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Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di lunedì 11 luglio 2022!
Le news di oggi, sono state offerte da Blinkup Srl (https://www.blinkup.it/), strategie per potenziare il tuo business.
Nove cantine d’Autore sulle vie del Bianchello.
La denominazione autoctona del territorio di Pesaro-Urbino lancia il progetto con l’obiettivo di rendere più attrattiva la destinazione agli appassionati dell’enogastronomia Nove cantine d’Autore sulle vie del Bianchello. Certificazione ‘Si Rating’ al Consorzio Vini d’Abruzzo Il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo (nella foto il presidente Valentino Di L’ITALIA del vino riparte anche dalle piccole denominazioni che si organizzano in stretto collegamento col territorio. È il caso del Bianchello del Metauro, denominazione autoctona del territorio di Pesaro-Urbino, che ha già scavallato il mezzo secolo di vita, e che adesso lancia il progetto ‘Le vie del Bianchello’ su iniziativa di nove cantine riunite nell’associazione Vignaioli d’Autore, con l’obiettivo di rendere sempre più attrattiva la destinazione vitivinicola agli appassionati wine lovers, amanti e curiosi dei valori delle tradizioni locali e dell’enogastronomia.
Fonte: Giorno – Carlino – Nazione Economia&Lavoro.
Siccità e vino, la carenza di piogge preoccupa per il Prosecco Doc.
Le conseguenze dell’assenza di piogge Siccità e vino, la carenza di piogge preoccupa per il Prosecco Doc Il vino più esportato e venduto all’estero, il Prosecco, sta reggendo il contraccolpo dovuto al caldo e alla siccità nonostante nella zona di produzione c’è “preoccupazione per la mancanza di pioggia perché è da tanto tempo che non piove in modo diffuso ma lo stato dei vigneti è molto buono, in primis perché i vigneti che necessitano di essere irrigati, nonostante tutto, hanno sempre avuto la possibilità di avere acqua, a parte qualche caso sporadico”. A delineare il quadro della situazione è Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc, intervistato dall’Adnkronos.
Fonte: Il Sannio Quotidiano.
Riconoscimenti ai vini locali al “29° Premio Vermentino”.
La soddisfazione del sindaco di Diano Castello Romano Damonte Riconoscimenti ai vini locali al “29° Premio Vermentino” 0 ttimo il comportamento della Liguria alla 29aedizione del premio Vermentino che si è concluso ieri a Diano Castello. Ben quattro le etichette selezionate per la superfinale a undici, tre dell’imperiese e una del levante: il Sorì 2021 del Poggio dei Gorleri, a Diano Marina, è salito sul terzo gradino del podio; quarto il Pejuna 2021 di Gajaudo di Isolabona; buon settimo il Vermentino 2021 di Maria Donata Bianchi di Diano Arentino; infine nono l’Etichetta Grigia di Cantine Lunae di Luni a La Spezia. Già detto del vincitore Marmato Il Poderone 2021 della cantina sociale Terre dell’Etruria di Magliano (Grosseto) e della seconda piazza per la Sardegna, con il Giunchizza 2021 dell’azienda Montespada di Trinità d’Agultu (Sassari), va menzionata come nota di merito anche la cinquina ligure che è finita nella top 20 dei prodotti d’eccellenza: Linero di Castelnuovo Magra con Del Generale, Saglietto di Imperia, Dell’Erba di Rezzo con Soffio di Ponente 2021, Deperi di Ranzo con Colombera 2021 e Mauro Zino di Dolceacqua.
Fonte: Stampa Liguria.
Non solo barolo «L’alta langa brinda con le bollicine» – Tre milioni di alte bollicine Langa Docg brinda al record.
Ha le idee chiare Mariacristina Castelletta (Tosti 182o), la nuova presidente del Consorzio dell’Alta Langa Docg, denominazione che dopo aver conquistato gli appassionati ora punta al grande pubblico. «Non dimentichiamo che il primo Metodo Classico d’Italia nacque a Canelli negli anni Cinquanta dell’Ottocento», sottolinea Castelletta. Il Piemonte, ai vertici con Asti Docg e Moscato d’Asti, con l’Asti Secco che stenta a decollare, conta sull’Alta Langa Docg per imporsi nel mercato delle «Alte bollicine». La corsa non può essere fatta sul Prosecco, 625 milioni dl bottiglie prodotte nel 2021, vendute a un prezzo medio di 7 curo, ma su denominazioni come Franciacorta e Trento Doc, entrambe Metodo Classico, sì. La forbice nelle vendite con i «competitor», 20 milioni di bottiglie il Franciacorta, 9 milioni il Trento Doc rimane ampia, ma la crescita dell’Alta Langa è impetuosa.
