rassegna stampa del vino di martedì 28 marzo 2023!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di martedì 28 marzo 2023!

Le news di oggi, sono state offerte da QuidQuid Srls strategie tecniche commerciali per potenziare il tuo business.

Vinitaly rilancia la filiera Il vino vale 31 miliardi.
Da domenica a mercoledì la 55esima rassegna internazionale del vino Vinitaly rilancia la filiera Il vino vale 31 miliardi Internazionalizzazione e business le parole d’ordine. Sono 4.400 quest’anno le aziende partecipanti e mille i top buyer: +43% sul 2022 Le piazze del centro storico accoglieranno gli appassionati con gli eventi di Vinitaly e the city •• Una cinquantacinquesima edizione di Vinitaly all’insegna dell’internazionalizzazione e degli operatori del business è quella che si aprirà domenica nei padiglioni di Veronafiere, fino a mercoledì, anticipata dalla partenza del fuori salone «Vinitaly e the city», venerdì nel cuore della città, e da Vinitaly OperaWine, la degustazione di sabato a cui parteciperanno 130 produttori selezionati da Wine Spectator. Il vino italiano è sempre più decisivo per il «made in Italy»: a dirlo, l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia.

Fonte: Arena.

Il Primitivo a Vinitaly con 51 aziende del Consorzio – Il Primitivo di Manduria alla conquista di «Vinitaly» con 51 aziende e 70 etichette.
Due stand del «Consorzio di tutela» al salone veronese del vino e dei distillati. Cinquantuno aziende e settantuno “etichette” per celebrare al “Vinitaly” di Verona il crescente successo del vino Primitivo di Manduria. Due stand dedicati al grande rosso di Puglia, per raccontare il territorio e far degustare vini che sempre di più guardano al futuro. Cosi si prepara il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria alla 55esima edizione del salone internazionale veronese del vino e dei distillati, in programma nella città scaligera dal 2 al 5 aprile prossimi. Nel Padiglione 11, isola B2 si potrà degustare, in uno stand rinnovato dal design accogliente e di grande impatto: una ricca selezione, si diceva, di oltre 70 etichette con 51 aziende presenti. In aggiunta al tradizionale stand, quest’anno il Consorzio allestirà lo stand C4 per accogliere i vari appuntamenti istituzionali.

Fonte: Gazzetta di Taranto.

Due sommelier viterbesi in vetrina al Vinitaly.
Due sommelier viterbesi in vetrina al Vinitaly. Due sommelier viterbesi tra gli autori del libro “Sciampagna. Lo spumante classico italiano”, che racconta la storia tutta italiana dello spumante classico, pubblicato dalla casa editrice Marcianum Press. Sono il tarquiniese Enrico Zamboni e la castiglionese Cristina Baglioni. Il volume, curato da Giampaolo Zuliani con il coordinamento della giornalista Alice Lupi, sarà presentato in anteprima nazionale a Verona, i12 aprile, per Vinitaly, la più grande manifestazione dedicata al mondo del vino.

Fonte: La Provincia Viterbo.

“Sciampagna”, due viterbesi tra gli autori.
Due sommelier viterbesi tra gli autori di “Sciampagna. Lo spumante classico italiano”, libro che racconta la storia italiana dello spumante classico (editrice Marcianum Press). Sono il tarquiniese Enrico Zamboni e la castiglionese Cristina Baglioni. Il volume sarà in anteprima nazionale a Verona, il 2 aprile al Vinitaly, la più grande manifestazione dedicata al mondo del vino. «Per noi è motivo di grande orgoglio essere stati coinvolti in questa avventura editoriale – affermano Zamboni e Baglioni – e il riconoscimento di una passione che nel corso del tempo si è trasformata in una professione impegnativa, ma ricca di soddisfazioni».

Fonte: Messaggero Viterbo.

José Rallo La signora dei vini siciliani (e del tappo che salva il mare) – Il tappo che salva una tonnellata di plastica destinata al mare.
Donnafugata, parla l’ad Il passato da ribelle, la carriera con il jazz e il ritorno nell’azienda di Marsala L’attenzione all’ambiente: il turacciolo ricavato dalle plastiche raccolte Il vino che salva l’acqua si chiama Damarino. La bottiglia ha un’etichetta azzurra, scintillante come il mare pulito. Ha un tappo prodotto con la plastica raccolta dalle coste e destinata a finire negli oceani. E il primo al mondo, si chiama Nomacorc Ocean, progettato da Vinventions. Debutta con il Damarino, un uvaggio di autoctononi bianchi della tenuta siciliana di Contessa Entellina. È l’ultima idea di José Rallo, la vignaiola doc di Donnafugata. Non esiste una sola José: negli anni si è trasformata da ribelle a vignaiola, da cantante jazz a (per 72 ore) candidata ministro dell’Agricoltura. Un capitolo poco noto: nel 2018 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella pensò a un governo tecnico.

Fonte: Buone Notizie Corriere della Sera.

Un vino Fresco per far da aperitivo al Vinitaly.
Tra cinque giorni a Verona è di nuovo Vinitaly (sabato la solita anteprima alla Gran Guardia con Operawine e tanti appuntamenti in città fino al 5 aprile, quando il tendone del circo enologico smonta) e sul vino si abbatterà una valanga di parole. Contano i numeri più delle chiacchiere anche se è vero che il vino si nutre in larga misura di retorica. Il più grande enologo della contemporaneità, Emile Peyneaud, premetteva al suo insuperato manuale del vino un distico: «La qualità dei vini la determinano i degustatori, ma la qualità dei degustatori chi la fa?». In epoca di wineblogeer, foodblogger, ciarlatani telematici questa domanda è ancora più attuale.

Fonte: La Verita’.

Il vino di Bolgheri vince la battaglia con il tarocco bulgaro.
Vittoria definitiva in Europa per il Consorzio di tutela dei vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia a difesa del marchio Bolgheri. 11 tribunale dell’U, riporta lo stesso ente di tutela, «riconosce tutte le ragioni del Consorzio Bolgheri nel caso contro il marchio bulgaro Bolgaré, il cui ricorso viene giudicato definitivamente e manifestamente infondato in quanto il marchio Bolgaré è evocativo della denominazione». Dopo sei anni di attesa, commenta il consorzio, «si può fortunatamente scrivere il lieto fine di una vicenda che ha visto minacciate le denominazioni d’origine Bolgheri, in uno scenario che altre Dop italiane hanno vissuto o stanno vivendo«.

