rassegna stampa vino di mercoledì 21 giugno 2023!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di mercoledì 21 giugno 2023!

La rassegna stampa vino di oggi, è stata offerta da QuidQuid Srls, consulenze e strategie tecniche commerciali per potenziare il tuo business.

Il vino in topless, bottiglie senza capsule.
Le capsule che ricoprono il collo delle bottiglie di vino sarebbero sulla via del tramonto. Sta prendendo piede, specialmente nei paesi meno conservatori dal punto di vista enologico, l’abitudine di fare a meno della classica capsula in stagno o, in tempi più recenti, in alluminio polilaminato o anche in plastica Pvc.Waitrose, importante catena di supermercati britannici si è recentemente aggiunta al coro favorevole alle bottiglie «dal collo nudo», almeno per quanto riguarda i suoi house brand. È un passo importante verso la rispettabilità per vini che sembrano, secondo i denigratori della novità, «in topless». L’usanza di coprire i tappi delle bottiglie con la stagnola inizio nel XIX secolo e aveva come scopo principale proteggere i sugheri da parassiti e insetti infestanti che, durante un lungo soggiorno in cantina, potevano far deteriorare il contenuto della bottiglia.

Fonte: Italia Oggi.

Risiko agricolo.
Ca’ di Rajo, realtà trevigiana guidata dai tre giovani fratelli Simone, Alessio e Fabio Cecchetto, si apre alla distribuzione di Champagne e non solo. Non più quindi soltanto produzione di vini autoctoni del Trevigiano. Ma, dopo l’acquisizione della tenuta friulana Aganis, ora il gruppo della famiglia Cecchetto si pone tra gli interlocutori italiani per la distribuzione di etichette francesi, tra cui Champagne e Borgogna, e di aziende nazionali. Nel portfolio vi sono i vini delle cantine: Massimo Rattalino (Piemonte) Santa Tresa e Azienda Agricola Cortese (Sicilia), Paul Déthune e Damien Hugot (Champagne) e Albert Sounit (Borgogna). Il gruppo (che include oltre a Ca’ di Rajo, anche Terre di Rai e Aganis) ha chiuso il 2022 con 53 milioni di euro di fatturato contro i 39 milioni dell’anno precedente. Compagnia del Vino, azienda di distribuzione vini, amplia il proprio portfolio.

Fonte: Italia Oggi.

Così i vini della Valtellina restano immuni alla stagnazione che colpisce le altre Ig.
I vini valtellinesi superano di slancio i livelli pre-pandemici e rimangono immuni dalla stagnazione che colpisce le altre denominazioni. Nel 2022 gli imbottigliamenti hanno raggiunto 3,4 min, meglio dei 3,3 min del 2019, con un’accelerazione dei vini di maggiore valore, come Sforzato e Sassella. «Non avvertiamo problemi di giacenze, anzi vendiamo i nostri vini troppo velocemente: abbiamo un prodotto che piace molto», sottolinea il presidente del Consorzio vini di Valtellina, Danilo Drocco. «Per noi, l’aumento dei prezzi non è un fatto recente. Abbiamo iniziato a ritoccarli da qualche anno per pagare meglio le uve e garantire, da un lato, una sostenibilità a 360 gradi del nostro territorio e, dall’altro, incentivare i giovani a fare l’agricoltore». I vini della Valtellina arrivano soprattutto dal vitigno Chiavennasca o Nebbiolo delle Alpi.

Fonte: Italia Oggi.

Meno vendite, più costi Il Chianti taglia le rese.
Il Consorzio del Vino Chianti abbassa le rese de110%. Motivo, il calo delle vendite e l’aumento dei coati. A deciderlo è stata l’assemblea del Consorzio e, come spiega il presidente Giovanni Busi, «si è reso necessario diminuire la produzione per non far aumentare il vino accumulato nei magazzini. La fotografia attuale è questa e parla di un -14% di vendite nel 2022 rispetto al 2021 per cui dobbiamo prendere le giuste contromisure. Se parliamo del rapporto prezzi-costi si nota un penante squilibrio a causa dell’inflazione. È vero che i prezzi sono aumentati mediamente del 4 6%, ma è altrettanto vero che i costi sono aumentati molto di più: si va dall’incremento del prezzo del gasolio per i trattori passando per i concimi.

Fonte: Italia Oggi.

Se il vino è una storia di famiglia.
Con le sue bottiglie brindano i potenti della terra e c’è chi lo chiama affettuosamente il «re del Prosecco». Ma Giancarlo Aneri è molto di più, come racconta (a Panorama e in un libro) l’imprenditore veneto che, tra le altre cose, ha istituito un ambìto premio giornalistico con Biagi, Bocca e Montanelli. di Chiara Risolo sono in partenza per Stati Uniti, anzi siamo in partenza. Porto con me tre quarti della famiglia. È giusto che i clienti oltreoceano conoscano anzitempo chi si occuperà dell’azienda in futuro, come Lucrezia per esempio. Lei sarà l’anima commerciale, la nuova me». Per la verità, Giancarlo Aneri ha già assegnato i ruoli a tutti i suoi nipoti. C’è soltanto un po’di incertezza su Leone per via dell’età: «Ha cinque anni. Vedremo, ma non ho dubbi, anche lui sarà nel dream team» dice il tycoon del Prosecco.

