rassegna stampa del vino di sabato 6 maggio 2023!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di sabato 6 maggio 2023!

Le news di oggi, sono state offerte da QuidQuid Srls strategie tecniche commerciali per potenziare il tuo business.

Grammatica di base per non sbagliare vino.
Le regole del buon gusto sono le stesse del buon senso. Bisogna scegliere le bottiglie secondo una scaletta di corpo e alcolicità La temperatura è fondamentale, per il naso e per il palato. Gli inglesi predicano che l’unica regola è non averne: una fesseria. Una tradizione goliardica legata alla cucina tradizionale veronese vede brigate di amici darsi appuntamento a tavola a Ferragosto per mangiare il piatto tipico più tipico che c’è in riva all’Adige: bollito con la pearà. La pearà è la tipica salsa scaligera che una leggenda fa risalire ad Alboino, re dei Longobardi. È fatta con pan grattato, midollo di bue (c’è chilo sostituisce col burro) e tanto pepe. Si fa cuocere a lungo su fuoco basso e si serve ben calda su cotechino, lingua bovina, testina di vitello, manzo e pollo appena impiantati. Roba da sauna gastronomica. La temperatura sfiora i 4o° all’ombra? Tanto meglio, «i veronesi tutti matti» – così recita un proverbio veneto – rispondono con un piatto altrettanto torrido.

Fonte: La Verita’.

In cantina – Masseto, bene la Caveau Release.
Personal Aggiudicazioni in rialzo dell’88% per le 132 bottiglie di vari formati in asta online Masseto, bene la Caveau Release di Cesare Pilon uesta puntata è imperniata sulle quotazioni ottenute da un vino, il Masseto in una sola asta, indem per una piccola partita (46 lotti) di sue bottiglie di vari formati. 11 fatto è che con questa vendita all’incanto, battuta online dal 12 al 27 aprile ha fatto il suo esordio una formula inedita di vendita: la Tenuta Masseto si è accordata con Sotheby’s per porre periodicamente all’asta un numero limitato di annate storiche prelevate direttamente dal suo Caveau di Bolgheri. Com’è andata questa prima edizione di Masseto/Caveau Release? Ha riscosso un notevole successo: le 132 bottiglie in palio, il cui valore complessivo era stimato in 200 mila euro, sono state aggiudicate per 376.625, 1’88% in più.

Fonte: Milano Finanza.

Con “bozza in festa” vino protagonista per una settimana.
Tra mercato, stand gastronomici e spettacoli per bimbi riflettori saranno puntati sulle degustazioni di Albana. L’identità in calice di un territorio raccontata attraverso una festa ed eventi in tema vitivinicolo. Dal domani al 14 maggio torna infatti “Dozza in Festa — Settimana di vino e Albana” che vede la manifestazione spalmata lungo otto giornate. In totale saranno quattordici le cantine presenti per fare assaggiare i propri alfieri della vigna: Palazzo di Varignana, Fattoria Monticino Rosso, Marco Tampieri, Branchini, Podere Ferraruola, Tramosasso Società Agricola di Foschi, Gandolfi Marco e Andrea Società Agricola, Cenni e Assirelli, Corte San Ruffillo Agriresort, Fondo Ca’ Vecja Società Agricola, Premiata Cantina Poderi delle Rocche, Cantine Ceci, Assirelli Vini, Mazzolani e Biagi. Si parte domani, dalle 10 alle 20.30, con mercato, degustazioni, stand gastronomico delle Arzdore di Dozza e fiera di paese.

Fonte: Corriere Romagna di Ravenna Faenza-Lugo e Imola.

Una Fortezza in Campania dove il principe è il vino buono.
A Torrecuso di Benevento c’è l’azienda di Enzo Rillo Qui la storia si sposa con l’innovazione e la qualità. Tanti anni fa Enzo Rillo fece una promessa alla sua terra: che avrebbe lavorato sodo per esaltarla e raccontarla al mondo intero. Per questo oggi dice: «Se mi domandassero perché un imprenditore di successo già affermato nel campo delle costruzioni, della sicurezza stradale, impegnato nel tessile e nel terziario avanzato, decide di investire nel settore vitivinicolo la risposta non potrebbe che essere una: amo la mia terra». Ed è un amore che dura da tutta una vita e che Enzo traduce confezionano ogni anno bottiglie che sono la summa di un pensiero innovativo, come il suo, e di un territorio generoso, come quello campano. Concetti che si sintetizzano in un marchio: La Fortezza. «Sono prima di tutto figlio di contadini — racconta il titolare dell’azienda che ha sede a Torrecuso, nella provincia di Benevento — con un’infanzia e un’adolescenza trascorse a scorrazzare tra i campi tra gente umile e onesta.