Fonte: Libero Quotidiano.

Grandi bianchi con attenzione alla sostenibilità.
Rocca Sveva, affascinante borgo medievale nel verde veronese, ospita dal 1898 l’azienda che scolpisce con forte spirito innovativo un territorio fertile e vulcanico come quello di Soave, vocato alla produzione di grandi vini bianchi. La Cantina conta oltre 2.200 soci viticoltori per 6.400 ettari vitati e vanta una distribuzione in ben 60 paesi del mondo. I vigneti, coltivati strizzando l’occhio alla sostenibilità in ogni fase produttiva, dipingono una ricca e variegata area; la selezione delle migliori uve della tradizione, si VENETO FONGAÍ Durella, il vitigno dimenticato (e straordinario) Nel Parco Naturale della Lessinia, su suoli vulcanici ricchi di potassio, fosforo e magnesio si allevano le viti di Tanita Danese. Qui si esaltano acidità e sapidità delle uve concedendo agli spumanti longevità e sorprendenti doti in invecchiamento.

Fonte: Messaggero.

Vini di pregio, l’asset batte arte e gioielli.
Beni rifugio Dalle aste agli investimenti, da domani con il Sole la guida “Vino e Finanza” Giorgio Dell’Orefice Più che un “bene rifugio”, un “bene cantina”. Dopo anni in cui investire in bottiglie di pregio era puro divertissement adesso il rapporto tra vino e finanza è profondamente cambiato. Resta un segmento all’intero di un portafoglio diversificato di investimenti, ma è sempre meno una scommessa al buio e sempre più una scelta effettuata anche grazie all’affiancamento di esperti, con cognizione di causa. E questo emerge dai risultati. Negli ultimi dieci anni i rendimenti dei vini di pregio sono cresciuti del 231%, facendo meglio di quelli dei gioielli (+142%) e delle opere d’arte (113%).

Fonte: Sole 24 Ore.

Il ministro Lollobrigida: “L’etichetta deve informare, non condizionare”.
Il vino è in un momento storico molto particolare si trova al centro di sfide decisive come quella legata all’etichetta e alle strategie sui consumi. Il numero de «I piaceri del Gusto» in edicola domani con «La Stampa» con in copertina Pinocchio che assaggia un vino sopra il titolo «in vino veritas» accompagna i lettori e il mondo delle etichette italiane verso il Vinitaly che si apre domenica a Verona. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha scelto il supplemento mensile del content hub del gruppo Gedi per raccontare la sua visione di questo momento storico del vino italiano e tra tanti temi tocca anche quello delle etichette e dell’annosa vicenda di equiparare il vino alle sigarette: «Le etichette devono informare e non condizionare.

Fonte: Stampa.

Diciottesima edizione di ViniVeri a Cerea.
Diciotto anni di ViniVeri. Dal 31 marzo al 2 aprile l’Area Exp di Cerea, a pochi chilometri da Verona, si animerà di nuovo di vini, vignaioli, stone e territori con la XVIII edizione della manifestazione. Oltre 100 produttori provenienti da tutta Italia, Francia, Slovenia, Spagna, Austria e, per la prima volta, Svizzera.

Fonte: Tempo.

Axel Heinz lascia Bolgheri e guarda verso la Francia.
Axel Heinz, storico direttore delle tenute Ornellaia e Masseto conclude tra pochi mesi la sua esperienza bolgherese e il suo orizzonte torna a guardare alla Francia. Axel Heinz è arrivato a Bolgheri nel 2005 e ha supportato l’azienda dando voce annata dopo annata a grandi espressioni del terroir di entrambe le tenute.

Fonte: Tempo.

Castello del Terriccio svela l’annata 2018.
Il vino dell’omonima cantina di Castellina Marittima compie 23 anni Blend di Sirah e Petit Verdot ha conquistato tutte le Guide. Ventitré anni vissuti intensamente. E la storia di Castello del Terriccio il vino rosso dell’omonima azienda toscana in quel di Castellina Marittima, nei boschi alle spalle della costa livornese ma già in provincia di Pisa, ereditata da Gian Annibale Rossi di Medelana nel 1975 e da lui ripensata da esclusiva azienda agricola a «laboratorio» di vigneti e vini che sono saliti ai vertici della produzione italiana. Castello del Terriccio è il penultimo nato in questa continua ricerca di qualità, nel 2000, ed è un blend tra Sirah e Petit Verdot, dove il primo è comunque la parte dominante dell’uvaggio

Fonte: Tempo.

Vitignoltalia si sposta al Maschio Angioino.
Domenica 14 e lunedì 15 maggio: sono queste le date ufficiali di Vitignoltalia 2023, il Salone dei Vini e dei Territori Vitivinicoli Italiani che si svolge a Napoli, quest’anno al Maschio Angioino e non a Castel dell’Ovo interessato da lavori di ristrutturazione. Tante le conferme, a partire dai numeri: 250 aziende, oltre 1500 etichette, uno straordinario parterre di cantine e territori e un calendario fitto di incontri, degustazioni, workshop e approfondimenti sulle più importanti tematiche del settore. A proposito di appeal internazionale, Vitignoltalia conferma ancora una volta la sua attenzione verso i mercati stranieri.

Fonte: Tempo.

Produttori al Vinitaly, doppio appuntamento per le aziende locali.
Trasferta promossa da Regione, Arsac, Città metropolitana di Reggio Calabria e Consorzio dei vini L’assessore Gianluca Gallo: »Abbiamo investito molto per sostenere le nostre realtà». La Calabria sarà presente col meglio delle sue produzioni vinicole al Salone internazionale dei vini e dei distillati. Saranno circa 120 le aziende calabresi che prenderanno parte a “Vinitaly and the City” e “Vinitaly -Agrifood and sol”, eventi in programma a Verona, il primo dal 31 marzo ala aprile nel centro della città scaligera, il secondo dal 2 al 5 aprile nei padiglioni della Fiera. Una settimana decisamente intensa e ricca di appuntamenti, che rappresenterà una vetrina importante per i vini calabresi, che, negli ultimi tempi, hanno visto crescere notevolmente il proprio livello qualitativo e sono pronti a nuove sfide.

