Gelate primaverili, tempo eccessivamente umido e grandinate estive dirompenti stanno costringendo i frutticoltori piemontesi a veri e propri tour de force per controllare lo sviluppo di parassiti e fitopatie.
“E’ un’annata difficile – chiarisce Michele Ponso, presidente della federazione nazionale di prodotto frutticola di Confagricoltura – che ci vede impegnati a tempo pieno per adottare pratiche colturali integrate per limitare al minimo i trattamenti chimici per la difesa dei frutteti. Il cambiamento climatico in atto impatta pesantemente sulle modalità di coltivazione e le calamità che si susseguono stanno assestando duri colpi alla nostra capacità imprenditoriale. Per questo chiediamo un aiuto alle istituzioni, le quali devono presente che il comparto frutticolo in Piemonte coinvolge oltre 5.800 aziende agricole e una superficie di 13.000 ettari“.
Le gelate dell’ultima primavera, in particolare nel Saluzzese e, seppur in minor misura, negli altri areali frutticoli del Piemonte hanno ridotto drasticamente se non azzerato del tutto la produzione di albicocche, susine, kiwi e pere. Michele Ponso, di Lagnasco (Cuneo), frutticoltore che conduce un’azienda con 130 ettari di frutteti nelle province di Cuneo e Verona, dove vengono prodotti piccoli frutti (mirtilli, lamponi e kiwi berry), pesche, nettarine, susine, kiwi e mele, conosce bene i problemi.
“Le difficoltà sono molte – sottolinea Ponso – a partire dalla carenza di liquidità, indispensabile per sostenere i costi di gestione delle coltivazioni, che quest’anno non daranno frutti, in attesa del raccolto del prossimo anno. Auspichiamo un sostegno degli enti pubblici nelle garanzie da fornire al sistema bancario per prorogare le scadenze delle operazioni di credito, oltre alla definizione puntuale delle provvidenze, che oggi ancora manca, relative allo sgravio contributivo per i lavoratori autonomi e per i dipendenti delle imprese danneggiate”.
Alle difficoltà climatiche e a quelle del Covid – spiega Confagricoltura – si aggiungono i danni dell’infestazione della cimice asiatica, parassita difficile da contenere.
Confagricoltura ribadisce inoltre la necessità di una rivisitazione complessiva del decreto legislativo 102/2004, relativo al cosiddetto Fondo di solidarietà nazionale contro le calamità atmosferiche: oggi gli aiuti sono limitati, non coprono tutto il danno e vengono erogati con molto ritardo. “Servono strumenti più agili – sottolinea Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – integrando la dotazione del Fondo che manifesta tutti i suoi limiti nell’offrire una compensazione adeguata rispetto alle perdite del settore primario”.
Confagricoltura chiede inoltre alla Regione e ai parlamentari del territorio di impegnarsi sulla ristrutturazione del sistema assicurativo, che con il cambiamento climatico in atto spinge le compagnie a trascurare questo ramo di rischio per la frequenza dei sinistri. “Dobbiamo garantire un miglior efficacia della difesa passiva, costituita dal sistema assicurativo, e al tempo stesso sperimentare nuove possibilità di intervento nella difesa attiva – conclude Allasia – per limitare danni che diventano sempre più importanti”.