Fonte: Corriere Romagna La Settimana.

Torna il salone dedicato ai vini artigianali.
Domenica e lunedì la seconda edizione di “Fermento Emilia” Assaggi e dibattiti al castello e Casa Cavezzi con area gastronomica e mercato contadino della comunità Slow Food Montecchio Domenica 7 e lunedì 8 maggio il castello di Montecchio ospiterà la 2a edizione di “Fermento Emilia – il Salone dei vini artigianali dell’Emilia”. Saranno presenti circa 40 vignaioli che nelle province di Reggio Emilia, Ferrara, Bologna, Modena, Parma e Piacenza che hanno dato vita a piccole produzioni artigianali e che in questa occasione presenteranno il loro lavoro in una mostra mercato che propone degustazioni tematiche, dibattiti e tavole rotonde sul valore culturale e sociale del mondo agricolo oggi. “Fermento Emilia” è organizzata e promossa da Naturalmente Emilia con il patrocinio del Comune di Montecchio. Vitigni autoctoni, molti da riscoprire, pratiche enologiche antiche e tradizioni secolari sono un patrimonio condiviso e apprezzato.

Fonte: Gazzetta di Reggio.

Dozza fa la festa al vino Mercato, sapori, trekking Otto giorni di eventi.
Si comincia domani, in centro lo stand gastronomico delle arzdore Domenica convegno di Nomisma nel salone maggiore della Rocca. Lunedì apre la mostra con immagini e storie del borgo, poi aperitivo nel castello 1114 gran finale con le camminate. Otto giorni di festa con i migliori vini del territorio. A Dozza è tutto pronto per la ‘Settimana di vino e Albana’ che da domani al 14 maggio celebrerà l’eccellenza del territorio. Una bella triangolazione d’intenti quella messa in campo da municipio, Fondazione Dozza Città d’Arte ed Enoteca Regionale per un’edizione da record in termini di durata e 14 cantine locali coinvolte. Tantissime le iniziative: full immersion enologica domani dalle 10 alle 20.30, tra mercato, degustazioni, stand gastronomico curato dalle arzdore e piccola fiera di paese.

Fonte: Resto del Carlino Imola.

Storia e cultura dei territorio raccontate dai viticoltori.
Al via da oggi gli appuntamenti della rassegna “Un giro in vigna” promossa dai gruppi del Fai Coinvolte cinque aziende del Friuli Venezia Giulia che sveleranno agli ospiti cantine e filari Storia e cultura del territorio raccontate dai viticoltori e vigne sono patrimonio immateriale di storie e buone pratiche vitivinicole, bagaglio di tradizioni e, allo stesso tempo, specchio della nostra contemporaneità: nel calice si ritrovano storia e cultura della nostra regione. “Fai un giro in vigna”, progetto delle delegazioni e gruppi Fai del Friuli Venezia Giulia e di concerto con la Regione, torna nella sua terza edizione per aprire le porte di alcune delle preziose aziende agricole del territorio, e così riportare i visitatori a contatto con le proprie radici attraverso queste eccellenze In tutto cinque appuntamenti già in calendario, a partire da oggi: giri letterali e metaforici, che vogliono «partire e tornare alla vigna – spiega la presidente regionale del Fai Tiziana Sandrinelli -, riconoscendo nella degustazione finale dei vini tutte quelle sfumature di storia locale e cultura della sostenibilità assaporate durante il percorso».

Fonte: Piccolo.

Il Lambrusco arriva in mostra: 50 cantine al Polirone.
Lambrusco a Palazzo oggi e domani mette in scena la sua ottava edizione, che professa un amore verso i Lambrusco di eccellenza mantovani, modenesi, parmensi e reggiani. La manifestazione ospitata a San Benedetto Po accoglierà 50 cantine dalle 4 province di produzione in un contesto di valore artistico, storico e turistico: l’Abbazia di Polirone. Vanessa Morandi, assessore comunale al Turismo, sottolinea l’importanza di questo evento per il territorio e la centralità dell’Abbazia nella promozione delle eccellenze enogastronomiche e culturali. Onav Mantova, Modena, Parma e Reggio Emilia, assieme a La Strada del Vino e dei Sapori Mantovani, in accordo col Comune, si propongono di omaggiare il Lambrusco in tutte le sue sfumature e diversità. Matteo Battisti, delegato Onav Mantova, insiste sul valore spesso dimenticato di questo vino eclettico.

Fonte: Gazzetta di Mantova.

