rassegna stampa del vino di martedì 6 dicembre 2022!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di martedì 6 dicembre 2022!

Le news di oggi, sono state offerte da Blinkup Srl (https://www.blinkup.it/), strategie per potenziare il tuo business.

Le Donne della Vite (e il vino aiuta il Kenya) – Le Donne della Vite Il vino di Valeria è femminile plurale.
Le Donne della Vite Il vino di Valeria è femminile plurale Da 6 anni Fasoli guida un gruppo di oltre 150 socie («e soci») per valorizzare le lavoratrici del settore Non solo imprenditrici ma trattoriste, sommelier, agronome: come «contare» in una tradizione fatta di uomini Dall’Oltrepò al resto d’Italia tra ambiente e impegno sociale. Il sostegno al progetto «Casa di Anita» in Kenya. I fili, per esempio». Mentre ?? spiega cosa significa «pensare anche all’estetica di un vigneto», Valeria Fasoli snocciola esempi illuminanti per i non addetti ai lavori. «Sembra un dettaglio secondario ma non lo è: utilizzare semplici fili di sostegno delle viti in acciaio inox è ben diverso dal cercare materiali e tinte che non facciano a pugni con l’ambiente circostante». Mimetizzare tiranti e pali che sono l’impalcatura delle vigne significa incastonarle meglio nel paesaggio e disturbare meno gli animali che lo popolano.

Fonte: Buone Notizie Corriere della Sera.

Lvmh e Campari si «bevono» Tannico: sarà leader nella Ue.
Era iniziata come la start up inventata da un ragazzo milanese, Marco Magnocavallo, per provare a vendere vino da un portale Internet. «Avevo intuito che c’era uno spazio di mercato da occupare, così è nata Tannico», racconta. In dieci anni il fatturato è passato da 7oo mila euro a 76 milioni. Ora Tannico è stata acquistata dai due soci che dall’anno scorso possedevano il 4996 delle azioni: Lvmh (attraverso Moët Hennessy) e Campavi. Magnocavallo resta il presidente onorario, ma lascia le redini della sua creatura digitale. «Dopo dieci anni — spiega il fondatore — ho pensato che e arrivato il momento per Tannico di un salto su scala europea. La società opera in Italia e in Francia, dove possiede la maggioranza in Venteàlapropriété, una piattaforma di e-commerce di vini e liquori. Nei due Paesi sono stati gestiti 600 mila ordini perla consegna di 4,5 milioni di bottiglie nel 2021. Nell’anno che sta per chiudersi le cifre si stabilizzeranno su questa quota». L’ingresso dei due colossi ha come obiettivo la costruzione di una rete e-commerce europea.

Fonte: Corriere della Sera.

Pakravan-Papi Una Maremma «alla francese».
Una storia di successo nata però nel fango. Quello che ricopriva Firenze in quei giorni di inizio novembre del 1966 dopo l’alluvione e l’esondazione dell’Arno. Qui, tra gli «angeli del fango» che accorsero da tutto il mondo per salvare il patrimonio culturale di una delle più belle città del mondo, si incontrarono il maremmano Enzo Papi e l’iraniana Amineh Pakravan, allora studenti. Lei, venuta per restare pochi giorni, non lasciò più l’Italia e il suo Enzo e i due, molti anni dopo, crearono l’azienda che reca i loro cognomi, Pakravan-Papi, e che oggi sulle colline di Riparbella, nell’Alta Maremma, tra il mare e le colline, produce alcuni interessantissimi vini anche con l’apporto dei due figli Chiara e Leopoldo.

Fonte: Giornale.

Un concerto di Sangiovese sul pentagramma della storia.
Va posto un tema: qual è il vero valore del vino, di questa manifestazione del naturale, interpretata dall’ingegno umano? Si pub narrare tutto ciò con le improvvisazioni dei wine blogger, degli influencer che sono la testimonianza più sguaiata della a-valorialità dei nostri giorni? Può darsi, ma allora si facciano bottiglie come profumi, si facciano prodotti cosmetici e lasciamo perdere il vino! Per buona sorte ci sono ancora luoghi dove la sacralità della storia è il primo comandamento e la prima prassi. Uno di questi (sono meno di mezzo migliaio nel mondo, una buona metà in Italia) sta nel cuore del Chianti. Anzi è il Chianti..

