Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di mercoledì 14 dicembre 2022!

Le news di oggi, sono state offerte da Blinkup Srl (https://www.blinkup.it/), strategie per potenziare il tuo business.

Lo speciale/bollicine – Per brindare.
Omaggio a Leonard Foujita, l’artista che ha disegnato la rosa della maison, è una cuvée di sei Grand Cru: vigneti selezionati di Pinot nero (70%) e di Chardonnay (30%). Alla miscela è stato aggiunto un blend di vini rossi di Ambonnay, che dà intensità e il colore rosa. Il collo sottile della bottiglia aiuta l’evoluzione del vino. Prezzo 70 euro 2. ENRICO SERAFINO ALTA LANGA RISERVA PAS DOSÉ 2009. Questo «Zero 140 Luna» del 2009 è il simbolo della longevità dell’Alta Langa Metodo Classico. E l’affinamento estremo di quasi 12 anni sui lieviti dà a questo vino una complessità unica. Ottimo come aperitivo, con foie gras, caviale e crostacei. Uve 85% Pinot nero, 15% Chardonnay. Prezzo 125 euro 3.

Fonte: Cook Corriere della Sera.

Stevie Kim.
Coreana, studi a New York: la managing director di Vinitaly International ha iniziato tenendo corsi per- medici. Con l’Academy ha formato oltre mille ambasciatori del vino italiano nel mondo. «Ora mancano i giovani» di Alessandra Dal Monte foto di Valentina Sommariva, styling di Giulia Taglialatela i 1 suo nome in coreano significa «pietra brillante». E non è Stevie Kim: «È molto più complicato, lasciamo perdere. Le mie origini sono complicate, basti pensare che ho due compleanni. Mio padre è andato all’anagrafe in ritardo e ha fatto confusione con le date: io sono nata il 24 febbraio 1965, ma la registrazione ufficiale dice 12 gennaio 1964. Questa è la mia famiglia…».

Fonte: Cook Corriere della Sera.

Gewürztraminer, sfida al tempo.
Bianco fuori ma rosso per indole, è apprezzato oggi anche per la sua longevità: invecchiando acquisisce carattere, restando fresco. Quanto può durare la sfida al tempo di un Gewürztraminer? Vitigno altoatesino con gli acini color rosa, il Gewürztraminer è conteso tra diversi Paesi. 11 buon senso indica che nel nome ci sia l’origine, il paese di Tramin (Termeno in italiano), con l’aggiunta della parola tedesca («gewürz») che significa aromatico. Il dibattito sull’origine è sempre aperto, alimentato da rivendicazioni di francesi e tedeschi.

Fonte: Cook Corriere della Sera.

Mille lire (di meraviglia).
Bevanda creata da Federica Geirola, semplice ma capace di stupire (con ingredienti noti) dl Marco Cremonesi C tra rum, honey mix e un tocco finale di lime on mille lire, quando eravamo ragazzini, ci sentivamo ricchi. Con quel biglietto con il faccione di Giuseppe Verdi (poi Marco Polo e Montessori, ma erano già altri tempi), ci potevi comprare parecchie cosette: mille lire erano semplici, ma aprivano possibilità incalcolabili. Federica Geirola ha chiamato questo suo drink Mille Ure forse solo perché suona bene.

Fonte: Cook Corriere della Sera.

Risotto e prosecco (brut).
Con «R.d.O. Ponente» la cantina Masottina di Conegliano (Treviso) sta puntando sugli abbinamenti con l’alta cucina. Un esempio? II piatto preparato ad hoc dal ristorante stellato «L’Alchimia» di Milano: zafferano e ostriche della laguna, ponte gastronomico tra Lombardia e Venezia di Alessandra Dal Monte Dopo il Prosecco che invecchia — l’«R.d.O. Levante 2019 extra dry», cavallo di battaglia di Masottina inserito tra i loo migliori vini del 2o21 da Wine Spectator — ecco il Prosecco gastronomico, quello da abbinare al piatti di alta cucina. La cantina di Conegliano sta puntando sull’«R.d.O Ponente 2021 brut», appena 4 grammi di zucchero per litro, una bollicina secca e verticale che regge un risotto complesso come quello milanese allo zafferano.

Fonte: Cook Corriere della Sera.

