Mercoledì 17 novembre (ore 9:30) Veneto Agricoltura organizza presso l’Auditorium comunale un seminario dedicato alla coltura del nocciolo; a seguire una visita guidata all’impianto sperimentale realizzato presso la propria azienda sperimentale “Sasse Rami”. Un progetto che vede coinvolta anche l’Università di Perugia e che punta a valutare l’adattabilità di questa pianta all’areale di pianura veneto. Il frutto è sempre più richiesto dall’industria dolciaria.
E’ un vero e proprio laboratorio “a cielo aperto” quello che Veneto Agricoltura ha messo in piedi presso la propria azienda sperimentale “Sasse-Rami” di Ceregnano (RO), struttura all’avanguardia dove da tempo si effettuano prove sperimentali di grande interesse a livello regionale e nazionale. Gli impianti pilota di nocciolo, pioppo e paulonia, nonché gli innovativi sistemi di subirrigazione, sono soltanto un esempio dell’importante attività di ricerca qui svolta dall’Agenzia regionale.
E sarà proprio al nuovo impianto-pilota di nocciolo (Corylus avellana) che mercoledì 17 novembre (ore 9:30) Veneto Agricoltura dedicherà un seminario tecnico che si svolgerà presso l’Auditorium comunale, durante il quale saranno affrontati i principali aspetti della coltivazione e del mercato, e una visita guidata al campo prova presso l’Azienda “Sasse Rami”.
Il progetto “Noccioleto” di Sasse Rami, nato d’intesa con Confagricoltura Rovigo, ha preso il via lo scorso anno da un semplice dato di fatto e di mercato, ovvero il crescente interesse per questo frutto da parte dall’industria agroalimentare. Sono sempre più numerose, infatti, le proposte che alcuni grossi marchi dell’industria dolciaria italiana ed europea fanno agli agricoltori affinché coltivino nocciolo, una Betulacea originaria della penisola balcanica, il cui frutto è ricco di vitamina “E”, fitosteroli, importanti per la salute del cuore, e grassi monoinsaturi utili per abbassare i livelli di colesterolo e trigliceridi. Insomma, le nocciole presentano un mix di straordinarie proprietà che fanno “gola” all’industria dolciaria (pensiamo alle famose creme da spalmare…) ma anche per la preparazione di snack alternativi.
Il progetto “Noccioleto” di Veneto Agricoltura, coinvolge anche il dipartimento di Scienze Agrarie e Alimentari dell’Università di Perugia, città della cioccolata, a conferma che da queste prove sperimentali sono attesi risultati che potrebbero rivelarsi di grande utilità per l’intera filiera. La sperimentazione fornirà anche i dati per valutare l’adattabilità del nocciolo al territorio polesano e della pianura veneta in generale, area fin qui priva di “storicità” per questa coltura. Si cercherà quindi di individuare le varietà più adeguate, la tipologia di piante più vantaggiosa (piante da pollone, da innesto, micropropagate) e le tecniche di coltivazione da utilizzare (forma di allevamento, potatura, controllo dei parassiti, ecc.).
Il noccioleto di Sasse Rami è costituito da quasi 700 piante di varietà Tonda Giffoni, Tonda Romana, Tonda Gentile delle Langhe, Tonda Francescana®, varietà brevettata dall’Università di Perugia, ottenuta da un incrocio di Tonda Giffoni per Tonda Romana.
Per partecipare al seminario e alla visita guidata è necessario iscriversi qui:
https://nocciolo.eventbrite.it
Nell’azienda pilota dimostrativa di Veneto Agricoltura sono in corso i rilievi sulle 108 varietà antiche venete di melo conservate e 83 di pero, oltre a pesco e ciliegio. Una straordinaria collezione frutto di una lunga attività di ricerca sul territorio resa possibile grazie al programma BIONET e alla competenza dei tecnici dell’Agenzia regionale.
Nell’azienda pilota e dimostrativa “Sasse Rami” di Veneto Agricoltura a Ceregnano (Ro) sono ripresi i rilievi sulle piante di antiche varietà autoctone venete di melo, pero, ciliegio e pesco. Nello specifico, si stanno effettuando osservazioni, misurazioni e fotografie sugli organi epigei delle piante presenti nella ricca collezione del frutteto polesano. I risultati dei rilievi verranno poi elaborati e studiati allo scopo di definire alcuni importanti parametri che caratterizzano il comportamento vegeto-produttivo delle antiche cultivar di fruttiferi venete. Successivamente tutti i dati confluiranno, grazie al Programma regionale BIONET, nel prezioso archivio che anno dopo anno si sta arricchendo di utili informazioni.
Fra le tante varietà antiche conservate e analizzate nell’azienda “Sasse Rami” figurano per esempio i meli Abbondanza, Brut e Bon, Bianconi, Pom dell’Oio e tante altre per un totale di ben 108 cultivar, i peri Basilicà, Bergamotta, Collostorto e altre per un totale di 83 varietà, i peschi Lavaroni, Lorenzini, Settembrini, Brancia, Carrari, i ciliegi Marostegana, Olive.
La raccolta di dati che i tecnici di Veneto Agricoltura stanno effettuando come ogni anno in questo periodo risulta essere, dunque, di fondamentale importanza al fine di consentire l’inserimento nell'”Anagrafe nazionale delle risorse genetiche di interesse agrario” delle antiche cultivar autoctone raccolte negli anni nel territorio veneto. Un lavoro di ricerca certosino, tuttora in corso anche grazie al Programma regionale BIONET riguardante la Rete regionale per la biodiversità di interesse agrario e alimentare del Veneto.