Oggi la conferenza stampa con il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Il bilancio tracciato da Confagricoltura Piemonte rileva produzioni in calo e prezzi in aumento per i cereali e le oleaginose; significative perdite di raccolti anche per prati, erbai, medicai e ortofrutta. Eccellente la vendemmia. Redditività sempre più scarsa per gli allevamenti zootecnici; quasi azzerata la produzione di miele.
Un inverno mite, una primavera piovosa con temperature fortemente altalenanti e una serie di gelate tardive, associati a un’estate calda e particolarmente asciutta, seguita da un autunno nuovamente mite: questo l’andamento climatico che ha segnato l’annata agraria 2020-2021, caratterizzata da una grave e perdurante siccità, che ha interessato soprattutto il Piemonte meridionale.
Le coltivazioni erbacee, frumento e mais in particolare, ma anche prati, medicai ed erbai annuali hanno patito la carenza idrica riducendo in modo significativo le produzioni, mentre le coltivazioni legnose, frutteti e vigneti in particolare hanno retto meglio, limitando il quantitativo dei raccolti, che si sono però rivelati di buona qualità.
Dal bilancio dell’annata agraria tracciato oggi con una conferenza stampa da Confagricoltura Piemonte emerge che la campagna del grano tenero si è chiusa con un calo produttivo di circa il 10%, mentre la riduzione di raccolto per l’orzo è stata più contenuta.
Anche il mais risentito dell’andamento stagionale favorevole, con un calo produttivo del 30 – 40% e localmente con un azzeramento della produzione a causa di grandinate, piogge violente e forte siccità in alcune aree della regione.
Da segnalare l’andamento positivo dei prezzi dei cereali, spinti dall’ondata dei rincari delle materie prime a livello mondiale, che hanno però messo in difficoltà la zootecnia per il forte aumento dei costi energetici e dei mangimi.
Appare in leggero calo, anche se per avere un quadro preciso occorrerà ancora qualche settimana, la produzione risicola, con qualità di buon livello.
Sostanzialmente stabile la produzione di oleaginose, quali soia, girasole e pisello proteico.
Il vigneto piemontese ha regalato la vendemmia di ottima qualità, anche se non abbondante, con un calo di produzione di circa il 10% rispetto all’anno scorso.
Le gelate del mese di aprile e l’estate con un periodo di forte caldo alternato da violenti temporali hanno danneggiato prima le fioriture e poi il raccolto dei frutteti: in forte calo la produzione di pere (-70%), di pesche (-50%), di susine e kiwi (-30%), di albicocche (-35%). Segnalati cali produttivi anche per quanto riguarda ciliegie (-20%) e mele (-12%).
Produzioni ridotte, ma di ottima qualità, per le fragole e i piccoli frutti (ribes, lamponi, mirtilli). L’annata è stata favorevole per il castagno, che però sconta gli effetti economici di una scarsa domanda.
Il meteo ha condizionato anche le coltivazioni orticole in pieno campo: soddisfacente invece l’andamento del mercato, con prezzi in sostanziale tenuta.
La prolungata siccità e il clima torrido dei mesi estivi hanno provocato problemi di produzione per prati, erbai e medicali, con perdite di raccolto del 30- 40%.
Sul fronte degli allevamenti zootecnici in generale si rileva un forte calo di redditività, dovuto all’aumento dei costi di produzione.
In pesante difficoltà gli allevamenti avicoli (produzione di polli da carne, tacchini e uova), forti consumatori di cereali e proteoleaginose.
Si segnalano forti preoccupazioni per la pressione delle produzioni estere sul mercato dei bovini da carne, che continuano a scontare bassi prezzi all’origine.
Continuano a permanere basse le quotazioni del latte alla stalla, con prezzi stazionari che penalizzano gli allevatori.
Situazione pesante anche per i suini: dopo gli aumenti di prezzo degli animali vivi nel periodo tra aprile e agosto, nei mesi di settembre e ottobre si è registrata una significativa riduzione dei prezzi e attualmente, per quanto riguarda i suini da macello più pregiati (quelli di peso tra i 160 e i 176 kg) il prezzo è inferiore dell’1,13% rispetto all’anno scorso.