Fonte: Gazzetta del Sud.

Le cooperative del vino brindano In 12 anni export cresciuto del 130%.
«Nell’immaginario sociale sono accostate al bottiglione di scarsa qualità ma le cose non stanno così». Se l’Italia viaggiasse come le cooperative del vino sarebbe la locomotiva dell’Europa, se non di più. Negli ultimi dodici anni (2010-2022) l’export del settore è cresciuto del + 101%, passando da 4 miliardi di euro a circa 8. In sostanza è raddoppiato. Bene e applausi. Che diventano standing ovation se si passa all’analisi delle performance delle cooperative che sono sì cresciute ma del + 130%. In sostanza hanno fatto meglio delle esportazioni nazionali. Il dato diviene ancora più sostanzioso se si passa al fatturato nello stesso periodo: +31% il settore nazionale, +88% il mondo coop. Quasi tre volte di più. E visto che il mondo cooperativo produce il 58% del vino italiano e contribuisce al 40% in valore possiamo catalogare il comparto alla voce “sana e robusta costituzione”.

Fonte: Corriere Romagna.

Il caso di Terre Cevico diventato primo esportatore in Giappone.
Se c’è una cooperativa che rappresenta un case history di crescita internazionale è Terre Cevico. Fino a 15 anni fa la voce export presentava numeri pressoché irrisori nel bilancio del gruppo. Poi la scelta di virare oltreconfine su impulso dell’allora presidente Ruenza Santandrea. Il risultato in tre lustri dice questo: 73 milioni di euro dall’export in un bilancio di cooperativa che ha toccato quota 190 milioni di euro. A cui si aggiunge il primato di primo esportatore in Giappone e secondo in Cina. «Non sono risultati anche arrivano a caso —ha spiegato nell’incontro a Roma l’export manager di Terre Cevico, Francesco Paganelli — Siamo partiti tardi ma abbiamo messo in campo un progetto preciso: abbiamo guardato i mercati meno battuti, ad esempio l’Asia, da li ci sia La sede d Terre Cevico ma approcciati sui canali mass market.

Fonte: Corriere Romagna.

Enologia delle grandi occasioni premiata in Fiera con le 4 viti.
Romagna, Marche Emilia e Umbria sabato a Pievesestina con 116 etichette presenti CESENA Enologia delle grandi occasioni a Cesena Fiera sabato scorso con la premiazione dei 116 vini eccellenti di Romagna, Emilia, Marche e Umbria che hanno ottenuto le “Quattro viti” (punteggio massimo) nella guida Ais nazionale Vitae. A premiare i vini nella seconda edizione di “Esperienze di Vitae” sono stati i quattro presidenti Ais regionali (Adolfo Treggiari Ais Romagna, Luca Manfredi Ais Emilia, Stefano Isidori Ais Marche, Pietro Marchi Ais Umbria), insieme al presidente nazionale Ais, Sandro Camilli. La giornata è stata aperta daunsaluto del presidente di Cesena Fiera Renzo Piraccin. Guardando ai territori, 33 sono stati i vini top in Romagna, 31 in Emilia, 30 nelle Marche e 22 in Umbria.

Fonte: Corriere Romagna Forli’-Cesena.

Elezioni nei giorni di Vinitaly: bisognava tenerne conto.
Saranno circa 130 le aziende vitivinicole del Friuli Venezia Giulia – tra quelle accolte nello stand dell’Ersa all’insegna del tutto esaurito e quelle che saranno presenti con uno stand privato – che parteciperanno al Vinitaly in programma dal 2 al 5 aprile a Verona. Si tratta della più importante rassegna del settore, particolarmente attesa in un momento di rinascita dopo le restrizioni dell’emergenza pandemica, viste anche le criticità derivate dal blocco del mercato russo e i recenti tentativi di declassare il vino, da alimento di pregio, da un organismo internazionale come l’Oms. «Peccato che le date delle elezioni regionali non permetteranno di fatto a circa un migliaio di addetti ai lavori friulgiuliani coinvolti negli allestimenti e nelle esposizioni di esprimere il proprio voto».

Fonte: Gazzettino Pordenone.

Brescia al Vinitaly si presenta in vetrina con 106 postazioni – Vinitaly, il made in Brescia è protagonista.
La filiera bresciana del vino torna a scommettere su Vinitaly: la storica rassegna di settore, in programma dal 2 al 5 aprile a Veronafiere, vedrà la presenza di ben 106 postazioni occupate da aziende del territorio provinciale, rappresentanti di Franciacorta, Valtenesi, Lugana. In Economia pag.9 All’entrata del Vnitaly2022. Dal 2 al 5 aprile la 55esima edizione della manifestazione di settore. In vetrina anche una folta rappresentanza di cantine e altre realtà del territorio Vinitaly, il made in Brescia è protagonista In fiera la provincia potrà vantare ben 106 presenze. Brescianini: «La Franciacorta è pronta, forte di un 2023 subito di soddisfazioni».

Fonte: Brescia Oggi.

Il vino legato all’eros: evento e degustazione.
“Il vino: lo strumento più preciso ed infallibile dell’eros” è il titolo dell’iniziativa enogastronomica che si prefigge di celebrare il rapporto tra amore e vino, che si terrà giovedì a Villa Pasquali, a cura dell’associazione Sapori Arte Cultura. Fin dagli albori della civiltà, il vino è considerato un potente mezzo di seduzione, un filtro d’amore capace di alimentare piaceri e di distruggere qualsiasi cosa che richiami la virtù. Il vino amplifica la disponibilità a lasciarsi sedurre, perché abbatte distanze e barriere ed infiamma il desiderio, perché interagisce con i meccanismi che regolano l’attività sessuale: uno o due bicchieri di vino rosso al giorno, recano beneficio alla donna, all’uomo ed ai loro rapporti.

Fonte: Gazzetta di Mantova.

