rassegna stampa del vino di domenica 7 maggio 2023!

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Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di domenica 7 maggio 2023!

Le news di oggi, sono state offerte da QuidQuid Srls strategie tecniche commerciali per potenziare il tuo business.

Ritorno al futuro nell’alta Langa.
Piaceri Crescono la produzione e la qualità delle bollicine piemontesi delle colline in quota. Non solo in Italia. Da campagna povera a terreno di conquista. L’Alta Langa, a lungo descritta come la terra della malora, da un paio di decenni è diventata l’oggetto del desiderio dei vignaioli. Anche per il riscaldamento globale, he riguarda tutto il Vigneto Italia. Per i bianchi e per i rossi: l’aumento delle temperature ha trasformato qualche esangue del Nord in robusto (e più alcolico) protagonista dei mercati mondali, con piacevolezza e bevibilità. E per gli spumanti: i produttori del Metodo classico sono stati spinti a salire sempre più in quota, perché vitigni come Pinot nero e Chardonnay danno il meglio se la differenza di temperatura tra giorno e notte garantisce l’acidità, sinonimo di freschezza per le bollicine.

Fonte: Corriere della Sera.

Quel patto con la terra che fu di Pavese e di Fenoglio.
Un forte, onesto impegno, volto a rispettare e a custodire queste colline. C’è la Resistenza proprio com’era di dentro e di fuori, vera come era stata scritta, serbata per tanti anni nella memoria fedele, e con tutti i valori morali, tanto più forti quanto più impliciti, e la commozione e la furia». Sono parole di Italo Calvino, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita, a proposito di Una questione privata, opera di Beppe Fenoglio in cui fra le righe c’è la sua terra di Langa, fatta di sentieri, montagne, lotta, amore per il territorio. Un amore che si vede oggi nel vino, che si può leggere fra i libri. Beppe Fenoglio, certo, ma anche Cesare Pavese. «Oggi vedevi la collina a conche, il ciuffo d’alberi, il bruno e il celeste, le case e dicevi: è come è. Come deve essere. Ti basta questo. E un terreno perenne», scriveva Pavese ne II mestiere di vivere. Un terreno che per essere perenne deve godere di una amorevole cura da parte di chi ne fruisce.

Fonte: Corriere della Sera.

Cannonau con lode.
La vicenda della cantina di Antonella Corda di Serdiana, nel basso Campidano, collocata per l’esattezza a Pranu Raimondo, pochi chilometri da Cagliari, è per tanti aspetti emblematica dello stato di salute davvero incoraggiante della viticoltura sarda. Tre generazioni di una famiglia di viticoltori, certo, la sua – che in più portano un cognome non importante ma essenziale nel mondo vitivinicolo, non solo isolano, come Argiolas – tuttavia in poco più di 10 anni di attività la cantina di Antonella, nata appena nel 2010, è già riuscita ad incidere, con grande personalità, in un palcoscenico vitivinicolo di tradizione solida e di non facilissimo approccio. Studi solidi alle spalle, laurea in agraria a Sassari e specializzazione in Trentino, Antonella riceve la passione della vigna dalle mani della madre, e ovviamente da nonno Antonio Argiolas, prodighi di consigli e trasmissione di conoscenze inestimabili.

Fonte: Espresso.

Con i nettari di montagna c’è sempre più gusto – Borgogna d’Italia.
La Toscana terra buona per i nettari di montagna con eccellenze dall’Appennino al Casentino E adesso nei grandi ristoranti anche stellati non è difficile trovare il Chianti Rufina on il vino di montagna il gusto ci guadagna, vien da dire prendendo a prestito un vecchio spot che in realtà parlava di caffè. E doveva essere cosa nota anche qualche secolo fa, e doveva saperlo anche il Granduca di Toscana, in quel settembre 1716; eppure l’inverno precedente era stato tra i più freddi della storia, c’erano state un paio di nevicate abbondanti a Roma, classica cartina di tornasole del gelo. Eppure, secondo Cosimo Ill de’ Medici e il suo celebre ‘editto sulle terre dei vini buoni; tra quelle terre c’era anche Pomino, 6-700 metri sul mare nei contrafforti dell’Appennino sotto il Passo della Consuma che unisce piana dell’Arno e Casentino, venti gelidi e suolo particolare. Dunque, Toscana terra buona per vini di montagna. Oggi più che mai, in tempi di cambiamento climatico.