Fonte: Panorama.

Sannio Wine Tour si parte venerdì.
Il mese dei vini del Sannio in Campania Sannio Wine Tour si parte venerdì Al via Sannio Wine Tour, la nuova attività promozionale del Sannio Consorzio Tutela Vini che interesserà 30 locali campani con presentazioni e degustazioni dei vini ad indicazione geografica del Sannio. Si partirà dalla provincia di Benevento, venerdì 23 giugno sera, presso la Locanda della Luna in San Giorgio del Sannio, l’Antica Osteria Frangiosa in Ponte, la Locanda Radici in Melizzano, la Pizzeria La Pineta alla Terme nel parco delle Terme di Telese, l’Antica Trattoria Masella in Cerreto Sannita e Agape in Sant’Agata dei Goti. Ogni locale del tour organizzerà e promuoverà per i propri clienti una serata in cui sarà offerto un calice di vino di Falanghina del Sannio DOC, Aglianico del Tabumo DOCG e Sannio DOC.

Fonte: Il Sannio Quotidiano.

Un successo “Polka Doc” la festa della Cantina di Cesena.
Festeggia suoi 90 anni con una selezione di vini particolarmente apprezzati nell’evento di sabato scorso. Sabato un grande successo di pubblico alla Cantina di Cesena, soprattutto grande affluenza di giovani, famiglie e giovanissimi. «Un risultato straordinario che più che mai guarda al futuro e al legame con la nostra città». È il commento a corredo del bilancio di Polka Doc, l’evento con cui la Cantina di Cesena ha celebrato i suoi 90 anni dalla prima costituzione nel 1933, quando un numero ristretto di famiglie cesenati decisero di mettersi insieme per un progetto comune: valorizzare i vitigni del territorio e produrre insieme vini di qualità che da soli non sarebbero riusciti a fare. «Cesenati: per chi vuole bere bene ci siamo anche noi», questo il messaggio che la Cantina di Cesena ha voluto trasmettere sabato scorso.

Fonte: Corriere Romagna Forli’-Cesena.

Sua maestà il lambrusco il rosso che non tradisce – Tutela Lambrusco un gigante che guarda avanti.
Decine di milioni di bottiglie, un giro d’affari in tutto il mondo Un viaggio tra i segreti di una delle nostre grandi eccellenze Consorzio Tutea Lambrusco un gigante che guarda avanti Un ente che raggruppa 70 produttori e 8 denominazioni Una realtà innovativa nata dalla fusione fra i tre precedenti enti di tutela: il Consorzio del Lambrusco di Modena, il Consorzio perla tutela e la promozione dei vini dop Reggiano e Colli di Canossa e il Consorzio di tutela dei Vini del Reno Doc 1 Paola Ducci Un ente di tutela, che rappresenta 70 produttori e otto denominazioni tra Modena e Reggio Emilia: Modena Doc, Lambrusco di Sorbara Doc, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc, Lambrusco Salamino di Santa Croce Doc, Reggiano Doc, Colli di Scandiano e di Canossa Doc, oltre a Reno Doc e Bianco di Castelfranco Emilia Igt. Un totale di circa 16.600 ettari vitati nelle due province, di cui circa 10.000 dedicati al Lambrusco, e una produzione che, nel 2022 si è attestata su oltre 40 milioni di bottiglie di Lambrusco Doc. In aggiunta a questi quantitativi, vanno considerati oltre 100 milioni di bottiglie di Lambrusco Emilia Igt, che rientrano nell’ambito di tutela del Consorzio Vini Emilia.

Fonte: Gazzetta di Modena.

La chiave per il futuro? Investire sui giovani.
Biondi: «Conoscono le lingue e sanno usare i social» d i Ernesto Boss’s’ a parola d’ordine è investire. Anche se, va detto, un quesito na4 sce spontaneo: dove? Lo psicanalista Erich Fromm diceva, in un suo grande capolavoro del 1976, “Avere o essere”, che, in fondo, «la gioia proviene dal dare e dal condividere, non già dall’accumulare o sfruttare». Il riferimento, e in un certo senso la critica, è ovviamente alla società contemporanea. Quella in cui, stando alle parole di Claudio Biondi, presidente del Consorzio Tutela Lambrusco, serve a maggior ragione «una remunerazione adeguata, perché non tutti possono avere il lavoro sotto casa». Perciò eccola risposta: investire anche sui giovani. Sia chiaro, farlo non significa unicamente dare uno stipendio più alto alle nuove generazioni. Pur essendo, questa, una componente importante perché, continua Biondi, «si fanno sacrifici personali come chilometri e chilometri di macchina».

Fonte: Gazzetta di Modena.