Pronti per Vinitaly 2023 La carica dei lombardi: oltre 150 postazioni tra aziende e consorzi.
Peculiarità ed eccellenze in mostra al secondo piano del PalaExpo Cruciale la capacità di misurarsi coi cambiamenti imposti dal clima. Nel 2021 la regione ha prodotto 1,37 milioni di ettolitri (-8,9% sul 2020) Marchio di qualità per il 90,7 per cento. Al Vinitaly la carica dei vini lombardi. Saranno oltre 150 le postazioni nel Padiglione Lombardia, allestito nell’ambito del Salone internazionale in programma a Veronafiere dal 2 al 5 aprile. Business, internazionalizzazione e posizionamento sono le tre direttrici del 55° Vinitaly, che si prepara a diventare la più grande “ambasciata” del vino con oltre 4mila aziende da tutta Italia e da più di 30 nazioni, nonché un contingente record che supera i mille top buyer (+43% sul 2022) da 68 Paesi selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere in collaborazione con Ice Agenzia.

Fonte: Giorno Alta Lombardia.

Nidi dalle doghe delle botti La terza vita di un albero.
Alla Ricci Curbastro i volatili insettivori fanno parte delle buone pratiche. Far vino bene, applicando buone pratiche aziendali e verso il prossimo. A Vinitaly sarà presentata la seconda fase del progetto “Il nido della sostenibilità, le tre vite dell’albero”: un percorso di sostenibilità ambientale, economica ed etica per il riciclo virtuoso delle doghe di rovere delle botti di vino dismesse. «Recuperandole, i detenuti del carcere di Alessandria hanno dato vita a una nuova serie di nidi artificiali destinati ai vigneti aziendali per ospitare cinciallegre, codirossi e altri uccelli insettivori utili all’equilibrio naturale dei vigneti stessi – spiegano Riccardo Ricci Curbastro e i suoi figli, titolari dell’omonima azienda di Capriolo.

Fonte: Giorno Alta Lombardia.

Go Wine, travino e viaggi Con un occhio alla letteratura.
Il gusto di un buon calice di vino, sorseggiato magari in una cantina o in un contesto meritevole di essere visitato. Questo e molto altro è il mondo di Go Wine, associazione a carattere nazionale nata nel 2001 ad Alba – una delle “patrie” del vino italiano – ma che negli anni si è estesa in svariate regioni italiani. Il club di Como, attivo dal 2005, condivide tutti gli obiettivi della casa madre piemontese, come da “manifesto”: «Il vino non solo inteso come prodotto di qualità ed espressione della cultura agroalimentare di un paese, ma il vino come prodotto che muove le persone. Go Wine guarda al consumatore di qualità che ama viaggiare per il vino, per conoscere i luoghi della produzione e si propone di costruire un progetto che gradualmente possa coinvolgerlo e stimolarlo».

Fonte: Provincia Como.

La Cia al Vinitaly presenti nel Padiglione del Piemonte.
Dal 2 al 5 aprile Per i produttori degustazioni e incontri dedicati La Cia al Vinitaly presenti nel Padiglione del Piemonte. Ci sarà anche Cia al Vinitaly, il Salone del Vmo e dei Distillati, a Veronafiere dal 2 al 5 aprile prossimi. I produttori associati saranno presenti nel Padiglione del Piemonte, per appuntamenti, degustazioni e incontri dedicati Un’edizione speciale di SoCial News, il tgweb Cia Alessandria, sarà dedicata alla fiera, con interviste e registrazioni in loco. Info e dettagli su www.ciaal.it”. Nuovo corso di formazione Cia Nuovo corso di formazione Cia in partenza, sulla 4.0: “Agricoltura di precisione e digitaliz7azione”,12 ore di lezioni che si svolgeranno nei giorni 28 marzo, 4 e 5 aprile Vinitaly di Verona. I produttori Cia presenti al Salone del Vino dal 2 al 5 aprile dalle 16:30 alle 20 in via Savonarola 29—Alessandria, con la docenza di Andrea Lovazzano.

Fonte: Monferrato.

Colori, primavera e vino: al Castello in duemila!
“Vinoso” La prima edizione della rassegna enogastromica. Colori, primavera e vino: al Castello in duemila! Colori, vino e primavera. Questi sono stati gli ingredienti giusti per la realizzazione della prima edizione di Vinoso! Vini e Sapori del Gran Monferrato, Derthona, Gavi”, conclusosi al Castello del Monferrato domenica 26 marzo. Buoni i numeri della due giorni dedicata al vino e alle eccellenze gastrononiche: duemila ingressi e quattrocentocinquanta calici venduti per le degustazioni. Un primo evento volto a valorizzare la Strada dei Vini e dei Sapori del Gran Monferrato è stata istituita ufficialmente dalla Regione Piemonte ad agosto 2022; è la Strada più lunga di Italia con i suoi 630 km che toccano oltre 100 Comuni; i soci fondatori sono le tre Enoteche regionali di Acqui Terme Vino, del Monferrato e di Ovada.

Fonte: Monferrato.

«L’enoturismo possibile volàno di sviluppo del territorio di Fasano».
Enoturismo in Puglia: parliamone» è il titolo dell’incontro svoltosi nei giorni scorsi presso Masseria Ancella a Montalbano di Fasano promosso dal Circolo della Stampa «Secondo Adamo Nardelli» di Fasano, presieduto da Gino Bianco. Nel presentare l’iniziativa Bianco ha tenuto a sottolineare che «l’enoturismo è una pratica sempre più diffusa, un’esperienza pluri-sensoriale nella quale la degustazione delle produzioni vinicole locali si abbina alla visita dei luoghi e dei territori di produzione, alla conoscenza della cultura, delle tradizioni e della gente che qui vive. Oggi è un’attrattiva per il pubblico composto da esperti, professionisti, da appassionati e curiosi. Attorno al vino – ha evidenziato Bianco – sono nate nuove e qualificanti esperienze: degustazioni, passeggiate tra i vigneti, iniziative di vendemmia turistica, alberghi tematici, momenti particolarmente apprezzati dai turisti.

Fonte: Gazzetta del Salento.

