Interesse e curiosità per il primo evento in presenza “La vita in un sughero: tra storia, sostenibilità e prospettive di un mercato in evoluzione”.
È stato il primo evento in presenza dedicato al sughero quello che si è svolto venerdì 8 ottobre presso il VOLVO STUDIO MILANO e che si inserisce nell’ambito della campagna internazionale di promozione del sughero, sostenuta e finanziata da APCOR (Associazione Portoghese del Sughero) e, per l’Italia, da ASSOIMBALLAGGI – Federlegno/Arredo. Una campagna che ha tagliato il nastro nel corso del 2021 e che vede il coinvolgimento di Paesi target quali Italia, Spagna, Germania, Regno Unito, Francia, Cina e Usa. Grazie a dei relatori d’eccezione il talk show dal titolo “La vita in un SUGHERO: tra storia, sostenibilità e prospettive di un mercato in evoluzione” ha voluto approfondire le qualità del sughero inteso come materiale dalle straordinarie caratteristiche a favore del gusto e dello charme e di far conoscere il valore che questo materiale racchiude dal punto di vista ambientale. Ad animare il dibattito hanno preso parte alcuni dei protagonisti della campagna che, ognuno per il proprio settore di competenza, hanno portato contenuti, esperienze e dato sostanza a quello che ormai appare un dato incontrovertibile: il sughero è apprezzato e riconosciuto nel mondo in quanto materiale naturale, rinnovabile, riciclabile, riutilizzabile nonché emblema di un’economia circolare tra le più virtuose al mondo. Come ha ricordato Joao Rui Ferreira, vicepresidente di APCOR, ad oggi la produzione media di sughero nel mondo è di circa 200.000 tonnellate e le esportazioni mondiali di questo materiale hanno un valore che si aggira sugli 1,8 M di euro rifornendo il 70% dei mercati mondiali delle chiusure. Un settore strategico e di nicchia di importanze crescente.
Una campagna internazionale dal forte valore ambientale quella che caratterizza il sughero nel suo quarto anno di realizzazione e che come ha spiegato Gennaro Buonauro, Segretario Generale di Assoimballaggi, si pone il preciso obiettivo di comunicare al consumatore finale quanto questo materiale rappresenti uno tra gli esempi più virtuosi di economia circolare e sostenibile: un ciclo di vita che parte dalle sugherete e che, con metodi di estrazione non predatori ma rispettosi degli ecosistemi, è capace di offrire un prodotto non solo 100% riciclabile ma anche adatto a molteplici usi e applicazioni. “Dal 1° gennaio 2022 – spiega Buonauro – in Italia entrerà in vigore l’obbligo per tutti i produttori di imballaggi di indicare il codice identificativo del materiale. Per il tappo di sughero il codice è FOR 51 indicazione questa che il tappo che ci troviamo tra le mani è di sughero e, quindi, riciclabile. FOR51 nasce da una direttiva europea che l’Italia ha recepito in modo stringente tanto da essere l’unico paese a renderla obbligatoria. Un traguardo importante che esprime la forte valenza ambientale e sostenibile propria di questo materiale e su cui tutta la filiera sta credendo con convinzione”. Alessandro Canepari, rappresentante del Gruppo Sughero di Assoimballaggi, ha inoltro ricordato che parlare di sughero significa anche mettere al centro il tema della conservazione di un patrimonio ecosistemico di primaria importanza. “Va ricordato che il sughero è una risorsa che nasce e cresce nel bacino del Mediterraneo, un materiale pregiato, frutto di una tradizione millenaria e legata ad un’attività agricola non predatoria ma rispettosa e consapevole. Pensiamo che le sugherete, oltre ad essere capaci di assorbire ogni anno più di 14 milioni di tonnellate di CO2, rappresentano uno dei 36 hotspot di biodiversità, habitat naturale per eccellenza di moltissime specie animali e vegetali. Le querce da sughero inoltre hanno un ruolo molto importante per la lotta al depauperamento e alla desertificazione a favore dello sviluppo sostenibile oltre che generare un indotto che in Sardegna vede occupati più di 2500 addetti e che genera un fatturato di 200 milioni di euro.” Il talk ha poi indagato il legame ormai secolare che unisce il sughero al mondo del vino e che, grazie alle sue innate caratteristiche di isolamento, elasticità e recupero della compressione rappresenta oggi il materiale più utilizzato per le chiusure delle bottiglie. “Nel mondo – racconta Canepari – 7 bottiglie su 10 di queste sono chiuse con un tappo in sughero, in totale 13 miliardi. Lo stesso vale per l’Italia, la cui produzione, che si attesa sui 3 miliardi di bottiglie, vede il 70% tappato con questo materiale.” A chiusura dell’evento sono state portate due interessanti testimonianze. Da un lato Giorgia Pontetti, ingegnere aerospaziale, co-founder e CEO di Ferrari Farm, che ha svolto un approfondimento sul tema della sostenibilità e sugli utilizzi alternativi del sughero mettendo in evidenza la molteplicità di usi che il sughero si presta ad assolvere: dal settore edile e quello aerospaziale le sue caratteristiche rispondo in modo efficace e sostenibile a svariate necessità come pochi altri materiali sanno fare. Dall’altro Maddalena Bigolin, social media manager della Cantina Pizzolato di Treviso che ha raccontato il progetto di sostenibilità circolare collegato alla loro nuova linea di vini in cui ogni elemento delle bottiglia è stato pensato e ideato per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e dove il tappo in sughero scelto permette di compensare un livello di CO2 pari a 297 grammi. Un evento denso, dunque, che ha gettato le basi per quelli che saranno i temi che la campagna internazionale del sughero continuerà ad approfondire nel corso dei prossimi mesi attraverso numerose attività grazie alle quali appassionati, stampa e winelovers potranno scoprire e avvicinarsi in modo emozionante e coinvolgente a questo materiale dalle mille qualità oltre che approfondire tematiche di estrema attualità. |