Andamento particolarmente sfavorevole per l’apicoltura: le numerose avversità meteorologiche hanno causato una forte riduzione, quando non addirittura l’azzeramento, delle rese dei mieli primaverili più importanti e compromesso anche le produzioni estive.
Continua a ridursi il numero delle imprese agricole. In base ai dati dell’Anagrafe Unica della Regione Piemonte le aziende agricole erano 70.780 nel 2005, 62.706 nel 2010, 42.150 l’anno scorso e 40.152 quest’anno. “Nonostante la riduzione del numero delle imprese si mantiene sostanzialmente stabile la percentuale di giovani agricoltori: i titolari di azienda con meno di 41 anni erano il 14% nel 2010, mentre quest’anno sono il 13,6%. Ciò significa che il settore primario ha la necessità di un forte ricambio generazionale – dichiara il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro – per poter affrontare con vigore le nuove sfide sul fronte della competitività e dell’internazionalizzazione“.
Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia rimarca che “Occorre migliorare l’efficacia delle politiche agricole per favorire uno sviluppo sostenibile delle imprese: si tratta di utilizzare meglio i fondi del programma dello sviluppo rurale, intensificando la collaborazione nella Conferenza Stato Regioni e accelerando il confronto sulla nuova programmazione regionale. Inoltre due problemi che ci assillano da troppo tempo – conclude Allasia – e che devono trovare al più presto soluzione: la riduzione della burocrazia e la lotta agli animali selvatici che rappresentano ormai una piaga per le imprese agricole piemontesi“.
Come ha ricordato il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo alla conferenza stampa di oggi “La politica agricola comunitaria finora ha garantito ai cittadini cibo di qualità, salubre e in quantità. La nuova impostazione è a forte vocazione sociale: ci sarà un riequilibrio delle erogazioni a favore delle piccole imprese. Ciò che non occorre perdere di vista – ha aggiunto Giansanti – è il sostegno alla competitività delle imprese che per essere sostenibili devono assicurare un reddito adeguato agli agricoltori“. Il presidente di Confagricoltura ha ancora ricordato il contributo ecosistemico dell’agricoltura in termini di contrasto al cambiamento climatico. “Lavoreremo per sfruttare meglio boschi e foreste e per avviare un piano straordinario di produzione di proteine vegetali che riduca la nostra dipendenza dall’estero – ha concluso Giansanti – augurandoci che l’agricoltura possa utilizzare appieno i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza per continuare ad offrire il proprio contributo alla valorizzazione dell’ambiente“.
Domani a Cavour si inaugura Tuttomele con lo show cooking di Confagricoltura dedicato alle eccellenze del territorio.
Domani – sabato 6 novembre – a Cavour si inaugura Tuttomele 2021, la rassegna che promuove il prodotto principe dell’agricoltura del territorio con una serie di iniziative legate al mondo dell’agricoltura.
Confagricoltura Torino partecipa a Tuttomele e per la giornata inaugurale, con la collaborazione della Camera di commercio di Torino propone a partire da mezzogiorno, uno show cooking basato su ricette preparate con le mele di Cavour.
“La coltivazione frutticola nelle valli del Pinerolese e di Cavour in particolare – dichiara Tommaso Visca, presidente di Confagricoltura Torino – è un’attività che ha contribuito, nel corso degli anni, a valorizzare un ambiente peculiare, che a differenza di altre realtà, per le sue caratteristiche climatiche, riesce a offrire un prodotto particolarmente apprezzato dei consumatori”.
I terreni fertili collinari e di pianura, molto vicini alle montagne che garantiscono una forte escursione termica tra le ore diurne e la notte, ottimali per la buona maturazione delle mele, consentono, grazie all’intraprendenza degli agricoltori, di ottenere mele, altri frutti e verdura saporiti, profumati e di alta qualità.
Nel territorio del comune di Cavour – ricorda Confagricoltura – la coltivazione del melo è una delle attività principali dell’agricoltura: le aziende impegnate sono 76, con una superficie complessiva di 192 ettari. In Piemonte le aziende che si dedicano a questa attività sono 3.085, con una superficie complessiva di 6.821 ettari.