La sfida de La Fiuma Un metodo classico rosso e non dosato dal Grappello Ruberti.
Fabio Zappellini punta sul vitigno che caratterizza l’Oltrepò Mantovano già usato per Lambrusco e vermouth. Fabio Zappellini il coraggio non è mai mancato, fin da quando ha trasformato l’azienda agricola di famiglia, in riva al Po a Portiolo, con tre ettari di vigneto, impiantati per 1’80% a Grappello Ruberti e per il 20% a Salamino. Da quella scommessa, e da un percorso che ha visto come suoi maestri due enologi come Roberto Negri e Mattia Vezzola, è nato “La Fiuma”, un Lambrusco di Ruberti, il vitigno che caratterizza l’Oltrepò Mantovano, che ha subito preso piede nella ristorazione mantovana di qualità. Zappellini, però, non si è fermato, con l’intento di valorizzare sempre più il suo territorio. Uno dei passi successivi è stato presentato ieri, una novità per il panorama mantovano: La Fiuma metodo classico, frutto della vendemmia 2020, tiraggio nel febbraio 2021 e sboccatura il primo aprile scorso.

Fonte: Gazzetta di Mantova.

La Valle a Milano: «II nostro vino è quello di casa».
L’evento organizzato dal Consorzio di tutela per lunedì 15 maggio: «Siamo i perfetti candidati» • Valtellina alla conquista di Milano armata di Nebbiolo, bellezza e racconti di uno e dell’altra. Si chiama “Obiettivo Valtellina” l’evento organizzato dal Consorzio di tutela vini per lunedì 15 maggio alla Casa degli artisti del capoluogo lombardo allo scopo di consolidare il legame tra la provincia di Sondrio e la metropoli, eccellenza turistica assoluta nel panorama nazionale e internazionale, attraverso il mondo dell’enologia. Un modo per promuovere le unicità del territorio valtellinese anche in vista delle Olimpiadi 2026 che annoderanno ancora di più i fili che intessono le trame di rapporti tra la pianura e le sue montagne. «Dopo tanti anni ci riaffacciamo su un mercato e una zona come Milano che per noi è molto importante – dice Danilo Drocco, presidente del Consorzio.

Fonte: La Provincia Settimanale di Sondrio.

Cantina Terre confermata multa da 134mila euro – “Terre d’Oltrepo”, multa da 134mila euro.
La sede della cantina a Broni “Terre d’Oltrepo”, multa da 134m11a euro La corte d’Appello conferma la sentenza di primo grado: risarcimento per i fondi europei ottenuti ingiustamente neI 2011. I vecchi guai della Cantina Terre d’Oltrepo presentano il conto, anche ad anni di distanza e con una nuova gestione completamente estranea a quei fatti. Secondo la corte d’Appello di Milano, infatti, è valida la sentenza di primo grado del tribunale di Pavia. Sentenza di fine 2021 in cui si diceva che la cantina Terre d’Oltrepo deve risarcire 134mila euro al Ministero delle Politiche agricole e forestali per aver percepito indebitamente dei contributi pubblici. Inizialmente la multa era di 497mi1a euro, ma era già stata ridotta dal tribunale di Pavia. Proprio alla sentenza pavese, del 2021, si è appellata la cantina Terre d’Oltrepo rappresentata dagli avvocati Pietro Roveda e Luca Lucini entrambi del foro di Lodi.

Fonte: Provincia – Pavese.

Canneto, asta deserta per l’ex cantina sociale In ottobre altro round.
Niente da fare per il primo tentativo di vendita dell’immobile e del marchio dell’ex cantina sociale di Canneto Pavese. Se ne riparlerà in autunno. È andata, infatti, deserta l’asta che era in programma ieri mattina, alle 11, nello studio di Vigevano del liquidatore giudiziale Gino Mario Socci: il complesso di frazione Camponoce (25 mila metri quadrati solo di capannoni e piazzali) e il marchio della ex cantina sociale erano in vendita per 3,3 milioni di euro con possibilità di offerta minima di 2,5 milioni di euro. Ma, nonostante in questi mesi ci siano stati richieste e interessamenti, non si è concretizzata nessuna offerta. Ora il tribunale di Pavia, che a maggio 2022 aveva dato il via libera alla procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento, prevista dall’articolo 14ter della legge 3/2012 (la cosiddetta “salva suicidi”), tramite la liquidazione di tutti i beni dell’azienda, evitando così la liquidazione coatta amministrativa, ha già fissato la data della prossima asta, che si terrà il 18 ottobre: li il prezzo a base d’asta scenderà a 2,5 milioni di euro, mentre l’offerta minima sarà ridotta del 20%, quindi intorno ai 2 milioni di euro.

Fonte: Provincia – Pavese.