Fonte: La Verita’.

Bollino di Stato per il Primitivo di Manduria.
Dal l° gennaio prossimo i vini Primitivo di Manduria Doc e Primitivo di Manduria Doc Riserva, per essere immessi in commercio, dovranno essere muniti del contrassegno di Stato. 11 nuovo sistema, spiega il consorzio di tutela che ha sede a Manduria (Taranto), è gestito da Agroqualità, società di certificazione specializzata nel settore agroalimentare. Le fascette, stampate dall’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, utilizzano particolari sistemi di sicurezza che certificano l’autenticità del prodotto e contengono sistemi anticontraffazione visibili e invisibili con tracciabilità gestita da banche dati.

Fonte: Libero Quotidiano.

Una viticoltura con attenzione all’ambiente.
L’azienda si trova sulla collina che si affaccia sul vecchio borgo di Neive. Proprietà di famiglia da sempre, è attualmente gestita dai figli di Dante Rivetti, affiancati dall’enologo-scienziato Donato Lanati. Pur senza vere svolte bio, si pratica una viticoltura sostenibile, con l’abolizione di diserbanti chimici e l’utilizzo di impianti fotovoltaici, per la salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente oltre alla protezione delle biodiversità. I vini che ne derivano sono profondi, intensi ed eleganti, in grado di durare nel tempo e legati alle tradizioni del territorio. Lo Chardonnay si mostra in una veste color oro-verde brillante. Naso ampio e solare nelle tonalità di buccia di cedro, resina, miele di tiglio, timo e nuance minerali.

Fonte: Messaggero.

Montepulciano. Comune e Vino nobile Piano turistico pronto.
E’ stato rinnovato il “pacchetto” di investimenti tra Comune di Montepulciano e Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano per la promozione del territorio, con una crescita del plafond rispetto al 2022, portato a 266.500 euro. E’ una somma ragguardevole da spendere in attività, eventi e iniziative già avviate alla fine di quest’anno e da completare nel 2023. Obiettivo del progetto è comunicare il brand “Montepulciano” con attività che intersechino le promozioni del vino e del territorio con iniziative rivolte al turismo che, nella città del Poliziano, vive di arte, cultura, ambiente e naturalmente enogastronomia.

Fonte: Nazione.

Cabernet Franc un «signore» di Sicilia.
Per coltivarlo hanno scelto la zona più assolata della tenuta, a una altezza fra i 300 e i 500 metri, dove le uve possono arrivare a una maturazione ottimale. Così la cantina Duca di Salaparuta ora presenta il suo nuovo vino della linea Suolo, un Cabernet Franc 2020 in purezza, fermentato in vasche d’acciaio, affinato per quasi un anno in barrique di rovere francese e infine fatto riposare per altri sei mesi in bottiglia. Diciamo subito che è un vino che piace, che si regge su un ottono equilibrio ma che per essere apprezzato al meglio durante un pasto ha bisogno di una «spalla» nel piatto importante, che regga il confronto e non scompaia davanti a cotanto signore.

Fonte: Tempo.

Con gli scarti della vinificazione si produce elettricità rinnovabile.
Scarti della vinificazione che diventano elettricità rinnovabile. È l’ingegnosa via verso l’economia circolare e una filiera sostenibile di “Lègami di Vite”, un progetto tutto emiliano-romagnolo, cui è appena stato conferito il Premio Sviluppo Sostenibile 2022, istituito per il dodicesimo anno dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e dall’Italian Exhibition Group. “Lègami di Vite” ha raggruppato importanti aziende vitivinicole dell’Emilia Romagna per la gestione e valorizzazione circolare dei sottoprodotti della vinificazione per produrre elettricità rinnovabile, biometano e ammendanti compostati. Con il bio-LNG prodotto si alimentano i mezzi impiegati per il trasporto del vino e degli scarti.

Fonte: Corriere Romagna Verde.

