Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di lunedì 10 luglio 2023!
La rassegna stampa vino di oggi, è stata offerta da QuidQuid Srls, consulenze e strategie tecniche commerciali per potenziare il tuo business.
Valpolicella Superiore, onda nuova – L’onda nuova della Valpolicella Superiore Rosso gentile alla ricerca della freschezza.
Ernest Hemingway, ospite della Locanda Cipn?ani sull’isolotto di Torcello a Venezia, si dedicò qui alla stesura del suo romanzo `Di là dal fiume e tra gli alberi”. In `compagnia, pate, anche di diverse casse di Valpolicella. La Locanda Cipriani, sita sull’isolotto di Torcello a Venezia, è diventata un mito letterario per aver ospitato Ernest Hemingway nell’autunno del 1948. Giunto a Venezia con la moglie Mary, Hemingway conobbe questo tranquillo scorcio di paracligo e ne rimase conquistato. L’insolito fascino dell’isola lo convinse a trascorrere l’intero mese di novembre nella Locanda Cipriani, dedicandosi alla stesura del suo romanzo “Di là dal fiume e tra gli alberi”. Pare che a fargli ‘compagnia’ ci fossero anche diverse casse di Valpolicella. A dimostrazione del fatto che il rosso veronese è da sempre sulle tavole e sui banchi del Veneto e può contare su una tradizione risalente e consolidata. Che negli ultimi anni probabilmente si è ritrovata in una sorta di cono d’ombra.
Fonte: Quotidiano del Sud L’Altravoce dell’Italia.
L’internet delle cose che fa bene anche al vino.
La scienza applicata all’agricoltura. Ne parla il fisico Daniele Trinchero del Politecnico di Torino: per monitorare la vigna si possono collocare molti sensori lungo i filari. Il suo istituto ha costruito delle palle, grandi come quelle di Natale, alimentate con pile a stilo di lega durata Etutta una questione di equilibrio. Se il vino è una miscela perfetta data dall’84%-85% di acqua, dal 1296-15% di alcol, dal 2% di acidi e dalli% di elementi legati alla diversità tipologica, per il clima non si può più parlare di armonia, di corretta alternanza tra giorni caldi e freddi, tra stagioni siccitose e piovigginose: è saltato l’equilibrio. E per discuterne in relazione alla viticoltura per la prima volta si è scelto di parlare di agricoltura di precisione, chiamando nel Monferrato fisici, enologi, docenti di diverse università italiane e del politecnico torinese, tra questi anche il fisico Daniele ‘IYinchero che da dieci anni, tra i primi in Italia, insegna a Torino, ma anche a Rouen, «Internet delle cose»: in sostanza si tratta di tecnologia applicata alla vita pratica, con semplicità e magari anche a costi contenuti.
Fonte: L’Economia del Corriere del Mezzogiorno.
Concorso Città del vino, arrivano due ori Premi a Ramuscello e a Franco Bagnarol.
Sei medaglie, di cui cinque d’oro, per le cantine situate in Città del vino del Fvg al 21° Concorso cnologico internazionale, la cui premiazione si è tenuta, alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida e del sindaco Roberto Gualtieri nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio. «Un risultato eccezionale — ha commentato il coordinatore regionale delle Città del vino Tiziano Venturini, presente con il vicecoordinatore Maurizio D’Osualdo — che va a rendere merito ai nostri produttori, che oltre a dare vita a grandi vini sono i primi promotori dei propri territori e del Fvg». Medaglia d’oro generale per Cantina roduttori di Ramuscello e San Vito al Tagliamento (Città del vino di Sesto al Reghena), azienda agricola Roberto Scluba (Città del Vino di Premariacco), azienda agricola Franco Bagnarol (Città del vino di San Vito al Tagliamento) e azienda agricola Battista II di Mauro Lorenzonetto (Città del vino di Latisana).
Fonte: Messaggero Veneto Pordenone.
Città del vino: a Roma conquistate 6 medaglie dalle cantine regionali.
Cinque gli ori ottenuti al 21′ evento enologico internazionale II coordinatore Fvg Venturini: «È un risultato eccezionale» Sesto al Reghena, I “edizione ha visto la Premariacco, San Vito partecipazione di 1.300 al Tagliamento vini, di cui 1.065 italiani e Latisana in luce e 222 stranieri Sei medaglie, di cui cinque d’oro, per le cantine situate in Città del vino del Friuli Venezia Giulia al 21° Concorso enologico internazionale Città del vino 2023, la cui premiazione si è tenuta, alla presenza del ministro dell’Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e del sindaco Roberto Gualtieri nell’aula Giulio Cesare a Roma in Campidoglio. «Un risultato eccezionale — ha commentato il coordinatore regionale delle Città del vino Tiziano Venturini, presente con il vicecoordinatore Maurizio D’Osualdo — che va a rendere merito ai nostri produttori, che oltre a dare vita a grandi vini sono i primi promotori dei propri territori e del Friuli Venezia Giulia». Medaglia d’oro generale per Cantina produttori di Ramuscello e San Vito (Città del vino di Sesto al Reghena), Azienda agricola Scubla Roberto (Città del vino di Premariacco), Azienda agricola Bagnarol Franco (Città del vino di San Vito al Tagliamento) e Azienda agricola Battista II di Lorenzonetto Mauro (Città del vino di Latisana). Per quest’ultima anche una medaglia d’oro categoria forum e un argento forum.