Lambrusco a Palazzo: il Polirone si tinge di rosso effervescente.
Un fine settimana dedicato al vino-simbolo di 4 province (Mantota, Modena, Parma e Reggio Emilia) Poemi 50 cantine che esporranno 150 etichette di Lambrusco in tutte le sue sfumature e sfaccettature. Vermiglio, rubino o porpora. Ha le bolle. E il Lambrusco! Un calice di Lambrusco, inconfondibile ed estremamente versatile, 8 capace di soddisfare le esigenze del bere moderno e di mettere d’accordo quattro province: Mantova, Modena, Parma e Reggio Emilia sono unite indissolubilmente da questo vino-simbolo. E un vino contemporaneo che si rivela adatto anche a chi fa della sostenibilità ambientale e della territorialità una filosofia di vita e di consumo. L’ottava edizione di Lambrusco a Palazzo b alle porte e l’Abbazia di Polirone a San Benedetto Po, complesso monastico datato XI secolo, 8 pronta ad accogliere i Lambruschi di eccellenza, l’Olimpo dei Lambruschi.

Fonte: Voce di Mantova.

Dalla cantina al bicchiere È “Il sabato del vignaiolo”.
L’enoteca regionale ospita 60 produttori indipendenti con assaggi e degustazioni. Sabato, giornata particolare nell’ex convento di San Francesco ora Enoteca Regionale. È “Il sabato del vignaiolo” caratterizzato da degustazioni, storie e racconti dei piccoli viticoltori regionali di circa 60 cantine della regione appartenenti alla Fivi Marche. Dalle 10.30 alle 19, saranno allestiti i banchetti in cui si potranno assaggiare e acquistare bottiglie di vino con la presenza di un food point gestito dall’Enoteca Regionale. L’organizzazione è della Fivi con il contributo del Comune di Offida il cui scopo è promuovere e tutelare la figura dei piccoli produttori di vino. Sarà l’occasione per scoprire la filosofia di viticoltura differente.

Fonte: Corriere Adriatico Ascoli Piceno.

Il molise ubriaca il trentino – Il Molise ubriaca il Trentino.
Il Friuli Venezia Giulia e il Trentino scoprono con sorpresa e piacere i vini molisani e si innamorano della nostra tintilia, con l’edizione 2023 di Borghi diVino. II Molise ubriaca il Trentino II successo durante le prime tappe dell’edizione Borghi diVino Il Friuli Venezia Giulia e il Trentino scoprono con sorpresa e piacere i vini molisani e si innamorano della nostra tintilia. E’ quanto è accaduto in questi giorni durante le prime due tappe (dal 21 al 23 aprile a Valvasone Arzene in Friuli Venezia Giulia e dal 30 aprile al primo maggio a Egna in Trentio Alto Adige) dell’edizione 2023 di Borgo diVino. Borgo diVino è l’appuntamento itinerante, organizzato da Valica s.r.l. in collaborazione con l’associazione i Borghi più belli d’Italia che abbraccia l’Italia dei suoi borghi più belli e dei suoi vini migliori, a cui la Camera di Commercio del Molise quest’anno ha aderito per supportare, sostenendo i costi di partecipazione, le produzioni e i produttori molisani di vino e per promuovere la nostra regione come meta turistica enogastronomica in tutta Italia.

Fonte: Il Nuovo Molise.

I 70 anni della Cantina voluta da Olivetti – La Cantina di Olivetti.
Compie 70 anni e diventa hi-tech il consorzio viticoltori della Serra che fu sostenuto dal grande imprenditore di Ivrea. Compie settant’anni la Cantina Sociale della Serra di Piverone, che oggi conta su 230 soci che coltivano vigne nell’anfiteatro morenico, compresi i comuni biellesi attorno al lago: in tutto si tratta di 150 ettari, di cui 110 iscritti alla Docg, da cui si ricavano a seconda delle annate dagli otto ai diecimila quintali di uva, poco meno della metà di Erbaluce, sufficienti a produrre circa 500 mila bottiglie distribuite in trenta etichette. Di queste alcune come l’Erbaluce Ramblé (così si chiamano i terrazzamenti tipici delle viticoltura collinare) o il Sessanta, lanciato dieci anni fa, che vengono prodotti soltanto con l’uva proveniente da vigneti selezionati. Tre i vitigni coltivati, oltre all’Erbaluce, autoctono piemontese, il Nebbiolo altrettanto noto e un altro classico della Regione, il Barbera. Come ha ricordato il presidente della Cantina sociale Ivo Actis Dana nell’evento organizzato per celebrare l’anniversario, la nascita del sodalizio partita da un’idea molto precisa (vivere di agricoltura in una terra di industrie) ha non solo una data ma anche un’ora precisa. Alle 21 del 20 maggio 1953 i 99 soci davano il via all’avventura.