Vino, domanda in calo in vista delle feste.
Mercato in crisi: -15% rispetto al 2021 Vino, domanda in calo in vista delle feste. Entra in crisi il brindisi delle festività: gli ordini natalizi sono fermi. C’è preoccupazione tra i produttori di vino, anche del Parmense, per il trend ribassista in vista della ricorrenza più importante dell’anno: con un -15% di domanda rispetto allo stesso periodo 2021 quando però, a fronte di una netta ripresa dei consumi su tutto il territorio regionale, dopo due anni di covid, il comparto si era trovato a fronteggiare la grave carenza di materie prime (vetro, carta e sughero). Lo dice l’analisi di Confagricoltura Emilia Romagna sui flussi della domanda di vino sotto Natale e Capodanno nel post pandemia.

Fonte: Gazzetta di Parma.

Cantina Casanova di Neri, un nome che dà lustro a tutta Montalcino.
Il via ne11971 e Brunello prodotto giàdal1978 Nuove acquisizioni Attualmente sono circa 500 gli ettari di terreno di cui 75 vitati e un totale di 300mi1a bottiglie Con più lo frequento, il mondo del vino, con più mi convinco che quella che spesso, forse enfaticamente, ribattezziamo “magia”, sia piuttosto una combinazione, certo riuscitissima, di istinto, accurato artigianato e vision, lontana dal tradursi in formula matematica ma meno esoterica di quanto si possa pensare. L’esempio lampante è uno dei più blasonati asset di Montalcino, ovverosia cantina Casanova di Neri, i cui vini sono, ormai da un ventennio, valutati dai maggiori players della critica internazionale tra i migliori al mondo.

Fonte: Nuova Ferrara.

All’hotel Borgia una serata con la Nosiola.
Giovedì 15 alle 20.30 all’hotel Lucrezia Borgia (via Bononi 34) la delegazione Ais di Ferrara organizza una degustazione sempre apprezzata, la Nosiola del Trentino, il mitico “Vino Santo”. Serata guidata dal sommeIier Roberto Anesi, primo sommelier d’Italia nel 2017, ambasciatore delle grandi realtà trentine e delle sue eccellenze. Saranno presenti alcuni produttori dei vini in degustazione e in chiusura assaggio di due grappe. Info e iscrizioni sul sito di Ais Emilia.

Fonte: Nuova Ferrara.

Altro incontro per scoprire questo mondo.
Giovedì seconda di tre serate (l’ultima è il 15 dicembre, sempre con orario dalle 19 alle 22) all’Istituto Cappellari di Ferrara (in via del Lavoro 26) con il corso di avvicinamento al mondo del vino, curato dal sommelier ferrarese Stefano Grimaldi. Un modo per scoprire tecniche di degustazione, i giusti abbinamenti, ma anche enografia ed enogastronomia internazionale.

Fonte: Nuova Ferrara.

Premio Ercole, buona la prima: sul podio l’eccellenza dei vini molisani.
L’esordio del Premio Ercole sul panorama enologico molisano è stato un successo. Cinque categorie di vini, queste le aziende premiate da una commissione di super esperti capitanati dall’agronomo Mario Stasi: per la Tintilia doc rosso riserva, la Cantina Gianfagna con il Sator Gran Maestro del 2018; per la Tintilia doc rosso, l’azienda agricola Lagatta con l’annata 2018; per il Molise doc Aglianico, le Cantine Salvatore con il biologico del 2019; per il Biferno doc rosso, l’azienda Tenimenti Grieco con il Bosco delle Guardie; per il Molise doc Falanghina, altro riconoscimento all’azienda agricola Lagatta.

Fonte: Primo Piano Molise.

Dal 2023 il Primitivo avrà una fascetta di Stato.
Dal primo gennaio 2023 i vini Primitivo di Manduria Doc e Primitivo di Manduria Doc Riserva, per essere immessi in commercio, dovranno essere muniti del contrassegno di Stato. Un ulteriore sistema a garanzia dell’autenticità, volto alla tutela di produttori e consumatori delle bottiglie a marchio Doc, accompagnerà I vini del rosso pugliese per tracciare tutte le fasi di vita di ciascuna bottiglia. «La scelta – spiega la presidente del Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria Novella Pastorelli – traccia un percorso obbligato volto alla massima tutela della nostra denominazione che rappresenta uno dei compiti fondamentali della nostra attività».