Fonte: Messaggero Veneto Udine.
Concorso Vini di Paramaggiore Nove ori per le Cantine pontine.
La performance All’Azienda Sant’Andrea insieme alle quattro medaglie va il Premio per il vino con il punteggio più alto per regione d’appartenenza Tre medaglie a Casale del Giglio Sotto i riflettori anche la “Tre Terre” Nove medaglie d’oro e il Premio per il vino con il punteggio più alto per la regione d’appartenenza. È questo il bottino dell’enologia pontina al Concorso enologico nazionale di Pramaggiore, in provincia di Venezia. A vincere il Premio per il vino con il punteggio più alto per la regione d’appartenenza è stata l’Azienda agricola Sant’Andrea di Borgo Vodice con il Incontro al Circeo doc, un Merlot che uno dei prodotti di punta della cantina. La stessa cantina poi ha conquistato quattro medaglie d’oro con il Moscato di Terracina Oppidum doc secco, con il Moscato di Terracina Templum doc amabile, con il Dune e con lo stesso Incontro al Circeo doc. Tre medaglie d’oro le ha vinte poi l’Azienda agricola Casale del Giglio de Le Ferriere con il il Satrico, il Viognier il Matidia Cesanese. Mentre l’ottava e la nona medaglia d’oro le ha conquiste l’Azienda vitivinicola “Tre Terre” di Fortunato Maccotta di Sabaudia con il Moscato Igp Lazio e il Malvasia Puntinata Igp Lazio.
Fonte: Latina Oggi.
L’obiettivo del Premio e la mostra dell’enologia italiana.
I particolari Giunto alla sessantaduesima edizione, il Concorso enologico nazionale di Pramaggiore si svolge all’interno della Mostra campionaria dei vini italiani. È rivolto a tre categorie: produttori singoli, produttori associati e aziende vinicole industria lio commerciali. La gestione tecnica del concorso è affidata all’Assoenologi, che ogni anno mette a disposizione centocinquanta enologi, provenienti da varie regioni italiane, per la degustazione dei vini in gara. La scheda organolettica utilizzata è quella usata nei concorsi nazionali e internazionali, approvata dall’Oiv (Organizzazione internazionale della vigna e del vino). La Mostra campionaria dei vini è arrivata invece alla settantasettesima edizione.11 suo obiettivo è promuovere gli stessi vini a livello nazionale, regionale e locale.
Fonte: Latina Oggi.
Premio Vermentino, vince un’etichetta sarda. Sul podio i Doc liguri.
A Castello trionfa Mala, 2° Lunatico, 3° Soffio Foto di gruppo per i tre vini vincitori del Premio Vermentino Premio Vermentino, vince un’etichetta sarda Sul podio i Doc liguri Un vino sardo sul gradino più alto del podio, due Doc liguri al secondo e terzo posto. Sono le sentenze del Premio Vermentino, che lo scorso weekend ha celebrato la trentesima edizione nel borgo medievale di Diano Castello. E’ stato il Mala Superiore di Gallura Docg 2021 dell’azienda Siddùra di Luogosanto, nel Sassarese, ad aggiudicarsi il prestigioso concorso nazionale cui hanno aderito 81 aziende da sette regioni (Sardegna, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Puglia e Sicilia) per un totale di 125 etichette. A ritirare il premio Enrico Maria Patrizio, responsabile commerciale Nord Italia.
Fonte: Secolo XIX Imperia.
l premio Vermentino a un’etichetta sarda – Premio Vermentino. Vince un’etichetta sarda. Sul podio i Doc liguri.
A Castello trionfa Mala, 2° Lunatico, 3° Soffio Foto di gruppo peri tre vini vincitori del Premio Vermentino Premio Vermentino Vince un’etichetta sarda Sul podio i Doc liguri Un vino sardo sul gradino più alto del podio, due Doc liguri al secondo e terzo posto. Sono le sentenze del Premio Vermentino, che lo scorso weekend ha celebrato la trentesima edizione nel borgo medievale di Diano Castello. E’ stato il Mala Superiore di Gallura Docg 2021 dell’azienda Siddùra di Luogosanto, nel Sassarese, ad aggiudicarsi il prestigioso concorso nazionale cui hanno aderito 81 aziende da sette regioni (Sardegna, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Puglia e Sicilia) per un totale di 125 etichette. A ritirare il premio Enrico Maria Patrizio, responsabile commerciale Nord Italia. Al secondo posto e migliore della Liguria, con l’etichetta Lunatico 2022, l’azienda La Carreccia di Casano di Luni nello Spezzino, rappresentata dal fondatore Italo Lavezzari. Terza piazza a pari merito con il Tudurighe 2021 dell’azienda sarda Montefenosu di Muros di fratelli Piras e miglior etichetta del Ponente ligure per il Soffio di Ponente 2022 dell’azienda di Giulia Dell’Erba, con sede a Rezzo e vigne nei dintorni di Albenga.
Fonte: Stampa Liguria.
«In Oltrepo faremo solo gli spumanti» La nuova strategia del gruppo Zonin.
