“Avanti senza indugio con l’abbattimento dei cinghiali”

Chiediamo alla Regione di non limitare la caccia al cinghiale; le operazioni di costruzione della recinzione per contrastare la diffusione della peste suina vanno a rilento e questo problema, in alcuni territori, diventa addirittura un motivo per bloccare gli abbattimenti. Il mondo agricolo è esasperato e non può più subire ulteriori danni“.

Avanti senza indugio con l’abbattimento dei cinghiali

È questo l’appello lanciato dal presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia in seguito alle decisioni della Regine di bloccare la caccia al cinghiale in alcune aree della provincia di Alessandria.

La Regione Piemonte – precisa Confagricoltura in una nota –  nel mese di agosto aveva autorizzato l’esercizio venatorio al cinghiale con l’utilizzo di cani in zona di restrizione I e II, nei soli territori in cui fosse stata completata la recinzione e all’esterno della stessa; all’interno della barriera era invece consentito praticare caccia di selezione al cinghiale in forma singola senza cani ed interventi di controllo ai sensi dell’articolo 19 della legge 157/1992.

Tuttavia da settembre, a seguito di una precisa richiesta di alcuni Ambiti territoriali di caccia della provincia di Alessandria (ATC AL4 e AL3), le direzioni regionali competenti in materia hanno comunicato che, dal 2 ottobre, in tutto il territorio dell’ATC AL4 (zona di restrizione I e zona di restrizione II esterne alla recinzione) non è più consentita l’attività venatoria al cinghiale con utilizzo di cani, ad eccezione dei territori ricadenti nelle aziende faunistiche venatorie e nelle aziende agrituristico venatorie. Invece nel comprensorio dell’ATC AL3, in accoglimento della relativa richiesta, non è permessa l’attività venatoria al cinghiale in tutte le sue forme. Analogo divieto vige anche per le aziende faunistiche venatorie e aziende agrituristico venatorie ricomprese nell’ATC AL3.

Per quanto riguarda il restante territorio dell’ATC AL2 in zona di restrizione II a nord della recinzione, della barriera autostradale A26 e del raccordo autostradale, e nel comune di Mombaldone, ricadente nell’ATC AT2 (in provincia di Asti), in deroga a quanto stabilito dal calendario venatorio regionale 2022/2023, sempre dal 2 ottobre 2022 è autorizzata l’apertura dell’attività venatoria al cinghiale in forma di caccia programmata.

Nel territorio intercluso tra la recinzione ovest, le barriere autostradali A26 del raccordo autostradale e dell’A7, compresi i territori ricadenti nelle aziende faunistiche venatorie e nelle aziende agrituristico venatorie, è invece consentita, come da precedente delibera di agosto, la caccia di selezione al cinghiale in forma singola senza l’ausilio di cani, nonché gli interventi di controllo ai sensi dell’articolo 19 della legge 157/1992.

A est della barriera autostradale A7 (zona di restrizione I e zona restrizione II), compresi i territori ricadenti nelle aziende faunistiche venatorie e nelle aziende agrituristico venatorie, dove lo sbarramento provvisorio è ancora da terminare, non è autorizzata alcuna attività venatoria al cinghiale salvo eventuali interventi di controllo d’urgenza disposti dalla Provincia di Alessandria. La caccia, sia in forma programmata sia in selezione, sarà possibile solo dopo la comunicazione di completamento della posa della recinzione.

Siamo spiacevolmente sorpresi da questa decisione – afferma Enrico Allasia – perché dopo le nostre ripetute sollecitazioni, che avevano portato nei mesi scorsi la Regione ad assumere provvedimenti finalizzati a dare impulso all’attività di depopolamento dei cinghiali, ci troviamo ora di fronte a una battuta di arresto francamente poco comprensibile e assolutamente non condivisibile. Porre limitazioni all’attività venatoria non aiuterà certo a migliorare le percentuali di abbattimento, che al momento sono totalmente insoddisfacenti e a risolvere il problema della Psa“.

 

Continuano i monitoraggi delle carcasse di cinghiali per verificare l’eventuale diffusione di peste suina africana: al 16 febbraio i casi positivi erano 39, di cui 20 per ritrovamenti in Piemonte e 19 in Liguria. “Stiamo seguendo con attenzione e preoccupazione la vicenda – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonteperché nella nostra regione si allevano poco meno di 1,4 milioni di suini, dei quali la metà in provincia di Cuneo. Stiamo collaborando con le istituzioni, anche nell’azione di monitoraggio sui fondi coltivati dagli agricoltori nostri associati; ribadiamo la necessità di interventi urgenti, mantenendo alta la guardia“.

Peste Suina: Confagricoltura sollecita ordinanze immediatamente esecutive per l’abbattimento dei cinghiali

Per Confagricoltura è fondamentale contenere la diffusione dell’epidemia, arrivare al più presto alla nomina del commissario interregionale – già individuato nella persona di Angelo Ferrari, direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta – ristorare con tempestività le aziende all’interno della zona infetta, le quali stanno subendo danni per il mantenimento dei suini che non possono ancora essere avviati alla macellazione.

“Apprezziamo l’impegno della Regione – aggiunge Allasia – che tramite l’assessorato alla Sanità ha chiesto al Governo di concedere agli allevatori un’indennità pari al 100% del valore di mercato per l’abbattimento degli animali sani recettivi, com’è già avvenuto con l’influenza aviaria relativamente agli allevamenti a rischio in relazione alla loro ubicazione“.

Confagricoltura ieri è tornata a sollecitare all’assessorato regionale all’Agricoltura ad adottare con urgenza il piano di eradicazione della peste suina. “Per quanto riguarda la realizzazione della recinzione con reti metalliche intorno alla zona infetta abbiamo invitato l’assessorato, qualora quest’opera fosse ritenuta necessaria, a farsi parte attiva nelle sedi competenti affinché vengano avviati al più presto i lavori. Riteniamo che la realizzazione dell’iniziativa, onerosa dal punto di vista finanziario – sostiene Enrico Allasia –  non debba intaccare le risorse stanziate per incrementare il livello di biosicurezza degli allevamenti“.

Confagricoltura chiede che per tutte le attività funzionali al contenimento dell’infezione “Venga adottato un approccio caratterizzato da procedure di tipo straordinario, in grado di superare i vincoli di coordinamento e normativi e soprattutto di accelerare in modo significativo le tempistiche dell’ordinaria gestione, non compatibili con l’esigenza di immediata operatività richiesta dalla situazione emergenziale in atto“.

Confagricoltura ritiene necessario un intervento coordinato, a partire dalle Province e dalla Città metropolitana, che devono fornire un apporto fondamentale all’elaborazione e alla gestione del piano.

Sul fronte del contenimento dei cinghiali – conclude Allasia – occorre far ricorso a iniziative utili a garantire una rapida e sostanziale contrazione della popolazione di questi selvatici, tramite l’adozione di ordinanze immediatamente esecutive: siamo in emergenza sanitaria ed è necessario avviare azioni immediate che prevedano piani di abbattimento straordinari degli ungulati e tutte le misure precauzionali idonee a far sì che l’epidemia rimanga confinata e possa quindi essere eradicata al più presto“.

 

Style Selector
Select the layout
Choose the theme
Preset colors
No Preset
Select the pattern