Duplice appuntamento triestino per il Piccolo Opera Festival, che fa tappa nel capoluogo regionale con due importanti spettacoli: l’Opera tango Maria de Buenos Aires di Astor Piazzolla il 3 luglio nel cortile al Castello di San Giusto e la Serenata barocca Marc’Antonio e Cleopatra il 5 luglio nel parco del Castello di Miramare, organizzati con il sostegno e il patrocinio del Comune di Trieste.
Il Piccolo Opera Festival, la fortunata rassegna estiva giunta alla 14° edizione, viene ospitata per la prima volta a Miramare, e per la terza volta a San Giusto (dove erano stati messi in scena nel 2015 Don Giovanni di Mozart e 2016 Il barbiere di Siviglia di Rossini). Luoghi di grande fascino, come è nella filosofia della rassegna transfrontaliera diretta da Gabriele Ribis, che fa risuonare di melodie siti ricchi di storia ed arte del Friuli Venezia Giulia e della Slovenia, alcuni dei quali aperti eccezionalmente per l’occasione.
I due appuntamenti sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa, svoltasi nella sala giunta del Comune di Trieste, alla quale sono intervenuti l’assessore comunale ai Grandi Eventi Francesca De Santis, il direttore del Piccolo Opera Festival Gabriele Ribis e il direttore della Glasbena Matica FJK Bodgan Kralj.
“Questa manifestazione è un’eccellenza della nostra Regione – ha detto l’assessore Francesca De Santis – e mancava da Trieste dal 2016. Ora finalmente ritorna, proponendo due attesi spettacoli, che sotto il titolo di “Esperienza opera senza confini”, si terranno fuori dal teatro, in scenari di particolare suggestione e saranno fruibili a tutti. Questo festival fa sì che si abbattano i confini dei territori per valorizzare tutta la nostra area. Si tratta di un mix ben riuscito, e queste due date andranno ad armonizzarsi con il variegato programma proposto da Trieste Estate”.
Opera tango Maria de Buenos Aires
C’è grande attesa per l’Opera tango Maria de Buenos Aires di Astor Piazzolla, messa in calendario per rendere omaggio al grande musicista e compositore argentino nel centenario della sua nascita. Realizzata dal Piccolo Opera Festival in coproduzione con il Teatro Goldoni di Livorno e Glasbena Matica FJK, andrà in scena il 3 luglio alle 21.00 all’aperto, nel cortile del Castello di San Giusto. Si tratta di uno spettacolo di grande richiamo, in grado di attirare un pubblico non solo di melomani, vista la notorietà di Astor Piazzolla, amatissimo dal pubblico internazionale. La regia è di Alessio Pizzech, le scene e i costumi di Flavia Ruggeri. Con l’Ensemble Glasbena Matica FJK, si esibiranno i Solisti Arianna Manganello, Giacomo Medici, l’attore Gianluca Ferrato, sotto la direzione musicale di Igor Zobin. La prenotazione è obbligatoria (biglietti € 15/10).
La trama – Maria, nata in un sobborgo povero di Buenos Aires “un giorno che Dio era ubriaco”, è una giovane operaia di un’industria tessile. Irresistibilmente attratta dalla musica del tango ascoltata per strada sulla porta di un bar notturno, diventa una cantante di tango, ma finisce poi in una casa di tolleranza e lì muore, ancora molto giovane. In uno scenario alquanto surreale, la sua morte è decisa durante una messa nera tenuta da personaggi malfamati. La sua condanna a morte è anche una condanna all’inferno, e l’inferno è la città di Buenos Aires, dove vaga il suo spettro. La morte è anche il ritorno alla verginità, violata dal poeta folletto che la ingravida con la sua parola. Partorirà una bimba, di nome Maria, simbolo di ella stessa ma anche della città che rinasce ogni volta. Intorno a Maria si muovono El Cantor, un giovane scrittore, El Duende, il folletto, con un gruppo di pittoresche marionette sotto il suo controllo, vari personaggi dei sobborghi di Buenos Aires e degli psicanalisti, spettro della crisi argentina degli anni Sessanta con gli innumerevoli casi di nevrosi, disperazione e perdita della propria identità personale, civica e sociale. È il Duende, questa sorta di demone, che va sulla tomba di Maria e la fa rivivere costringendola di nuova alla stessa terribile vita che aveva lasciato, così come è un demone il Bandoneon, che seduce la poverina portandola nel campo del male per la seconda volta. Intorno si muovono ubriachi, assassini, ladri, prostitute e protettori.
Marc’Antonio e Cleopatra
Il 5 luglio il parco del Castello di Miramare farà da suggestiva cornice alla Serenata barocca Marc’Antonio e Cleopatra di Johann Adolf Hasse. Lo spettacolo rientra nella sezione La verde musica, ovvero le apprezzate visite musicali a giardini e parchi storici, che il pubblico scopre assieme ai curatori del patrimonio o ai proprietari, realizzate in collaborazione con ERPAC e Accademia per l’Opera di Verona/Polo Nazionale Artistico. Subito dopo il debutto triestino, l’opera avrà un mini tour in Serbia con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado. Con la regia di Gabriele Ribis, Marc’Antonio e Cleopatra vede la partecipazione dell’Orchestra da camera Schlesinger della Città di Kragujevac (Serbia). Solisti sono Luan Goes e Cristina Mosca. Direttore al cembalo, il Maestro Alberto Gaspardo. L’azione della serenata si svolge dopo la battaglia di Azio, dove Marc’Antonio e Cleopatra furono umiliati da Ottaviano, poi Cesare Augusto. L’attenzione è quindi sulle loro sconcertate reazioni a questo stato di cose, una sorta di esplorazione emotiva di “cosa facciamo adesso?” Cleopatra reagisce prima con rabbia, poi con rassegnazione e infine si rassegna. L’appuntamento è alle 19.30 e in caso di maltempo lo spettacolo si terrà il 6 luglio. Prenotazione obbligatoria (biglietto € 12).
Quando la serenata di Johann Adolf Hasse fu rappresentata in una tenuta di campagna vicino a Napoli nel 1725, il pubblico d’élite non batté ciglio davanti al fatto che il ruolo di Cleopatra fosse impersonato dal soprano ventenne castrato Carlo Broschi, in arte Farinelli, e quello di Marc’Antonio dal contralto Vittoria Tesi. Entrambi i cantanti sarebbero presto diventati delle superstar. Assaporando la loro abilità vocale, Hasse appena italianizzato, creò una colonna sonora il cui fascino melodico e l’abile caratterizzazione – oltre al suo ultimo tributo adulatorio agli Asburgo al potere – ne fecero un successo immediato. In quel periodo Napoli era musicalmente in uno stato di mutamento: la città aveva bisogno di una nuova celebrità, qualcuno che potesse sostituire Handel come nuovo idolo straniero. La scelta cadde su un tedesco, Johann Adolf Hasse appunto, la sua carriera necessitava di un’importante inaugurazione, un’opera che dimostrasse la sua competenza e allo stesso tempo piacesse al pubblico. Marc’Antonio e Cleopatra si adattava perfettamente all’occasione. L’allestimento non era costoso, quindi il banchiere napoletano che aveva commissionato l’opera non fu rovinato finanziariamente, ma Hasse riuscì a convincere i cantanti di punta dell’epoca ad interpretarla.
Prenotazioni on line
Tutte le informazioni sugli spettacoli e le modalità per assistervi si trovano su www.piccolofestival.org.