L’annuncio del presidente per l’azienda di Zenevredo Nel giro di quattro o cinque anni la totale riconversione. La Tenuta Oltrenero di Zenevredo si specializzerà unicamente nella produzione dello spumante nel giro di 4-5 anni. E questo l’obiettivo della storia azienda agricola oltrepadana, che dal 1987 è di proprietà del gruppo Zonin1821. Le strategie dell’azienda sono state illustrate di recente nel corso di un incontro tra giornalisti della stampa di settore, il presidente del gruppo Zonin1821, Domenico Zonin, la dirigenza della tenuta, il direttore Paolo Tealdi e il responsabile della comunicazione Giancarlo Parolini; presente anche la presidente del Consorzio tutela vini Oltrepo Pavese, Gilda Fugazza. Pur avendo privilegiato in questi anni, insieme al Pinot nero, anche le uve autoctone del territorio oltrepadano, come quelle per la produzione di Bonarda, Barbera e Riesling, la tenuta ha deciso ora di puntare solo sulle bollicine, seguendo un trend che sta sviluppando anche il mondo del vino locale (anche se i numeri sono ancora molto bassi, circa mezzo milione di bottiglie di Metodo Classico prodotte in Oltrepo), grazie alle politiche messe in atto dal Consorzio.
Fonte: Provincia – Pavese.
Primo vino affinato nel mare, l’idea di due imprenditrici è diventata realtà – È guinness: nasce il primo vino subacqueo del Molise.
Tintilia e Falanghina da record per l’affinamento nelle acque dell’Adriatico E guinness: nasce il primo vino subacqueo del Molise In autunno sul mercato le bottiglie dei vitigni autoctoni affinate sott’acqua da Le Profondità. II Molise festeggia un ambizioso traguardo: la nascita del suo primo vino subacqueo. Sono migliaia e di diverse tipologie, infatti, le bottiglie immerse da Le Profondità, la prima cantina subacquea della regione che si trova nel mare Adriatico, a 4 miglia e mezzo dalla costa molisana. Dietro al progetto di cantinamento subacqueo la start-up Cobalto, un’impresa molisana tutta al femminile che si occupa di ricerca e innovazione per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari con tecniche sperimentali. Un’iniziativa che investe e promuove la produzione vitivinicola del Molise e, con essa, il proprio incontaminato territorio, dato che tutti i vini della regione da oggi potranno essere affinati nel mare che bagna la costa molisana.
Fonte: Primo Piano Molise.
Gaja-Calabresi dialogo sul futuro del vino – “Non c’è vino senz’acqua” Calabresi e Gaja a confronto su clima e sostenibilità.
Il dialogo oggi a Pollenzo durante un convegno sul rispetto dell’ambiente Il giornalista: “Occorre difendere la ricchezza del nostro ecosistema” di Francesca Bolino «Avevo fatto del produttore di vini il protagonista di un capitolo del mio libro “La mattina del giorno dopo” (Mondadori) dove racconto di quando Gaja l’aveva portato nelle sue vigne, non tanto per mostrargli le viti e l’uva, mai fiori, le api, la senape che cresce, le farfalle, la ricchezza di un ecosistema che bisogna difendere», racconta Mario Calabresi ex direttore di Stampa e Repubblica, oggi direttore della piattaforma di podcast Chora Media, in dialogo stasera alle 18 con Angelo Gaja, tra i più grandi produttori di vini delle Langhe, alla fine di una giornata di convegno all’università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo dedicata all’acqua e alla sostenibilità. “Non c’è vino senza acqua”: intorno a questo tema dialogheranno Mario Calabresi e il “patriarca del barbaresco”.
Fonte: Repubblica Torino.
“Le mie box rilanciano il vino senza bottiglia”.
«Le prime cantine a cui ho bussato mi dissero di no. Consideravano la “bag in box” un passo indietro. Invece è un modo per tornare a un concetto di vino senza troppi fronzoli. Al bicchiere godereccio e quotidiano. È una sfida farlo capire ma ci stiamo riuscendo. Sfida che è diventata duplice quando ho deciso di lasciare il lavoro che mi piaceva e mettermi in proprio. Oggi so che prendersi cura di un business da zero non ha eguali». Alessandra Costa, alessandrina di 30 anni, è la fondatrice di SfusoBuono, lo shop online dedicato al vino sfaso di qualità, prodotto da cantine di tutta Italia e venduto in un packaging sostenibile. Laureata in filosofia, con studi da sommelier all’università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ha coltivato la sua grande passione per il vino e ha iniziato a scoprire anche una rete di produttori da cui è partita per dar vita al progetto, condiviso con Paolo Vaccarella, che ha ricevuto il premio FoodeWine Awards 2022. Perché Sfusobuono? «Per nobilitare il vino sfuso, quanto di più distante possa esserci dal vino di bassa qualità.
Fonte: Repubblica Torino.
Roma, tre ori per le Cantine Spelonga al “Città del Vino”.
E’ stato un grande onore per me presenziare a Roma nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio, al XXI concorso enologico Internazionale ‘Città del Vino’ presentato dall’omonima associazione. Sono felicissimo che ad essere stati premiati siano stati il comune di Stornara e le ‘Cantine Spelonga’ di Marilina Nappi, che si sono aggiudicate 3 medaglie d’oro. Questo esalta il duro lavoro ed il coraggio di questa intraprendente imprenditrice, che porta lustro al nostro territorio. E lo spirito giusto per accomunare istituzioni ed imprenditori al fine di valorizzare il nostro patrimonio enogastronomico”- dice il Sindaco di Stornara Nigro.
