Nella settimana dal 3 al 7 marzo 2025, il settore vinicolo italiano ha evidenziato diversi trend significativi:
Mercato dei vini pregiati: Le prospettive per il 2025 appaiono incerte. Dopo due anni di cali nei prezzi sul mercato secondario, gli esperti ritengono che questi possano aver raggiunto il punto più basso. Tuttavia, non si prevede una ripresa significativa nel breve termine. Fattori come possibili dazi statunitensi, alti tassi di interesse e pressioni inflazionistiche contribuiscono a mantenere un clima di cautela tra gli operatori del settore.
Vini a marchio del distributore (private label): In Europa, i vini a marchio del distributore rappresentano quasi il 30% del mercato sia in volume che in valore. In Italia, questa quota è inferiore al 13%. Il prezzo medio dei vini private label è di 2,56 euro al litro, mentre i marchi aziendali si attestano a 3,6 euro al litro. Il canale dei discount gioca un ruolo cruciale nella diffusione delle private label, con circa il 40% delle vendite in questo segmento.
Consumi di vino nel settore HoReCa: È stato registrato un calo tangibile dei consumi di vino nel settore della ristorazione e dell’ospitalità. Ristoratori, produttori e manager dell’hospitality hanno condiviso riflessioni su come adattarsi a queste nuove dinamiche, considerando anche le mutate abitudini dei consumatori.
Importazioni di vino nel 2024: Il mercato internazionale del vino ha mostrato andamenti contrastanti. L’Italia ha registrato buone performance in mercati come USA, Brasile, Canada e Giappone, mentre ha affrontato difficoltà in Cina, Corea e Germania. Ad esempio, le importazioni cinesi sono aumentate del 38%, trainate dal ritorno dei vini australiani, mentre l’Italia ha visto una diminuzione del 10% in questo mercato.
Dazi USA sul vino europeo: L’annuncio dell’amministrazione statunitense di applicare dazi del 25% sulle esportazioni europee rappresenta una minaccia per il settore vitivinicolo italiano, in particolare per regioni come la Valpolicella. Gli Stati Uniti sono un mercato chiave per l’export italiano, e tali dazi potrebbero compromettere una filiera che vale circa 1,9 miliardi di euro.
Turismo enogastronomico e Made in Italy: Le eccellenze del Made in Italy stanno attirando un numero crescente di turisti. Nei primi 11 mesi del 2024, le presenze di turisti stranieri hanno raggiunto i 235 milioni, con una crescita del 3,7% rispetto all’anno precedente. La Germania si conferma il principale mercato di origine, seguita da Francia, Regno Unito e USA.
Consumo di vino in Germania: Il mercato tedesco ha registrato una diminuzione dei consumi di vino, con un calo del 4% in quantità e del 5% in valore. I vini tedeschi hanno subito una riduzione del 5% nei volumi e del 6% nel fatturato. Questo trend è attribuibile alla congiuntura economica negativa e ai cambiamenti nelle abitudini dei consumatori.
Valore dei vigneti italiani: Nonostante le difficoltà del mercato, i vigneti di Barolo sono diventati tra i più preziosi al mondo, con un valore di 2,08 milioni di dollari per ettaro, in crescita del 5%. Anche i vigneti del Brunello di Montalcino hanno visto un aumento del 3%, attestandosi a 910.000 dollari per ettaro.
Export vinicolo italiano negli USA: Nonostante le preoccupazioni legate ai dazi, l’export italiano verso gli Stati Uniti ha raggiunto un nuovo record nel 2024, sfiorando i 2 miliardi di euro. Tuttavia, si registra un calo dei consumi interni negli USA, con una diminuzione complessiva del 9,6% nelle vendite di vino, sollevando interrogativi sulla sostenibilità di questo trend nel lungo periodo.
Questi dati evidenziano un settore in evoluzione, con sfide e opportunità che richiedono adattamenti strategici da parte degli operatori del mercato vinicolo italiano.