, sans occulter pour autant l’énergie et les investissements qu’elles consentent. Certaines caves n’auront pas les moyens de s’aligner et devront se rapprocher d’autres structures, coopératives ou metteurs en marché. Quel message portez-vous auprès de vos adhérents? En tant que président des caves coopératives, mon devoir est de dire et de répéter : attention, il est plus que temps de changer les choses, de se poser les bonnes questions. Plus on tardera, plus il sera difficile de trouver de nouvelles opportunités parce que d’autres auront pris des positions. Nous réunissons entre 95 et 100% des caves coopératives françaises, soit 550 adhérents, ce qui nous permet d’avoir une vision juste de la situation. Dès lors qu’on veut faire bouger les lignes, les freins au changement sont partout. Mais nous en sommes à un stade où il faut sauter le pas. Cela passe-t-il par des regroupements de caves? Certains sont en cours en Gironde, en Provence, un peu moins dans le Languedoc.

Fonte: Figaro.

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A risentirci a domani.