Confagricoltura Torino, per la giornata inaugurale di Tuttomele in programma domani 6 novembre, a partire da mezzogiorno proporrà ai visitatori uno show cooking con focaccia semintegrale con impasto alla mela Golden, coppa stagionata artigianale, veli di mela Inored Story e gocce di crema al Castelmagno DOP e una monoporzione di mousse alla mela Renetta e cioccolato Ruby. Le specialità saranno accompagnate da una degustazione di vini del territorio del Consorzio di tutela dei vini Doc Pinerolese.
Il prezzo del frumento tenero, come fanno rilevare le quotazioni di ieri (martedì 28 settembre) alla Borsa Merci di Milano, torna a salire, a seconda delle varietà, da 3 a 7 euro a tonnellata. Il frumento di forza vale 285-295 euro a tonnellata, il panificabile superiore 270-275 euro, il panificabile e il biscottiero 260-265 euro, quello per altri usi 250-256 euro.
Aumenta anche il mais nazionale, che quota 255–257 euro a tonnellata; la soia nazionale sale di 25 euro a tonnellata, raggiungendo quota registra 540 – 550 euro.
“Dopo anni di basse quotazioni – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – i prezzi tornano a remunerare in modo abbastanza soddisfacente i cerealicoltori: per contro l’aumento dei costi di alimentazione degli animali crea pesanti difficoltà alle aziende di allevamento, sia dei bovini da carne, sia delle vacche da latte. Le imprese vivono una situazione delicata e per questo occorre consolidare i rapporti di filiera; è un lavoro che stiamo affrontando con le aziende del territorio, pur consapevoli del fatto che a livello internazionale si alimentano speculazioni difficili da controllare”.
Confagricoltura la settimana scorsa ha chiesto alla Regione un piano straordinario per la valorizzazione della qualità della carne bovina, promozione e controlli in materia di etichettatura, aiuti di filiera per far fronte alla crisi e per sostenere l’importanza della carne come quale fondamentale fonte proteica nell’alimentazione.
“Abbiamo chiesto alla Città Metropolitana e alle amministrazioni comunali di tenere nella massima considerazione gli interessi dell’ambiente, del territorio e della tutela dell’agricoltura: confidiamo che le istanze del mondo agricolo vengano ascoltate, non soltanto per gli operatori del settore primario, ma nell’interesse di tutto il territorio”.
Tommaso Visca, presidente di Confagricoltura Torino, commenta così l’esito dell’incontro di venerdì scorso, in videoconferenza, tra i sindaci di Frossasco Federico Comba, di Roletto Cristina Storello, di Cumiana Roberto Costelli e la consigliera delegata all’ambiente della Città Metropolitana Barbara Azzarà.
La riunione, organizzata su richiesta di Confagricoltura Torino, ha consentito di chiarire lo stato di avanzamento della pratica presentata dalla società Kastamonu circa il progetto di realizzazione, nel territorio di Frossasco, di un impianto per la produzione di pannelli truciolati e di un nuovo impianto di recupero energetico da 25 MW.
“Seguiremo con attenzione la pratica – dichiara Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Torino a partire dalla compatibilità dell’impianto: la proposta del nuovo insediamento nel comune di Frossasco sta destando viva preoccupazione anche sui territori limitrofi. Alle istituzioni abbiamo rammentato che nell’area interessata si realizzano importanti produzioni agricole, con allevamenti zootecnici da carne e da latte di alta qualità; abbiamo anche vigneti della doc Pinerolese, frutteti, prati e coltivazioni a seminativo. Le imprese agricole – aggiunge il direttore di Confagricoltura – hanno impostato protocolli di produzione rispettosi dell’ambiente e sono sottoposte a rigidi controlli in materia di trattamenti fitosanitari, concimazioni ed emissioni in atmosfera, per la realizzazione di produzioni di qualità con attenzione alla salute delle persone e all’ambiente. Nel corso dei secoli gli agricoltori hanno costruito un patrimonio economico, sociale e ambientale di grande rilevanza, che vogliamo tutelare con forza, nell’interesse di tutte le aziende agricole del territorio e delle imprese che lavorano nella trasformazione e nella distribuzione dei prodotti agroalimentari”.