Il tema dominante è stato l’introduzione dei dazi del 20% da parte degli USA sui vini UE.
Il settore vitivinicolo italiano, tuttavia, ha risposto con fermezza e spirito propositivo:
- Esportatori e consorzi spingono sulla diversificazione dei mercati (Canada, Romania, Africa, Giappone).
- La presidente di Federvini, Micaela Pallini, lancia un appello per una regia europea unitaria, avvertendo: “difendere il vino oggi significa proteggere l’economia italiana e la sua immagine nel mondo”.
- Il mercato USA rappresenta il 24% dell’export vinicolo italiano (quasi 2 miliardi € l’anno): i dazi rischiano di estromettere i vini italiani dagli scaffali, favorendo i competitor cileni, australiani e californiani.
- Nonostante tutto, 3.000 buyer americani hanno partecipato al Vinitaly: un chiaro segnale d’interesse verso il vino italiano.
Consumi interni in calo, ma con segnali di cambiamento
Nel 2025, le vendite nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata) sono in calo:
- -4,5% a volume e -2,7% a valore nel primo trimestre.
- Il 2024 aveva chiuso a 753 milioni di litri venduti per un valore di 3,2 miliardi di euro.
- I vini rossi fermi restano i più venduti ma continuano a perdere terreno, mentre i bianchi stanno guadagnando quote.
- Secondo Circana, entro 5 anni il vino bianco supererà il rosso nei consumi domestici.
- Emergono varietà come Inzolia e Vermentino, segnale chiaro del cambio di gusto dei consumatori.
Export e spumanti: i veri motori della crescita
- Il 2024 si è chiuso con 8,1 miliardi di euro di export vinicolo (+5,5%).
- Gli spumanti, trainati dal Prosecco, stanno guidando l’export: rappresentano il 22% dell’export totale.
- L’Italia sta virando da “Wine Country” a “Sparkling Wine Country”, con produzioni in tutta la penisola (70 Doc e 17 Docg).
- In diversi Paesi europei il Prosecco ha superato i vini rossi per popolarità.
Produzione e biodiversità: l’Italia al top
- Nel 2024, l’Italia torna primo produttore mondiale con 41 milioni di ettolitri.
- Vanta 80 vitigni autoctoni che coprono il 75% del vigneto nazionale (record europeo).
- Conta 528 DOP/IGP, più di qualsiasi altro Paese.
- Tuttavia, rimane un settore frammentato: il 35% delle aziende ha meno di 5 ettari.
Focus regionale: il Veneto domina
- Il Veneto è la prima regione per produzione e export, con quasi 3 miliardi di euro.
- Cresce la produzione di uve (+9,7%) e il numero di occupati nel comparto (+80.400).
- Spiccano il Glera, Pinot Grigio, e Garganega.
- Prosecco di Conegliano Valdobbiadene in testa per performance di crescita.
Le sfide future del settore
- L’export resta cruciale, ma bisogna affrontare:
- Cambiamento climatico (aumento grado alcolico, desertificazione nel Sud).
- Calo dei consumi interni, soprattutto tra i giovani.
- Eccessivi ricarichi nella ristorazione che frenano gli acquisti.
- Serve una strategia sostenibile:
- Innovazione nei vitigni più resistenti.
- Digitalizzazione, robotica, enoturismo.
- Ritorno all’agricoltura paesaggistica con vigneti più belli e biodiversi.
- Etica della responsabilità per proteggere il paesaggio e valorizzare il territorio.
Il vino dealcolato (NoLo): tendenza emergente
- Il segmento NoLo crescerà del 38% entro il 2028, fino a 3,3 miliardi $ a livello globale.
- In Italia vale solo lo 0,1% del mercato, ma con potenzialità (CAGR atteso: +47,1%).
- Interesse legato a:
- Stili di vita salutari
- Guida sicura
- Curiosità sperimentale
- La chiave sarà la qualità del prodotto e la reperibilità.
In sintesi
Il vino italiano vive un momento complesso ma pieno di opportunità. Tra dazi, cambiamenti nei gusti, e nuove sfide climatiche, il settore si reinventa puntando su innovazione, diversificazione e qualità. Il Prosecco continua a brillare, i bianchi avanzano e il vino “light” fa breccia tra i giovani. In questo scenario, l’Italia deve imparare a fare sistema, valorizzando la propria biodiversità e l’unicità dei territori.