Trend del Vino in Italia – Settimana 31 marzo – 4 aprile 2025
Consumi in calo ma crescono i vitigni autoctoni
Nel 2024 gli italiani hanno acquistato 753 milioni di litri di vino e spumante nella GDO (-1,3% a volume, +2,2% a valore). Il mercato privilegia sempre più i vitigni autoctoni, con Inzolia (+12,9%), Primitivo di Puglia (+11,8%), Vermentino (+11,7%) e Ribolla friulana (+11,3%) tra i più cresciuti in volume. A valore, guida la classifica il Vermentino (+13,5%), seguito dal Primitivo e dal Lagrein.
Il prezzo medio dei vini a denominazione (Doc, Docg, Igt) si attesta a 5,57 €/litro, in lieve aumento (+2%) rispetto al 2023. I più venduti? Prosecco (quasi 50 mln di litri), Chianti (16 mln) e Lambrusco (15 mln).
Enoturismo in crescita: +9% di visite nelle cantine nel 2025
Il turismo del vino si rafforza con una previsione di +9% di visitatori nel 2025. Dopo un 2024 chiuso con 16,5 milioni di visite, il progetto Open Winery di Loquis valorizza il territorio con podcast geolocalizzati. Dopo l’Etna, è la volta della Maremma (Toscana) con la cantina Sassotondo, simbolo del Ciliegiolo e del terroir vulcanico di Pitigliano.
Il 70% dei turisti cerca esperienze autentiche legate a cibo e vino. Loquis, con i suoi 2,5 milioni di utenti, vuole trasformare ogni visita in un’esperienza immersiva.
Vino e giovani: una relazione più solida del previsto
Secondo Uiv-Vinitaly, i Millennials (28-44 anni) e la Gen Z (18-27 anni) sono oggi i veri motori del mercato vinicolo. In Italia rappresentano il 35% dei consumatori, negli USA arrivano al 47%. Amano vini di qualità, sono meno fedeli ai brand e bevono per socialità, più che per abitudine a tavola.
Il vino diventa uno status symbol per il 56% degli under 44 italiani (contro il 28% dei Boomer). Negli USA, questa fascia demografica incide sul 35% del valore dei consumi abituali, anche grazie alla loro propensione all’acquisto di etichette ultra-premium. In Italia invece, i vini di alta gamma rappresentano ancora solo il 10% del mercato.
Allarme dazi USA: a rischio il cuore dell’export italiano
Dal 3 aprile 2025 entrano in vigore i dazi al 20% sulle merci europee, incluso il vino. Una misura che potrebbe causare perdite per 323 milioni di euro all’anno e mettere a rischio 364 milioni di bottiglie italiane destinate al mercato americano. I vini più esposti includono Prosecco, Chianti Classico, Brunello, Lambrusco, Moscato d’Asti e Pinot Grigio.
Con l’Italia che destina il 24% del suo export vinicolo agli USA (1,94 miliardi €), è la nazione più esposta tra i produttori europei. Secondo Uiv, per evitare di scaricare i costi sui consumatori, è necessario un patto tra produttori, importatori e distributori per assorbire collettivamente l’extra-costo.
Le tensioni commerciali avviate dal presidente Donald Trump mettono sotto pressione l’intero comparto agroalimentare europeo, e la ricaduta rischia di estendersi anche all’enoturismo, fiore all’occhiello di molte realtà locali.
In sintesi:
- Consumi interni stabili ma con attenzione crescente verso vitigni autoctoni e vini di qualità.
- Giovani sempre più protagonisti del mercato, con un forte orientamento esperienziale e premium.
- Boom dell’enoturismo guidato da innovazione digitale e storytelling territoriale.
- Dazi USA al 20%: impatto potenzialmente devastante sull’export italiano, servono azioni condivise e immediate.
A cura della redazione – Trend Vino Italia | Settimana 31 marzo – 4 aprile 2025