Fonte: L’Attacco.
Riconoscimenti per tre aziende vitivinicole.
A Roma hanno ricevuto premi in occasione del Concorso internazionale Riconoscimenti per tre aziende vitivinicole MENFI. Importanti riconoscimenti per tre aziende vitivinicole di Menfi ad un concorso nazionale. Le cantine Settesoli, Planeta e Tenuta Stoccatello di Menfi hanno ricevuto a Roma premi per il miglior vino in occasione della cerimonia di premiazione del XXI Concorso Internazionale Città del Vino 2023, organizzato dall’Associazione Nazionale Città del Vino, che si è svolta presso l’aula consiliare della capitale alla presenza del sindaco Vito Clemente. Il concorso premia storicamente non solo le aziende che hanno ricevuto il premio, ma anche il sindaco del Comune in cui l’azienda ricade. Quest’anno il premio assume maggior valore per la cittadina belicina, indicata insieme al territorio circostante come “Città Italiana del Vino 2023”. Menfi è stata indicata punto di riferimento dell’enologia italiana proprio dall’Associazione Nazionale Città del Vino, di cui fa da tempo parte. Per il Comune a forte vocazione vitivinicola si è trattato di un riconoscimento quasi dovuto, alla luce della grande attività svolta da anni in questo settore e di un territorio che vanta tantissime aziende, piccole e grandi.
Fonte: Sicilia Sicilia Centrale.
Il Valpolicella doc Superiore conquista Venezia.
Il presidente Marchesini: «Una tipologia che da anni è il 7% della produzione doc: grande potenziale di crescita». Il Valpolicella Doc Superiore a Venezia piace agli addetti ai lavori, ai giornalisti e ai winelover. Dimostrando che nella principale denominazione rossa del Veneto, oltre all’Amarone, c’è anche di più per catturare il gusto dei moderni consumatori italiani e internazionali. II Consorzio e il Valpolicella doc Superiore Con 600 appassionati di vino riuniti alla Loggia Maggiore della Peschiera di Rialto si è conclusa nella città lagunare, giovedì scorso, la due giorni «Venezia Superiore» organizzata dal Consorzio tutela vini Valpolicella e intitolata appunto al Valpolicella Doc Superiore. In degustazione per i veneziani e i turisti c’erano 50 referenze di Valpolicella Doc e Valpolicella Superiore – annate dal 2013 al 2022 – di trentotto aziende della denominazione veronese con Folla di winelover e giornalisti per l’evento in Laguna dedicato alla doc veronese 8600 ettari di vigneto in 19 comuni che esprime oltre 600 milioni di euro di fatturato complessivo, di cui più della metà riferiti alle performance dell’Amarone.
Fonte: Arena.
Il mosto non fermenta: è il «vino non vino» a zero gradi alcolici.
per la legge italiana è classificato soft drink ma in realtà è un vino a zero gradi alcolici, 100% di mosto microfiltrato prima della fermentazione e poi imbottigliato. In questo modo gli zuccheri non fermentano e rimane una bibita molto rinfrescante. L’ha lanciata Bottega, l’azienda vinicola e distilleria di Bibano di Godega, nel Trevigiano, conosciuta per esportare in oltre 150 Paesi il suo Prosecco, vini, distillati e liquori alla frutta, con un fatturato 2022 di 110 milioni di euro, comprensivo dei ricavi dei Prosecco Bar, i locali aperti nei cinque continenti che richiamano le vecchie osterie veneziane, rivisitate e modernizzate. Il vino non alcolico sta raccogliendo forti consensi nei Paesi anglosassoni e, da alcune settimane, anche in Spagna, Francia e Italia. «E’ un’idea che macinavo già 12 anni orsono – afferma Sandro Bottega, che con i fratelli Susanna e Stefano porta avanti l’azienda trevigiana – quando producemmo un amaro senza alcol. Siamo quindi arrivati alla realizzazione di questo soft drink, anche se in tempi non brevissimi. Conosciamo anche altre tecniche, che Potrebbero portare ad altri tipi di “vino non vino”.
Fonte: Corriere Imprese Nordest.
Mom e caldaie: poche richieste bonus, i soldi al Prosecco.
Il bonus consentiva ai lavoratori di pagare il 50% in meno per un abbonamento annuale ai bus e alle corriere della Mom. Ma le richieste sono state poche. Discorso simile per gli aiuti alle imprese per sostituire le caldaie. Poche domande. E così la Provincia ha dirottato i fondi rimasti nel settore ambiente, 200mi1a euro, anche per assegnare un contributo una tantum da 50mila euro alle colline del Prosecco. I1 via libera alla variazione nel bilancio del Sant’Artemio è arrivato a maggioranza nell’ultimo consiglio provinciale. Non senza qualche polemica. «C’e da interrogarsi – nota Antonella Tocchetto, consigliere del Pd – sul fatto che ci siano state poche domande in due ambiti che in realtà sono molto interessanti». «E’ necessario pensare a qualcosa di più specifico e incisivo – aggiunge Anna Spinnato – sviluppando anche una comunicazione attraverso i Comuni più attenta e proficua».