Una vetrina internazionale senza eguali anche per i “super-acquirenti” stranieri.
Ci saranno oltre 4mila aziende e mille grandi investitori provenienti dall’estero Sassari Un quartiere fieristico di oltre 100 mila metri quadrati, diciassette padiglioni tra fissi e tensostrutture al completo, pronti a diventare il più grande centro b2b internazionale del vino italiano e non solo, con più di 4mila aziende in rappresentanza di tutto il made in Italy enologico e da oltre 30 nazioni. Dati per difetto, visto che anche in questi ultimi giorni la lista dei partecipanti è andata allungandosi. V nitaly2023, il salone internazionale in programma a Veronafiere dal 2 al 5 aprile, rinsalda il proprio posizionamento business e di servizio a sostegno di uno dei settori tra i più strategici dell’export tricolore e, per la 55a edizione, rafforza ulteriormente il piano di sviluppo dell’unica manifestazione che ha contribuito a segnare crescita e successo del vino italiano sui mercati internazionali.

Fonte: Nuova Sardegna.

L’isola va all’assalto con 112 etichette – Le cantine sarde sbarcano a Verona caccia a una nuova fetta di mercato.
Sono 112 i produttori presenti alla fiera del vino in programma dal 2 al 5 aprile Colossi pluripremiati cercano conferme Piccole cantine emergenti sgomitano in un mercato enorme 1 di Andrea Sin’ Sassari La carica dei centododici, tra ben noti habitueé e nuove etichette a caccia di un posto al sole nel gigantesco e variegato mercato del vino. C’è spazio per tutti, a Vinitaly, almeno per chi ha l’ambizione e la qualità per proporsi in un contesto fatto di concorrenza feroce ma anche di piccoli produttori in grado di affermarsi al cospetto dei Golia dell’enologia nazionale. L’edizione numero 55 della rassegna, in programma dal 2 al 5 aprile, vedrà ancora una volta la Sardegna presente in forze e con buone chance di conquistare ancora una volta riconoscimenti prestigiosi.

Fonte: Nuova Sardegna.

La Sicilia del vino alza il calice.
Laurent de la Gatinais: C’è una nuova generazione che sta crescendo». La Sicilia vitivinicola con la sua qualità produttiva rinnova la partecipazione alla 55esima edizione di Vinitaly, dal 2 al 5 Aprile. Sono quarantasette le aziende che al padiglione 2 del Salone Internazionale di Verona «rappresenteranno la ricchezza e l’un icità del patrimonio enologico siciliano – si legge in una nota – attraverso la collettiva di Assovini Sicilia». L’associazione, nata nel 1998, oggi riunisce 98 aziende e continua a promuovere la biodiversità siciliana valorizzando e supportando il ricambio generazionale in corso. «Vinitaly si conferma una vetrina internazionale importante per i nostri produttori – afferma Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia -. Le proiezioni per questa edizione parlano di oltre 1000 top buyer selezionati da 68 paesi, +43% rispetto al 2022

Fonte: Gazzetta del Sud.

Vinitaly, la carica dei 150 marchi siciliani l’Isola tenta la sfida dei buyer mondiali.
Presenza massiccia delle cantine per la maggiore vetrina di uno dei settori strategici nell’economia italiana e regionale Il fatturato è di 780 milioni di euro, oltre 250 milioni le bottiglie prodotte. Un export che vale più di 100 milioni La Sicilia del vino punta ai mercati esteri, forte di un aumento del 21 per cento dell’export registrato, secondo l’ultimo report dell’Osservatorio Unione italiana vino, Ismea e Vinitaly, alla chiusura dello scorso anno. Per questo la presenza alla 55esima edizione del Vinitaly, in programma a Verona dal 2 al 5 aprile, acquista un importante valore strategico. Perché quest’anno, dopo le defezioni causate dalla pandemia, tornano fra gli stand i buyer di tutto il mondo, compresi cinesi e giapponesi. Rappresentati 68 Paesi con un aumento del 43 per cento rispetto alla scorsa edizione, soltanto i buyer cinesi saranno 130.

Fonte: Repubblica Palermo.

Intervista a José Rallo – José Rallo “Alla nostra economia serve un enoturismo di qualità”.
Premio all’azienda per Intesa Vincente “Nelle cantine che gestiamo il 30 per cento di visitatori sono stranieri, ma potrebbero essere molti di più” di Gioacchino Amato Quattro imprese siciliane fra le 140 premiate ieri a Milano a Palazzo Mezzanotte per la quarta edizione di Imprese Vincenti, il programma di Intesa Sanpaolo per la valorizzazione delle piccole e medie imprese. All’evento realizzato in collaborazione con The European House-Ambrosetti le quattro realtà dell’Isola che si sono distinte soprattutto per innovazione e sostenibilità. Due del settore salute, Upmc Italy di Palermo e Ro.Ga di Enna. Due legate al vino: la Hts di Marsala che commercializza prodotti biotecnologici e macchinari innovativi per l’industria enologica e Donnafugata, l’azienda vitivinicola marsalese guidata da José Rallo e dal fratello Antonio, protagonista del settore “agribusiness” di Imprese vincenti. José Rallo, cosa manca alla Sicilia del vino per crescere? «Serve un turismo di qualità soprattutto dall’estero.
Fonte: Repubblica Palermo.

Il consorzio di tutela Cerasuolo sarà al Vinitaly dal 2 al 5 aprile.
Il Consorzio di tutela dei vini Cerasuolo di Vittoria Docg e Vittoria Doc sarà presente al prossimo Vinitaly, in programma a Verona dal 2 a1 5 aprile 2023, con uno stand. Quello del Vinitaly si conferma un appuntamento irrinunciabile perla promozione internazionale dei prodotti vitivinicoli specie in un momento di grande cambiamento, tra sfide e opportunità. Il Consorzio, da sempre impegnato nella valorizzazione delle due denominazioni, è presente alla manifestazione fieristica internazionale, in un anno speciale: quello in cui si celebrano i 50 anni dall’ottenimento della denominazione d’origine controllata (Doc) per il Cerasuolo di Vittoria Docg. Per Achille Alessi, presidente del Consorzio di tutela, «il Vinitaly rappresenta un evento di grande rilevanza per i nostri vini a cui partecipano numerosi operatori internazionali.

Fonte: Sicilia Siracusa – Ragusa.