Fonte: Giorno – Carlino – Nazione Itinerari.
Alta Langa l’altra bollicina.
Tra Alpi e mare Dal 1848 ad oggi una terra unica: qui è le etichette piemontesi nato il metodo classico hanno conquistato degli spumanti italiani il mondo dei wine lover. Il primo segreto del suo successo risiede nel nome. Alta Langa Docg è molto più di una denominazione effervescente che richiama un’espressione geografica, per quanto suggestiva e distintiva. Le alte terre di Langa guardano le cime innevate delle Alpi, respirano il mare e custodiscono l’anima più vera e libertaria delle colline del vino, mantenuta intatta senza subire trasformazioni radicali come è avvenuto invece nelle basse colline piemontesi, oggi molto apprezzate da turisti e gourmet, ma anche un po’ abbacinate dalle luci della ribalta. Quello dello spumante metodo classico Alta Langa è un territorio prezioso, da sostenere, in cui è salvaguardata la biodiversità.

Fonte: Specchio.

Masiello (Coldiretti): “Agroalimentare opzione strategica” – “Agroalimentare opzione strategica”.
«Agroalimentare opzione strategica» Il presidente di Coldiretti: «Gli ITS Academy ormai si sono arenati, mancano risorse e decreti attuativi» Gianni De Blasio Il destino degli ITS Academy (Istituti tecnologici superiori) è alquanto incerto, anzi, le prospettive che il Governo li rilanci sono piuttosto scarse. Eppure, introducono ad un lavoro non solo inerente al proprio percorso, ma anche piuttosto sicuro: il tasso di occupabilità degli ITS italiani, secondo il monitoraggio INDIRE 2021, raggiunge infatti 1’80% ad un anno dal diploma. Da queste colonne, ieri, il consigliere comunale Luigi Perifano esprimeva il suo rammarico per un’occasione persa dal Sannio, la costituzione di un ITS agroalimentare da localizzare a Villa dei Papi, un modo per rilanciare pure un bene tra i più preziosi della città. Perifano accennava ad una tiepidezza da parte di alcuni attori, tiepidezza che avrebbe inconsapevolmente favorito la nascita dell’ITS agroalimentare a Salerno anziché a Benevento.

Fonte: Il Sannio Quotidiano.

“Wine&TheCity” una settimana tra calici, arte, moda.
Da domani via agli eventi della rassegna al suo quindicesimo anno: coinvolti hotel, boutique e gallerie di Alessandra Del Prete Coltiviamo ebbrezza creativa, mettiamo in moto la città, andiamo alla scoperta di luoghi mai visti o semplicemente dimenticati. È questa la “mission” della quindicesima edizione di WineeThecity, la rassegna che nasce da un’idea di Donatella Bernabò Silorata, un progetto indipendente dell’Associazione WineeThecity realizzato con il patrocinio del Comune di Napoli e il fondamentale supporto di sponsor privati e mecenati. Da domani al 13 maggio torna a Napoli la manifestazione che dal 2008 unisce arte, vino, moda e cultura. Protagonista della rassegna è, ovviamente, il vino, proveniente dalle migliori cantine italiane, abbinato al piacere della scoperta di nuovi itinerari urbani tra siti storici, spazi privati, atelier di artisti e designer, boutique, giardini e cortili.

Fonte: Repubblica Napoli.