Lambrusco e Champagne, ammirazione reciproca.
Sabellico (Gambero Rosso): «Rappresentano due realtà di peso nelle rispettive categorie» Lambrusco e Champagne, ammirazione reciproca Cotarella (Assoenoiogi): «Nessun paragone ma intendiamo sottolineare le nostre peculiarità» Accostare Lambrusco e Champagne? Benché potrebbe sembrare un pensiero stridente, in verità, è invece un tema sfidante, tanto da essere oggetto di un’importante tavola rotonda dal titolo “Lambrusco e Champagne: sfide e prospettive perle bollicine nel mondo” che si è tenuta lo scorso 18 ottobre a Modena durante la manifestazione dedicata alle bollicine francesi. L’incontro, moderato dal giornalista del Gambero Rosso Marco Sabellico, aveva visto la partecipazione dei rappresentanti del Consorzio Tutela Lambrusco insieme ad alcuni tra i più importanti produttori di Champagne.

Fonte: Gazzetta di Modena.

II Consorzio supera le rivalità Alleanza tra Modena e Reggio.
Sono così unite le sei denominazioni di Lambrusco Grazie alla nascita del Consorzio Tutela Lambrusco, le bollicine emiliane sono riuscite a creare quello che il calcio, ma anche eventi, tradizioni storiche e leggende hanno sempre tenuto separato e cioè il connubio tra la provincia di Modena e quella di Reggio Emilia. Se i modenesi (diciamo più che altro sugli spalti degli stadi calcistici) definivano i reggiani “teste quadre”, questi, a loro volta rispondevano appellando i geminiani “nusòn”, un dispregiativo che è ricorrente spesso sul confine tra le due province, nelle zone di Rubiera per intenderci. Ma, ironia a parte, e proprio perché l’unione è risaputo che faccia spesso la forza (e la nostra Regione, dopo le calamità naturali di cui è vittima da anni ha bisogno di stringere i denti ed andare avanti unita), l’idea del Consorzio che unisce le sei denominazioni di Lambrusco di Modena e Reggio è stata accolta con entusiasmo dalla maggior parte dei produttori di Lambrusco.

Fonte: Gazzetta di Modena.

Gli chef e le bollicine rosse «Mai senza il lambrusco».
I Lambruschi sono vini in evoluzione e in costante crescita di gradimento tra la gente, sia italiana che straniera. Lo confermano tre noti chef del territorio modenese e reggiano. «Non riuscirei mai nemmeno a pensarlo un piatto di cappelletti in brodo senza l’accompagnamento di un buon Grasparossa reggiano — afferma Andrea Medici, chef del ristorante Osteria in Scandiano — Il fatto di essere un lambrusco profumato, con una vena dolce al suo interno, è in grado di contrastare la sapidità del brodo di cappone, per sua natura molto consistente e corposo». «Quello che noto sempre di più — sottolinea lo chef — è che la gente, anche non emiliana, sta apprezzando sempre di più questa tipologia di vino grazie all’ottima qualità che lambruschi hanno raggiunto negli ultimi anni, senza perdere quella genuinità con la quale sono nati.

Fonte: Gazzetta di Modena.

Teniamoci lontani dalla flavescenza.
La malattia provocata da un fitoplasma può causare seri danni alla produzione una forte minaccia alla produzione deivini Lambrusco del nostro territorio è data dalla flavescenza dorata, una patologia causata da un fitoplasma trasmesso da un insetto vettore, chiamato scafoideo: una cicalina che pungendo una pianta malata trasmette la malattia sulle piante sane vicine, sulle quali si sposta la malattia, che si riconosce per l’ingiallimento e l’arrossamento delle foglie, colpisce le piante e causa gravi danni alla produzione. Per contrastare questo preoccupante fenomeno che sta marcando una rilevante recrudescenza in tutte le province dell’Emilia-Romagna, in pianura e in collina, è infatti emersa con forza la necessità di adottare un approccio coordinato per monitorare l’evoluzione della situazione e studiare in corso d’opera le misure da mettere in campo. Questo si esplicherà concretamente in un “Piano triennale” con incontri regolari tra gli attori coinvolti.

Fonte: Gazzetta di Modena.

Torna “Liguria da bere” Premi per i produttori – Liguria da bere cresce ancora. E dà la “palma” ai produttori. Premi da pubblico e giuria.
Ieri la presentazione della XVI edizione della rassegna, in programma dal 30 giugno al 2 luglio Lupi: «Un evento rappresentativo delle realtà vitivinicole e delle eccellenze del Levante» Uno degli stand della passata edizione di ‘Liguria da bere’. ‘Liguria da Bere’ porta in degustazione oltre 200 etichette e cresce in numero di stand, dando maggior spazio agli eventi informativi ed educativi dedicati al mondo dell’enogastronomia. Presentata ieri in Regione Liguria la XVI edizione della rassegna dei vini liguri Doc e Igt, che torna lungo corso Cavour alla Spezia da venerdì 30 giugno (inaugurazione alle 18) a domenica 2 luglio. Protagonisti, come ogni anno, i vini, la terra da cui nascono e i produttori delle otto doc liguri: ‘Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà’, ‘Colli di Luni’, ‘Colline di Levanto’, ‘Golfo del Tigullio – Portofino’, ‘Ormeasco di Pornassio’, ‘Riviera Ligure di Ponente’, ‘Rossese di Dolceacqua’, ‘Val Polcevera’, le 4 Igt liguri ‘Colline del Genovesato’, ‘Colline Savonesi’, ‘Liguria di Levante’ e ‘Terrazze dell’Imperiese’.