Fonte: Gazzettino Treviso.
Vino da “oro” internazionale: a Roma un premio alla cantina di Luigino Molon.
La cerimonia del 21. concorso enologico internazionale “Città del vino” si è svolta venerdì scorso in Campidoglio. L’azienda agricola Molon ha vinto anche il premio speciale Forum per il Manzoni Moscato 13.0.25, che è il numero del vitigno. Quella di Molon è un’impresa a conduzione familiare, fondata negli anni Cinquanta da Pietro Molon e Mercedes Baldan. L’azienda è oggi gestita da Luigino, dalla moglie Elide e dai figli Matteo e Chiara, che continuano nella tradizione di chi vive lavorando la terra e curando tutti gli aspetti della produzione: dalla coltivazione dell’uva, alla vinificazione, al rapporto con la clientela. Ad accompagnare l’azienda nella trasferta romana e rappresentare la città l’assessora alle Attività produttive, Lucia Camata. «Un’azienda sandonatese pluripremiata che ha come caratteristiche le passione, costanza e il rispetto per la natura – commenta Camata – una famiglia che è riuscita a raggiungere un traguardo molto importante.
Fonte: Gazzettino Venezia.
Un finanziamento per la Mostra dei Vini.
La Città metropolitana di Venezia prevede nuovi e importanti lavori straordinari alla sede della Mostra nazionale dei Vini di Pramaggiore. Sul piatto ci sono 650mi1a euro circa. La Mostra dei Vini è il padiglione che, nel centro di Pramaggiore, ospita l’omonima mostra nazionale e il Concorso enologico nazionale, il più antico d’Italia. Da dopo la pandemia le premiazioni dei vini eccellenti del concorso si svolgono proprio a Venezia. Il presidente della Mostra dei Vini è lo storico esponente associativo Luciano Moretto. La sede della Mostra dei Vini per metà è di proprietà della città Metropolitana e per metà dal comune di Pramaggiore. Da qui la stipula di una convenzione. Città metropolitana di Venezia e Comune di Pramaggiore hanno già messo a bilancio i soldi per la ristrutturazione. Infatti gli interventi saranno divisi in due lotti.
Fonte: Nuova Venezia.
Treviso wine club nasce il circolo dei buoni bevitori.
Nasce il “Treviso wine club”, gruppo di appassionati del buon bere. L’incontro inaugurale è stato ospitato dal ristorante Plenus Bistrò di Treviso. La serata, intensa e densa di emozioni – quali il vino e il cibo di alta qualità sanno offrire – è stata inaugurata dal presidente del club, Massimo D’Isep, assieme ai fondatori e consiglieri Enzo d’Isanto, Antonio Gatti e Alessandro Botter. Martino Manetti ha presentato Montevertine e i vini in degustazione, con un linguaggio appassionato, semplice e lontano dai tecnicismi, spesso ridondanti nelle degustazioni. C’è solo un modo per capire i segreti del vino: degustarlo ed assaporarlo senza fretta. Montevertine, oggi, è il frutto di un lungo e tenace lavoro, iniziato da Sergio Manetti, padre di Martino. I primi soci sono stati accolti nel club con il solo criterio della passione per il vino e per il cibo oltre alla volontà di scoprire, conoscere e promuovere assieme le espressioni della migliore tradizione italiana ed europea.
Fonte: Tribuna Treviso.
Cammino Unesco Spuntano già i primi escursionisti «Tanti stranieri».
I Comuni si organizzano e diversi privati si preparano a trasformare le vecchie casere in luoghi di accoglienza. Piazza Marconi sabato sera e ieri in grande spolvero. Di lingue e di colori: dal tedesco all’inglese, dallo svedese al giapponese, allo spagnolo. «Il sito Unesco attrae il mondo intero», esulta il sindaco Luciano Vettoretti. Per il suo collega Mario Bailo, di Vidor, quella di ieri è stata, invece, una domenica di riposo, dopo il sabato dell’inaugurazione del Cammino del Prosecco. «Posso testimoniare che i primi “camminatori della bellezza” si sono già visti, per la verità, ancora sabato. Altri ieri», conferma soddisfatto, mentre anticipa che «già alcuni proprietari di casere sulle colline si sono fatti avanti in Comune per capire come trasformarle in oasi di micro ricettività». A Vidor, guarda caso, anche un bar gestito da cinesi si è fatto carico di distribuire le certificazioni del Cammino.
Fonte: Tribuna Treviso.
Un cammino nelle Colline del Prosecco.
Inaugurato l’itinerario di 51 chilometri suddiviso in quattro tappe Un cammino nelle Colline del Prosecco VIDOR (Treviso) – t stato inaugurato il nuovo cammino a tappe di 51 chilometri, interamente sviluppato nel sito Unesco delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, che il 7 luglio hanno festeggiato 4 anni dall’ingresso nella World Heritage List. “Inauguriamo un percorso straordinario, che unisce un ambiente eccezionale, a livello naturale e paesaggistico, con la grande cultura enoica. I visitatori potranno davvero immergersi in un territorio dove l’accoglienza è un must e i prodotti enogastronomia sono diventati iconici in tutto il mondo, a partire dal Prosecco” ha commentato Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto, che sabato ha presenziato all’ideale taglio del nastro davanti a autorità, stampa e cittadini a Vidor, comune di partenza della via.
