Foreste, Confagricoltura Piemonte e Confagricoltura Liguria: “L’accordo con Ledoga concorrerà a valorizzare il nostro patrimonio boschivo”

Le Federazioni regionali di Piemonte e Liguria hanno siglato oggi un accordo con l’impresa di San Michele Mondovì, in provincia di Cuneo, leader nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroforestali.

Foreste, Confagricoltura Piemonte e Confagricoltura Liguria: “L’accordo con Ledoga concorrerà a valorizzare il nostro patrimonio boschivo”

Le Federazioni regionali di Piemonte e Liguria hanno siglato oggi un accordo con l’impresa di San Michele Mondovì, in provincia di Cuneo, leader nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroforestali

 Grazie ai provvedimenti e ai fondi stanziati dal PNRR, finalmente abbiamo le risorse per gestire il patrimonio boschivo piemontese e ligure: l’intenzione è quella di sviluppare accordi produttivi legno-carta-energia che possano dare un contributo decisivo alla sostenibilità delle filiere forestali”.

Èil commento di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte che con Luca De Michelis, presidente di Confagricoltura Liguria, Marco Bussone e Roberto Colombero rispettivamente presidente nazionale e regionale Piemonte di UNCEM, ha siglato oggi, 1° dicembre, in rappresentanza degli imprenditori agricoli conduttori a qualsiasi titolo di superfici agroforestali, uno dei primi “Accordi di Foresta” nazionali con l’azienda Ledoga S.r.l., società parte del Gruppo Silvateam con sede a San Michele Mondovì, in provincia di Cuneo, specializzata nell’estrazione di tannini e, nel pieno rispetto di un’economia circolare e sostenibile, nella produzione di pellet di castagno.  

“Questo accordo rappresenta un traguardo vantaggioso per i territori contigui delle nostre regioni perché consentirà di valorizzare al meglio le produzioni legnose delle nostre aree interne” afferma il presidente ligure.

Le Federazioni di Piemonte e Liguria si dicono soddisfatte per questa soluzione che consentirà di applicare con profitto sul territorio l’innovativo strumento dell’”Accordo di Foresta” permettendo così di gestire con una visione strategica e con azioni concertate, il grande valore di un patrimonio boschivo per troppo tempo lasciato abbandonato. Attualmente, infatti, circa il 40% dei boschi italiani non è gestito, a fronte di una superficie in aumento di quasi 60 mila ettari all’anno a livello nazionale.

Confagricoltura è fermamente convinta che accrescere la governance territoriale avrà come effetto diretto una valorizzazione e una gestione sostenibile e unitaria delle risorse forestali e ambientali locali, assicurando al contempo la remunerazione dei proprietari forestali e l’erogazione dei servizi ecosistemici, nel rispetto della biodiversità e delle caratteristiche dei paesaggi locali, attraverso una partecipazione attiva delle comunità e il coinvolgimento delle diverse componenti della cultura e della società.

Anche sull’economia del territorio vi saranno effetti positivi: se teniamo in considerazione che la produzione nazionale di legname copre solamente il 20% del fabbisogno e che un tema ricorrente nei dibattiti scientifici e politici è quello della cosiddetta wood security (la garanzia di approvvigionamento di legname per diversi utilizzi), gli “Accordi di Foresta”, equiparati alla rete di imprese agricole, rappresentano un’opportunità di sviluppo di molteplici attività a valenza locale per diversi territori delle aree interne, destinati altrimenti ad essere abbandonati.

 

La gestione attiva e razionale delle risorse boschive ha un forte impatto sul raggiungimento dell’obiettivo della riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030. Gli agricoltori da sempre hanno una visione ecosostenibile delle foreste: lasciamo a loro il compito di mantenere l’equilibrio di questi territori”. Lo ha detto Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e della Federazione Nazionale di Prodotto Risorse boschive e coltivazioni legnose di Confagricoltura, ospite lo scorso martedì 31 ottobre al Forum organizzato a Roma da Legambiente.

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Se verremo maggiormente coinvolti nella gestione dell’ambiente anche dal punto di vista decisionale, come accadeva nel passato, agiremo con strumenti adeguati sul lungo periodo e soprattutto, mediante una comunicazione efficace, con messaggi su misura per un pubblico diverso dagli addetti ai lavori, sensibilizzeremo anche i più scettici, che hanno percezioni errate o distorte del ruolo dell’agricoltura, riguardo alla necessità e ai benefici di effettuare interventi di taglio e manutenzione dei boschi” ha evidenziato il presidente.

Il futuro del settore è rappresentato da un’impresa multifunzionale e multisettoriale che, grazie anche alla valorizzazione dei prodotti forestali non legnosi (ad esempio sughero, resina, pinoli e noci), potrebbe garantire un’economia circolare sostenibile con benefici per tutta la collettività. Occorre inoltre considerare che attualmente in tutto il mondo vengono prodotti e commercializzati volumi record di prodotti a base di legno: secondo gli ultimi dati diffusi dalla FAO, in Europa si registra un aumento del 13% dell’asportazione di legname tondo industriale in un quinquennio, con una crescita costante della produzione di segato come principale assortimento esportato, ma anche un incremento delle importazioni per oltre 5 miliardi di metri cubi. nonostante questo, la superfice forestale europea continua a crescere.

“È necessario intercettare finanziamenti dedicati e risorse tecniche affinché la quantità e la qualità delle foreste nell’UE si mantengano e, anzi, si rafforzi la loro protezione, il ripristino e la resilienza” sottolinea Allasia.

Alla luce della radicalizzazione dei cambiamenti climatici e dei fenomeni ad essi correlati (incendi, fitopatie, tempeste di vento, etc.). Confagricoltura Piemonte è impegnata in una campagna di informazione per dimostrare l’inesistenza di contraddizioni tra il garantire una maggiore produzione di legname e raggiungere gli obiettivi di conservazione dell’ambiente e del paesaggio.

Una gestione forestale sostenibile aiuta a prevenire l’abbandono della terra, gli incendi, a mitigare gli effetti delle tempeste di vento e di altre minacce, quali gli attacchi di parassiti su larga scala, che mettono a repentaglio le formazioni forestali in tutta Europa. Siamo sensibili alla tema e ne parleremo il 10 novembre prossimo all’Ecomondo di Rimini, in un convegno dal titolo Energia dal bosco per la decarbonizzazione e la transizione energetica’ per il quale auspico la partecipazione di moltissimi addetti e non ai lavori”, conclude il presidente della Federazione piemontese

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