‘WineFood Valley’ da record In migliaia per il gusto.
Nella due giorni tantissime persone hanno riempito il centro storico per la prima edizione dell’iniziativa che abbracciava anche la Lambruscolonga. Coinvolti produttori locali e cantine, collaborazione con Buk, concerti e arte per le strade «Leggi, brinda, sogna». Era questo lo slogan della due giorni dedicata ai sapori, alle passioni, alle tradizioni del nostro territorio. Infatti oltre 3000 persone hanno riempito il centro storico per partecipare alla prima edizione della Modena WineFood Valley, promossa da Confesercenti Modena, che ha compreso la 19a edizione della Lambruscolonga e la prima Lambruscolonga Brunch. «Un grande happening che ha visto la presenza di artisti internazionali lungo i tour enogastronomici», afferma Alessio Bardelli, ideatore dell’evento insieme a Valentina Reggiani. Una kermesse che ha fatto respirare a Modena un’atmosfera da grande città turistica, coinvolgendo le migliori cantine vinicole, i produttori locali e i locali più belli di Modena allo slogan di «leggi, brinda, sogna».

Fonte: Resto del Carlino Modena.

Cibo e vino: cultura italiana.
Nel corso della quotidiana visione dei giornali, una notizia ci ha particolarmente e positivamente colpito: l’incremento esponenziale, da parte degli italiani, dell’interesse per la visita delle cantine indigene. Più in particolare ed addirittura la percentuale femminile, sul tema che prevale su quella maschile. A parte la fisiologica (intendiamo senza imposizione), prevalenza delle donne per il tema, fatto che mostra l’evidente parità sull’argomento, cid che maggiormente, secondo noi, è da evidenziare è la scoperta di un settore, quello viti-vinicolo, che si proietta come importante sia sul piano economico-aziendale che su quello culturale. Non ultimo, infine, il piacere di poter degustare vini di alta qualità che sono caratteristici dei diversi territori italiani e che ne tracciano tratti distintivi ineguagliabili. Per procedere con ordine, trattiamo, anzitutto, la parte economico-aziendale. Le diverse aziende agricole che si occupano della produzione e lavorazione delle uve sono, appunto, aziende; connotate dalla caratteristica imprenditoriale ma con una specifica indicazione, quella di agricole, che le rende quasi immuni dalla tassazione che, se troppo incipiente, rischierebbe di fermare il processo prima ancora che lo stesso prenda piede.

Fonte: Corriere di Viterbo.

Monterosso, il gemellaggio fra Buranco e azienda Amoretti.
Sale alla ribalta nazionale il binomio Monterosso-Parma, grazie alla stipula del patto di collaborazione tra i produttori vinicoli monterossini della Tenuta Buranco e la storia azienda di specialità alimentari Amoretti di Parma. L’incontro che ha sancito l’accordo tra i vertici delle due realtà enogastronomiche si è tenuto nel complesso della Perla delle 5 Terre alla presenza di imprenditori del settore turistico alberghiero di Liguria e regioni limitrofe. «Abbiamo presentato i nuovi vini appena imbottigliati e lo sciacchetrà 2019 – spiega il dirigente di Buranco Giovanni Plotegher – mentre in abbinamento ai nostri vini sono state presentate le specialità alimentari della storica azienda parmense, con cui abbiamo intrapreso una stretta collaborazione commerciale.

Fonte: Nazione La Spezia.

Le nostre eccellenze, Cantinae Lunae a Vinitaly. Conferito il premio Betti.
A consegnare l’importante riconoscimento l’assessore regionale Piana Intanto è iniziato il conto alla rovescia per la rassegna vinicola castelnovese. II 17 e il 18 giugno apriranno le cantine e il borgo storico ospiterà produttori vitivinicoli e tanti eventi collaterali Un nuovo successo per le Cantine Lunae. L’azienda vinicola al confine tra Castelnuovo Magra e Luni infatti è stata premiata nel corso della 55^ edizione di Vinitaly a Verona, la fiera internazionale di vino tra le più famose al mondo. L’azienda del produttore Paolo Bosoni è stata infatti insignita del prestigioso premio «Angelo Betti» intitolato all’ideatore di Vinitaly, assegnato dal 1973 e riservato ai benemeriti della viticoltura italiana. Un premio alla famiglia Bosoni, oggi alla quarta generazione, che ha avuto l’innegabile merito di elevare il famoso Vermentino da vino di nicchia a panorami internazionali.