Fonte: Voce di Rovigo.
I Mazzei investono in Sicilia: nuova cantina a Zisola.
Dalla Toscana alla Sicilia, cresce l’impronta dei Mazzei nel mondo vinicolo. Dopo Castello di Fonterutoli, nel Chianti Classico, e Tenuta Belguardo, in Maremma, la famiglia è approdata in Sicilia nel 2003 acquisendo, nei pressi di Noto, Tenuta Zisola: tre bagli e 50 ettari di proprietà, di cui 24 di vigneto, a cui, entro fine anno, si aggiungerà il 25esimo a Catarratto. Nel 2022, la cantina in orbita a Mazzei, gruppo da 22 milioni di euro di consolidato, ha realizzato un fatturato di 1,6 milioni (di cui il 55% generato dall’estero) e un ebitda al 36%, con circa 150-160mila bottiglie (di cui circa 90mila solo dell’etichetta Zisola) destinate soprattutto al canale Horeca. Per l’anno in corso, “contiamo di raggiungere un fatturato tra 1,8-2 milioni di euro – racconta a Pambianco Wine&Food Filippo Mazzei, presidente della Marchesi Mazzei – con 180mila bottiglie, per poi raggiungere, nell’arco di 4-5 anni, i tre milioni di euro con 220-230mila bottiglie”.
Fonte: Wine Pambianco – Pambianconews.
1954 Cantine Universali, la cultura del vino a Ragusa.
L’intervento di DFG Architetti Associati nell’enoteca 1954 Cantine Universali: una successione di scenari che cambiano dal contemporaneo all’antico, dal presente al passato. A Ragusa, tempo e persone scorrono, come il vino, tra pietra e legno in un luogo che parla di cultura, tradizioni, famiglia: 1954 Cantine Universali è un’enoteca dove enologia e gastronomia si incontrano per offrire un’esperienza conviviale e sensoriale. Dalla dedizione per un lavoro diventato passione, è sorta l’esigenza di una location per conservare e condividere una storia preziosa, rendendo la nuova enoteca un punto di incontro esclusivo, elegante, accogliente e informale.
Fonte: Interni Magazine.
Alghero, il 15 luglio è Akènta Day: emerge la cantina subacquea.
Torna sabato 15 luglio Akènta Day, evento simbolo dell’estate di Alghero e uno degli appuntamenti più importanti dell’intera Sardegna. La baia di Alghero ospita l’evento della Cantina Santa Maria La Palma, durante il quale si assiste all’emersione della cantina subacquea della Sardegna. Al mattino una flotta di imbarcazioni parte dal porto della città catalana per permettere a tutti i partecipanti di vedere l’emersione della cantina subacquea, poi aperitivo e brindisi. Quindi le barche si spostano in una baia della Riviera del Corallo per una sosta con tuffi, relax e pausa pranzo. Nel pomeriggio su ogni barca un dj set, viene chiamato l’Emersion Party, una festa a filo d’acqua con tanti brindisi. L’evento è già sold out, si può vedere sul sito ufficiale.
Fonte: Unione Sarda.
Vino: alla scoperta di COS e delle sue bottiglie.
Grandi paladini della viticoltura in conduzione biodinamica, COS nasce nel 1980 dai tre amici Giambattista Cilia, Cirino Strano e Giusto Occhipinti, i quali, giovanissimi, devono i loro esordi alla fiducia di Giuseppe, papà di Giambattista, che concede loro l’affitto di vigna e cantina di famiglia per imbottigliare la prima annata. Sono poco meno di 1.500 bottiglie, ma è l’inizio di un’epopea di successo, che porta COS a valorizzare il territorio di Vittoria di Ragusa tramite un lavoro omogeneo tra campagna, dove la vigna è accompagnata alla ricerca di un equilibrio che è anche, propiziamente, sintomo di corretta interconnessione con l’ambiente, e la cantina, dove, tra le prime realtà italiane, la stilistica è guidata dall’utilizzo della tradizionale anfora in fase di vinificazione e affinamento (successivamente affiancata da altri vasi vinari, in cemento vetrificato), recipiente capace di esprimere le caratteristiche più veraci di questo fazzoletto di terra.
Fonte: L’Espresso.
Champagne, la réserve individuelle a 100 quintali ad ettaro per compensare le annate sfortunate.
Paracadute per i vigneron contro gli eccessi del clima. In Italia giacenze e riserve garantiscono gli imbottigliamenti del Prosecco fino a fine 2023. Da una parte il mercato, dall’altra gli eccessi di un clima da cui, come sempre e ancora più del solito, dipendono le fortune di qualsiasi campagna vendemmiale. In mezzo, le necessità e le potenzialità produttive delle aziende, normate e regolamentate dalle diverse denominazioni. In modo più o meno rigido. Fa scuola, e storia a sé, in questo senso, la Champagne, che ogni anno fissa limiti diversi alle rese in base, appunto, all’andamento stagionale ed alle necessità del mercato. Nel 2021, ad esempio, le piogge limitarono la produzione dei vigneti ad appena 60-70 quintali ad ettaro, molto meno dell’anno precedente, quando però il limite fu comunque basso (80 quintali ad ettaro) a causa delle difficoltà di un mercato in enorme contrazione a causa della pandemia di Covid-19.
