“Prendiamo atto con piacere del miglioramento in atto nell’aria delle città piemontesi, complice anche la riduzione dei giorni di nebbia e l’aumento degli episodi di Foehn che hanno contribuito a creare condizioni favorevoli alla dispersione di inquinanti. Ciò detto, però, crediamo che debba essere messo in risalto anche l’importante ruolo svolto dall’agricoltura e dagli imprenditori agricoli nostri associati nell’ottenimento di questo risultato. In un momento in cui la sostenibilità ambientale è al centro dell’attenzione globale, infatti, i nostri agricoltori sono attenti alla salute dell’ambiente, dimostrando un impegno concreto nella riduzione delle emissioni nocive. Attraverso un attento riesame del proprio parco macchinari e la gestione oculata dei liquami e delle emissioni in atmosfera degli allevamenti, gli agricoltori stanno contribuendo significativamente al progresso verso un’agricoltura più sostenibile”.
Il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia, nel commentare la valutazione dei dati di particolato PM10 e PM2,5 misurati dall’Arpa a fine 2023 (e in attesa di validazione finale), rimarca il ruolo degli imprenditori agricoli associati a Confagricoltura quali artefici del miglioramento della qualità dell’aria, attraverso scelte aziendali strategiche e investimenti mirati.
Il settore agricolo sta attraversando una trasformazione guidata da imprenditori che comprendono sempre più l’importanza di adottare pratiche più eco-compatibili. Una delle chiavi di questo cambiamento è la revisione dei mezzi di lavoro impiegati nelle attività quotidiane.
“Molto nostri associati – prosegue Allasia – hanno investito e stanno tuttora investendo in macchinari più efficienti e meno inquinanti, utilizzando tecnologie avanzate che riducono le emissioni atmosferiche. La sostituzione di vecchi trattori e attrezzi con modelli più moderni e ecocompatibili, anche grazie agli incentivi di Industria 4.0, è un segno tangibile del loro impegno a ridurre l’impatto ambientale delle operazioni agricole. Non solo: anche la gestione dei liquami e delle lettiere negli allevamenti zootecnici e l’interramento dei liquami stessi, sono un’altra strategia chiave adottata dagli imprenditori agricoli del comparto zootecnico per contribuire al miglioramento della qualità dell’aria”.
In un recente incontro proprio sul tema della qualità dell’aria, Confagricoltura Piemonte, in rappresentanza delle sedi territoriali, aveva espresso al presidente della regione Piemonte Alberto Cirio le criticità delle misure attualmente in essere, che prevedono un impegno a carico del settore agricolo sempre più oneroso, vasto e articolato. Da quest’anno, inoltre, cominceranno a essere applicate le norme e i vincoli previsti per gli allevamenti cosa che comporterà la necessità di rispettare prescrizioni in molti casi davvero impattanti dal punto di vista gestionale, ma soprattutto l’introduzione di adeguamenti strutturali piuttosto complessi e generalmente molto onerosi dal punto di vista finanziario, con interventi per lo stoccaggio e la copertura di materiabili “palabili” e “non palabili” che rischiano di mettere in difficoltà molte aziende zootecniche, in quanto richiedono investimenti piuttosto onerosi e notevoli problemi a livello logistico e di operatività aziendale.
“Questi dai positivi – ha concluso Allasia – possono essere utili per un nuovo confronto con la Regione, affinchè le normative sulla qualità dell’aria possano essere recepite in maniera graduale dalle nostre aziende”.
Complice l’atmosfera natalizia, le strutture ricettive del Piemonte registrano ottimi risultati; i piccoli produttori locali di cibo si dicono soddisfatti per le vendite all’avvicinarsi del Natale.
“L’opzione di festeggiare il Natale in agriturismo è sempre più popolare e fortunatamente il Piemonte offre una vasta gamma di strutture con atmosfere incantevoli, immerse in paesaggi unici che rendono il soggiorno indimenticabile”. Sono le parole di Lorenzo Morandi, presidente di Agriturist Piemonte, l’Associazione Nazionale per l’Agriturismo, l’Ambiente e il Territorio di Confagricoltura che promuove e tutela l’agriturismo, i prodotti nazionali dell’enogastronomia regionale, l’ambiente, il paesaggio e la cultura rurale.
“Si tratta di una forma di turismo di qualità che tende a una maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica preservando le bellezze naturali, artistiche e archeologiche che il Paese ci offre, garantendo anche un buon grado di autonomia, acquisito da molti viaggiatori dopo la pandemia da Covid-19” prosegue Morandi che sottolinea poi il legame intimo dell’offerta di soggiorno con le produzioni agricole e la tradizione enogastronomica.
