Oggi a Villa Contarini si è svolto il Festival delle DOP venete, evento giunto alla 9^ edizione promosso da Regione del Veneto e Veneto Agricoltura con le degustazioni gratuite dei migliori prodotti della nostra agricoltura riconosciuti dai marchi europei DOP, IGP e STG e nazionale QV.
Oltre 6.000 le presenze al Festival delle DOP venete che si è svolto oggi a Piazzola sul Brenta (Pd), nella splendida cornice di Villa Contarini. La kermesse promossa da Regione del Veneto e Veneto Agricoltura con la collaborazione dei Consorzi di Tutela del Veneto, è stata inaugurata alla presenza dell’Assessore all’Agricoltura e al Turismo della Regione del Veneto Federico Caner, del Sindaco della Città di Piazzola sul Brenta Valter Milani e altre Autorità locali, presso “Casa Veneto”, lo stand fieristico della Regione del Veneto realizzato da Veneto Agricoltura con CSQA.
Tanti i prodotti delle Indicazioni Geografiche venete presenti: i vini e i formaggi, la Sopressa Vicentina DOP, il Radicchio Rosso di Treviso IGP e Variegato di Castelfranco IGP, l’Olio Veneto e del Garda DOP, il Riso Vialone Nano veronese IGP, la Ciliegia di Marostica IGP, Miele delle Dolomiti DOP, Pesca di Verona IGP e tanti altri!
Grande partecipazione alle degustazioni guidate a cura dei Cuochi Contadini di Coldiretti, dei formaggi veneti DOP e pizze guarnite ai formaggi DOP a cura di APROLAV-Caseus Veneti e UVIVE con le degustazioni dei vini DOC e DOCG del Veneto.
Il Festival delle DOP venete si conferma anche quest’anno un atteso appuntamento per conoscere e degustare i prodotti di eccellenza del territorio veneto.
IL CONSORZIO GARDA DOC HA PRESENTATO ALLA STAMPA NAZIONALE ED INTERNAZIONALE LA PRIMA CARTA DEI SUOLI DELLA DENOMINAZIONE GARDA DOC, CHE MAPPA LA “PEDODIVERSITÀ” DI QUESTO VASTO TERRITORIO VITIVINICOLO.
Parole d’ordine: vino, mercato, turismo e digitalizzazione avendo però sempre come riferimento il fattore umano e la qualità crescente di tutta la filiera.
A Vinitaly Special Edition 2021 arriva forte e chiaro il messaggio di Vinarius, l’Associazione delle enoteche italiane che ieri, durante il convengo in Sala Rossini “L’enoteca dei prossimi 40 anni. Il Vino, il Turismo, il Territorio, la Digitalizzazione, l’Artigianato Agroalimentare” ha indagato quella che sarà l’evoluzione dell’enoteca del futuro. “Quello che è emerso – spiega Andrea Terraneo Presidente dell’Associazione – è stato un vero e proprio identikit dell’enoteca dei prossimi quarant’anni: un’enoteca interconnessa con il mondo, capace di essere ambasciatrice del territorio e portavoce di una filiera sempre più sinergica e di qualità. Un attore del sistema in grado di incidere nelle strategie di valorizzazione dei diversi brand che passa anche attraverso un dialogo efficace e strutturato con il territorio e con i diversi protagonisti della filiera.”
Un parterre di relatori d’eccezione quello che ha animato il convegno di ieri e a cui il Presidente Terraneo ha voluto far arrivare il suo più sentito grazie: “come Associazione siamo davvero onorati della grande partecipazione registrata al convengo da parte di soci, produttori e stampa, sinonimo questo di quanto il tema sia considerato di centrale interesse per il comparto. Ringrazio di cuore tutti i relatori intervenuti, sia in presenza che a distanza, i quali hanno dato un apporto decisivo all’evento. Quello che è emerso in modo forte – racconta Terraneo – è che l’enoteca di oggi e ancor più quella di domani non è più solo e soltanto una realtà commerciale ma invece una realtà inserita in un tessuto molto più complesso dove si intersecano settori diversi che devono riuscire a creare sinergie e valore. Un’enoteca che, come ci ha spiegato Magda Antonioli Corigliano, professoressa di Macroeconomia ed Economia del Turismo all’Università Bocconi, dovrà diventare una vera e propria “hub tra cantine e territorio” per rispondere alle esigenze di un turista che sempre di più cerca la possibilità di vivere esperienze autentiche, un “way of living” più che un “way of life”. Enogastronomia quindi ma anche turismo e settore agroalimentare, il tutto connesso dalla crescente digitalizzazione e innovazione tecnologica che oggi l’enoteca è chiamata ad interiorizzare e declinare in diversi strumenti capaci di capitalizzare questa volontà di racconto per dargli una dimensione globale. Parallelamente sono stati evidenziati quelli che oggi devono essere i principali fattori di governance e di crescita del comparto, sia a livello aziendale delle imprese vitivinicole sia a livello di territori e associazioni coinvolti. Fondamentale per riuscire nell’impresa due ingredienti imprescindibile: un quadro normativo certo e investimenti, anche nella formazione e nella crescita professionale.” “Anche Vinarius – chiude Terraneo – come associazione evolverà di pari passo divenendo un soggetto centrale per quella che mi auspico diventerà la sua capacità crescente di raccogliere, leggere, analizzare e interpretare i dati inerenti le preferenze e le tendenze del consumatore”. Il messaggio uscito dal Convengo è stato rafforzato dalle parole della Dott.ssa Milena Piasente, Delegata del Ministro del Turismo on. Garavaglia che ha portato il saluto del Ministro ed è intervenuta al termine della relazione per ringraziare dei numerosi spunti emersi di cui ha preso atto e confermando le aperture del nuovo ministero alle tematiche esposte. Ad animare il convegno, oltre alla professoressa Magda Antonioli Corigliano della Bocconi, sono intervenuti: Carlo Hausmann, esperto di sviluppo rurale, produzioni alimentari tipiche ed agriturismo; Tabita Miotto, di Butterfield & Robinson, tour operator canadese; Aldo Borelli, direttore scientifico e general manager R&S management, esperto in digitalizzazione; Maurizio Zanella, Presidente di Ca’ del Bosco, produttore in Franciacorta. Il tutto moderato da Andrea Pamparana, giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano, attualmente vicedirettore del TG5, al quale, al termine delle relazioni, il presidente Terraneo ha conferito il Premio Vinarius come “ambasciatore” delle enoteche italiane. |
Tre giorni di incontri, visite, degustazioni per giornalisti e professionisti del vino alla scoperta del mondo enologico altoatesino, ma il Consorzio guarda già oltre: il progetto della nuova delimitazione geografica della DOC, l’implementazione dell’Agenda 2030 nel nome della sostenibilità e una grande vendemmia 2021 che ha tutte le premesse per riconfermare l’altissima qualità, nota nel mondo, dei vini dell’Alto Adige.