La «lunga attesa» del vino avvolto dal tempo.
L’ultima etichetta delle Tenute Lunelli arriva dall’Umbria: un Montefalco Sagrantino che ha riposato per sette anni e prende il nome dal Carapace, la cantina-scultura di Arnaldo Pomodoro a Bevagna (Perugia) Tra le novità anche il sito di ecommerce che riunisce tutte le bottiglie del gruppo di Alessandro Dal Monte U na lunga attesa durata sette anni. L’ultima etichetta delle Tenute Lunelli, le tre cantine che la famiglia di imprenditori trentini possiede in altrettante regioni italiane, ha cominciato il suo viaggio nel 2015. Siamo alla Tenuta Castelbuono, in Umbria, dove nel 2001 i Lunelli acquisiscono alcuni appezzamenti tra Bevagna e Montefalco (Perugia), e dove nel 2012 il maestro Arnaldo Pomodoro svela il Carapace, una cantina-scultura ricoperta di rame, completamente immersa per forma e colori nel paesaggio che la circonda.

Fonte: Cook Corriere della Sera.

Poltrone in erba – Sarà Peter Schmitz.
il nuovo direttore di ProWein la fiera che Düsseldorf dedica al vino. Già responsabile per oltre 20 anni dell’attività contrattuale di Messe Düsseldorf, Schmitz sostituirà dal 1° febbraio Michael Degen, direttore esecutivo e membro del cda dell’ente fieristico che ha ricoperto il ruolo in via provvisoria per 9 mesi. Schmitz, 58 anni, sarà responsabile globale. ProWein (19-21 marzo) è il salone internazionale dei vini e delle bevande alcoliche ed è nato nel 1994.

Fonte: Italia Oggi.

Intervista a Brescianini Silvano – Franciacorta fa saltare i tappi.
Il valore sfiora i 390 min. Il presidente del consorzio, Brescianini: vendemmia giù del 25% Franciacorta fa saltare i tappi Bollitine al record storico: 20,5 min di bottiglie vendute. Saltano i tappi dello spumante. Nuovo record storico per il Franciacorta: quest’anno le vendite delle bollicine raggiungeranno la boa di 20,5 min di bottiglie, contro i 20,3 del 2021 e i 17,6 del pre-pandemia (+16,4%). Con un prezzo medio intorno ai 14 euro a bottiglia, il valore sfiora i 390 milioni. «Faremo meglio dell’anno scorso nonostante la mancanza di prodotto», annuncia a ItaliaOggi, Silvano Brescianini, presidente del Consorzio del Franciacorta. »Le vendite vanno bene, anche all’estero, ma scontiamo diversi annidi vendemmie scarse».

Fonte: Italia Oggi.

Lvmh, attraverso Moet Hennessy, e Campari acquistano i1100% di Tannico.
La piattaforma per la vendita online del vini e premium spirit. La start up ideata da Marco Magnocavallo in dieci anni è passata da 700mi1a a 76 min di euro di fatturato. Nel 2020 il gruppo Campaci aveva comprato il 49% delle quote di Tannico per una cifra pari a 23,4 min. Tannico opera in Italia e Francia, dove detiene la maggioranza di Ventealaproprieté. Nel 2021 nei due paesi ha gestito 600mi1a ordini per la vendita di 4,5 mln di bottiglie.

Fonte: Italia Oggi.

I rossi.
Dal Brunello di Montalcino premiato da Wine Spectator al Barolo corposo per accompagnare le carni passando per Syrah e Amarone. Ecco le etichette italiane da avere in cantina. La fattoria dei Barbi Fama mondial.. La prestigiosa rivista Wine Spectator lo ha messo al 2° posto nella classica dei 100 migliori vini al mondo del 2022. È il Brunello di Montalcino Riserva 2016, capolavoro di Stefano Cinelli Colombini. (fattoria dei barbi. it) Cantine Uri NobYe anche nel gesto. Madonna della Querce è un Nobile di Montepulciano che Caterina Dei ha dedicato al padre Glauco. Rosso rubino intenso, ha un naso ampio con note di frutta rossa matura e sfumature di legno speziato.

Fonte: Panorama.

Bollicine. La Grande Bellezza degli spumanti italiani.
Dal Prosecco in tutte le sue declinazioni al Trentodoc, passando per i Franciacorta, gli Alta Langa e qualche inattesa chicca del sud della Penisola, la scelta è davvero ampia. Panorama ha selezionato alcune tra le nostre migliori bottiglie. Per brindare in famiglia o fare un regalo di classe. E ha raccolto i consigli dell’enologo per capire cosa si sta degustando: «Il perlage deve essere fine e persistente, sottile e continuo nella sua ascesa». di Chiara Risolo Non c’è recessione che tenga: al brindisi non si rinuncia. Automatismo delle feste, rito propiziatorio carico di ottimismo e speranze, il calice rivolto verso l’alto è ormai un’estensione naturale dell’essere umano, un esercizio terreno collaudato dalla notte dei tempi.