Fonte: L’Economia del Corriere Nord Ovest.
Tinazzi, Russia in calo ma resta primo mercato.
Le produzioni in Veneto, Puglia e Toscana. Presentato il Bilancio di sostenibilità Tinazzi, Russia in calo ma resta primo mercato È lo sbocco principale, con una quota del 25%, per l’azienda con sede a Lazise guidata da Gian Andrea con i figli. Export in altri 43 Paesi Ora si punterà su enoturismo, strutture ricettive e ospitalità nelle tenute delle tre regioni italiane Stefano.loppi •? Vino, tecnologia, crescita sostenibile. Tre indirizzi per un unico minimo comune denominatore. Le cantine Tinazzi, con produzioni in Veneto, Puglia e Toscana, hanno recentemente presentato nella tenuta Valleselle, a Bardolino, la prima edizione del Bilancio di Sostenibilità 2021, il documento che rappresenta lo strumento più efficace e coerente per rendicontare il presente e il futuro di un’azienda che abbraccia un modello di crescita economica sostenibile nei confronti dell’ambiente, delle persone e della comunità in cui opera.
Fonte: Arena.
Cantina Negrar «oro»: migliore coop del vino.
Nella classifica 2022 della rivista Weinwirtschaft Cantina Negrar «oro»: migliore coop del vino Tra le italiane è al primo posto. Fatturato a 43 milioni Per la cooperativa negrarese quinto oro in 7 anni, dopo quelli assegnati nel 2016, 2017 2019 e 2021 Camilla Madinelli economia@larena.it N Cantina Valpolicella Negrar si aggiudica il primo posto nella classifica 2022 delle 20 migliori cooperative del vino italiane, altoatesine escluse, stilata dalla rivista tedesca Weinwirtschaft. Perla realtà negrarese è il quinto oro in sette anni, dopo quelli assegnati nel 2016, 2017 (a pari merito con la piemontese Viticoltori Associati Vinchio-Vaglio Serra), 2019 e 2021. L’attestato è stato consegnato il 30 giugno a Deidesheim, in Germania. «Viene premiata la Valpolicella Classica», afferma il presidente della cooperativa di Negrar, Renzo Bighignoli, «in quanto i nostri vini vengono prodotti dalle famiglie socie che hanno i vigneti in tutte e cinque le vallate. Onore dunque al nostro territorio».
Fonte: Arena.
La Cantina brinda ai suoi settant’anni.
Festa per settecento persone legate alla grande famiglia vitivinicola, pronta alla sfida della transizione ecologica La Cantina brinda ai suoi settant’anni La struttura cooperativa raccoglie 510 soci con 1.200 ettari vocati prevalentemente a doc II presidente Stizzoli: «Importanti novità in arrivo». Davanti a uno scenario di forti cambiamenti e difficoltà come alla rivoluzione del mercato, la formula per essere competitivi arriva dal passato. È quella della cooperazione che negli ultimi 70 anni, a Monteforte d’Alpone, è stata scritta da Cantina di Monteforte. «Mai come oggi la cooperazione è strategica: i fenomeni aggregativi sono la leva della competitività, si è dimostrato nel confronto con la Grande distribuzione»: lo ha detto, a margine della festa evento per 700 invitati, Davide Bulighin, direttore di Confcooperative Verona, a integrazione dell’intervento del presidente Fausto Bertaiola. I numeri Cooperazione nel settore vinicolo per il veronese significa 9 cantine cooperative che rappresentano 7 mila soci e si traducono, solo per Verona, in oltre 400 milioni di fatturato aggregato, pari al 60% del controvalore del vino veronese.
Fonte: Arena.
Queste cantine di design sono cattedrali del vino attente (anche) ai dettagli esteti.