Fonte: Stampa Biella.

Puro Minutolo del Salento, altro che Fiano.
Si scrive Fiano ma si legge Minutolo. È una lunga storia quella di questo vitigno, originario della Valle d’Itria. Per anni erroneamente chiamato Fiano, localmente flanello, è stato recuperato dalla scomparsa e dall’oblio dall’enologo Lino Carparelli agli inizi del 2000. Da allora per alcuni anni sembrava che il futuro e lo sviluppo dei vini bianchi in Puglia si misurasse con questo vitigno, visto il proliferare di nuovi impianti ad esso dedicati. Solo nel 2ou la varietà viene riconosciuta come autoctona e iscritta nel Registro nazionale delle varietà di vite. Vittoria effimera per certi versi, visto che molti per facilità di comunicazione, specie in ambito internazionale, preferiscono ancora chiamarlo con il vecchio nome. Basta però mettere il naso nel bicchiere per accorgersi che con il Fiano, quello di origine campana, ma anche con le versioni pugliesi, non ha nulla a che vedere. I suoi profumi ci riportano verso i vitigni aromatici come il moscato, a cui assomiglia molto.

Fonte: Corriere del Mezzogiorno Puglia.

Il Consorzio Valpolicella porta l’Amarone a Roma.
Domani e dopodomani la manifestazione nella capitale Il Consorzio Valpolicella porta l’Amarone a Roma All’Hotel Hassler di Trinità dei Monti. Marchesini: «Romani appassionati del grande rosso veronese». Due giorni di «Vacanze romane» per il Consorzio Vini Valpolicella, dedicati alla promozione del vino rosso della denominazione più famoso e apprezzato nel mondo. Domani e dopodomani a Roma, all’Hotel Hassler di Trinità dei Monti, torna l’evento «Amarone in Capitale» e tornano per il secondo anno le degustazioni per un viaggio sensoriale dall’Arena al Colosseo, dalle colline della Valpolicella alla celebre scalinata. «Roma è tra le principali destinazioni italiane dei nostri vini di punta e in particolare dell’Amarone», afferma il presidente del Consorzio Vini Valpolicella, Christian Marchesini. «Oltre a rappresentare un fil rouge tra Verona e la capitale, l’Amarone riflette la passione consolidata dei romani per il grande Rosso veneto». Il cartellone di «Amarone in Capitale» parte domani, domenica 7, con un «walk around tasting» aperto a operatori dell’horeca e al pubblico, dalle 18 alle 22.30, allo Spazio Imàgo dell’Hassler. Sarà dedicato ai due vini iconici della denominazione, l’Amarone della Valpolicella e il Valpolicella Superiore.

Fonte: Arena.

Ca’ di Rajo, il vino è giovane La cantina degli under 40 con un occhio alla bellezza.
Nonni mezzadri, genitori conferitori, oggi i tre fratelli Cecchetto guidano un’azienda da 53 milioni Diversificazione di prodotto, canali e mercati le chiavi. E ora si punta sul turismo esperienziale Ca’ di Rajo, il vino è giovane La cantina degli under 10 con un occhio alla bellezza più che una storia di ricambio generazionale, quella di Ca’ di Rajo lo è di giovani al comando. Della famiglia, ma non solo: in un gruppo con 54 dipendenti, 33 sono under 40. Nonni Marino e Palmira mezzadri, papà Bortolo conferitore, non aveva ancora compiuto vent’anni Simone Cecchetto quando ha deciso la continuità e lo strappo. La prima, evidente, è quella del settore: vino. Il secondo, invece, lo strappo, è nella decisione di fare da solo, di avere un’impresa propria. E nata così quella che oggi è Ca’ di Rajo, che ha chiuso il 2022 con 53 milioni di euro di fatturato — con le etichette Ca’ di Rajo, Terre di Rai e Aganis — contro i 39 milioni dell’anno precedente, ed è gestita proprio da Simone Cecchetto con i fratelli Alessio e Fabio.

Fonte: Tribuna Treviso.

Vino italiano in perenne crescita: qual è il problema?
Leggendo le riviste specializzate, seguendo i comunicati stampa delle varie cantine e dei grandi gruppi che le controllano, si deduce di un grande stato di salute del vino italiano in perenne crescita. A margine però dei toni trionfalistici vi è anche una problematica legata alla produzione perennemente crescente; in sostanza c’è anche chi dice che c’è troppo vino in circolazione. Secondo dati pubblicati dal “Sole 24 ore” in Italia a marzo 2023 le giacenze il vino sono cresciute del 5,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Significa che l’Italia ha 60 milioni di ettolitri di vino in cantina, in pratica è come se si fosse già vendemmiato.