Fonte: Corriere del Mezzogiorno Puglia.

Cinque grappoli di eccellenza al Malassiso della cantina Marulli.
Rosso rubino di spessore con riflessi purpurei. All’olfatto si presenta ampio con note di macis, zenzero e pepe nero seguite da mora marasca e sfumature di foglia di tabacco, caffè e da effluvi balsamici. Il corso è vigoroso con tannino energico e ben integrato, lunga persistenza chiude con un richiamo di tabacco mentolato. È il “Malassiso” Copertino riserva 2018. Un’emozione tradotta in vino – etichetta che rimanda alla denominazione dell’antica porta della città vecchia – prodotta dall’Azienda Vitivinicola Marulli di Copertino e premiata dalla Fondazione Italiana Sommelier con i 5 grappoli.

Fonte: Gazzetta del Salento.

La «fascetta di Stato» al Primitivo di Manduria.
Sarà un ulteriore sistema a garanzia dell’autenticità dei vini del grande brand pugliese • MANDURIA. Dal 1° gennaio 2023 la “fascetta di Stato” dovrà contrassegnare le bottiglie del Primitivo di Manduria doc. Sarà un ulteriore sistema a garanzia dell’autenticità dei vini del grande rosso pugliese per tracciare tutte le fasi di vita di ciascuna bottiglia. Un altro passo avanti, per il Consorzio di tutela del Primitivo cui fanno riferimento ben 67 aziende produttrici. Si tratta di un percorso già avviato che ha riguardato il “terzo fratello” del Manduria Dop, il Docg dolce naturale. Una iniziativa fortemente voluta dal consiglio di amministrazione del Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria, presieduto da Novella Pastorelli.

Fonte: Gazzetta di Taranto.

Arriva la fascetta di Stato per il Primitivo Doc e Riserva – Arriva la fascetta di Stato per il Primitivo Doc e Riserva.
Soddisfazione del consorzio che raduna 67 aziende Dal primo gennaio 2023 i vini Primitivo di Manduria Doc e Doc Riserva, per essere immessi in commercio dovranno essere muniti del contrassegno di Stato, una fascetta ‘ and-pirateria” che ne garantirà l’autenticità. Un contrassegno che tutela produttori e consumatori delle bottiglie a marchio Doc e accompagnerà i vini del grande rosso pugliese per tracciare tutte le fasi di vita di ciascuna bottiglia. Un percorso già avviato che ha riguardato il terzo fratello del Manduria Dop, il Docg dolce naturale, quindi, dal primo gennaio, tutte le tipologie del Primitivo di Manduria avranno il contrassegno di Stato.

Fonte: L’Edicola del Sud Taranto.

C’è il contrassegno di Stato per proteggere il Primitivo.
Arriva una certificazione per tutelare il vino manduriano dalle contraffazioni soddisfatto il Consorzio di Tutela Pastorelli: che costituisce, un ulteriore percorso a sistema a garanzia dell’autenticità, volto alla tutela di prodotto obbligato anche a difesa dei nostri consumatori». Con il contrassegno di Stato, stop alle contraffazioni di Primitivo. Tra i principali compiti del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, emerge quello di vigilare sia a livello nazionale e all’estero, affinché, come è già avvenuto, vengano immediatamente smascherati, denunziati e contrastati i tentativi di imitazione e contraffazione del prodotto vinicolo.

Fonte: Nuovo Quotidiano di Puglia edizione di Taranto.

Vini di Maremma «Investimenti e nuove etichette contro la crisi» – «Investimenti e nuove etichette contro la crisi».
Le iniziative della cooperativa Vini di Maremma «Investimenti e nuove etichette contro la crisi» A pagina 7 «Investimenti e nuove etichette contro la crisi» La cooperativa «Vini di Maremma», installando sul proprio stabilimento un impianto fotovoltaico, ha contenuto al 15% i rincari. «La vendemmia ha dato una quantità in media con gli anni scorsi e una qualità molto soddisfacente». Qualità, contenimento dei prezzi e investimenti sul futuro. Conclusa la vendemmia, è tempo di primi bilanci per le cooperative vinicole del territorio, alle prese con i rincari, dovuti fondamentalmente al «caro energia», e anche con gli effetti di un’estate molto calda.

