Oggi è il Terra Madre Day, un’occasione per celebrare insieme cibo buono, pulito e giusto per tutti. Non solo. È anche un momento per riflettere sulle crisi nei nostri sistemi alimentari e sulle molte soluzioni efficaci per affrontarle.
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Il nostro movimento si impegna ogni giorno per ottenere un cambiamento e il vostro sostegno è fondamentale: solo insieme, infatti, possiamo ottenere cibo buono, pulito e giusto per tutti. Coltivare la resilienza nel cuore dell’Italia
Oggi siamo in Emilia-Romagna, nel cuore dell’Italia. A maggio quest’area è stata colpita da alluvioni devastanti che hanno sommerso le città e inondato i campi, distruggendo le fonti di sostentamento di molti. Il settore agricolo ha subito perdite per oltre un miliardo di euro.
Questa tragedia, però, ci ha insegnato alcune cose: ad esempio, che il cibo coltivato localmente si è dimostrato più resiliente alle catastrofi naturali, diventando il riferimento attorno al quale alcune comunità hanno iniziato a ricostruire le loro economie.
“Da oltre 200 anni coltiviamo la ciliegia Vignola Moretta” spiega Francesco Vaccari, un giovane produttore. “Ma in soli dieci anni si è trovata sull’orlo dell’estinzione, sostituita da cultivar che producono frutti più adatti alla conservazione e alla commercializzazione.” Dieci anni fa Francesco, insieme ad altri 20 produttori, ha avviato il Presidio della Vignola Moretta, con l’obiettivo di proteggere questo prodotto sull’orlo dell’estinzione e preservare le pratiche di coltivazione, crescita e raccolta. La Moretta di Vignola se l’è cavata meglio di molte altre varietà, cosa che Francesco attribuisce a una naturale resilienza che scaturisce dal territorio in cui cresce.
“Come spesso accade, le varietà autoctone di un territorio, coltivate con metodi tradizionali, resistono meglio agli effetti dei cambiamenti climatici, alla siccità, alle inondazioni o alle ondate di calore. I consumatori possono contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico scegliendo e investendo in questi prodotti, coltivati in armonia con la terra da produttori il cui lavoro è radicato nelle comunità locali.”
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