Fonte: Apetime-Magazine.

VINO SÌ, VINO NO.
Sistematicamente ci imbattiamo in articoli che osannano le proprietà del vino, salvo poi leggere tutto il contrario di tutto su altre riviste. Lasciando a medici e scienziati la diatriba “tecnica”, pensiamo sia opportuno, se proprio non ne possiamo fare a meno, bere con moderazione e scegliere vini di qualità. Sulla tipologia di uva utilizzata e sul sapore finale non entriamo nel merito, perché i gusti sono troppo personali. Pensiamo sia utile, però, considerare le qualità oggettive del vino. Ma cosa si intende per qualità? In commercio si trovano vini a basso costo che di vino hanno ben poco. Sono più bevande a base di uva visto il corpo e la struttura dalla scarsa personalità (molto spesso sembrano annacquati), la cronica mancanza di gusto e aromi.

Fonte: OrticaWeb.

L’Abc del marketing per vendere il vino.
L’incoraggiante più 9,6 per cento registrato dalle esportazioni di vino aretino che, tradotto in euro significa oltre 112 milioni di euro in più di bottiglie vendute oltre confine, è un risultato importante che può e deve essere ancora rafforzato. Nasce proprio per migliorare le performance produttive e commerciali l’eno-seminario “Marketing del vino: tendenze, opportunità e sostegni”, organizzato da Cia Arezzo nell’ambito di Pro-Ag (Precision Agriculture), il progetto di formazione gratuita per le imprese agricole da accompagnare sulla strada dell’innovazione. Ad ospitare l’evento ad Arezzo sarà la sala Piero della Francesca dell’Hotel Minerva (Via Fiorentina 4). L’appuntamento, in programma l’8 maggio a partire dalle ore 9, sarà aperto da Giordano Pascucci, Direttore di Cia Toscana. Seguiranno i contributi di Simone Tomarchio di Area 39 srl, che traccerà un quadro del mercato del vino con un focus sulle tendenze e sulle opportunità per le denominazioni toscane. Sarà quindi la volta di Francesco Sassoli, responsabile Servizi alle imprese Cia Toscana, per fare il punto sugli interventi e sui sostegni messi a disposizione dalla PAC. Infine la parola passerà ad Alessandra Vacchi di Area 39 srl per illustrare le opportunità rese disponibili dall’OCM Vini promozione.

Fonte: La Nazione.

Evviva il buon vino… e alla malora Polifemo.
È pur vero che il costo del vino sta velocemente scivolando verso parametri fuori mercato per le tasche degli italiani, tuttavia, per quanto possibile è necessario bere vino e, per quanto permettono le nostre tasche, bere vini costosi. Per due ordini di motivi: il primo è che il peggior modo, il più volgare, di utilizzare il denaro è per fare altro denaro, aumentare l’indegno cumulo privando del necessario il prossimo, magari accatastando case e automobili di cui non possiamo usufruire contemporaneamente. Viceversa, il modo migliore è di sprecarlo in beni considerati futili, purché beni. Buttare il denaro in opere d’arte, in armi, libri, alcol e tasche altrui è il modo migliore di utilizzarlo. Migliore per noi, ci libera di un peso, migliore per chi lo riceve, perché ne ha bisogno. Il modo più gradevole in assoluto – dico gradevole per noi, perché fare l’elemosina, per quanto a tre zeri è gradevolissimo più che altro per chi la riceve -, è quello di buttare soldi in bottiglie costosissime.

Fonte: Ricognizioni.

Il Giro d’Italia parte dalla Costa dei Trabocchi. L’Italia in rosa nelle Città del vino d’Abruzzo.
Tutto pronto per l’esordio dell’edizione numero 106 del Giro d’Italia. La prima tappa della corsa rosa, in programma sabato 6 maggio, si snoda nell’affascinante Costa dei Trabocchi, tra i comuni di Fossacesia Marina e Ortona, centri abruzzesi della provincia di Chieti che appartengono al circuito delle Città del vino dove le eccellenze vitivinicole, e in generale agroalimentari, sono di casa. Fossacesia si trova lungo la strada del vino “Tratturo del re” ed è terra di produzione di Montepulciano d’Abruzzo Doc così come di altri vini, tra cui Pecorino, Cococciola e Passerina. Il comune teatino, da dove partiranno i ciclisti impegnati nella cronometro individuale di circa 19 chilometri, oltre nel wine&food (tra cui l’arte dolciaria) vanta tradizioni di rilievo nel mondo delle due ruote, visto che è la città natale del ciclista Alessandro Fantini, attivo tra il 1956 e il 1961, vincitore di tappe sia al Giro d’Italia sia al Tour de France.