Cattedrali del vino, luoghi quasi mistici e inafferrabili dove avviene quello che è il miracolo pagano più bello di sempre: la trasformazione del mosto in vino, la fermentazione delle uve e il loro affinamento una volta diventate quel liquido così ricco di storia e fascino che crea da millenni cultura. Le cantine in Italia, come nel mondo, vantano una capillare tradizione fatta di famiglie laboriose che continuano di generazione in generazione a proiettare nel tempo un circuito fatto di qualità ed esperienza. Dalla dimensione più rurale e contadina a veri e propri ecosistemi che si alimentano di discipline interconesse: design, architettura, per fondere nel rispetto del paesaggio nuovi scenari che creano turismo di tipo esperenziale tutto intorno al vino. Le cantine di design sono il nuovo trend, che ormai si consolida, grazie a nuove cordate di imprenditori del vino che cercano di non snaturare la dimensione più autentica di questo, ma la elevano a circuito di benessere e stile. Ecco le migliori, tra interventi futuristici e riqualificazioni, che sottolineano il legame con il loro territorio.
Fonte: Elle Decor.
Nelle grotte di tufo della Tuscia, dove le degustazioni si fanno underground.
Sacro e profano. A Civitella d’Agliano le cantine scavate nel tufo s’intrecciano in profondità, un dedalo di passaggi e bottiglie: la cantina della chiesa sfiora quella celebre dei Mottura che attraversa tutta la piazza Unità d’Italia, dall’albergo Tana dell’Istrice alla medievale torre dei Monaldeschi. Qui le degustazioni si fanno underground. I Mottura sono tra i rari produttori di spumante nel Lazio e i primi a usare qui il metodo champenoise. Nella cantina tufacea, le bottiglie sono appese a testa in giù come pipistrelli. E stordisce il contrasto, quando si esce dai sotterranei e si sale alla luce, sulla cima della torre dei Monaldeschi con il panorama che si apre a 360 gradi e abbraccia la valle dei Calanchi e il lago di Alviano, con l’oasi del Wwf. Nel più grande delta interno del centro Italia, si avvistano cigni reali selvatici e gru, che volano sui boschi di ontani e pioppi.
Fonte: La Repubblica.
Cantine e vigneti attraggono sempre di più fondi di investimento e finanza.
Tra le tante operazioni: Clessidra ha creato un gruppo da 430 milioni con l’acquisizione di Botter e Mondodelvino, Platinum ha rilevato Farnese (80 milioni) e Hyle Capital la Contri Spumanti (101 milioni). «Mio padre mi diceva sempre: ci sono tre modi per perdere soldi. Alcuni più piacevoli. Altri molto veloci come il gioco. Ma il più sicuro è con l’agricoltura. Le prime due sono ancora valide, la terza forse non più». Nella citazione familiare di Lamberto Frescobaldi c’è forse uno dei cambiamenti più significativi indotti dalla pandemia: la percezione dell’agricoltura non più come di un settore residuale ma un settore resiliente. Un’attività nella quale investire non più e non solo se ci si è costretti ma un comparto in grado almeno di tutelare il capitale investito. E capofila di questo processo di cambiamento è il settore del vino che negli ultimi anni, compresi quelli pandemici, ha registrato una nuova ondata di acquisizioni di cantine che però ha caratteristiche diverse rispetto al passato. Stavolta, infatti, c’è un nuovo protagonismo della finanza e dei fondi di investimento come mai in passato.
Fonte: Il Sole 24 Ore.
Le cantine migliori per redditività sono private, con alta capitalizzazione tra vigne ed immobili.
“VinoVip Cortina” 2022 by “Civiltà del Bere”: l’analisi economica di Luca Castagnetti (Studio Impresa). Con il “borsino” dei vitigni di Vivai Rauscedo. Le cantine italiane sono consapevoli di dover investire di più soprattutto in vigna, per far fronte al cambiamento climatico, nelle risorse umane, fondamentali per far girare l’impresa, ed in digitalizzazione, per tenere il passo del mondo che cambia. Ma quando si parla di aziende del vino, si parla di realtà diversissime tra loro, per dimensioni, modello imprenditoriale, territorio e per tante altre variabile. Ed a ben vedere, guardando al fondamentale parametro della redditività, emerge che sono quelle private e più patrimonializzate in termini di vigneti e immobili, ad essere migliori da questo punto di vista. Emerge da “Vino Vip Cortina 2022”, evento biennale di analisi e riflessione sul mondo del vino organizzato dalla storica rivista Civiltà del Bere, dall’analisi dei bilanci depositati di 373 aziende, 187 private e 186 cooperative, firmata da Luca Castagnetti (Studio Impresa), che ha scandagliato i numeri delle cantine italiane con giro d’affari superiore a 3 milioni di euro, con dati omogenei dal 2018 al 2021.