Si è concluso nel migliore dei modi l’Alto Adige Wine Summit 2021, la principale manifestazione enologica che si svolge ogni due anni in Alto Adige. Dal 9 al 12 settembre giornalisti e professionisti del mondo del vino, provenienti da 9 paesi diversi, hanno avuto l’opportunità, su invito, di conoscere il ‘mondo di contrasti‘ – a cui è stata dedicata questa terza edizione della kermesse – che caratterizza il meraviglioso territorio altoatesino, unico per la sua molteplicità di vitigni, terreni e microclimi.
“Siamo felici e orgogliosi – commenta Andreas Kofler, presidente del Consorzio Vini Alto Adige – di aver potuto accogliere più di 100 personalità del mondo enologico suddivisi in piccoli gruppi per garantire la massima sicurezza. La manifestazione, che viene organizzata dal Consorzio Vini Alto Adige, è stata resa possibile grazie anche all’impegno di tutti i soggetti e le istituzioni coinvolte e a tutti i produttori altoatesini che in questi giorni si sono spesi per trasmettere al meglio il nostro immenso e variegato patrimonio enologico.”
L’Alto Adige Wine Summit è stato animato da un fitto programma di attività quali visite ai vigneti, incontri a tu per tu con gli 80 vignaioli altoatesini coinvolti, degustazioni esclusive – con oltre 260 vini che hanno accompagnato i partecipanti in un viaggio nella cultura enoica dell’Alto Adige – e cene stellate in luoghi da sogno come le baite dell’Alpe di Siusi, nel magnifico anfiteatro delle Dolomiti. Tutte attività volte proprio a raccontare questa terra quanto mai variegata, caratteristica che si rispecchia fedelmente nella produzione vinicola del territorio. Basti pensare che in una miriade di vigneti che spaziano dal clima mediterraneo del fondovalle fino a quote che superano i 1000 metri, si coltivano più di 20 vitigni diversi, e tutto questo grazie al lavoro meticoloso svolto sia da singoli vignaioli, sia da cantine sociali di lunga tradizione.
Inoltre, il Consorzio ha proposto appuntamenti digitali dedicati agli autorevoli rappresentanti del mondo enologico provenienti da Hong Kong, Giappone, Russia e Stati Uniti durante i quali è stato possibile confrontarsi e avere scambi interessanti tra tutti i soggetti coinvolti volti a rinsaldare il rapporto con mercati molto importanti come quello americano e asiatico.
“Questa terza edizione – racconta Eduard Bernhart, Direttore del Consorzio – è stata anche un’occasione per fare il punto sull’attuale situazione del settore: in una congiuntura economica complicata, l’Alto Adige del vino si è adoperato per mantenere il settore competitivo, in Italia e all’estero, sperimentando nuovi paradigmi di comunicazione e di vendita che oggi ci permettono di essere più forti, meglio preparati, più digitali, più social, più comunicativi, più adattabili e più dinamici che mai“.
Un territorio in fermento quello dell’Alto Adige che ha colto le sfide dei tempi moderni per guardare e pianificare con lungimiranza il prossimo futuro della viticultura altoatesina. “Un fondamentale progetto per il nostro territorio, ad oggi sul tavolo di discussione a livello ministeriale è l’introduzione della zonazione, ovvero le menzioni geografiche aggiuntive. Si tratta di un progetto di estrema importanza che darà un ulteriore impulso e ancora più legame ai nostri vini con la terra dove nascono. La zonazione rispecchia la nostra visione per i prossimi decenni della viticoltura altoatesina – spiega Martin Foradori, Vice Presidente del Consorzio.
“Abbiamo ben chiara la strada che vogliamo percorrere e per questo, attraverso l’Agenda 2030, ci siamo posti obiettivi concreti e intrapreso un percorso che sappia promuovere e incentivare la sostenibilità, consapevoli che le misure definite nell’Agenda richiederanno un cambiamento di pensiero da parte di tutti gli attori coinvolti. Da ultimo, un pensiero per la vendemmia 2021: se le condizioni metereologiche continuano come in queste ultime settimane, ci attende un’ottima annata e ne siamo particolarmente felici perché vediamo ripagato il grande e complicato lavoro di questi mesi. Non vogliamo già cantare vittoria, ma le condizioni per un’annata davvero unica che rimarrà nella storia ci sono tutte” – aggiunge Andreas Kofler, Presidente del Consorzio in conclusione.