Bolgheri batte Bolgaré in aula: per la corte Ue il nome è troppo simile.
Non cl sarà nessun vino con la scritta Bulgare sulle bottiglie. II marchio di un’azienda vitivinicola bulgara ha definitivamente perso la battaglia legale promossa dal Consorzio Bolgherl Doc e Bolgheri Sassicaia. II Tribunale dell’Unione Europea ha riconosciuto tutte le ragioni espresse dal Consorzio giudicando il ricorso manifestamente infondato in quanto il marchio Bolgaré è evocativo della denominazione. In particolare, secondo la sentenza, tra i due termini sussistono: somiglianza fonetica, numero simile di lettere, di cui le prime quattro uguali, identità di prodotti, somiglianza figurativa nei caratteri di scrittura. «Siamo soddisfatti — dichiara Albiera Antinori, presidente del Consorzio – —che la corte abbia riconosciuto le nostre ragioni dopo 6 anni. E’ una sentenza importante per tutte le Doc, italiane ed europee, che devono essere protette da chi cerca di usarne impropriamente la notorietà»

Fonte: Corriere Fiorentino.

Quotata Iwb, nel 2022 ricavi 5,2% Dividendo a 0,10 euro.
Iwb, Italian Wine Brands, quotata in Borsa, che nel giugno 2021 ha acquistato Enoitalia spa di Camlmasino, ha chiuso il 2022 con un risultato netto di 14,2 milioni di euro, -21,8% rispetto al 2021, ricavi delle vendite a 430,312 milioni (+5,2%), di cui 73,52 in Italia e 355,356 all’estero, e ricavi totali per 439,52 milioni (da 431,411 nel 2021). «La dinamica di crescita delle vendite è determinata dalle operazioni di MeA completate dal gruppo nel corso dell’anno, Enovation Brands e Barbanera», si legge in una nota, in cui si sottolinea che «nel 2022 il vino italiano ha raggiunto un nuovo record nel valore delle esportazioni, pari a 7,9 miliardi (+9,8%) a fronte di volumi sostanzialmente invariati, pari a circa 22 milioni di ettolitri (-0,6%)». Marginalità sul fatturato all’8,5% (10,2% nel 2021). Indebitamento finanziario netto 129,5 milioni, contro 108 del 2021. Il cda ha deliberato di proporre all’assemblea un dividendo per azione di 0,10 euro.

Fonte: Arena.

Intervista a Sandro Boscaini – Servono gruppi di lavoro stabili invece con questo sistema nessuno diventa qualificato».
Sandro Boscaini, mister Amarone, è il presidente di Masi Agricola «Mi sembra di percepire un po’ di ipocrisia sul tema dell’immigrazione». La vendemmia è ormai appaltata ai terzisti. Sandro Boscaini, mister Amarone, presidente di Masi Agricola, azienda veneta di fama internazionale con 250 anni di storia: cosa ne pensa di questo disallineamento tra la richiesta di manodopera straniera del settore agroalimentare e i flussi d’ingresso in Italia? «Il tema non è nuovo, purtroppo. Finora siamo riusciti a evitare il peggio che può accadere, cioè che l’uva rimanga sui filari. Però avere una strutturazione più stabile, con gente presente in forma sistematica non sarebbe male». Cosa intende dire? «Il lavoro di potatura e raccolta delle uve è ormai affidato ai terzisti.

Fonte: Nuova Venezia – Mattino di Padova – Tribuna di Treviso.

Sol 5 Agrifood a braccetto con Vinitaly.
In contemporanea dal 2 al 5 aprile . Riflettori su birra, olio e sidro Sol S Agrifood a braccetto con Vinitaly. Con 30o espositori provenienti anche dall’estero, SoleAgrifood si conferma punto di riferimento internazionale per l’agroalimentare di qualità, per i comparti dell’olio extravergine di oliva, della birra artigianale e, new entry della 27a edizione (Verona, 2-5 aprile) in contemporanea con Vinitaly, anche dei sidri. Ulteriore novità la compresenza di B/Open, rassegna b2b dedicata al biologico. Nel Padiglione C saranno presenti espositori in rappresentanza di tutte le regioni italiane; le collettive più numerose da Sicilia, Calabria, Abruzzo, Marche, Basilicata, Lazio, Umbria (Assoprol). Molto qualificata anche la partecipazione di aziende guidate da Italia Olivicola del Cno e dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia); presenti anche aziende estere da Spagna, Turchia e Albania.

Fonte: Voce di Rovigo.

Cantina vini: i modelli da valutare.
Una cantinetta per vino è un’ottima aggiunta a qualsiasi cucina, poiché aiuta a mantenere la tua collezione di vini alla temperatura perfetta in un luogo sicuro. Una cantina vini può essere disponibile in diversi modelli, ognuno con le proprie caratteristiche e vantaggi. Gli amanti del vino non possono fare a meno di questo strumento, a volte però è difficile inserirlo all’interno di una cucina per via del design. Prima di acquistare una cantina vini da tenere in casa, valuta tutte le possibilità, in modo da creare un arredamento uniforme. La scelta dipende anche dalla dimensione della tua cucina. Se hai una cucina piccola, una cantinetta vino da incasso o sottopiano è un’ottima opzione, perché non occupa troppo spazio. Queste unità possono essere installate in mobili o sotto i controsoffitti, il che le rende un’ottima soluzione salvaspazio.

Fonte: Palermomania.it.

Dalle degustazioni di vino in cantina alle visite guidate nelle giornate Fai: cosa fare nel weekend.
Primo weekend di primavera. Le belle giornate invitano ad uscire e stare all’aria aperta. Un’occasione da non perdere è dunque quella che offre Fai, il Fondo Ambiente Italiano: nel fine settimana infatti è possibile visitare sette luoghi iconici della città, come ad esempio il chiostro di San Giovanni degli Eremiti. Non mancheranno le mostre, tra tutte quella di Omar Hassan che porta Punctum a Palazzo Reale. E poi ancora concerti (ai Cantieri Culturali c’è Nada), degustazioni in cantina (dai Duca di Salaparuta) e tour inediti (come quello sulla cupola di San Salvatore per guardare Ballarò dall’alto).

Fonte: Palermo Today.