Fonte: Gambero Rosso.

Vino, il 9 maggio al via il Master della Falanghina del Sannio Doc.
Si terrà il prossimo 9 maggio alla Masseria Roseto di Benevento, la prima edizione del Master della Falanghina del Sannio Doc, il concorso organizzato dal Sannio Consorzio tutela vini in collaborazione con l’Associazione italiana sommelier (Ais). La manifestazione ha l’obiettivo di contribuire a valorizzare la conoscenza e la divulgazione del vitigno e delle eccellenze vitivinicole locali, insieme con la professione di sommelier. I sedici candidati dovranno orientare la loro preparazione tecnica-teorica sui seguenti argomenti: storia e diffusione del vitigno falanghina tipo beneventano; peculiarità del vitigno falanghina tipo beneventano, terreno e clima; vini, tipologie e produttori del Falanghina del Sannio Doc ed infine analisi organolettica e abbinamento cibo-vino.

Fonte: Askanews.

Vini di primavera: dieci consigli dei nostri esperti.
Raffaele Foglia mi ricorda, e io lo ricordo a voi che ci leggete, che questa newsletter dedicata al vino, in assoluto la numero 172, è un nostro omaggio alla primavera e a quelle bottiglie che la sanno esaltare al meglio, per i nostri palati e i nostri cuori. Buona lettura, utile per orientare le vostre scelte. Summa 2023 si conferma l’evento straordinario creato e messo in scena con la famiglia Lageder nel cuore di un Alto Adige fiabesco che ti riporta alle origini di una viticoltura bio con progettualità. Come affermano Alois e Clemens Lageder: «Con i nostri vini desideriamo portare il passato nel futuro». E padre e figlio identificano questo mantra con il loro Löwengang Uvaggio Storico Un vigneto di viti che vantano un’età di 140 anni, una delle vigne più alte della regione distesa tra i 230 ai 330 metri sul livello del mare. Viti coltivate a Carmenère, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot. Un patrimonio genetico esemplare dal quale stanno, da qualche anno, riproducendo viti con selezione massale per la creazione di cloni giovani al fine di ampliare la superficie di appezzamento.

Fonte: Identità Golose.

Tasca d’Almerita, l’intelligenza artificiale per governare vigne e cantine.
I vigneti, la cantina e in generale l’azienda governati con l’uso dell’intelligenza artificiale. È il progetto della cantina siciliana Tasca d’Almerita guidata da Alberto Tasca. L’azienda siciliana, già società benefit, da anni impegnata sul fronte della sostenibilità ambientale (Alberto è presidente della Fondazione SoStain) ha di recente ottenuto il riconoscimento di B-Corp (primi in Sicilia e secondi in Italia nel settore del vino) e quindi l’ammissione tra le imprese che si impegnano a misurare e considerare le proprie performance ambientali e sociali con la stessa attenzione tradizionalmente riservata ai risultati economici. Una certificazione che ha richiesto un lavoro di raccolta di dati durato un paio d’anni all’interno dell’azienda nelle cinque macroaree previste dall’iter di certificazione: governance, comunità, persone, ambiente e clienti.

Fonte: Il Sole 24 Ore.

