Nelle pittoresche colline del Prosecco DOCG, un’ombra inquietante si sta diffondendo: sempre più vigne abbandonate, lasciate a se stesse per la difficoltà e i costi associati alla loro cura e manutenzione. Questa tendenza inesorabile minaccia non solo la produzione di Prosecco DOCG Superiore, ma anche il riconoscimento UNESCO delle Colline del Prosecco.
Il controllo esercitato dal Consorzio del Prosecco DOCG sembra insufficiente di fronte a questa emergenza. Le ragioni sono molteplici: mancanza di conoscenza su come affrontare il problema e difficoltà nel reperire fondi, dato che le richieste di contributi da parte dei consorziati spesso non trovano riscontro.
È arrivato il momento che il Consorzio agisca con decisione. Dovrebbe rivolgersi alle istituzioni regionali del Veneto e alla comunità europea per ottenere sovvenzioni, prendendo esempio da iniziative simili già adottate in Alto Adige e in Francia. Questi fondi potrebbero essere destinati a sostenere i proprietari di vigneti nel mantenimento delle loro terre secondo gli standard più elevati, magari attraverso concorsi e premi per l’abbellimento e la cura dei vigneti. Se questi sforzi iniziali non portassero i risultati sperati, il Consorzio dovrebbe assumersi la responsabilità di revocare i diritti di produzione del Prosecco DOCG a chi non mantiene adeguatamente i vigneti sulle rive.
Anche la regione deve intervenire con urgenza. Non può più limitarsi a ribaltare il problema sul Consorzio del Prosecco DOCG, ma deve assumere un ruolo attivo nel garantire la salvaguardia di questo patrimonio vitivinicolo.
L’associazione Colline UNESCO, finora concentrata sulla promozione turistica e sulla delineazione delle linee guida per la conservazione delle Colline del Prosecco, deve ora passare all’azione concreta per sostenere i viticoltori nella conservazione e valorizzazione delle loro terre.
Questa è una scommessa cruciale per tutti gli attori coinvolti. Se non si agisce prontamente, il Prosecco DOCG Superiore e le Colline UNESCO rischiano di scomparire, lasciando un vuoto irreparabile nel patrimonio culturale e paesaggistico dell’Italia. È giunto il momento di agire con determinazione e responsabilità per salvare e valorizzare questo tesoro enologico e paesaggistico delle colline del Conegliano Valdobbiadene.