POCHI MA DI RAZZA, SONO I CAVALLI VENETI A RISCHIO DI ESTINZIONE

Grazie al Programma della Regione Veneto “Bionet”, che vede impegnati anche Veneto Agricoltura, l’Università di Padova e l’ARAV, è stata avviata una ricognizione che punta a salvaguardare le quattro razze equine autoctone venete.

POCHI MA DI RAZZA, SONO I CAVALLI VENETI A RISCHIO DI ESTINZIONE

Sono quattro le razze equine autoctone venete, riconosciute e sostenute dal PSR regionale, a rischio di estinzione a causa della loro limitata diffusione. Si tratta del Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido (CAITPR), del Norico (Noriker), del Maremmano e del Cavallo del Delta; un autentico patrimonio zootecnico a salvaguardia del quale, grazie al progetto di Regione VenetoBionet” (https://www.venetoagricoltura.org/bionet-2/), è stata avviata un’indagine che punta ad individuare gli indici in grado di definire il rischio di estinzione o di erosione genetica delle quattro razze.

La prima parte dell’indagine, che ha visto anche il coinvolgimento dell’Università di Padova – Dipartimento DAFNAE (prof. Roberto Mantovani ) e dell’Associazione Regionale Allevatori del Veneto (dott. Aldo Bolla), si è appena conclusa con una ricognizione sugli allevamenti esistenti e sulla loro distribuzione a livello regionale, mentre una seconda fase porterà ora a valutare i possibili interventi necessari per rafforzare l’azione di conservazione delle quattro razze equine autoctone venete.

In questo contesto, è interessante ricordare come il PSR Veneto sostenga ormai da diversi anni le azioni di conservazione portate avanti dai cosiddetti “allevatori custodi” di razze bovine, equine, ovine e avicole . Si tratta di razze che rischiano di scomparire, com’è il caso delle quattro razze equine autoctone venete o definibili tali a seguito della loro presenza sul territorio regionale da oltre 50 anni. Vediamole un po’ più in dettaglio queste “storiche” razze che in passato sono state di fondamentale aiuto per le genti che popolavano la campagna veneta.

Il Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido presenta un’altezza al garrese di 146/150 ed è il cavallo con la conformazione più “massiccia e muscolosa” tra le razze equine italiane a limitata diffusione. Utilizzato un tempo per i lavori agricoli, oggi è impiegato nella disciplina degli attacchi ed è sicuramente da considerarsi la razza autoctona veneta più originale. Infatti, sebbene ufficialmente selezionato nel 1927, la sua origine parte dalla pianura veneta e ferrarese-friulana già nel lontano 1860. Oggi nel Veneto si contano 225 fattrici e 40 stalloni distribuiti in 106 allevamenti.

Il Cavallo Norico , 152/157 cm al garrese, è una razza allevata da oltre 2000 anni nel territorio delle Alpi e Prealpi, tra Austria ed Italia (in Italia è stato importato dai romani). La selezione della razza fu opera dei monaci salisburghesi nel 1565 e l’allevamento negli ambienti di montagna ha contribuito a plasmare le caratteristiche proprie della razza, vale a dire cavalli di taglia piccola, robusti e abituati al lavoro di montagna. Nella nostra Regione oggi si contano 224 esemplari.

Il Cavallo Maremmano , 150/165 cm al garrese, deriva da un’antica popolazione presente nel litorale tirrenico. Nel Veneto la razza fu introdotta nei primi anni del ‘900, quando l’allora competente Istituto d’incremento ippico di Ferrara incrociava stalloni di razza Maremmana con fattrici locali per la produzione di soggetti idonei alle attività dell’esercito. Negli anni ’70 si è iniziato ad allevare la razza in purezza producendo soggetti di elevato valore genetico. Attualmente è allevato nella pedemontana trevigiana e vicentina e in alcuni allevamenti delle montagne bellunesi per complessivi 71 fattrici, 6 stalloni e 31 puledri distribuiti in 51 allevamenti.

Il Cavallo del Delta , 137/147 cm al garrese, è il diretto discendente del cavallo della Camargue, razza originaria dell’omonima regione della Francia meridionale nel Delta del Rodano. Agli inizi degli anni ’70 è stato introdotto nel Parco del Delta del Po, dove le strette analogie del territorio e della vegetazione con quelle del Delta del Rodano hanno di fatto naturalizzato a pieno il cavallo tanto da dare origine ad una selezione “Delta” italiana, da cui poi è stato definito anche lo standard di razza. Al momento si contano solo 21 esemplari.

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