Fonte: Nazione La Spezia.

Al via “Liguria da Bere”: «In vetrina 200 etichette».
La rassegna dedicata ai vini Doc e Igt del territorio è alla sedicesima edizione A ogni visitatore sarà consegnato un kit con calice e ticket per gli assaggi. Le migliori produzioni vitivinicole della Liguria incontrano le prelibatezze gastronomiche della terra e del mare. È un tripudio di sapori Liguria da Bere, la rassegna dedicata ai vini liguri Doc e Igt, che quest’anno per la sua XVI edizione si allarga. Saranno oltre 200 le etichette presenti e aumenterà anche il numero degli stand dove avverranno incontri dedicati alla conoscenza del patrimonio enogastronomico della regione. L’appuntamento è da venerdì 30 giugno a domenica 2 luglio. Un weekend per degustare, con la solita formula del kit consegnato a ogni visitatore con calice in vetro e ticket per gli assaggi, ma anche per celebrare una particolare. Una recente edizione di Liguria da Bere ricorrenza.

Fonte: Secolo XIX La Spezia.

Al via “Liguria da Bere”: «In vetrina 200 etichette».
La rassegna dedicata ai vini Doc e Igt del territorio è alla sedicesima edizione A ogni visitatore sarà consegnato un kit con calice e ticket per gli assaggi. Le migliori produzioni vitivinicole della Liguria incontrano le prelibatezze gastronomiche della terra e del mare. È un tripudio di sapori Liguria da Bere, la rassegna dedicata ai vini liguri Doc e Igt, che quest’anno per la sua XVI edizione si allarga. Saranno oltre 200 le etichette presenti e aumenterà anche il numero degli stand dove avverranno incontri dedicati alla conoscenza del patrimonio enogastronomico della regione. L’appuntamento è da venerdì 30 giugno a domenica 2 luglio. Un weekend per degustare, con la solita formula del kit consegnato a ogni visitatore con calice in vetro e ticket per gli assaggi, ma anche per celebrare una particolare. Una recente edizione di Liguria da Bere ricorrenza. Quest’anno infatti la Doc Cinque Terre taglia il traguardo dei suoi primi 50 anni. Tra le novità di questa edizione i premi che verranno consegnati ai migliori produttori presenti, con un premio speciale che verrà deciso anche dal pubblico.

Fonte: Secolo XIX La Spezia.

Pontida diventa «città del vino».
ontida, con le sue vigne e le sue aziende agricole, diventa ufficialmente «città del vino». L’associazione Nazionale Città del Vino, nata nel 1987 con l’obiettivo di aiutare i Comuni a sviluppare progetti per il miglioramento della vita, ha infatti accolto come suo socio ordinario il Comune amministrato dal sindaco Pierguido Vanalli, che ha portato l’adesione al sodalizio all’ordine del giorno dell’ultimo Consiglio comunale. Parte dell’associazione, nella Bergamasca, sono solo altri tre Comuni, cioè Grumello del Monte, Castelli Calepio e Scanzorosciate, «patria» quest’ultima del mitico moscato. Pontida aspirava già da tempo a ottenere questa denominazione e con questo riconoscimento pub mirare a entrare nuovamente nella Federazione degli itinerari cluniacensi per poter valorizzare ancora di più il territorio, come ha affermato anche Fabio Ripamonti, consigliere di «Viviamo insieme Pontida», che durante l’ultimo Consiglio comunale ha ribadito questa importante opportunità.

Fonte: Giornale di Merate.

International wine challenge di Londra: “Guerriero del mare” medaglia d’oro.
II Guerriero del Mare Marche Bianco Igt 2021 dell’azienda Guerrieri di Piagge ha ottenuto la medaglia d’oro all’International Wine Challenge di Londra, ovvero in una delle competizioni più importanti al mondo nel settore enologico con più di 6000 vini partecipanti di oltre 40 paesi. Un successo straordinario se si pensa che è maturato dopo una accurata selezione ad opera di una commissione internazionale di esperti provenienti da tutti i continenti, che ha valutato alla cieca i vini garantendo la professionalità e l’imparzialità della manifestazione. L’Italia ha ottenuto 13 medaglie d’oro, tra le quali spicca il Guerriero del Mare che ha vinto anche l’International trophy wine come migliori vino di tutto il concorso nella sua categoria varietale. Un successo che ha illustri precedenti: alla fine negli anni ’90 il Pelago Umani Ronchi e il Balciana Santarelli avevano vinto la competizione posizionando i loro rispettivi vini tra i più ambiti e richiesti al mondo e alzando in maniera esponenziale l’attenzione internazionale sulla viticoltura marchigiana.

Fonte: Resto del Carlino Pesaro.