Fonte: Nazione La Spezia.

I vini valtellinesi alla conquista di Milano nel segno dell’unicità del nostro territorio.
Tanti sono i rapporti che legano la Valtellina a Milano. E il Nebbiolo delle Alpi può diventare, con le altre eccellenze enogastronomiche lombarde, il vino rappresentativo della città, capace di essere abbinato ai piatti tradizionali, ma anche di saper rispondere alle necessità di una ristorazione globale. «La bellezza e la naturale biodiversità della Valtellina sono direttamente espressi nelle caratteristiche organolettiche del nostro Nebbiolo: eleganza, freschezza e sapidità», ha affermato giovedì il presidente del Consorzio di tutela dei vini di Valtellina, Danilo Drocco alla presentazione di «Obiettivo Valtellina: viaggio nella terra dove la bellezza è un atto agricolo, alla scoperta del Nebbiolo delle Alpi».

Fonte: Giornale di Sondrio Centro Valle.

L’estate a Vieste si apre brindando nel centro storico con il vino rosato.
Vieste aprirà il mese di giugno celebrando il vino rosato e il suo connubio perfetto con arte, musica e divertimento. Si tratta dell’evento “La Vieste en Rose”, efunto alla sua quarta edizione, in programma nel centro storico di Vieste. Le viuzze del borgo antico saranno decorate e arredate a tema rosé, con spazi informativi che diventeranno luoghi di incontro, confronto e distribuzione di degustazioni di vino. La manifestazione nasce con l’intento di creare un percorso di gusto e cultura tra i principali brand di vino. Ai banchi d’assaggio non solo cantine pugliesi ma, per la prima volta quest’anno, anche produttori provenienti da ogni parte d’Italia che giungeranno nella città garganica per promuovere il vino rosato. Inoltre, gli angoli del centro storico saranno caratterizzati dalla presenza di artisti e musicisti che intratterranno con le più belle canzoni della musica italiana.

Fonte: L’Edicola del Sud Foggia.

Assemblea dei soci per la Strada del vino.
Assemblea dei soci della Strada del vino Montello e Colli Asolani domani alle 19 nella sala polifunzionale del municipio di Maser. All’ordine del giorno l’approvazione del bilancio dell’esercizio 2022 ma sarà soprattutto l’occasione per parlare dei programmi finalizzati a rilanciare le attività, dopo anni di stasi, dell’associazione Strada del Vino Montello e colli asolani che va da Possagno fino a Nervesa.

Fonte: Tribuna Treviso.

Damon Galgut, scricchiolii minacciosi dalla cantina della Storia.
Nel suo saggio del 1993, Spettri di Marx, Jacques Derrida conia un neologismo, hantologie (da hanter, «ossessionare», e ontologie, «ontologia») riferendosi a quelle opere, o situazioni, costruite a partire da tracce del passato che arrivano a ossessionare il presente. Allo «spettro del comunismo» che – secondo il celebre incipit del Manifesto di Marx e Engels – si aggira (e continua ad aggirarsi, suggerisce Derrida) per l’Europa, corrispondono, in letteratura, opere in cui si manifesta la persistenza o il ritorno del passato sotto forma spettrale: un esempio classico è l’Amleto di Shakespeare, con l’inquietante presenza del fantasma del padre, spettro sul crinale tra presenza e assenza, in grado, con la sua apparizione, di determinare quella che Derrida definisce una «disgiuntura temporale».

Fonte: il manifesto.