Il Piemonte, infatti, ha una consuetudine culinaria che nei periodi di festa trova la sua massima espressione e in particolare a Natale, le tavole profumano di prodotti tipici locali talvolta reinventati ma comunque autentici.
Confagricoltura Piemonte assicura che una famiglia piemontese su tre, quest’anno, si scambierà tipicità locali preferendo un regalo utile, acquistato direttamente nelle aziende agricole con la formula ‘dalla terra alla tavola’ e destinando un 10% in più al carrello della spesa, rispetto al dicembre 2022. “Un dato che conferma l’attenzione dei consumatori ai prodotti di qualità anche per queste feste e che rappresenta il giusto riconoscimento al lavoro e all’impegno costante dei nostri agricoltori” afferma Enrico Allasia, presidente della Federazione degli imprenditori piemontesi.
Frutta e verdura di stagione, miele, formaggi e vino i prodotti più richiesti.
Proprio il comparto viticolo sta riscontrando buoni risultati sia a livello nazionale, sia internazionale: il Consorzio per la Tutela dell’Asti DOCG ha stimato che 30 milioni di bottiglie, il 30% del totale produttivo del 2023, verranno stappate dalle famiglie in tutto il Mondo: il 10% in Italia, mentre il 90% all’estero. Positive anche le stime del Consorzio Alto Piemonte, che stima di inserire nel mercato circa il 20% delle bottiglie prodotte quest’anno
Le Federazioni regionali di Piemonte e Liguria hanno siglato oggi un accordo con l’impresa di San Michele Mondovì, in provincia di Cuneo, leader nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroforestali.
Le Federazioni regionali di Piemonte e Liguria hanno siglato oggi un accordo con l’impresa di San Michele Mondovì, in provincia di Cuneo, leader nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroforestali “Grazie ai provvedimenti e ai fondi stanziati dal PNRR, finalmente abbiamo le risorse per gestire il patrimonio boschivo piemontese e ligure: l’intenzione è quella di sviluppare accordi produttivi legno-carta-energia che possano dare un contributo decisivo alla sostenibilità delle filiere forestali”. Èil commento di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte che con Luca De Michelis, presidente di Confagricoltura Liguria, Marco Bussone e Roberto Colombero rispettivamente presidente nazionale e regionale Piemonte di UNCEM, ha siglato oggi, 1° dicembre, in rappresentanza degli imprenditori agricoli conduttori a qualsiasi titolo di superfici agroforestali, uno dei primi “Accordi di Foresta” nazionali con l’azienda Ledoga S.r.l., società parte del Gruppo Silvateam con sede a San Michele Mondovì, in provincia di Cuneo, specializzata nell’estrazione di tannini e, nel pieno rispetto di un’economia circolare e sostenibile, nella produzione di pellet di castagno. “Questo accordo rappresenta un traguardo vantaggioso per i territori contigui delle nostre regioni perché consentirà di valorizzare al meglio le produzioni legnose delle nostre aree interne” afferma il presidente ligure. Le Federazioni di Piemonte e Liguria si dicono soddisfatte per questa soluzione che consentirà di applicare con profitto sul territorio l’innovativo strumento dell’”Accordo di Foresta” permettendo così di gestire con una visione strategica e con azioni concertate, il grande valore di un patrimonio boschivo per troppo tempo lasciato abbandonato. Attualmente, infatti, circa il 40% dei boschi italiani non è gestito, a fronte di una superficie in aumento di quasi 60 mila ettari all’anno a livello nazionale. Confagricoltura è fermamente convinta che accrescere la governance territoriale avrà come effetto diretto una valorizzazione e una gestione sostenibile e unitaria delle risorse forestali e ambientali locali, assicurando al contempo la remunerazione dei proprietari forestali e l’erogazione dei servizi ecosistemici, nel rispetto della biodiversità e delle caratteristiche dei paesaggi locali, attraverso una partecipazione attiva delle comunità e il coinvolgimento delle diverse componenti della cultura e della società. Anche sull’economia del territorio vi saranno effetti positivi: se teniamo in considerazione che la produzione nazionale di legname copre solamente il 20% del fabbisogno e che un tema ricorrente nei dibattiti scientifici e politici è quello della cosiddetta wood security (la garanzia di approvvigionamento di legname per diversi utilizzi), gli “Accordi di Foresta”, equiparati alla rete di imprese agricole, rappresentano un’opportunità di sviluppo di molteplici attività a valenza locale per diversi territori delle aree interne, destinati altrimenti ad essere abbandonati. |
Si è svolto ieri 14 novembre, nei locali di Toolbox Coworking a Torino, il convegno organizzato da Confagricoltura Piemonte con il contributo di Umana, sul tema del lavoro, nuove professioni e opportunità per il settore agricolo.