Fonte: WineNews.
I Castelli Romani brillano al Concorso Enologico Internazionale Città del Vino. Premiate cantine di Frascati, Genzano, Lanuvio, Marino, Monte Porzio, Ariccia e Velletri.
Alla XXI edizione del Concorso Enologioco Città del Vino i Castelli Romani e le zone limitrofe si sono contraddistinti con le loro eccellenze vinicole, vincendo moltissime medaglie. La premiazione si è svolta presso la Sala Giulio Cesare del Quirinale alla presenza del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, l’Assessore all’Agricoltura e all’ambiente della Capitale Sabrina Alfonsi, insieme al Ministro Francesco Lollobrigida e all’Assessore della Regione Lazio Giancarlo Righini. L’Associazione Nazionale Città del Vino è nata come «movimento che potesse sostenere le imprese vitivinicole nella promozione del vino, ma al tempo stesso individuava già allora nel valore del territorio la carta da giocare per lo sviluppo delle aree rurali».
Fonte: Castelli Notizie.
In un futuro prossimo berremo tutti vino geneticamente modificato?.
Se c’è quella bottiglia di vino, quella famosa, che vorreste assolutamente con voi su un’isola deserta o in un bunker atomico per sfangare la catastrofe nucleare, cominciate a metterla da parte, a regolarle per bene la temperatura intorno, perché gli ultimi torridi tempi non sono un granché, per il vino. Raccolti dall’esito incerto, maggiori gradazioni alcoliche, modifiche nella struttura organolettica, viticoltura eroica d’altura come necessità e non più moda, costi lievitati. Ill cambiamento climatico è arrivato ad attaccare la produzione vitivinicola da più fronti, diventando un pericolo non solo per la qualità del vino, ma anche per la sua quantità. La minaccia è concreta, e riguarda la sopravvivenza stessa di gran parte dell’attuale produzione, specie quella locata nel Sud Europa e legata alle varietà internazionali. Un quadro di fragilità acuito dai numerosi trattamenti che bisogna fare contro funghi aggressivi come peronospora e oidio, che vengono effettuati a mezzo macchina immettendo un surplus di anidride carbonica nell’atmosfera – il che, a sua volta, contribuisce all’innalzamento delle temperature.
Fonte: Rolling Stone.
Per fare il vino buono serve l’acqua giusta (ma anche la siccità) al momento giusto in vigna.
La ricerca dell’Università di Pisa pubblicata sulla rivista “Frontiers in Plant Science”, premiata dalla Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana. Nella vita, in ogni campo, il tempismo è fondamentale. Anche in agricoltura, e più che mai in viticoltura. E se è convinzione diffusa che le condizioni di stress, quando superate, consentano alla vite di esprimere il meglio delle sue potenzialità, come raccontato tante volte, a chiusura di annate che si annunciavano complesse, se non potenzialmente catastrofiche, e poi risolte in maniera più che positiva sotto il profilo qualitativo delle uve, ora c’è chi ha messo questo nero su bianco con una approfondita ricerca scientifica, la cui sintesi più semplice è che “per fare il vino buono serve l’acqua giusta, al momento giusto”.
Fonte: WineNews.
Cia Cuneo: “Contributi ai produttori di vino per i locali di degustazione e di vendita”.
La Regione Piemonte ha aperto il bando della misura investimenti per la campagna 2023/2024 della Ocm (Organizzazione Comune dei Mercati) riguardante il vino. Sono fondi Ue che lo Stato italiano assegna alle Regioni, le quali poi gestiscono la raccolta, le istruttorie e la graduatoria delle domande. La dotazione finanziaria per il Piemonte è di 3.033.186 euro. Le richieste di sostegno devono essere presentate, con invio telematico, entro il 31 luglio 2023. Possono partecipare i produttori di vino. Vengono finanziate parte delle spese sostenute per la realizzazione o l’ampliamento dei punti vendita aziendali destinati alla promozione e alla commercializzazione dei prodotti vitivinicoli e insediati all’interno o all’esterno delle strutture di trasformazione e di conservazione. Sono comprese le sale riservate alle degustazioni.
Fonte: Lavocedialba.it.
Sostenibilità: ecco le nuove regole Ue per il settore del vino.
Il settore del vino è in forte crescita. Nel 2022 il fatturato del settore in Italia ha superato per la prima volta la soglia 14 miliardi di fatturato, di cui 7,9 miliardi derivanti dall’esportazione. L’Italia si conferma primo produttore mondiale, con 50,3 milioni di ettolitri di vino prodotto nel 2022. Essere sostenibili per le aziende vitivinicole vino non è più come prima. E’ necessario uno scatto in avanti per cogliere le nuove opportunità della transizione. Negli ultimi anni il settore vitivinicolo ha investito molte risorse sulla sostenibilità concentrandosi sulla qualità del prodotto, sulla produzione biologica e la biodiversità, sulla tutela del suolo e sulla riduzione delle sostanze chimiche presenti nei diserbanti e negli insetticidi.
Fonte: Economy Magazine.
Le 12 migliori enoteche dove bere naturalmente a Milano.