Fonte: Panorama.

Strada del Cesanese Un cammino tra tesori d’arte e ottimo vino.
Itinerario alla scoperta di Affile, Serrone, Piglio, Acuto, Paliano e la «citta dei Papi» Anagni Borghi arroccati ricchi di storia, tradizioni, sapori e di cantine che raccontano il territorio. Jonathan Nossiter, il regista americano che raccontò storie di vino al Festival di Cannes nel 2004 presentando il suo straordinario docu-film «Mondovino», è il difensore assoluto dei vini naturali, e in particolare dei vini che hanno una storia locale, vera e radicata da raccontare, rendendo riconoscibili emozioni vere. In un’intervista, si chiedeva non tanto tempo fa, come mai vini meravigliosi come il Cesanese del Piglio fossero ancora così poco conosciuti.

Fonte: Tempo.

Vino italiano, l’export vola: 8 miliardi di euro.
Export da 8 miliardi di euro per il vino made in Italy nel 2022. Le stime Nomisma Wine Monitor fanno ben sperare per i consumi a Natale. In vista dele festività, Piero Mastroberardino, presidente Istituto Grandi Marchi (Igm) si dichiara fiducioso.

Fonte: Metropolis.

Consorzio Tutela Vini Campi Flegrei e Ischia, ok dal Ministero.
Lo ha comunicato il vicepresidente Michele Farro, che ha annunciato come l’organismo abbia ottenuto il prestigioso riconoscimento. “Ora possiamo svolgere ufficialmente le funzioni di tutela, controllo, valorizzazione delle nostre due Dop Campi Flegrei e Ischia per puntare sempre più sullo sviluppo della vitivinicoltura e contribuire alla crescita dell’intero settore agroalimentare, del turismo, dell’artigianato”. Così Michele Farro, vicepresidente del Consorzio Tutela Vini Campi Flegrei e Ischia, annuncia il riconoscimento dell’organismo da parte del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Fonte: Il Golfo.

Selezionati i 300 vignaioli per la fiera Slow Wine Fair.
Produzioni rispettose della sostenibilità ambientale Rappresentate a Bologna molte fra le regioni ad elevata vocazione vinicola a cominciare dall’Emilia-Romagna Non solo degustazioni, masterclass e grandi vini: Slow Wine Fair è innanzitutto un’occasione di confronto e dibattito per vignaioli e vignerons provenienti da tutte le regioni d’Italia e dal mondo. Sono quasi 300 gli espositori già selezionati dalla commissione di assaggio di Slow Wine per la seconda edizione dell’evento, che si terrà a BolognaFiere dal 26 al 28 febbraio 2023.

Fonte: Gazzetta di Modena-Reggio-Nuova Ferrara Economia&Lavoro.

Vino e cacao: come prenotare la degustazione.
All’azienda vitivinicola Nicolucci si parla di cioccolato nel cinema. Ultimo giorno per fissare un posto L’associazione Strada dei Vini e dei Sapori ha organizzato per venerdì prossimo una serata dedicata a ‘Calici e cacao, il cinema e il cioccolato’, con inizio alle 19.30 presso la Fattoria Nicolucci ‘Casetto dei Mandorli’ di Predappio Alta, in via Umberto I 21. II costo della esperienza e degustazione di vini fra i migliori della zona e di cioccolati pregiati, della durata di 90 minuti, è di 20 euro da regolare in loco.

Fonte: Resto del Carlino Forlì.

“Noè” alle Donne del vino.
All’associazione Donne del vino—delegazione del Friuli Venezia Giulia, il Gran Premio Noè 2022.11 premio arriva da una delle più importanti rassegne vinicole d’Italia, e ogni anno premia persone ed enti che si sono distinti nel panorama enologico.

Fonte: Messaggero Veneto.

Ricotte deliziose. Aromi sublimi.
Nelle Marche lo distillazione ho origini antichissime, e trai liquori più conosciuti c’è sicuramente l’Anisetta Meletti che nasce od Ascoli Piceno nel lontano 1870. Ideale è sorseggiarla nello storico Colle Meletti, nello rinascimentale Piazza del Popolo di Ascoli Piceno, dal luccicante pavimento lastricato in trovertino. Dalle note dolci e gentili, si può bere ol mattino ed è ideale accompagnato oi dessert; allungato con l’acqua è dissetante e agevolo persino lo digestione. Originario della zona di Mucci°, in provincia di Macerato, il Varnelli è un prodotto unico ed originale che esalta la tradizione mediterranea dei liquori all’anice Dal gusto speciale e difficilmente descrivibile, è apprezzato per il gusto secco e deciso che lo rende assai grodevole in molteplici usi.

