Lunedì 26 febbraio si svolgerà a Bruxelles, nella sede del Copa-Cogeca, l’Assemblea di Confagricoltura: la Federazione regionale degli agricoltori esporrà in un documento tecnico le criticità del settore piemontese, evidenziando l’impegno degli imprenditori agricoli piemontesi nella salvaguardia del territorio e dell’ambiente a dimostrazione del fatto che il settore è sempre più ecosostenibile, nonostante gli scarsi riconoscimenti
In queste ultime settimane in cui le piazze italiane ed europee sono animate dalle proteste degli agricoltori, Confagricoltura Piemonte, in previsione dell’Assemblea del prossimo 26 febbraio nella sede del Copa – Cogeca a Bruxelles , in concomitanza con il Consiglio dei ministri agricoli della Ue e con la presentazione della proposta della Commissione per la semplificazione delle regole comunitarie, si è adoperata per raccogliere le istanze del settore. Il malessere è causato dal perdurare di uno stato di crisi globale e di complessità crescenti quali la pandemia, la guerra in Ucraina e nel Medio Oriente, una riforma della PAC che non ha tenuto conto di quanto è accaduto negli ultimi anni e che incentiva gli agricoltori addirittura a non produrre, lasciando terreni incolti e non produttivi, a fronte di domande di cibo incrementate costantemente.
“ L’agricoltura piemontese affronta con grande capacità di interpretazione e flessibilità le nuove sfide, che da sempre e soprattutto nell’ultimo decennio pervadono il settore” ha dichiarato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e imprenditore agricolo cuneese. “ È leva strategica per la tutela dell’ambiente. Rinnoviamo ogni giorno il nostro impegno a promuovere la crescita sostenibile della produttività agricola, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni di gas serra investendo in tecnologie all’avanguardia e in innovazione, esponendoci a spese che molto di frequente vediamo remunerate con profitto”.
È recente l’accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul primo quadro volontario per la certificazione di assorbimenti di carbonio a livello dell’UE che però soddisfa in parte le richieste di Confagricoltura: “ Un passo avanti verso il riconoscimento del ruolo dell’agricoltura nella mitigazione dei cambiamenti climatici” afferma Allasia “Ma constatiamo che viene tagliato fuori un settore, quello della zootecnia, che escluso dal meccanismo di certificazione sulla riduzione delle emissioni di metano, non adotterebbe quelle pratiche volte a ridurre gli impatti complessivi necessarie alle aziende”.
Confagricoltura Piemonte promuove da molti anni ormai un approccio alla terra che garantisca un futuro alle nuove generazioni, rispondendo alle esigenze di mercato e alle richieste di una Politica Comunitaria che dovrebbe plasmarsi più alla realtà che a saggezze convenzionali ormai non più attuabili.
“Questa riforma “figlia” del Green Deal comunitario e della strategia “Farm2Fork ” è insostenibile per le imprese in quanto riduce gli incentivi a fronte di maggiori impegni (e quindi costi) da rispettare a carico delle imprese stesse. Una situazione che difficilmente sta in piedi; una equazione di sostenibilità, economica, sociale ed ambientale, impossibile da risolvere” ha poi concluso il presidente Allasia
Confagricoltura Piemonte, con una lettera indirizzata al Presidente della Regione, Alberto Cirio e all’Assessore all’agricoltura e cibo, Marco Protopapa, ha segnalato le criticità che i propri uffici territoriali stanno riscontrando nel predisporre i progetti di investimento degli agricoltori “under 41” nell’ambito del bando integrato tra l’intervento SRE 01 – insediamento giovani e l’intervento SRD 01 – piani di miglioramento, a valere sullo Sviluppo rurale 2023/2027 |
Il 23 gennaio scorso, su sollecitazioni di Confagricoltura Piemonte e di altre Organizzazioni agricole, la Regione Piemonte con il Settore Agricoltura, ha convocato un incontro tecnico, in videoconferenza, per fornire alcuni chiarimenti in merito ai bandi dello Sviluppo rurale 2023 – 2027, riservati ai giovani agricoltori e ai piani di miglioramento per il settore primario. “In primo luogo, il bando aperto l’11 dicembre 2023 senza una consultazione preventiva del testo, ha richiesto, fin da subito, più interventi sulle funzionalità dell’applicativo fino alla prima decade di gennaio” evidenzia il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia una volta raccolte specifiche informazioni dai tecnici delle sedi territoriali piemontesi. “Nonostante ci siano stati forniti alcuni chiarimenti in uno specifico incontro tecnico, due aspetti rimangono problematici e da superare con soluzioni diverse da quelle prospettate dagli uffici assessorili” sottolinea Allasia. Il primo è legato all’insediamento del giovane nei tre mesi successivi alla presentazione della domanda di sostegno. La procedura individuata, diversa da quella che è stata adottata nelle programmazioni precedenti, non prevede più la costituzione di un fascicolo temporaneo in cui inserire terreni e allevamenti provenienti dall’azienda cedente o dalle aziende cedenti. Pertanto, il giovane che si insedia nei 90 giorni successivi, presenta una domanda di sostegno priva o quasi della produzione standard e ciò comporta l’impossibilità di acquisire i 3 punti di priorità relativi al principio di selezione P05 – Dimensione economica dell’operazione, discriminando di fatto il suo progetto rispetto agli altri in quanto acquisirà una posizione in graduatoria più bassa e quindi, con ogni probabilità, non finanziabile. L’altro elemento molto critico è, invece, costituito dal fatto che, contrariamente a quanto avveniva in passato, la cessione dell’azienda tra famigliari nella misura del 30% al giovane (il 70% rimane al cedente per evitare eccessivo frazionamento) si applica esclusivamente nel caso in cui avvenga tra padre e figlio ed è invece impedito con gli altri gradi di parentela. “Si tratta di un limite che, in numerosi casi, impedisce la costituzione di nuove aziende da parte dei giovani” precisa il presidente della Federazione degli imprenditori agricoli piemontesi che prosegue sottolineando come un altro limite molto restrittivo sia quello che impedisce, per un’erronea interpretazione, di accedere ai sostegni previsti dagli interventi strutturali agli allevamenti in soccida. “Anche su questo aspetto vogliamo un chiarimento” afferma Allasia che conclude invitando la Regione a verificare se sia possibile sospendere temporaneamente il bando in attesa che, tramite apposite riunioni con le Organizzazioni agricole, si riescano a ridefinire in modo diverso questi aspetti, essenziali per la buona riuscita del bando, tenendo anche conto che sarebbe quanto mai opportuno prevedere una congrua proroga dell’attuale scadenza, fissata al 14 marzo prossimo. |
La proposta di regolamento sulla riduzione dei pesticidi, che avrebbe dovuto portare a un dimezzamento del loro uso entro il 2030, è tra i provvedimenti che Confagricoltura, fin da subito, ha contestato insieme con le principali associazioni europee degli agricoltori.