Ci sono vignaioli che ancora credono nel “vino d’autore”, che se ne fregano delle mode, che amano camminare sulla terra incontaminata delle loro vigne senza mai dimenticare le antiche ricette della cultura contadina. Dei Tom Waits del vino, per intenderci. Chiamateli naturali, senza trucco, biodinamici, non importa il termine ma l’idea. Vini non convenzionali che hanno in comune un pensiero etico legato soprattutto al rispetto della terra. In questo senso Milano ha fatto scuola: se c’è infatti una città che prima di altre ha capito la potenzialità e la forza del “bere consapevole”, questa è proprio Milano. Ecco allora le dieci enoteche più interessanti della città dove trovare i migliori vini naturali italiani e non solo.
Fonte: Milano Today.
Meno fitosanitari meno uva, per la Ue va bene ma Italia, Francia e Spagna rivendicano il peso del vino sulle economie europee.
Le Associazioni di rappresentanza italiane, francesi e spagnole rivendicano l’importanza del vino in Europa alla luce delle conclusioni del recente studio della Commissione europea sull’impatto del cosiddetto regolamento SUR sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, in cui si afferma che la prevedibile diminuzione della produzione di uva è irrilevante, in quanto non si tratta di una coltura essenziale. Le organizzazioni del settore vitivinicolo spagnole, francesi e italiane hanno preso atto dello studio complementare appena pubblicato dalla Commissione europea sulle conseguenze del regolamento SUR sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari in Europa. L’Unione Europea è il primo produttore di vino al mondo, con il 45% della superficie viticola mondiale. Questo settore ad alto valore aggiunto è vitale per molte regioni rurali europee, genera milioni di posti di lavoro e contribuisce in modo significativo alla bilancia commerciale dell’UE. Tuttavia, questo studio prevede un calo della produzione di uva dovuto agli effetti della riduzione dei fitosanitari, stimatoal 18% in Spagna, al 20% in Italia e al 28% in Francia, senza nemmeno valutare l’impatto del cambiamento climatico che andrebbe aggiunto a questa cifra.La Commissione europea aggiunge nello studio che la produzione di uva non è una coltura essenziale per la sicurezza alimentare europea e che una diminuzione della produzione di vino in Europa sarebbe irrilevante. Queste affermazioni ignorano l’enorme contributo economico, sociale e culturale del settore vitivinicolo in molte regioni dell’UE.
Fonte: Federvinii.
STAMPA ESTERA
Her ideal of winemaking extends past the vineyard.
A painstaking process of artistic blending sets a producer apart from others. I first met Maggie Harrison in 2018, when I was on vacation in Portland, Ore. I hadn’t planned to taste any wine, but a friend who worked for a food magazine said that I had to meet this winemaker who worked like an artist. She might have used the word “genius.” I mentioned Harrison to another friend, who’s in the wine business. He echoed the recommendation, describing her ambiguously as a person who had “declared war on wine.” Everywhere I looked online, Harrison was receiving accolades for the results of an unorthodox approach to winemaking, which drew as much from painting — she has a condition known as synesthesia, in which information meant to stimulate one sense also stimulates others — as it did from traditional notions of taste and aroma. Some critics let on that her wines had the complexity, tension and narrative arc of a great artwork. So I sent Harrison an email and received a response that began unenthusiastically with, “Unfortunately it is well known that I don’t like all that many humans.” She seemed to mean it. Still, she agreed to see me. In the directions she sent, Harrison told me to look out for “a garbage can of a warehouse of a winery.” She wasn’t being modest. Antica Terra, her winery in the Willamette Valley, is in a kind of updated Quonset hut, with two loading bays and a row of dumpsters near the entrance. For Harrison, this serves the purpose of discouraging unwanted attention. Warm, funny and observant in person, she cultivates the persona of a curmudgeon, the way an octopus might disguise itself as a rock to throw off sand sharks. Harrison ushered me and a few friends into an industrial space filled with fluorescent lights and bland office furniture. We followed her to a dimly lit room where barrels and wooden cases of wine rose nearly to the ceiling. The aroma of oak hung in the air. A farm table was set with candles, a dish of caviar and an excellent grower Champagne. The scene was so hushed and civilizedlooking, after the dinginess of the exterior, that it was like entering a chapel For Maggie Harrison, wine is an entirely human undertaking requiring intense effort and artistic commitment. through the back of an airport Cinnabon. We were there to sample Harrison’s wine, but to our surprise she began the tasting by pouring for us some of the finest wines from France, which is to say some of the best wines in the world. “I’m having you taste these wines,” Harrison explained finally, “to create a context in which to taste my wines.” To grasp the audacity of this statement, you have to remember that Oregon’s wine culture is, relatively speaking, in its infancy. As far as we know, the state’s first pinot noir vines were planted in 1961, whereas the first vineyards in Burgundy date to at least the first century A.D. Harrison’s most distinctive wine is a pinot noir called Antikythera. The wine comes from a strange little vineyard a short drive from the winery, a rocky hillside watched over by circling turkey vultures. The rows of spindly, stunted vines have only about a foot of soil to grow in, so their roots have to spread out over the underlying bedrock and search its surface for cracks to find nutrients and water.
Fonte: New York Times International Edition.
Grazie per l’ascolto, vi ricordiamo che la rassegna stampa vino di oggi, è stata offerta da QuidQuid Srls
A risentirci a domani.