STAMPA ESTERA

L’Italie vinicole, un voyage sans fin.
LES CRUS DE LA BOTTE COMPTENT AUJOURD’HUI PARMI LES PLUS RECHERCHÉS PAR LES AMATEURS DE NOUVEAUTÉ. VOICI NOTRE SÉLECTION POUR SE PLONGER DANS LA DIVERSITÉ DES CÉPAGES ET DES RÉGIONS DE LA PÉNINSULE. Sommelier depuis seize ans, en Italie, en Belgique et maintenant en France chez Fataly Paris, Teodoro Ventera est un passionné de vins italiens. «Avec 350 cépages différents, les expressions sont totalement différentes d’une année à l’autre et ce, de façon plus marquée qu’en France, explique le jeune homme. De plus, avec des différences climatiques plus intenses et, il faut le reconnaître, des vfnijfcatlons moins précises, les Italiens arrivent ä produire des vins de grande qualité qui séduisent de phis en plus les Français. » Avec quelque 1700 références, la boutique F.ataly du Marais est une caverne d’Ali Baba pour les amateurs ou les néophytes à la recherche de pépites. SI les hest-sellers sont, sans beaucoup de surprise, les célèbres toscans chianti, brunello di montalcino et les vins du Piémont à hase de nebbiolo (barolo et nebbiolo di Langhe), il faut se laisser tenter par des cuvées plus originales. Car dans toutes les réglons italiennes, la production est importante et les prix plus que raisonnables, que ce soit pour les blancs, les effervescents ou les rouges. Seule ombre au tableau : les rosés, encore rares et qui n’ont pas encore trouvé leur place, d’autant que la législation italienne permet de mélanger blanc et rouge, pratique interdite en France, sauf en Champagne. Des cuvées abordables L’attrait des amateurs pour les vins italiens ne fait qu’augmenter. D’après l’observatoire UIV-Vinitaly, même les vins rouges enregistrent des ventes records à l’export, en hausse de 200 % depuis 2010. Tandis que dans le même temps, les effervesceni vins ts ne croissent que de 6 “/ et les vins blancs de 1,3%. « Nous assistons é un important changement du positionnement des vins italiens, constate Maurizio Danese, directeur général de Veronafiere, organisateur du salon Vinitaly. Les consommateurs sont à la recherche de produits qui évoquent l’art de vivre d l’italienne, et nos vins répondent à ces attentes. » « D’un edre, nous avons la chance d’avoir des produits très abordables et, de l’autre, fi existe une forte demande de vins de qualité qui bénéficient de l’image du “made in Italy” », ajoute Lambert° Frescobaldi, président de l’L1V (Union italienne du vin). Pour s’en convaincre, nul besoin de casser sa tirelire. Chez Fataly, chacun peut découvrir des cuvées de qualité à moins de 30 euros, même si les vins les plus prestigieux atteignent facilement le prix de grands crus bordelais. «le suis convaincu que les vins italiens offrent la phis grande diversité pour un coût abordable, insiste Teodoro Ventura.

Fonte: Figaro.

A `Birth-Year’ Wine Makes a Great Gift— Sometimes.
Buying a birth-year wine long before a child turns 21 is, as a rule, easier and much less costly. HAVE YOU EVER tasted a wine made the year you were born? Some people will buy a wine for that reason alone. Purchasing “birth-year” wines for loved ones has long been a tradition among oenophiles. But I wonder if it is (still) a good idea, or a relic of an earlier era when wines weren’t styled to be consumed right away, as most are today. The British tradition of “laying down” a “pipe” of Port the year of a child or godchild’s birth is likely where the birth-year-wine idea began. “The Oxford Companion to Wine” dates the practice to the Victorian era. A pipe is a 550-liter barrel, equal to about 60 cases of wine, according to Hugh Symington, marketing and communications manager for Premium Port Wines, the San Francisco-based import company for Port producer Symington Family Estates. “The glass bottle as we know it didn’t appear until the mid 1800s, so it was common practice to trade Port by the barrel,” Mr. Symington explained. Kristie Petrullo Campbell, managing director of Blacksmith Wines, a store in Cold Spring, N.Y., told me she receives many calls for birthyear wines as well as for what she called “milestone” wines to mark wedding anniversaries and other important occasions. “The 10-year milestone is a big one,” she said. Ms. Campbell has an extensive inventory of older wines in her store, including bottles purchased from private collectors. The vintages date back to 1910, and prices range from $50 to $20,000-plus a bottle, she said. The wines that Ms. Campbell counsels would-be buyers to consider depend on the vintage of their birth year. Any year will be better in some places than others. Champagne is one of her top picks, but, she noted, “not every birth vintage is a Champagne vintage.” The same is true for Port. In the Douro region of Portugal, where Port is made, producers “declare” a vintage only if they judge the wines produced in that harvest year worthy. Not every year is a declared vintage. Gerald Weisl, proprietor of Weimax Wines e Spirits in Burlingame, Calif., advised that buying a birthyear wine long before a child turns 21 is, as a rule, easier and much less costly. He might recommend buying California Cabernet or a vintagedated Armagnac. Some clients are looking for wines to give as wedding presents for the new couple to open on an anniversary. Mr. Weisl recalled a customer who said, “We need a few bottles for this couple, but it’s his third marriage and her fourth, so nothing that needs 10 years’ aging to reach its peak. Let’s go for more near-term anniversaries.” Mr. Weisl made a few suggestions, such as Burgundy, Piemontese reds, Sauternes and Loire Valley Chenin Blanc. Although Ben Wallace, the owner of Cellaraiders in Brewster, N.Y., does a brisk trade in buying and selling old(er) wines from collectors’ cellars, he’s not a big fan of the idea of buying wines to mark a birth or anniversary. “A lot of people who buy birth-year wines don’t know anything about wine,” said Mr. Wallace.

Fonte: Wall Street Journal Usa Off Duty.

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