Fonte: WineNews.
Vino italiano: climate change e inflazione preoccupano, ma il settore ha superato momenti peggiori.
Da VinoVip Cortina le riflessioni di produttori di primo piano del Belpaese, consapevoli delle difficoltà, ma anche della forza delle imprese italiane: da Chiara Lungarotti (Lungarotti) ad Albiera Antinori (Antinori), da Andrea Lonardi (Angelini Wines & Estates) a Michele Bernetti (Umani Ronchi), da Raffaele Boscaini (Masi) ad Angela Velenosi (Velenosi), da Giampiero Bertolini (Biondi Santi) a Cristina Ziliani (Berlucchi), da Luca Rigotti (Mezzacorona) a Stefano Capurso (Dievole).
Fonte: WineNews.
C’è uno dei più grandi produttori di vino della California che ha scelto l’Umbria.
C’è uno dei più grandi produttori di vino della California che ha scelto Todi. Parla di lui, un giornalista Rober Camuto, in un articolo pubblicato il 24 giugno da Wine Spectator. Parliamo di uno dei membri della legendaria cantina degli Heitz e lui è Rollie che insieme a sua moglie Sally ha venduto quello che rimaneva della gloriosa azienda di famiglia per venire a produrre vino umbro, in età di pensione. L’andamento del mercato in california e la storia delle cantine boutique del Napa avrebbero obbligato a una vita di costosi affitti, i due quindi, hanno preferito la libertà. Quella della Tenuta Montorsolo, adagiata su una scogliera sulla campagna umbra. Sono a lavoro sulla quarta annata della sua etichetta di vino Concinnate nella denominazione Todi di 12 anni, dove le varietà rosse primarie sono Sangiovese e Merlot e la varietà bianca principale è il Grechetto. Hanno superato la pandemia e qualche incidente di percorso e credono molto in questa loro nuova produzione.
Fonte: Umbria24.it.
Note di vino a San Clemente: domenica 10 luglio i vini e i prodotti tipici della Campania.
San Clemente prosegue nell’edizione numero 22 di “Note di Vino”, l’evento clou dell’estate dedicato alle migliori etichette regionali. A San Clemente – piccolo borgo della Valconca alle spalle di Rimini – il vino è, da sempre, sinonimo di cultura. Le origini della sua preziosa viticoltura si perdono in scritti d’epoca remota. In un fazzoletto di colline punteggiate da filari e ulivi, lavorano e producono oggi alcune delle più importanti e rinomate cantine della Romagna e d’Italia. Al nettare di Bacco, il paese natale del poeta-ciabattino Giustiniano Villa – forte della tradizione che lo vede inserito, a pieno titolo, nel circuito dell’Associazione Nazionale Città del Vino – dedica da oltre 20 anni – la prima edizione è datata al 2001 – una manifestazione di grande richiamo. Un evento a cui, al culmine della stagione estiva, partecipano gli appassionati del buon bere, della buona cucina e quanti, autentici estimatori e professionisti, scrivono del vino per mestiere.
Fonte: Emilia Romagna News 24.
Toscana, aperto il bando Ocm vino per la promozione.
A disposizione oltre 8 milioni di euro per promuovere i vini toscani sui mercati extra europei. Scadenza l’11 agosto 2022, all’interno il link al bando. Dopo l’annuncio, la Toscana ha aperto ufficialmente il bando per la promozione dei vini sui mercati dei paesi non comunitari previsto dall’Ocm vino. A disposizione ci sono 8.205.218,76 euro per finanziare al 50% progetti di promozione dei vini toscani in uno o più paesi non appartenenti alla Unione Europea. Al bando possono partecipare come beneficiari aziende vitivinicole, organizzazioni professionali o interprofessionali, consorzi di tutela, enti pubblici, reti di impresa composte da varie aziende agricole e associazioni temporanee di impresa costituite da vari soggetti tra quelli elencati sopra.