Fonte: Destinazione Marche.

Cantine Fontezoppa.
Natale è comunque bollicine e Cantine Fontezoppa apre od una lungo corto di proposte Ponendo da una delle eccellenze, un Metodo Classico Rosato dallo stile moderno e accattivante Do uve Pinot Nero e Vernaccio Nero raccolte a mono, vinificate ir branco e rifermento alla bottiglia, si presenta con un delicatissimo roso tenue dai riflessi remoti e uno spumo fine e cremoso Al naso coinvolge con uno delicato nota di pepe incastonato nel frutto, fragoline di bosco, lamponi e melo rosso.

Fonte: Destinazione Marche.

L’Azienda Sartarelli e il suo Verdicchio da record.
Con i suoi dodici ettari di piantagioni esporta vini in Europa e in America L’Azienda Sartarelli e il suo Verdicchio da record. Storta del Verdicchio dei Castelli di Jesi: qui a Poggio San Marcello, a 400 metri di altitudine, c’è una delle culle dell’ormai celeberrimo Verdicchio doc classico superiore dell’azienda vitivinicola Sartarelli, pilotata dal self made man Patrizio, dalla signora Donatella e dai figli Tommaso, enologo, e Caterina, che lavora nel settore delle public relation a livello internazionale.

Fonte: Resto del Carlino Ancona.

L’Enoteca di Ovada nel circuito del turismo.
Dopo l’ingresso nel circuito della Fivi, la Federazione italiana dei vignaioli indipendenti, l’Enoteca regionale di Ovada si aggancia alla rete del “Movimento turismo del vino”. Sabato, a partire dalle 10, i locali di via Torino nelle cantine del municipio aderiranno alla giornata delle Cantine aperte a Natale con la presenza di sette produttori del territorio. «Ognuno avrà un corner tutto per sé – fa sapere Mario Arosio, presidente dell’Enoteca – Gli appassionati di vino potranno partecipare alla degustazione, confrontarsi direttamente con i produttori, chiedere loro consigli, soddisfare curiosità e, se vorranno, fare anche qualche acquisto».

Fonte: Secolo XIX Basso Piemonte.

Il vino anarchico.
Il “libero” da ogni Vincolo il barbera prodotto da Walter Massa a Monleale ha il tappo a vite e non necessita di apparecchi per l’apertura, non ha doc o docg ed è in formato atipico da litro anziché nel convenzionale 0,75 Non è bandito l’uso dei solfiti: “Le cose più naturali che ci siano come dicevano i nonni”. Il vino «più libero del mondo». Così uno scrittore non solo di enologia (famose, ad esempio, le sue recensioni alle Messe) come Camillo Langone aveva definito Implicito, il barbera dei Vigneti Massa di Monleale, nel tortonese, in una sua rubrica. Libero perché ha il tappo a vite (e quindi svincola dalla necessità del cavatappi) , perché non ha diplomi o etichette varie (non è Docg-Doc-Igt) e perché in un formato atipico come la bottiglia da litro, non da settantacinque centilitri.

Fonte: Stampa Alessandria.

Ovada, l’Enoteca entra nel “Movimento del vino” e accoglie le degustazioni.
Dopo l’ingresso nel circuito della Fivi, la Federazione italiana dei vignaioli indipendenti, l’Enoteca regionale di Ovada si aggancia alla rete del «Movimento turismo del vino». Sabato, a partire dalle 10, i locali di via Torino nelle cantine del municipio aderiranno alla giornata delle Cantine aperte a Natale con la presenza di sette produttori del territorio. «Ognuno avrà un corner tutto per sé — commenta Mario Arosio, presidente dell’Enoteca —. Gli appassionati di vino potranno partecipare alla degustazione, confrontarsi direttamente con i produttori, chiedere loro consigli, soddisfare curiosità e, se vorranno, fare anche qualche acquisto in vista delle feste».

Fonte: Stampa Alessandria.