Frode sul vino, perquisizioni in 30 cantine e aziende.
Una trentina tra cantine, aziende agricole, abitazioni e ditte di trasporto, situate nelle province di Udine, Pordenone, Gorizia e Treviso sono state sottoposte a perquisizione da parte dei funzionari dell’ispettorato Repressione Frodi di Udine e dai carabinieri del Nas di Udine, per una sospetta frode sul vino. Gli accertamenti, disposti dalla Procura della Repubblica di Udine, sono volti ad acquisire elementi di prova relativi a possibili comportamenti fraudolenti, messi in atto da una cantina della provincia di Udine, circa la produzione e l’immissione in commercio di ingenti quantità di vini che, pur non costituendo un pericolo per la salute del consumatore, sono stati qualificati con più Dop ed Igp, in violazione delle norme dei disciplinari. L’ipotesi investigativa è che tali vini siano stati ottenuti parte con uve prodotte oltre i limiti massimi di resa e parte costituiti da vini di varietà, qualità e provenienza diversa da quella dichiarata.

Fonte: ANSA.

L’Italia del vino nel mondo: qual è quello più venduto? È apprezzatissimo.
Si tratta di un vino rosso ed ha anche le bollicine: stiamo parlando del Lambrusco, il vino italiano più consumato nel mondo. A dimostrarlo parlano i numeri, ben 13 milioni di litri di questo vino vengono esportati ogni anno oltre i confini della nostra penisola. Stupisce che sia proprio il Lambrusco il vino italiano più amato e bevuto all’estero, perché non ha un’immagine molto pubblicizzata rispetto ad altri tipi di vino.
Fonte: Wine and Food Tour.

Come custodire correttamente le bottiglie di vino? Il segreto è proprio questo.
Custodire le bottiglie di vino di ogni tipologia è importante. I professionisti del settore mettono a disposizione quelli che sono dei piccoli segreti, così da poter avere una piccola cantina privata mantenendo inalterate le caratteristiche organolettiche del vino. La conservazione riveste un ruolo determinante nelle varie fasi, con bottiglie di alto livello così come la collocazione. Tenendo conto che per ogni tipologia di vino si debbano seguire determinate regole, gli esperti evidenziano le regole generali per la conservazione del vino e delle bottiglie.

Fonte: Wine and Food Tour.

6 difetti dei vini naturali che ci piacciono.
Premessa con citazione: “perdono tutti e a tutti chiedo perdono“. Parlare di vini naturali è come rotolarsi fra le ortiche, per cui mi porto avanti con il lavoro. Ma prima di armare le Bic con i pezzetti di carta, vi esorto a considerare la natura ironica del pezzo. D’altronde non avrei motivo per parlare male del vino naturale in toto. A me piace il vino buono, territoriale e non difettato. Se detto vino risponde poi a criteri di naturalità, io mi levo il cappello (che da uno scarsocrinito è un gran segno di rispetto). La vulgata vuole che, al cospetto di un vino naturale, ci si attenda qualche difettuccio; oltretutto molti estimatori difendono le eventuali storture come “espressioni tipiche di territorialità ormai perse, simbolo di naturalità, manifestazioni di vitalità del vino“.

Fonte: Dissapore.

Il vino incontra l’arte di Caravaggio per rispondere alle crociate anti alcol.
Dopo mesi di attacchi sul tema vino&salute culminati nella richiesta dell’Irlanda di poter indicare sulle bottiglie di vino health warning del tipo “nuoce gravemente alla salute” un po’ come avviene per le sigarette, il vino italiano passa al contrattacco. Anzi alla “controinformazione”. E lo fa dal palcoscenico del Vinitaly, a Verona dal 2 al 5 aprile, con una serie di iniziative per raccontare come il vino, e il vino italiano in particolare, sia molto più che un prodotto che contiene alcol. La più spettacolare di queste iniziative sarà la vera e propria pinacoteca allestita negli spazi gestiti dal ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare dove verranno esposte due tele portate a Verona direttamente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze: il Bacco di Michelangelo Merisi da Caravaggio e il Bacco Bambino attribuito a Guido Reni.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Vino italiano, battistrada della sostenibilità.
Il vino italiano fa da battistrada per la sostenibilità certificata. Al successo conclamato di protocolli come Equalitas e Viva si affianca da qualche anno l’esperienza istituzionale del marchio dell’apetta di Sqnpi, in attesa del definitivo avvio, atteso entro l’anno, del Sistema nazionale di sostenibilità certificata della produzione vitivinicola. Percorsi produttivi virtuosi che impongono impegni significativi nell’adozione di buone pratiche in vigneto e in cantina, per migliorare costantemente le prestazioni aziendali in termini di riduzione della carbon footprint, della water footprint e per aumentare l’attenzione all’ambiente, al territorio e alle persone. Standard rigorosi, la cui adozione è evidenziata da loghi e brand riconosciuti che garantiscono più elevate chance commerciali nei mercati più sensibili.

Fonte: Terra e Vita – Edagricole.

Cos’è il Tignanello, il vino italiano che dà il nome al blog di Meghan Markle.
Probabilmente, definirlo semplicemente «il vino preferito di Meghan Markle» sarebbe riduttivo: il Tignanello ha evidentemente uno spazio così grande nel cuore della duchessa di Sussex da aver addirittura ispirato il nome del suo blog (che pare sia all’alba di un inatteso ritorno), The Tig. Nulla di particolarmente sorprendente, in effetti: non è una novità che i cosiddetti Supertuscan, i vini che identificano in larga parte la viticoltura contemporanea toscana, abbiano il loro mercato d’elezione nel mondo anglosassone in generale e negli Stati Uniti in particolare.

Fonte: Vanity Fair.

Boom dell’export di vino per le cooperative (+130%). Piccinini: importante ruolo della promozione nei paesi terzi.
Tra il 2010 e il 2022 il fatturato generato dall’export delle cantine aderenti ad Alleanza cooperative ha registrato una crescita del 130%, con un trend superiore all’andamento delle esportazioni nazionali di vino che nello stesso periodo sono cresciute del 101%. Anche il fatturato complessivo negli ultimi dieci anni è aumentato dell’88%, a conferma di una crescita economica e un posizionamento importante conquistato dalle oltre 379 cooperative italiane, che producono il 58% del vino italiano.

Fonte: Foodaffairs.