La moda “sposa” il buon vino per celebrare le eccellenze.
Moda e vino si incontrano per celebrare le eccellenze pugliesi in passerella domenica 25 giugno a partire dalle 20:30 sul Porto Turistico di Bisceglie, quale scenario di promozione del territorio, degli artigiani locali, degli stilisti e delle cantine, con particolare riferimento a integrazione e inclusione. Nel corso dell’evento modelli professionisti e speciali si alterneranno in questa cornice, primo approdo turistico in Italia a potersi fregiare della Bandiera Lilla”, per completa accessibilità ai diversamente abili. L’evento “Wine Fashion Night — La Notte della Moda Inclusiva e del Vino” è organizzato dall’associazione di promozione sociale e culturale Divine del Sud, dalla sua presidente dott.ssa Francesca Rodolfo, in collaborazione con il Rotary Club di Bisceglie presieduto da Francesco Dente, associazione Wine Specialists Council di Trani e Bisceglie Approdi Spa.

Fonte: L’Edicola del Sud Bat.

A Cisternino torna Borgo diVino In Tour.
Il borgo della Valle d’Itria sarà l’ottava tappa di un viaggio enogastronomico tra i Borghi più belli d’Italia. L’evento, in programma per il terzo anno consecutivo a Cisternino (BR), dal 30 giugno al 2 luglio 2023. È stato presentato ieri mattina nella sala conferenze del Dipartimento regionale Agricoltura, alla presenza dell’assessore al ramo, Donato Pentassuglia. L’iniziativa è promossa dall’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” ed è organizzata da Valica, la prima tourist marketing company italiana, in collaborazione con il Consorzio Ecce Italia e anche quest’anno, vede la Regione Puglia, in qualità di partner istituzionale della tappa. “Borgo di Vino In Tour — ha dichiarato l’assessore Pentassuglia – è un’iniziativa che noi supportiamo come Regione Puglia, come Assessorato e come Dipartimento Agricoltura perché siamo convinti dell’importanza, unica e imprescindibile, che tiene insieme le nostre produzioni, il vino che insieme all’olio è l’ambasciatore per eccellenza della Puglia e i nostri territori.

Fonte: Quotidiano di Bari.

Vino Nobile protagonista. Cena di gala con tanti vip L’evento in Piazza Grande.
II Consorzio celebra il territorio e i suoi prodotti con lo chef stellato Bartolini Ospiti della serata la campionessa Sara Simeoni e l’ex calciatore Gambaro. Grifo Nobile a Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera. ‘II Vino Nobile di Montepulciano e la favola di Orfeo’. Questo il titolo dell’appuntamento esclusivo di questa sera in Piazza Grande in occasione del solstizio d’estate. Una ‘gala dinner’ voluta dal Consorzio del Vino Nobile per celebrare il territorio e i suoi prodotti, che vedrà protagonista Enrico Bartolini, lo chef più stellato d’Italia, per una cena-evento con una cornice di pregio. «Montepulciano e la Valdichiana sono destinazioni turistiche che amo, come le valli favolose che circondano Siena. I sapori sono decisi e pieni di personalità. Ovviamente ciò che da sempre in Toscana si preserva e tramanda con cura sono le ricette tradizionali e le abitudini che io amo», ha detto lo chef. Tanti gli ospiti presenti: dal conduttore televisivo e attore Beppe Convertini a Sara Simeoni, atleta specialista nel salto in alto e vincitrice della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca 1980.

Fonte: Nazione Siena.

Brillano La Notte d’Isabella e la Medicea Wine Festival.
Torna il ricco programma dell’Estate Cerretese organizzato da Comune, Pro Loco, Contrade del Palio e associazioni varie Si comincia questa sera in piazza Desideri e in Biblioteca con la festa della musica con Muzika Aps Coarto Guidi Un lavoro di grande collaborazione fra Amministrazione comunale, Pro Loco, Associazione Ccn “Buontalenti”, Contrade del Palio e di tante altre associazioni hanno portato a realizzare un ricco e attrattivo programma per l’Estate Cerretese che prende il via proprio stasera. In piazza Desideri e in Biblioteca a partire dalle 18, dove la musica sarà la protagonista nel corso di un’iniziativa promossa dal comune in collaborazione con Muzika Aps. Si alterneranno saggi moderni e classici. La partecipazione a tutte le esibizioni è gratuita. L’Estate Cerretese è, in sintesi, una bella occasione per contribuire alla valorizzazione del territorio e delle sue tante tradizioni.

Fonte: Tirreno Firenze-Prato-Empoli.

Intervista a Enrico Zanoni – Trentodoc brinda a 13 milioni di bottiglie.
«Ora l’obiettivo è arrivare a 20 milioni» Sì ai cambi di coltivazione ma rispettando le specificità dei terreni. Ha superato i 13 milioni di bottiglie la produzione 2022 di Trentodoc con una crescita superiore all’8 per cento rispetto al 2021.1 dati, certificati dall’Osservatorio dell’Istituto Trento Doc sono stati resi noti ieri durante la presentazione della seconda edizione del Festival Trentodoc. Un consolidamento, quello dell’ultimo anno, che fa seguito ad un biennio davvero… frizzante per le bollicine di montagna, che durante il periodo 2020-2021 hanno visto crescere in doppia cifra la produzione raggiungendo un fatturato complessivo di circa 180 milioni di euro. «I dati dimostrano lo stato di ottima salute della produzione Trentodoc, che trova sempre più spazio nel mercato italiano, ma anche in quello straniero, specialmente in Asia e in America» spiega il presidente dell’Istituto Trentodoc, Enrico Zanoni.