Le nove “bibbie” del vino incoronano l’Alto Adige.
Le guide enologiche. I vini altoatesini continuano a occupare posizioni di rilievo. In vetta le Cantine Terlano e Tramin, il vino più premiato è il Pinot nero Riserva Trattmann 2019. Con l’ormai tradizionale report di fine anno il mondo del vino altoatesino traccia un bilancio della stagione appena conclusa ricca di soddisfazione sul versante delle vendite, mana che su quello della critica. Nelle guide enologiche d’Italia, i vini altoatesini continuano a occupare posizioni di rilievo. Basta uno sguardo alle valutazioni per il 2023, pubblicate in questi giorni per rendersene conto: se le aziende più premiate sono le Cantine Terlano e Tramin ben 82 realtà vitivinicole grandi o piccole ricevono complessivamente almeno un riconoscimento.

Fonte: Alto Adige.

Soratesa Solaris annata 21 Altra menzione di qualità tra i vini Piwi d’Italia.
Soddisfazione per l’azienda Terre alte d’Alpago Soratesa Solaris annata 21 Altra menzione di qualità tra i vini Piwi d’Italia Un altro riconoscimento per il Soratesa Solaris annata 2021: il vino prodotto da Terre alte d’Alpago ha infatti ricevuto una menzione (unico veneto da uve solaris) alla seconda edizione della rassegna nazionale con valutazione dei vini da uve resistenti (Piwi) organizzata dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. All’evento trentino hanno partecipato 82 vini di 37 aziende di 5 regioni: 46 vini bianchi, 10 spumanti, 6 frizzanti, 14 rossi e 6 orange wine sono stati valutati da una giuria di 30 esperti.

Fonte: Corriere delle Alpi.

Colline, rischio infiltrazioni mafiose – Colline del Prosecco «Pericolo infiltrazioni».
L’allarme dal vertice in Prefettura sulla criminalità organizzata e il caporalato: «Diversi casi in provincia» IL PREFETTO Angelo Sidoti ? Conegliano seconda in Veneto per numero di immigrati rispetto ai residenti: «Potenziali vittime di sfruttamento» Caporalato, sfruttamento del lavoro e infiltrazioni della criminalità organizzata. Nella Marca gli occhi sono puntati in particolare sulle colline del Prosecco tra Valdobbiadene e Conegliano. L’area è stata inserita nell’ultimo rapporto nazionale su Agromafie e caporalato a cura dell’Osservatorio Placido Rizzotto e della Flai Cgil. «In quella zona ci sono state delle evidenze, dei casi in agricoltura prontamente repressi dalle forze di polizia – spiega il prefetto Angelo Sidoti – il rapporto denuncia una situazione grave a livello nazionale.

Fonte: Gazzettino Treviso.

Sulle tavole spopola il Raboso: ottimi risultati anche nell’export.
Un successo che ha superato i confini nazionali. Boom di vendite all’estero per i1 Raboso del Veneto Orientale. Non ha i numeri del Prosecco, ma in Germania, Austria e con ottimi numeri anche in Inghilterra è divenuto una gioia in più per i produttori del Sandonatese e Portogruarese. Ottimi anche i consensi nelle spiagge, Jesolo su tutte. E non a caso a stagione conclusa, i produttori indicano un aumento dell’export delle bottiglie di Raboso del 30-35 per cento rispetto allo scorso anno con un volume di affari che supera i 2,5 milioni di euro.

Fonte: Gazzettino Venezia.

Cantina Fuori Mondo presenta: vino affinato in botti di marmo di Carrara.
Un’idea piuttosto estrema che può essere realizzata solo per volumi molto limitati di prodotto, il che ne giustifica l’esclusività e il costo, che si aggira sui €1000 a bottiglia (per bottiglie standard, ben più alto per le Magnum che vengono prodotte). I contenitori dentro i quali il vino è affinato per due anni sono ovviamente di marmo di Carrara, ricavati ciascuno a partire da un unico blocco di pietra del peso di 35 tonnellate. L’interno di questa sorta di gigantesche anfore, del peso di 2 tonnellate l’una, e poi è stato trattato con acido tartarico. Il prodotto nasce da una partnership fra cantina Fuori Mondo e la cave Henraux, azienda leader del marmo nel campo del design e dei complementi d’arredo, che si avvicina per la prima volta al mondo del vino.

Fonte: Apetime-Magazine – Apetime-Magazine.