“È stata accolta una richiesta avanzata da tempo dalla nostra Organizzazione per salvaguardare il potenziale produttivo del nostro settore. Prendiamo atto positivamente che la Commissione europea ha scelto di dare ascolto alle proteste in corso in numerosi Stati membri. Ora occorre andare avanti su questa strada”.
È il commento del presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia, sull’annuncio della presidente Von der Leyen che proporrà al Collegio dei commissari il ritiro formale della proposta di regolamento per ridurre della metà, entro il 2030, l’utilizzo dei fitofarmaci.
In Italia, il taglio avrebbe potuto superare addirittura il 60 per cento.
“La nostra linea è chiara. Il ricorso alle medicine delle piante nei processi produttivi va ridotto, come già si sta verificando, ma ogni divieto deve prevedere un’alternativa valida sotto il profilo tecnico ed economico, volgendo in ogni caso l’attenzione a un modello di produzione più sostenibile” evidenzia Allasia.
“Il ritiro della proposta di regolamento sui fitofarmaci dimostra che la soluzione dei problemi che stanno affrontando gli agricoltori vanno risolti in larga misura a Bruxelles. Per questo prenderemo parte come Federazione regionale all’assemblea straordinaria convocata il 26 febbraio proprio nella capitale belga per far sentire la nostra voce”.
Confagricoltura Piemonte sottolinea che un prossimo importante passo sarebbe sospendere l’entrata in vigore delle nuove misure in materia di emissioni industriali, estese agli allevamenti e rivalutare le norme sul ripristino della natura.
I testi potranno essere rivisti alla luce dei risultati del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura promosso dalla Commissione UE che per coerenza, dovrà aprire nuovi spiragli in direzione degli imprenditori agricoli europei
Nuovi casi e al confine con le zone rosse già delineate, spingono gli allevatori a chiedere nuove e ingenti misure per il controllo della Peste Suina Africana.
Da alcuni giorni, gli allevatori piemontesi sono tornati a manifestare la loro preoccupazione in merito alla diffusione crescente della Psa – Peste Suina Africana, ormai epidemica dal dicembre 2021.
La malattia, di origine virale ed endemica nell’Africa sub – sahariana e confinata in Sardegna sino al 2007, si è diffusa in alcuni territori italiani e sta colpendo suini e cinghiali selvatici, causando un’elevata mortalità negli animali infettati. Non trasmissibile all’uomo, rappresenta tuttavia una problematica seria per il tessuto economico piemontese che vanta allevamenti di suini di elevato prestigio in termini di capi allevati e di qualità di prodotto.
“Le misure messe in campo dalla Regione Piemonte, in termini di biosicurezza, rappresentano un elemento fondamentale per il contenimento dell’epidemia, soprattutto al fine di prevenire l’ingresso delle infezioni negli allevamenti ma alla luce degli ultimi casi e al ridistribuirsi dei focolai, è necessario implementare gli interventi sul territorio e rivedere i sostegni” afferma Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte commentando il ritrovamento di un cadavere infetto da PSA in provincia di Asti, al limite dei confini della zona rossa.
“Molti degli allevamenti nelle aree coinvolte sono ancora in attesa di ricevere il completamento dei ristori promessi e questo complica ulteriormente la situazione” precisa Allasia.
Lo scorso luglio, Confagricoltura Piemonte e Liguria avevano chiesto un Tavolo di confronto permanente con le Istituzioni regionali che, però, stenta a decollare.
“Apprendiamo dell’audizione in Commissione Agricoltura della Camera, del Commissario Straordinario Vincenzo Caputo e del piano aggiornato che prevede l’abbattimento di oltre 600 mila capi di cinghiali selvatici, un numero elevato rispetto a quanto registrato finora, e a nostro avviso, difficile da raggiungere” evidenzia il presidente regionale della Federazione degli imprenditori agricoli. “Ribadiamo la disponibilità del mondo agricolo ad agire su più fronti, in modo sinergico con le realtà locali per arginare, contenere ed eradicare la PSA. La riteniamo l’unica strada percorribile per riportare in equilibrio una situazione che è sfuggita di mano e che minaccia un comparto fondamentale dell’economia nazionale e regionale” conclude Allasia