Fonte: AgroNotizie – Image Line.
Il talento di Emanuele Dianetti, nitido come i vini che nascono dalle sue vigne, nella sua piccola cantina nel Piceno.
Oggi vi porto in Val Menocchia e più precisamente a Carassai, piccolo comune del Piceno, in cui il paesaggio è disegnato da una sana alternanza fra campi, oliveti, boschi e, ovviamente, vigneti. Nella parte più a Sud di questa valle stretta e parzialmente “schermata” dal, seppur, vicino mare, con una forte influenza dei Monti Sibillini sul suo microclima (tendenzialmente più fresco del resto dell’areale Piceno), sorge la cantina Dianetti, laboratorio tecnico-artigiano di Emanuele Dianetti. Premetto che ci è voluta una seconda visita, a distanza di anni, per convincermi a scrivere questo pezzo su di lui e la sua piccola virtuosa realtà, ma non perché Emanuele e i suoi vini non mi avessero già convinto in passato (ne ho tessuto le lodi in diverse occasioni), bensì perché necessitavo di comprendere quali potessero essere gli effetti del suo “altro” lavoro sulla costanza e la coerenza del suo far vino. Sì, perché Emanuele si divide fra il suo lavoro in banca, seduto dietro a una scrivania, e la sua piccola cantina dove vinifica e accudisce il frutto della sua manciata di ettari di vigneto, regno di mamma Giuliana, donna e vignaiola (nonché cuoca!) d’altri tempi e per questo estremamente contemporanea nella lucidità e nell’equilibrio del suo pensiero e del suo agire.
Fonte: Wine Blog Roll.
SYAMPA ESTERA
Champagne : les grands projets de Nicolas Feuillatte.
L’Union de coopératives CVC Nicolas Feuillatte a renoué avec ses meilleurs niveaux de rentabilité en 2021. Aucun producteur de champagne n’espérait en 2021 une année aussi exceptionnelle après 1’irtuptlon du Covid. Le redémarrage des ventes a été tel que les moisons de champagne ont dit puiser dans leurs vins de réserve pour répondre à la demande.Cela a aussi été le cas pour CVC Nicolas Feuillatte, bien que dépendant à 60 % du marché français, dont la tendance est au déclin depuis des années dans les rayons de la grande dia ibution. L’union de coopératives a enregistré des etpédidors en hausse de 32 %. a Cest un rouveau record »pour le leader du marché français, souligne k groupe. Le chiffre d’affaires s’est établi à 206.6 raillons déuros, en augmentation de 22 %. Des résultats qui sont largement lefait de Nicolas Feuillatte, qui totalise plus de 97% de l’activité. Plus de lia L’envolée des ventes a permis à 1’entrepris de a renouer avec tes meilleurs eiveaur de rentabilité en dépassent ses prévisions les plus optimistes ». Le résultat d’exploitation a doublé à 21,3 militaisd’euros. Le résultat La fusion avec la coopérative des vins de champagne doit lui permettre d’accélérer son développement avec 35 % d’hectares en plus. net, lui. a Tiplé à 17,2 millions, atteignait 9,3 % du chiffre d’affaires contre 4,6 % un an avant Des résultats soutenus par des d’arts accrus de communication, avec la relance de la marque Abelé 1757. ainsi qu’une nouvelle organisation commerciale en Fiance. CVC-Nicolas Feuiilane a consacré une bonne partie du premier semestre à organiser la fusion signée le 31 décembre avec la coopérative CRVC, propriétaire de champagnes Castelnau. • ,I;erte opération présente plusieurs avantages majeurs. dont l’approvisionnement en rclsin de 800 hectares supplémentaires (36%), la mise en commun de savoir faire et une nouvelle stylistique des vins avec la marqueCasrebtaa ». Le CRVC avait une dette de 55 mllliots, qu’il a réduite à 43 mi ilions en vendant des stocls.Soa chiíf ed’affairesétait de 53 millions d euros en 2019, dernier eie cite connu. Le rapprnchementda pas donné lieu à restructuration.
Fonte: Echos.
Grazie per l’ascolto, vi ricordiamo che le news di oggi, sono state offerte da Blinkup Srl, strategie per potenziare il tuo business.
A risentirci a domani.