Il vino e gli italiani: quanti lo bevono, quanto lo pagano e dove lo comprano e consumano.
Il profilo tratteggiato dalla ricerca Wine Monitor Nomisma per l’Istituto Grandi Marchi. Il rapporto qualità/prezzo è quello che conta di più. Quasi 9 italiani su 10 tra quelli che hanno tra i 18 ed i 65 anni, negli ultimi 9 mesi, hanno bevuto vino, almeno una volta. L’87%, per l’esattezza, rispetto all’84% del 2020. E se il 69% ama bere i vini del proprio territorio, al tempo stesso il 62% gradisce anche provare vini che non conosce, soprattutto se prodotti in maniera sostenibile (59%) e di piccoli produttori (57%). Il 40% dice di preferire vini bio, il 35% di cantine e brand molto noti, ed il 26% ama bere vini costosi, mentre solo al 20% piacciono i vini stranieri. È il ritratto del consumatore italiano di vino del 2022, delineato dalla ricerca di Wine Monitor Nomisma per l’Istituto Grandi Marchi, che riunisce 18 cantine di primissimo piano del vino italiano (Alois Lageder, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Argiolas, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Col d’Orcia, Donnafugata, Jermann, Lungarotti, Marchesi Antinori, Masi, Michele Chiarlo, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi).

Fonte: WineNews.

Il futuro del vino è nelle vecchie vigne?
Valorizzare il patrimonio delle vecchie vigne ed accrescerlo nel tempo potrebbe rappresentare oggi una scelta strategica rispetto a diverse sollecitazioni cui è sottoposto il mondo del vino, dagli effetti del cambiamento climatico ad una ricerca di maggiore qualità e tipicità, in altri termini di maggior valore, da parte del mercato. Una rivoluzione culturale rispetto alla quale il mondo enoico oggi non è probabilmente ancora preparato ma che muove i primi passi attraverso iniziative a livello locale ed internazionale che possono considerarsi significative.

Fonte: Horecanews.

Vino: Uiv-Ismea, bene export in 9 mesi ma pesa inflazione.
E’ di 16 milioni di ettolitri la domanda di vino italiano all’estero che chiude i primi nove mesi con volumi in sostanziale continuità (+0,3%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per un controvalore-record di quasi 5,8 miliardi di euro in aumento del 12,3%. Un dato che però che lascia poco spazio all’esultanza, determinato più dalla spinta inflattiva che dalla domanda reale, che potrebbe non bastare a coprire l’aumento dei costi. Sono le elaborazioni dell’Osservatorio del vino Uiv-Ismea su base Istat.

Fonte: ANSA.

Lollobrigida, imprese del vino superpotenze della qualità.
“Le imprese vitivinicole italiane sono superpotenze della qualità. Oggi siamo una Nazione impoverita, abbiamo svenduto un po’ tutto, ma nel Vigneto Italia c’è qualcosa di unico che non si delocalizza. Compito di questo governo sarà difendere quello che abbiamo come patrimonio, dalla biodiversità alle produzioni di eccellenza”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida, intervenuto all’incontro conviviale di scambi di auguri dell’Unione Italiana Vini, insieme al ministro e vice premier Matteo Salvini.

Fonte: ANSA.

Vino ed export, nei primi 9 mesi vola il Veneto (a 2 miliardi di euro), davanti a Toscana e Piemonte.
Le “pagelle” alle Regioni sui primi tre quarti del 2022. Ma Unione Italiana Vini – Uiv avverte: “crescita solo in valore, legata all’inflazione”. Se il vino italiano nel 2022 vedrà al rialzo il suo record delle esportazioni, che punta verso quota 8 miliardi a fine anno, dopo i 5,7 superati nei primi 9 mesi del 2022 (+12,2% sul 2021), è grazie alla crescita in valore in tutti in mercati più importanti, dagli Usa alla Germania, dal Regno Unito al Canada, dalla Svizzera alla Francia, come abbiamo riportato qui, ma anche a quella di Paesi del Nord Europa, per esempio, con la Svezia a +12% (per 159 milioni di euro), o del Giappone, a +30,4% sul 2021 (per 159 milioni di euro), che compensano diversi cali nel resto dell’Asia, dal -13,9% della Cina (per 78,8 milioni di euro) al -7,1% di Hong Kong (19,7 milioni di euro), al -4,6% in Corea del Sud, che sembrava uno dei nuovi “eldorado” del vino dell’Estremo Oriente (ferma a 57,8 milioni di euro). In ogni caso, la crescita in valore è importante, ma secondo Unione Italiana Vini (Uiv), non c’è molto da esultare, perchè è un aumento “determinato più dalla spinta inflattiva che dalla domanda reale, e potrebbe non bastare a coprire l’aumento dei costi”.

Fonte: WineNews.