Visitano la cantina e il 74% acquista vino.
Enoturismo è un elemento importante di vendita. Lo shop delle cantine è spesso il miglior cliente della cantina stessa. Tre i fattori fondamentali per incrementare le vendite, oltre alla qualità del vino che diamo per scontata: proposta di visita strutturata che emozioni il cliente: non solo storia e aspetti produttivi, ma passione e rappresentazione, uno store della cantina che esprima i valori del brand e dell’enogastronomia territoriale, strumenti digitali e web di supporto alla visita nella fase pre, durante, post visita e acquisto. I più evoluti hanno introdotto anche la multimedialità. I dati ci dicono che le cantine che si sono strutturate in questo modo riescono a vendere il proprio vino al 74% dei visitatori. Dato in crescita 2022 su 2021.

Fonte: La voce del Trentino.

VINO. ANCHE IN VDA IL 28 MAGGIO APPUNTAMENTO CON CANTINE APERTE.
Anche in Valle d’Aosta torna alla sua data storica, l’ultima domenica di maggio, l’appuntamento con Cantine Aperte, un’occasione per il mondo del vino di raccontarsi a tanti turisti e appassionati. La manifestazione è organizzata da Movimento Turismo del vino (Mtv), nato nel 1993, associazione no profit che proprio quest’anno compie 30 anni. “Torniamo come Mtv a riproporre un evento dopo il periodo della pandemia nella sua versione originale e nel periodo in cui è storicamente nata- spiega Stefano Celi, referente di Mtv Valle d’Aosta-. Siamo fiduciosi che la gente apprezzerà lo sforzo ma anche la gioia dei vignerons di aprire le loro cantine, di far degustare il frutto del loro lavoro, vi aspettiamo numerosi”. Saranno otto le cantine che parteciperanno all’edizione 2023: si parte dalla bassa Valle, con la storica Cooperativa Caves de Donnas, l’azienda Pianta Grossa di Luciano Zoppo Ronzero e una new entry, l’azienda Chateau Vieux di Pont Saint Martin.

Fonte: Notizia – Regione autonoma Valle d’Aosta.

La nuova classifica dei vini più ricercati d’Itali.
Il mercato del vino è sempre più caratterizzato dalla crescita dei prodotti di alta gamma: il trend si sposta verso il “bere meno ma meglio” che predilige vini pregiati, mettendo la qualità davanti alla quantità. Come riferito da Wine News che cita un recente report di Allied Market Research, il mercato dei vini di lusso è destinato a crescere in maniera esponenziale: la ricerca rivela che ci sarà un incremento del 6,2% all’anno da qui fino al 2031 e si toccherà un giro d’affari di 414 miliardi di dollari. In un contesto del genere i miti del vino a livello internazionale, quelli delle etichette più prestigiose, restano praticamente sempre gli stessi: basta dare uno sguardo all’ultimo aggiornamento della Top 100 Most Searched-For Wines & Spirits, classifica by Wine-Searcher, il portale che monitora costantemente i prezzi e le ricerche delle etichette di vini in tutto il mondo.

Fonte: Initalia Virgilio.

Tutte le volte che l’immunologa Viola ha attaccato il vino.
Era il 12 gennaio di quest’anno quando sul profilo FB dell’immunologa Antonella Viola compariva il primo post contro il vino. Il motivo? Entrare a gamba tesa nella polemica sugli health warning che l’Irlanda aveva proposto e su cui la Commissione Ue aveva deciso di non intervenire, dando una sorta di silenzio assenso. Nel polverone mediatico, la professoressa Viola aveva dato una posizione fuori dal coro che, senza giri di parole, appoggiava la decisione di Dublino, contro l’Italia: “La scelta dell’Irlanda, approvata dalla Commissione europea, di equiparare alcol e sigarette e di inserire nell’etichetta delle bevande alcoliche gli avvertimenti sui danni per la salute non è giusta: è giustissima!” aveva scritto nella sua pagina FB. Per poi continuare: “L’alcol è un cancerogeno, direttamente collegato al cancro del seno, colon-retto, fegato, esofago, bocca e gola. Non c’è una dose sicura: come per le sigarette, la dose sicura è zero!”. Parole poi ripetute con maggior vigore in varie interviste rilasciate al Corriere del Veneto e alla Stampa, in cui si finiva per sostenere anche che “le persone che bevono da uno a due bicchieri di bevande alcoliche al giorno hanno un volume del cervello inferiore”.