Fonte: Nazione La Grande Costa Grosseto-Livorno-Pisa.

Le prime cantine di Slow Wine Fair 2023.
Sono le prime adesioni, e i numeri sono estremamente positivi. A Slow Wine Fair 2023 hanno già aderito 286 cantine da tutta Italia. Sono centinaia gli espositori che hanno già confermato la loro presenza alla seconda edizione dell’evento, per affrontare insieme il dibattito sulla crisi climatica, scambiarsi idee e buone pratiche produttive e per farsi portavoce delle necessità di chi lavora già nel rispetto della terra. Tra questi troviamo i produttori che aderiscono alla rete internazionale della Slow Wine Coalition e che portano avanti i princìpi messi per iscritto nel Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto.

Fonte: Slow Wine Fair – Slow Food.

Vini: vetro o Pet?
Immaginiamoci la scena: Mauro Lorenzon, leggendario e variopinto oste veneziano, che con la sua sciabola e il sottofondo musicale stappa una bottiglia di preziose bollicine. Ma il collo della bottiglia resiste. Non si lascia decapitare. Delusione di tutti, eppure lo sciabolatore non ha colpa e anche la sciabola d’ordinanza non ha la lama a remengo. La bottiglia è di plastica e più che con una sciabola può aprirsi con un seghetto, operazione da comiche finali. Se invece capitasse al varo di una nave alla Fincantieri? Con quella bottiglia che rimbalza intatta sulla murata? Meglio non pensarci. Ma Gianfranco Zoppas, presidente dell’omonimo gruppo industriale, è certo che per il vetro, i giorni siano contati. O meglio, per il vino nel vetro il tempo scorre inesorabilmente e già vede la “nuova frontiera” della plastica per le bottiglie non solo di vini fermi, ma anche per spumanti, Champagne e prosecco.

Fonte: Metropolitano.it.

Rischio sovrapproduzione di vino. Dai territori la richiesta di scelte coraggiose.
Per ogni problema complesso, c’è sempre una soluzione semplice. Che è sbagliata. Diceva lo scrittore George Bernard Shaw. Nel caso specifico del vino, il problema complesso è una congiuntura decisamente negativa (giacenze e costi in aumento, prezzi dello sfuso in flessione), mentre la soluzione – più meno semplice e più o meno corretta – non è univoca. Ma su una cosa tutto il sistema è più o meno concorde: bisogna intervenire. Di fatto l’Italia è reduce di due vendemmie a 50 milioni di ettolitri e ha appena aperto una campagna col segno meno, con tensioni in particolare sui prezzi dello sfuso, a causa delle giacenze in aumento e delle vendite rallentate. A ciò si aggiunga la situazione geopolitica di incertezza, che di certo non aiuta.
Fonte: Gambero Rosso.

Francia, il Bordeaux è ancora il vino preferito dai consumatori, davanti al Borgogna.
Secondo un sondaggio Ifop per l’e-commerce Cavissima, solo l’8% dei francesi beve vino di altri Paesi. Sta vivendo un momento delicatissimo, tra i più difficili della su storia, alle prese forse per la prima volta con un surplus produttivo che rende necessarie misure emergenziali come la distillazione e, soprattutto, l’estirpazione di migliaia di ettari vitati. Eppure, i vini di Bordeaux, almeno sul mercato interno, restano un punto di riferimento assoluto per i consumatori, tanto che, secondo un sondaggio di Ifop per l’e-commerce d’Oltralpe Cavissima, Bordeaux è la denominazione preferita dal 38% dei francesi, percentuale che sale al 43% per gli uomini e al 44% per gli over 65, e scende al contrario al 32% tra le donne e tra gli under 35.

Fonte: S WineNews.

Nel 4° trimestre 2022 rallenta la premiumizzazione per vino, birra e distillati.
Dopo sei mesi di crescita, trainati da una ripresa dei consumi precedentemente contratti a causa della pandemia, i dati IWSR ‘drinks market analysis’ mostrano i primi segnali di down-trading. Sebbene i volumi totali di bevande alcoliche (relativamente al primo semestre 2022) nei 20 mercati chiave che costituiscono circa il 75% del volume totale del consumo globale, non abbiano ancora raggiunto i livelli pre-pandemia, gli ultimi dati dell’IWSR mostrano una crescita del +7% (relativamente al primo semestre 2022 rispetto al primo semestre 2019) dei volumi per le bevande alcoliche premium e super premium.