Vino: export 9 mesi a volumi piatti, bene valore ma condizionato da inflazione.
È di 16 milioni di ettolitri la domanda di vino italiano all’estero. Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio del vino Uiv-Ismea su base Istat, chiude il parziale dei primi nove mesi con volumi in sostanziale continuità (+0,3%) sul risultato dello stesso periodo dello scorso anno, per un controvalore-record di quasi 5,8 miliardi di euro. Dato, quest’ultimo, che sancisce un incremento in doppia cifra (+12,3%) rispetto al pari periodo 2021 ma che, se normalmente verrebbe accolto con non poca soddisfazione, ora lascia poco spazio all’esultanza: determinato più dalla spinta inflattiva che dalla domanda reale, potrebbe non bastare a coprire l’aumento dei costi.

Fonte: la Repubblica.

Sassicaia, vino da investimento e da grandi celebrazioni.
Quando si parla di vini su cui vale la pena investire, le bottiglie di regioni classiche francesi come Bordeaux, Borgogna o Champagne spesso stanno in cima alla classifica. Gli investimenti sui vini di quelle regioni sono incredibilmente popolari e quasi sempre azzeccati, ma in questo momento il cavallo vincente su cui puntare è un vino tutto italiano: il Sassicaia. Il vino Super Tuscan Sassicaia è ironicamente una versione italiana di un classico vino in stile bordolese composto da uve Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. La storia del vino Sassicaia inizia negli anni ’40 del secolo scorso quando Mario Incisa della Rocchetta si trasferisce nella Tenuta San Guido di Castagneto Carducci, in Toscana.

Fonte: Livorno Press.

L’analisi del 2022 del vino italiano, le previsioni sul 2023: a tu per tu con Lamberto Frescobaldi.
Tra economia e dossier aperti, le riflessioni del presidente di Unione Italiana Vini (Uiv) e guida di una delle realtà più importanti d’Italia enoica. Tra economia e dossier aperti, le riflessioni del presidente di Unione Italiana Vini (Uiv) e guida di una delle realtà più importanti d’Italia enoica. “L’anno che sta per chiudersi è quello delle sorprese, partito alla grande e poi cambiato da guerra e inflazione. Non parlerei però di catastrofe: si chiuderà comunque in attivo. Certo alcune imprese sono più in difficoltà, altre si strutturano di più, ma è così in ogni settore, e lo è anche per il vino. Noi dobbiamo continuare a difendere qualità e artigianalità dei nostri prodotti, che hanno storie da raccontare”.

Fonte: WineNews.

STAMPA ESTERA

El sector del cava prevé elevar las ventas un 3% este año, hasta 245 millones de botellas.
El sector del cava afronta la campaña navideña con la confianza de mantener un ritmo de crecimiento similar al experimentado en los nueve primeros meses del año, en el que las ventas aumentaron un 3,36% en número de botellas, según los datos facilitados ayer por Javier Pagés, presidente del Consejo Regulador de la Denominación de Origen (DO) Cava. En un encuentro informativo en Barcelona, Pagés restó importancia al impacto de la inflación sobre las ventas de vino espumoso y se mostró esperanzado en cerrar el año con unos 245 millones de botellas vendidas, casi un 3% más que en 2021 -cuando la cifra fue de 238 millones-, a pesar del complejo entorno económico ygeopolítico. Esta tasa de crecimiento es inferior a la registrada el pasado año, cuando, tras el golpe del Covid, las ventas subieron un 14% e igualaron los volúmenes anteriores a la pandemia. Según Pagés, el incremento previsto para 2022 es fruto del tirón del mercado nacional, donde las ventas han subido hasta septiembre un 14,54% gracias, sobre todo, al turismo y ala reapertura total de la restauración. En cambio, las exportaciones, que representan el 72% del negocio, están al mismo nivel que el pasado año, aunque “unos mercados suben y otros bajan”, dijo el también exdirectivo de Codorníu. Los grandes mercados que crecen son Alemania -el principal tras España-, Suecia, Países Bajos, Suiza y Rusia, donde las ventas habían disminuido en 2021.

Fonte: Expansión.