Fonte: Adige.

Trentodoc in Cantina, brindisi ed eventi a cura delle case spumantistiche.
Trento e Valle dell’Adige, Rovereto e Vallagarina, Valle dei Laghi e Alto Garda, Valsugana, Val di Cembra e Piana Rotaliana: la scoperta dei sei distretti di produzione delle bollicine di montagna è al centro di “Trentodoc in Cantina”, che propone un programma di itinerari ed eventi diffusi su tutto il territorio trentino, pensato per consentire agli appassionati di visitare e vivere le case spumantistiche associate all’Istituto Trento Doc. L’iniziativa è compresa all’interno del palinsesto del Trentodoc Festival in programma dal 22 al 24 settembre.

Fonte: Ufficio Stampa – Provincia autonoma di Trento.

Cantina Italia: sono 52,9 milioni gli ettolitri di vino nelle aziende a maggio 2023.
Il 52,7% del vino in giacenza è Dop, il 27% è Igp. Ci sono 20 denominazioni su 526 che contribuiscono al 62,6% del totale. Nelle cantine italiane, a maggio 2023, sono stoccati 52,9 milioni di ettolitri di vino, 4,9 milioni di ettolitri di mosti e 56.000 ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (Vnaif). Sul 31 maggio 2022, si osserva un valore delle giacenze superiore per i vini (+4,4%), inferiore per i mosti (-6,7%) e i Vnaif (-36,6%). Sul 30 aprile 2023, il dato delle giacenze è inferiore per tutte le tipologie di prodotto: vini (-6,6%), mosti (-12,2%) e Vnaif (-21,1%). Ecco i dati che emergono da “Cantina Italia”, l’ultimo report redatto dall’Icqrf (l’Ispettorato Centrale Qualità e Repressione Frodi del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare) sulla base dei dati contenuti nei Registri telematici del vino.

Fonte: WineNews.

Torna Tutti giù in Cantina, il Festival della Cultura del Vino.
Tavole rotonde, performance teatrali e musicali, passeggiate scientifiche nel vigneto, installazioni artistiche, ma soprattutto banchi d’assaggio di oltre 200 etichette, fra le migliori produzioni enologiche d’eccellenza della Regione Lazio, ma anche nazionali ed internazionali, oltre alle degustazioni guidate da esperti del settore, per un’intensa tre giorni di eventi dedicati alla cultura del vino. Si tratta dell’ormai consueto appuntamento di “Tutti giù in Cantina”, il Festival della Cultura del Vino di Velletri, organizzato dal CREA Viticoltura ed Enologia e dall’associazione Idee in Fermento, che si svolgerà da venerdì 23 a domenica 25 giugno nella storica sede del centro di ricerca in via Cantina Sperimentale.

Fonte: Teatro Naturale.

È vino qualunque, non di marca.
Lo spacciavano per Tignanello 2012 di una nota cantina toscana. Bottiglie che oggi online costano fino a 250 franchi. Invece era vino rosso qualunque buono, ma non di marca. Vino accuratamente imbottigliato da enologi piemontesi e smerciato (dopo un’attenta contraffazione di capsule ed etichette) dagli imputati un po’in tutta la Svizzera e in Italia. A Porza, Lugano, ma anche Ginevra, Zurigo e in diversi luoghi della Svizzera centrale. I cinque – che hanno ruoli e responsabilità diverse in questa vicenda – sono accusati di aver guadagnato circa un milione e mezzo di franchi in un paio di anni, dal 2016 al 2018.

Fonte: RSI.

Vino: asta di villa Le Prata con lotti certificati Nft.
Si è chiusa con un rilancio di circa 1.000 euro, l’asta on line organizzata da Villa Le Prata per promuovere i primi Vini Vigna usciti sul mercato, cioè il Brunello di Montalcino Docg “Vigna Le Prata” 2018 e il Brunello di Montalcino Docg “Vigna San Prospero” 2018. Gli ultimi due dei 12 lotti certificati in Nft erano infatti dedicati alle bottiglie numero uno di ciascun Brunello. Partiti entrambi da una base d’asta d’asta di 240 euro, il martello virtuale ha battuto l’ultimo rilancio fermando a 1.360 euro il Brunello Vigna San Prospero 2018, mentre il n.1 di Vigna Le Prata ha raggiunto la quotazione di 1.250 euro.

Fonte: ANSA..