Fonte: Gambero Rosso.

Il vino della settimana: da Bordeaux il rosso da bere anche dopo un secolo.
Chateau Figeac, di proprietà della famiglia Manoncourt dal 1892, è uno dei Bordeaux più iconici della prestigiosa regione vitivinicola della Francia. E uno dei più longevi: evolve nel tempo con personalità, e si può degustare anche dopo 80 o 100 anni. Ben riconoscibile, è considerato l’archetipo dei grand cru bordolesi. Il bouquet è un crescendo di fiori, frutto e spezie; al palato i tannini sono finissimi e il gusto vellutato e armonioso, dal finale lunghissimo. In enoteca un’annata giovane costa sui 300 euro.

Fonte: Repubblica TV.

Con Wine Profit vini da investimento nel caveau e rendimenti fino al 12%.
Alcune etichette hanno quotazioni così elevate che spesso non si prestano ad essere selezionate come scelta primaria dell’investimento: la plusvalenza che possono generare sarebbe infatti troppo bassa. «Molto meglio scommettere su quei sei o sette vini che hanno ottime probabilità di crescita, scegliendo quelli prodotti in quantità limitata», dice il ceo di Wine Profit, Emanuel Paglicci. Wine Profit è la società, con sede a Chiasso, nata per aiutare collezionisti e investitori a scegliere il vino più adatto per ottenere il migliore rendimento possibile nel corso degli anni, garantendone la conservazione nelle giuste condizioni di temperatura, umidità e luce, in attesa che si completi la maturazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore.

Vino di Gaza: nuovi studi su uno dei più antichi vini della storia.
I ricercatori dell’Università di York, dell’Università di Copenaghen e dell’Università di Tel Aviv, in collaborazione con l’Israel Antiquities Authority, hanno condotto una ricerca sul celeberrimo Vino di Gaza, a seguito del rinvenimento di resti di vinaccioli in un monastero bizantino del deserto del Negev. In modo particolare, hanno identificato alcuni dei semi coltivati in quest’area, con l’obiettivo di far luce sulla storia della coltivazione di vite e della produzione di vino in ambienti desertici. I semi – uno dei quali è stato datato all’VIII secolo d.C. – provenivano probabilmente da un’uva bianca, forse la prima documentata di questo genere in ogni parte del mondo, utilizzata per produrre vino bianco dolce, come il Vino di Gaza. Proprio nel deserto del Negev veniva prodotto questo vino, poi commerciato per tutto l’Impero bizantino, sino ad arrivare nelle odierne Francia, Germania e Gran Bretagna.

Fonte: Mediterraneo Antico.

Il vino si fa letteratura, primo Festival su colline Prosecco.
Debutta sulle colline del Prosecco Docg, al castello di San Salvatore, di Susegana (Treviso), il primo Festival della letteratura del vino, una rassegna di due giorni iniziata questa mattina e promossa dal Consorzio di tutela del Conegliano-Valdobbiadene. All’evento partecipano circa 30 aziende vitivinicole della zona, l’Associazione per il patrimonio Unesco delle colline del Prosecco e vari esponenti della stampa nazionale di categoria, oltre a numerosi autori di produzioni letterarie dedicate al vino. Uno spazio particolare è stato dedicato ai cinque finalisti del premio Campiello Giovani i quali, ospitati dal Consorzio in questi ultimi tre giorni, hanno composto dei racconti ispirati al territorio visitato ed all’attività dei produttori del famoso vino con le bollicine.

Fonte: ANSA.

Grazie per l’ascolto, vi ricordiamo che le news di oggi, sono state offerte da Blinkup

A risentirci a domani.