Ritorno (quasi soft) al pre-Covid.
Il 2022 si chiude con un bilancio in chiaroscuro sui tre principali mercati di sbocco del vino italiano: sul circuito retail di Usa, UK e Germania, secondo i dati NielsenIQ elaborati dall’Osservatorio del Vino UIV-Vinitaly, sono stati venduti 4,9 milioni di ettolitri di vino, equivalenti a un calo del 9% rispetto al 2021, per valori in riduzione del 5%, a 4,7 miliardi di euro.
A livello volumi, i cali sono nell’ordine del 9% sia per gli spumanti (1,3 milioni di ettolitri, generati soprattutto da UK e Germania, che oscillano tra -13% e -15%, mentre gli Usa si fermano a -1%), sia per gli still wines (3,5 milioni di ettolitri, con punte di -10% in UK). Le riduzioni a valore vedono i vini fermi a -6% (2,9 miliardi di euro), mentre sullo spumante la buona performance statunitense (+4%) compensa i cali del 10% di UK e Germania, portando il totale della categoria a -4% (1,7 miliardi di euro).
Fra i tre mercati, le performance generali peggiori si registrano in UK (-11% volume e -8% valore), mentre gli Usa smorzano a -2% l’erosione valore (2,1 miliardi di euro), limitando il minus a volume a -5%. La Germania al -7% valoriale affianca una perdita del 10% volume (1,7 milioni di ettolitri).
Pur avendo registrato un quarto trimestre migliorativo rispetto ai precedenti (fatta eccezione per alcune tipologie di prodotto su alcuni mercati), la zavorra accumulata fino a settembre non ha permesso al 2022 di esaudire le aspettative dell’industria nazionale, che erano sostanzialmente mirate a consolidare le vendite sui livelli – a volte record – raggiunti nel post-pandemia. In tutti e tre i mercati, il dato finale rappresenta quindi un ritorno più o meno soft ai livelli del 2019, in particolare per i vini fermi: l’esempio più lampante è quello del Pinot grigio negli Usa (-3% 2022/21 ma +1% di Cagr 2022/19) o in UK (-4% annuo ma +2% medio dal 2019), che a cavallo fra 2020 e 2021 aveva sperimentato una forte accelerazione delle vendite, anche su formati desueti come il litro e mezzo. Più scivolosa la situazione dei vini rossi, come il Chianti in Usa (-9% 2022/21 e -4% dal 2019), o il Montepulciano e il Primitivo in Germania: i cali piuttosto consistenti registrati nel 2022 lasciano presumere forti difficoltà da qui al prossimo futuro, sulla scia della disaffezione dei consumatori per il rosso registrata in molti mercati. Forti erosioni anche per la tipologia frizzante, “pesante” dal punto di vista volumico in Germania, con perdite cumulate del 10%, di cui Lambrusco a -13%.
Tra gli spumanti, il Prosecco, pur sotto del 15% sul mercato tedesco (anche sulla tipologia frizzante, -26%) e incerto su quello britannico (-15%), conserva un trend di crescita costante in Usa (con un incoraggiante +7% in coda d’anno, che porta il saldo annuo 2022 a +4%, mantenendo così inalterata la progressione tra il pre e il post-Covid: +12% il tasso medio dal 2019): alla luce di questi numeri, è però ormai un dato di fatto che il futuro di questo prodotto sia destinato a giocarsi fuori dalla triade storica, per andare ad allargare spazi ormai vitali in altri mercati, come Francia, Canada, Est europeo.