Le Conseil interprofessionnel du vin de Bordeaux en campagne pour l’arrachage définitif.
Lors de la manifestation des vignerons du 6 décembre a Bardeaux. Le Conseil interprofessionnel du vin de Bordeaux (CIVB), présidé par Allan Sichel, issu de la famille du négoce, s’aligne sur les positions des vignerons qui ont manifesté dans les rues de Bordeaux et prime lui aussi un arrachage définitif de 10.000 hectares de vigne. Un projet qui n’a pas encore trouvé son financement, alors que le CIVB annonce un budget 2023 en baisse de 17%. I a pression transfusée des rangs de vigne jusqu’à la rue, avec la manifestation des vignerons du mardi 6 décembre à Bordeaux, a complètement gommé la ligne de fracture qui avait semblé commencer à se dessiner entre négociants et producteurs au sein du Conseil interprofessionne du vin de Bordeaux (CIVB). Le nouveau président Allan Sichel, issu de la famille du négoce, avait en effet marqué une certaine réticence face au caractère définitif de l’arrachage de vigne. Et lors de l’assemblée générale du CIVB, ce lundi 12 décembre, Allan Sichel a tenu à ce qu’il n’y ait pas le moindre pli sur “étendard de la mobilisation en faveur de l’arrachage définitif de 10.000 hectares de vigne. “J’aurais souhaité que cette fin d’année marque aussi la fin de la crise que traverse notre filière depuis plusieurs années maintenant. Hélas, il n’en est rien, et la manifestation d’un bon millier de viticulteurs, venus la semaine dernière des quatre *** coins du vignoble pour faire entendre leurs revendications dans les rues de Bordeaux en est l’illustration… Le financement de l’arrachage primé de 10.000 hectares de vigne est au coeur de toutes les discussions… Arracher des vignes est un crève-coeur pour des viticulteurs souvent issus d’une longue lignée ; c’est pourtant désormais la seule solution envisage par beaucoup d’entre eux”, a ainsi tout d’abord constaté le président du CIVB. 500.000 hectolitres produits en trop Avant d’en arriver à une approche chiffrée de la situation, pour étayer la position du CIVB avec des éléments raisonnés sinon indiscutables. “A l’échelle de l’ensemble du vignoble, arracher 10 % de nos surfaces permettrait de réduire les volumes de production et, ce faisant, d’assainir la filière.

Fonte: Tribune.

Les vins bio à la pas eine mais p de déconversions massives en vue.
Après une décennie de croissance à deux chiffres, le segment de marché des vins bio connaît ce qui ressemble à un début de retournement de marché. Suite une récolte record, qui a quasiment doublé par rapport à l’année dernière, le marché des vins bio est à la peine. Ces volumes additionnels arrivent au moment où la dynamique des produits bio s’essouffle. En Occitanie-est, les producteurs s’inquiètent de cet engorgement du marché_ r C’est bien simple, je n’ai pas une demande. Ce n’est même pas une question de prix. Même le chardonnay qui s’arrachait il y a deux ans ne trouve plus preneur. Le marché vrac des vins bio est à l’arrêt ». Vigneron au Domaine de la Jasse d’Isnard à AimargLes (Gard), Régis Micheton constate avec inquiétude le soudain retournement du marché des vins bio. Les caves coopératives font la même observation. Frédéric Sénat, directeur des Vignerons Créateurs, groupement coopératif gardois, a senti les prémices de ce retournement du marché dès la récolte 2020 : « Le gel du printemps 2021 a permis d’apurer une partie des stocks, mais nous avons quand même eu du mal à vendre les 6.000 hl que nous avions produits en 2021. Et cette année, le marché est totalement atone. Je n’ai encore signé aucun contrat sur les 7.000 hl récoltés », témoigne-t-il. A la cave de Durfort-et-Saint-Martin-de-Sossenac (Gard), dont 20% de la récolte est en bio, l’inquiétude est également palpable. Alors qu’habituellement à cette époque, 95 % des volumes son: contractualisés, cette année les contrats signés ne représentent que 10% des volumes. Les échos sont similaires à la coopérative des Vigrerons d’Héraclès à Vergèze (Gard), dont les ventes sont er net recul par rapport à la même pé-iode de l’année dernière. *** 40% des ventes en direct Après une décennie de croissance à deux chiffres, les vins bio subiraient-ils le même retournement de tendance que les oeufs, la crèmerie et les fruits et légumes bio dont les ventes ont commencé à décroître en 2021 ? « En 2021, les ventes étaient encore en progression, souligne Nicolas Richarme, président de Sudvinbio, association interprofessionnelle de la viticulture bio en Languedoc-Roussillon. 11 y a eu un tassement dans la grande distribution mais ce circuit ne représente que 20% des ventes totales de vin bio. La force de notre filière, c’est que 40% des ventes se fait en direct chez le producteur. » Portée par une demande en progression croissante, la viticulture bio a connu un essor fulgurant ces dernières années : les surfaces certifiées bio en Occitanie ont bondi de 23 500 ha en 2019 à 33.560 ha en 2021, soit une progression de 40% en trois ans. En Languedoc-Roussillon, la récolte 2022 est estimée entre 1,6 à 1,8 millions d’hectolitres, ce qui représente une hausse de près de 70°%a par rapport à 2021.

Fonte: Tribune.

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