STAMPA ESTERA

Les vins français font leur come-back aux Etats-Unis.
Les exportations vers le marché américain ont retrouvé leur trajectoire d’avant le Covid. Mais l’inflation et la pénurie de bouteilles compliquent la donne. Au Salan Vinexpo de New York, début mars, on ne voyait que la France et ses 115 exposants avec leur petit drapeau. Les vins français sont de retour aux Etats-Unis, après une année 2020 catastrophique. «Lerebondaététrèsfart. Ce pays est la première destination à l’export des vins français, en valeur, et également en volume depuis 2022 », souligne Emilie Dyan, de l’agence de développement international Bus messFYance. « Chez CMteau La Coste, nous exportons un tiers de notre production. dont 25 96 à 3096 aux EtatsUnis -10.000 caisses «, explique iaetltia Match, qui s’est insrallée en Floride l’année derniere pour y prospecter les «50 marchés n que sont les 50 Etats américains. Pour réussir, il faut s’adapter á la demande locale. « Aux Etats-Unis, le rosé devientun vin festif qu’on boit en soirée. Nous avons aussi un rosé pétillant auquel nous croyons beaucoup Ici ». raconte la commerciale. Une fiscalité plus démente Avec 191 millions de hères exportes en 2022, les ventes de crus tricolores aux Etats-Unis sont en léger recul par rapport à 2021, une année marquée par le frénésie de consommation post-Covid. Mais elles demeurent supérieures à leur La tendance de fond est au sans alcool et au sirupeux. niveau d’avant l’épidémie, 178 millions de litres. Et en valeur, elles ont encore crû de 300 millions d’euros, â 2,37 milliards. La trajectoire est donc rassurante. Le déconfinement n’est pas la seule raison du retour du vin français. La fiscalité est également devenue plus clémente. En 2021, l’adrrifnistration Eiden a suspendu pour cinq ans la surtaxe douanière de 25 % imposée par Donald Thunp en octobre 2019. Présentée comme une mesure de rétorsion après la création de la taxe française sur les géantsdu Net, elle ne touchait pas les vins italiens. Ces derniers n’ont donc quasiment pas chuté en 2020. Et ils continuent à étre près de deux fois plus vendus en volume aux Etats-Unis, notamment dans les pizzerias, avec des prix attractifs. Mais en valeur, La France a retrouvé sa première place dans les importations américaines, avec 2,67 milliards de dollars de ventes, devant l’Italie, 2,31 milliards. ïensious géopolitiques La nouvelle donne depuis 2022, c’est aussi l’inflation, qui renchérit les prix b la consommation. Mais les vins français étant plutôt chers, la hausse reste marginale, et les clients ont une plus forte propension à s’y adapter que les acheteurs de vins bas de gamme. A ce la s’ajoutent les tensions géopolitiques récentes, qui provoquent une régionalisation des échanges. « Il devient plus compliqué de vendre en Asie ou en Russte, parconséquentles yeux se tournent vers le marché nord-américain », note Christian Ligeard, conseiller agriculture à l’ambassade de France á Washington. LGI Wines, un producteur et négociant basé h Carcassonne qui travaille avec les coopératives vinicoles, exporte près de 10 % de ses 48 millions de bouteilles annuelles aux Etats-Unis.

Fonte: Echos.

Wo Noah die ersten Reben pflanzte.
In der Türkei blüht der Weinbau — trotz teils schwieriger Bedingungen. Güney Köse ist einer der jungen Türken, die Anatolien durchstreifen, um unbekannte Rebsorten zu finden. Die Traube Erciskarasi ist seine jüngste Entdeckung. Köse fand sie in einem Dorf, dessen konservative islamische Einwohner zwar Trauben essen, die aber nie daran denken würden, sie zu Wein zu verarbeiten. Das macht nun Güney Köse in Selcuk nahe Izmir. Mit der dunklen Rebe Erciskarasi hat er die Produktliste seiner Weine erweitert, die den Namen Akberg tragen. Auch in seiner neuen Weinbar mit türkischen Weinen in Amsterdam bietet er sie an. Sabit Agagoglu ist ein anderer Pionier. Er kam in den Siebzigerjahren während seines Studiums in Deutschland mit den Methoden des deutschen Weinbaus in Berührung. Da war in seiner Heimat die schwarze Rebe Kalecik Karasi vom Aussterben bedroht. Der junge Agraringenieur rettete sie, indem er die trockenen Wurzeln des Rebstocks Monte und so die Rebe wieder zum Leben erweckte. Im malerisch gelegenen Kalecik nahe Ankara gründete er am Fluss Kizilirmak das Weingut Tomurcuk, wo er seither Weine aus lokalen Reben herstellt. Kalecik ist mit seinen vier Weingütern ein Meines Kreativzentrun der jungen türkischen Weinkultur, die eine lange zurückreichende Geschichte hat. An der Verbindung von Altem und Neuem arbeitet auf ihrem Weingut Vinkara auch Ardic Gürsel, Tochter eines Hotelbesitzers und Bauunternehmers. Sie verarbeitet etwa die einheimische rote Rebe Hasandere. Bekannt wurde sie, weil sie mit den Methoden der Champagnerherstellung aus der Rebe Kalecik Karasi einen bemerkenswerten Sekt ergibt. Solche Geschichten und viele andere mehr erzählt die türkische Weinfachfrau 1Lba Yargic De Wilde. Etwa dass zwei von drei Weingütern im Besitz von Frauen sind. So gehört in Kalecik das Weingut Zafalis zwei Frauen. Selbst wenn die Weinherstellung einen bemerkenswerten Aufschwung erlebt, liegt das Land im internationalen Vergleich noch weit zurück. Allein in Sizilien produzierten 600 Güter Wein, in der Türkei seien es erst 160, rechnet Yargic De Wilde vor. Zwar hat die Türkei die weltweit fünftgrößte Anbaufläche für Trauben. In der Rangliste der Weinproduzenten liegt sie aber mit 19 Millionen Litern lediglich auf Platz 45. Denn zu Wein werden nur zwei Prozent der Trauben verarbeitet. Dabei waren auf dem Territorium der Türkei 1904 noch 340 Millionen Liter produziert worden.

Fonte: Frankfurter Allgemeine.

Grazie per l’ascolto, vi ricordiamo che le news di oggi, sono state offerte da Blinkup

A risentirci a domani.