Fonte: Adnkronos.

La Vigna sul mare: paesaggio, arte e vino.
È stata una gran bella scoperta La Vigna sul mare, la cantina di proprietà di Francesca Serena Monghini e del marito Massimo Masini, dove il paesaggio, i vigneti e l’arte convivono in grande armonia. Siamo a Pescia Fiorentina, Capalbio, nella Maremma Toscana del sud, in un lembo di terra a ridosso del mare, dove una manciata di cantine valorizzano il territorio con la produzione di vini identitari e unici. Ed è proprio La Vigna sul mare il capofila di un progetto “ Capalbio è vino”, una associazione senza fini di lucro volta alla promozione del comparto vitivinicolo capalbiese che vede il rilancio di questo areale come meta turistica tutto l’anno e che ha realizzato un’enoteca all’interno del Palazzo Collacchioni.

Fonte: Luciano Pignataro.

Vino, Ruffino e i mille volti della sostenibilità.
Tra gli obiettivi del gruppo vinicolo toscano la conversione biologica delle nove tenute e una filiera sempre più sostenibile, facendo da traino anche per le realtà più piccole dell’indotto. Traguardi importanti già conquistati e altri ambiziosi da raggiungere nel 2025 e negli anni avvenire. È quanto illustrato da Ruffino in un evento milanese al Palazzo della Borsa, nel corso del quale il gruppo vinicolo toscano ha presentato i risultati della propria strategia di sviluppo sostenibile e i traguardi previsti per il 2025, tra i quali la completa conversione al biologico delle nove tenute.

Fonte: La Repubblica.

Stime Oiv sulla produzione mondiale di vino (-1% rispetto al 2021).
L’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) ha tenuto la 20a Assemblea generale all’inizio di novembre a Ensenada (Messico) nel corso della quale sono state adottate 35 risoluzioni. Tra queste: Principi generali OIV per la rendicontazione dell’impronta di carbonio per le aziende/organizzazioni e i prodotti del settore vitivinicolo con l’obiettivo di fornire una guida per l’esecuzione, la valutazione e la revisione della rendicontazione dei risultati del calcolo dei gas serra nell’ambito del Protocollo OIV per il settore vitivinicolo; Definizione e raccomandazioni sulla biodiversità funzionale nel vigneto; Linee guida per l’armonizzazione dei metodi e dei criteri per lo scambio di materiale vegetale viticolo – aspetti fitosanitari e genetici; Raccomandazioni OIV sulle alternative all’uso di erbicidi nei vigneti. Sono state inoltre adottate diverse risoluzioni sulle nuove pratiche enologiche.

Fonte: Beverfood.com.