Vermouth di Torino Igp, evento celebra vino aromatizzato.
Una settimana tutta dedicata al Vermouth di Torino Igp: è quanto proposto dal 25 giugno al 2 luglio con la seconda edizione della “Settimana del Vermouth di Torino”, iniziativa dedicata al vino aromatizzato italiano e curata dal Consorzio del Vermouth di Torino. Per la rassegna locali e barman sono stati invitati a sperimentare nuove ricette per la preparazione di un cocktail, utilizzando le varie tipologie di Vermouth di Torino. Il Vermouth di Torino informa una nota- viene classificato in base al colore (Bianco, Ambrato, Rosato o Rosso) e alla quantità di zucchero impiegata nella sua preparazione. Il disciplinare prevede anche la tipologia Vermouth di Torino Superiore che si riferisce a prodotti con un titolo alcolometrico non inferiore a 17% vol., realizzati con almeno il 50% di vini piemontesi e aromatizzati con erbe, diverse dall’assenzio, coltivate o raccolte in Piemonte.

Fonte: ANSA.

Investire nel vino pregiato: i 3 errori da non fare.
A differenza del mercato azionario più tradizionale, l’investimento nel vino pregiato presuppone una serie di accortezze differenti, così come regole da seguire per diversificare al meglio il proprio portafoglio ed evitare di perdere il capitale investito. Investire nel vino può quindi essere estremamente redditizio, oltre che di per sé molto affascinante, ma occorre tenere a mente delle linee guida prima di addentrarsi in questo settore.

Fonte: La Mia Finanza.

Il vino in topless, bottiglie senza capsule.
Le capsule che ricoprono il collo delle bottiglie di vino sarebbero sulla via del tramonto. Sta prendendo piede, specialmente nei paesi meno conservatori dal punto di vista enologico, l’abitudine di fare a meno della classica capsula in stagno o, in tempi più recenti, in alluminio polilaminato o anche in plastica Pvc.Waitrose, importante catena di supermercati britannici si è recentemente aggiunta al coro favorevole alle bottiglie «dal collo nudo», almeno per quanto riguarda i suoi house brand. È un passo importante verso la rispettabilità per vini che sembrano, secondo i denigratori della novità, «in topless».

Fonte: ItaliaOggi.

Truffa del vino, chieste condanne fra uno e quattro anni.
Per l’accusa i cinque a processo sono responsabili di aver smerciato in Svizzera oltre settantamila bottiglie di barbera con etichette contraffatte, incassando circa 1,5 milioni. L’ha detto anche Angelo Gaja, celebre proprietario dell’omonima azienda vinicola piemontese, alla procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti: «È un vino buono, ma banale. E anche le bottiglie sono veramente fatte bene». Vino buono, ma spacciato per quello che non era. Prodotto da un’enologo dell’astigiano, è stato rivenduto in Svizzera e Germania sotto i marchi (contraffatti) Gaja e Terre dei Pola. Parliamo di un’enormità di bottiglie piazzate sul solo territorio nazionale: Oltre sessantamila, a cui ne vanno aggiunte altre diecimila e rotti di falso Tignanello (marchio Antinori), per un indebito profitto stimato in 1,5 milioni di franchi fra il 2016 e il 2018. Fulcro della vicenda, un’azienda di Lugano e le persone che vi avevano a che fare: cinque sono apparse in aula oggi(due erano in realtà assenti giustificate), una sesta lo farà settimana prossima, una settima è nel frattempo deceduta e un’ottava è da tempo riparata in Italia. Nella Penisola, peraltro, è pure in corso un processo per la rispettiva parte di competenza, che riguarda pure i cinque «ticinesi».

Fonte: Corriere del Ticino.

Lunaria Ancestrale: un filo di lana che unisce il vino al territorio. Un progetto della Bio Cantina Orsogna.
È un piccolo filo di lana, prodotto con il vello delle pecore, a legare il tappo delle bottiglie di Lunaria Ancestrale, uno dei progetti di Bio Cantina Orsogna, realtà vinicola abruzzese di oltre 400 soci, che ha compiuto scelte di massimo rispetto ambientale sin dalla sua fondazione avvenuta nel 1964. Oggi 100% biologica, Cantina Orsogna utilizza i metodi di agricoltura biodinamica per ridare fertilità alla terra, attraverso la vivificazione del suolo, ovvero mantenere viva la terra con buone pratiche colturali. Ed ecco che entrano in scena le greggi di pecore, dette “Morre” in dialetto, che provengono dalle stalle dei pastori della Maiella. Pascolando tra i vigneti nei mesi invernali gli ovini, trasformano la biomassa vegetale (erba) in concime organico (sterco ovino) e migliorano la biodiversità per effetto dell’incremento dell’entomofauna (insieme degli insetti tipici di un determinato terreno) del suolo.

Fonte: FSNews.

Vino: primo piano su “I Magnifici 16”, il primo evento dedicato alle DOP marchigiane targate IMT.
Tutto pronto per “I magnifici 16”, il focus sui territori delle piccole e grandi denominazioni dell’Istituto marchigiano tutela vini (Imt) previsto da giovedì 22 a sabato 24 giugno. Un evento, voluto e organizzato da Imt per promuovere le Dop marchigiane sul mercato interno, a cui parteciperanno oltre 120 imprese del vino e circa 70 giornalisti nazionali del settore. In programma, visite alle cantine, oltre a tasting e masterclass in 9 eno-itinerari distribuiti su tutte le denominazioni afferenti al Consorzio, che da solo rappresenta circa il 70% dell’export e poco meno della metà dell’intero vigneto regionale.