“L’Italia, grazie anche al Piemonte, si può vantare di un’attività agricola straordinaria, non più fatta di vanghe e zappe e con il solo scopo di produrre, ma caratterizzata da tante operazioni che permettono di valorizzare tanto il capitale umano quanto le aree di coltivazione e allevamento”.
Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenuto ieri in collegamento da Roma, al convegno organizzato da Confagricoltura Piemonte, con il contributo di Umana – Agenzia per il lavoro, nella particolare cornice di Toolbox Coworking, a Torino.
“L’agricoltore produce seguendo i cicli della natura, la sua però attività non è fine a sé stessa, come vorrebbe una certa visione folkloristica, ma è bensì finalizzata a soddisfare le necessità primarie dei cittadini, in Italia e nel mondo, con prodotti di qualità, in quantità adeguate e in sicurezza. Stiamo affrontando, come imprenditori, un forte cambiamento del settore: oggi, l’agricoltura è un’attività economica con tante interazioni, ma il core business rimane la fornitura dei beni alimentari necessari a tutti noi” evidenzia il presidente prima di lasciare la parola agli altri relatori della Federazione regionale che, nella prima parte dell’evento, hanno analizzato l’andamento dei principali comparti produttivi dell’agricoltura piemontese per la campagna agraria appena conclusasi, partendo dalla considerazione di fondo che il cambiamento climatico è ormai una realtà con la quale occorrerà sempre più confrontarsi.
Nella seconda parte della mattinata, entrando nel vivo del convegno, moderato dal direttore di Confagricoltura Piemonte Lella Bassignana, il direttore dell’Area Lavoro e Welfare di Confagricoltura Roberto Caponi, in un dialogo con la presidente di Umana Maria Raffaella Caprioglio ha sottolineato che “L’azienda agricola è un’attività imprenditoriale a tutti gli effetti e, in quanto tale, deve dare soddisfazione economica, tenendo presente che produttività e competitività diventano fondamentali in un mercato sempre più globalizzato. Per questo si deve puntare su investimenti tecnologici, visione a lungo termine di progetti futuribili e un capitale umano con capacità di adattarsi velocemente alle sfide imposte dai nuovi asset economici internazionali”.
Il settore agricolo è in continua e sempre più rapida evoluzione, soprattutto grazie alle tecnologie digitali che stanno trasformando le modalità di produzione, comunicazione e interazione. In questo contesto, le competenze richieste agli operatori sono via via più complesse e diversificate, e non si limitano più a quelle specifiche di una determinata professione o disciplina.
“In questo scenario, – afferma Caprioglio – Umana, Agenzia generalista per il lavoro autorizzata dal Ministero del Lavoro – è in grado di fornire soluzioni alle aziende, condividendone gli stessi valori e incontrando le loro esigenze, ma tutelando allo stesso tempo i lavoratori attraverso personalizzazioni di contratto dall’alto valore aggiunto”. Ha rammentato inoltre che solo il 2% dei lavoratori viene assunto attraverso i tradizionali uffici di collocamento, con tempi lunghi e delle complicazioni che le imprese non possono più permettersi di sostenere, soprattutto in certi periodi dell’anno, e che diminuiscono rivolgendosi alle agenzie per il lavoro.
È quindi intervenuto Luca Brondelli di Brondello, presidente di Enapra, che ha precisato: “La transizione verde e la trasformazione digitale sono opportunità da sfruttare insieme a una domanda di forza lavoro altamente qualificata. Oggi, le figure più richieste in campagna devono avere competenze trasversali. Per svilupparle, occorre adottare un approccio formativo basato sull’esperienza, sulla collaborazione, sulla personalizzazione e sull’innovazione. Enapra, ente di formazione di Confagricoltura, raccoglie e cerca di soddisfare tutte le richieste formative mettendo a disposizione percorsi qualificati e aiuti diretti agli imprenditori agricoli”
In chiusura, Bassignana ha sottolineato l’impegno dell’intera Confagricoltura nel contrastare il fenomeno del caporalato, grazie anche a un codice etico al quale aziende associate sono invitate ad attenersi e alla stipula di contratti collettivi nazionali insieme ai sindacati dei lavoratori. L’impegno della Confederazione è a favore di un lavoro agricolo sostenibile e dignitoso