STAMPA ESTERA

Wenn die Winzer auf dem Vulkan tanzen.
Siziliens Weinwirtschaft erlebt einen Aufschwung, besonders am Ätna. Kann der Rebensaft den ewigen Rückstand der Insel aufholen? Von Christian Schubert, Biancavilla Wenn Maurizio Lunetta auf seine Winzerkollegen aus anderen Vulkangegenden trifft, kann er häufig nur müde lächeln. “Deren Vulkane sind oft vor Millionen von Jahren erloschen, unserer aber ist noch aktiv.” Mehr als fünfzig Eruptionen zählte man am Ätna in Sizilien im vergangenen Jahr; und auch in diesem Jahr kam es zu neuen Ausbrüchen mit kilometerhohen dunklen Wolken über den Kratern und Lavaströmen von mehreren Hundert Metern Länge. “Der Niederschlag ist dann nicht immer nur feine Asche, manchmal kommt es runter wie Hagelkörner und zerstört die Trauben”, berichtet Lunetta. Der Italiener ist Direktor des Weinkonsortiums “Etna DOC”, das den dortigen Rebensaft durch die Einhaltung gemeinsamer Anbauvorschriften und durch ein professionelles Marketing in aller Welt populär machen will. Denn vom Ätna gehen nicht nur Gefahren aus, die mineralhaltigen und fruchtbaren Lavaböden sind die Grundlage eines besonders ausdrucksstarken Weins. Im Extrakt der Rebsorten Nerello mascalese, Nerello cappuccio sowie Carricante und Catarratto, die teilweise auf mehr als 1000 Meter Höhe auf dem gräulichen Boden angebaut werden, kann man Steine, Erde, Kräuter und Früchte schmecken. Seit Jahrtausenden wird in Sizilien Wein angebaut. In den vergangenen Jahren aber erlebt die Insel einen besonderen Aufschwung, besonders am Fuße des Vulkans. Heute wird am Ätna dreimal so viel Wein produziert wie erst vor neun Jahren. Zwischen 2016 und 2019 erhöhten sich die Umsätze auf mehr als das Doppelte. Die Anbaufläche Siziliens schrumpfte in zwanzig Jahren um fast ein Drittel, ist aber immer noch so groß wie die von ganz Deutschland. Der Qualität hat das gutgetan. Im Vorzeigegebiet am Ätna haben manche zu den besten Anbietern Italiens aufgeschlossen. Große Weinproduzenten aus dem Norden wie Angelo Gaja oder zuletzt die Familie Tommasi und der Gründer der Modemarke Diesel, Renzo Rosso, haben sich eingekauft. Dass nach Sizilien höhere EUWeinsubventionen fließen als in andere italienische Regionen, gilt als weiteres Plus. “Vor fünfzehn Jahren kostete ein Hektar am Ätna noch 15 000 Euro, heute sind es 150000 Euro”, berichtet der Weinberater Lorenzo Tersi von LT Advisory in Rom.

Fonte. Frankfurter Allgemeine.

Comment le domaine Château Guilhem passe à un packaging 100°ío éco-responsable.
Bertrand Gourdou, vigneron propriétaire du domaine viticole audois Château Guilhem, a simplifié sa gamme en la ramenant de 12 â 7 cuvées, et opté pour un packaging unique pour toutes. (Crédits – Château Guilhem). Afin de limiter au maximum l’empreinte écologique de sa production, le domaine audois Château Guilhem a adopté, pour sa gamme de vins en bouteille, un packaging 100% éco-responsable et local avec des matériaux sources localement et des entreprises basées dans un rayon de 100 km autour du domaine viticole. Une démarche vertueuse rendue possible par quelques choix stratégiques différents, qui lui fait également faire des économies, gagner en espace de stockage et réduire le gaspillage de fournitures. Au Château Guilhem, à Malviès dans l’Aude, la démarche éco-responsable n’est pas une vue de l’esprit. Conscient de l’impact direct de l’activité humaine sur le changement climatique et des aléas climatiques auxquels il est confronté, Bertrand Gourdou, vigneron propriétaire de ce domaine familial, s’est engagé dès 2007 dans une approche écologique, en décrochant la certification bio pour ses 35 ha de vigne. Il a poursuivi sa démarche vertueuse en démarrant une conversion en biodynamie. Et il vient de franchir une nouvelle étape en passant en revue l’ensemble de son packaging pour continuer à diminuer son empreinte carbone. Une baisse de 6 à 8% des coûts des fournitures A force de multiplier les cuvées, avec pour chacune d’elle un packaging spécifique, j’avais des stocks énormes de matières sèches, à savoir des bouteilles, des bouchons, des étiquettes, des cartons), explique-t-il. J’ai tout revu, simplifié ma gamme en la ramenant de 12 à 7 cuvées, et surtout j’ai opté pour un packaging unique pour ces sept cuvées. Cette standardisa *** tion m’a permis de réduire mes coûts d’approvisionnement de 6 à 8% grâce à des commandes portant sur de plus gros volumes. » Il a également recherché des fournisseurs locaux, situés dans un rayon de 100 km autour du château et capables de lui proposer des matériaux entièrement recyclés et recyclables. Ainsi, ses cartons sont à base de papier 100% français et recyclé, imprimé avec des encres sans solvant chimique, transformé à Lézignan-Corbières (à 47 km).

Fonte. Tribune.

Grazie per l’ascolto, vi ricordiamo che le news di oggi, sono state offerte da Blinkup

A risentirci a domani.

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