Fonte: Adriaeco.

STAMPA ESTERA

Le Bordelais contraint à l’arrachage de vignes.
La région traverse une crise de surproduction, et 1371 viticulteurs se déclarent en difficultés économiques Aujourd’hui, je suis découragée. Quand je me suis installée dans la ferme familiale, après une formation en viticulture, je rêvais de supprimer le troupeau de bovins et de ne faire que de la vigne. Maintenant, je m’interroge pour savoir si je vais arracher les 5 hectares de vigne qui me reste », raconte Fabienne Krier, qui exploite un vignoble et un troupeau de blondes d’Aquitaine à Bayas, en Gironde, une commune dont elle est maire. Cette question de l’arrachage des vignes, de nombreux viticulteurs bordelais se la posent. Contraints à une décision difficile alors qu’une partie de ce vignoble prestigieux traverse une crise sans précédent. «II y a vingt ans, lors de la précédente crise viticole, le cours du tonneau de vin était tombé à 800 euros, mais on le vendait. Les négociants achetaient les vins qui sortaient de la propriété. Aujourd’hui, le prix est de 65o à 700 euros, quand notre coût de production est à 1 zoo ou 1400 euros, mais aucune transaction ne se fait. Cela va très, très mal», affirme Didier Cousiney, installé au Pian-sur-Garonne, avant d’ajouter: « II y a des gens qui ne peuvent plus payer leurs salariés. Avant les prestataires et fournisseurs jouaient le jeu, faisaient des échéanciers. Aujourd’hui, il faut payer rubis sur l’ongle. » Une désaffection M. Cousiney, déjà porte-parole d’un groupement de viticulteurs lors de la crise viticole de 2004, a accepté de reprendre le portevoix il y a quasiment un an, au nom du collectif Viti33, pour alerter sur la situation financière tendue de nombre de ses pairs. L’enquête menée par la chambre d’agriculture de Gironde, dont les résultats ont été publiés en décembre 2022, montre que 1371 exploitants se déclarent en difficultés économiques. Ils représentent 35000 hectares de vignes, principalement situées dans les régions de l’Entre-deux-Mers, des Côtes et L’enveloppe de 57 millions d’euros doit permettre l’arrachage de 9500 hectares, avec une prime de 6000euros à l’hectare du Médoc. Naturellement, cet état de crise aiguë ne concerne pas les grands crus, immunisés dans leur bulle de luxe. Pour expliquer cette situation, nombre de raisons sont évoquées. «La consommation de vin baisse en France, surtout depuis 2018, et touche tout particulièrement les rouges.

Fonte: Monde.

A Vineyard Move to Drive Pollution Away.
Robert Mondavi changed the wine industry. Now his grandson is trying to change farming. electric tractor will help. ROBERT MONDAVI PAVED the way for Napa Valley to take a place among the leading wine regions of the world and raised the bar for all American producers. By the force of his charismatic personality, Mr. Mondavi, a hard-driving visionary who established the Robert Mondavi Winery after being forced out of the family business, practically willed Napa to strive for greatness. Now, Carlo Mondavi, a grandson of Robert, is taking on a similar role, pushing the California wine industry in a new direction born not of 20th-century aspirations but of the existential threat of the 21st century: climate change. Mr. Mondavi, 43, envisions something of an agricultural revolution that would rein in farming’s carbon footprint, estimated at roughly a quarter of the greenhouse emissions each year. It requires a combination of regenerative agriculture, increased biodiversity and what he calls renewable farming, which is no longer dependent on the fossil fuel industry but instead relies on renewable sources of energy. Mr. Mondavi, a farmer and winemaker — on the Sonoma Coast, not, like his grandfather and father, in Napa — is far from the only person in wine who has tried to encourage the industry to consider agriculture as a tool for combating climate change. Plenty of farmers recognize the importance of maintaining diverse ecosystems and avoiding the use of chemical fertilizers, herbicides and pesticides. But Mr. Mondavi, with whom I spent a day in Northern California in early May, has taken a concrete step toward helping more farmers achieve these goals by spearheading the development of the Monarch tractor. This smart electric vehicle can work autonomously while serving as a sort of farm research hub that will provide growers with data about crop health that they need to better understand their operations and make them more efficient. “I think we can get to a place of climate stability,” he said, speaking with the elder Mondavi’s characteristic optimism and evangelical fervor, his words flowing in torrents of facts and statistics. “We can have a huge reduction in carbons and fossil fuels, but we are at the worst place now in the planet’s history.” Tractors may seem rather prosaic elements on which to build a revolution. But they are essential agricultural tools, selling several million annually worldwide with a market expected to hit almost $70 billion by 2027.

Fonte: New York Times Food.

Grazie per l’ascolto, vi ricordiamo che la rassegna stampa vino di oggi, è stata offerta da QuidQuid Srls

A risentirci a domani.

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