rassegna stampa del vino di mercoledì 7 dicembre 2022!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di mercoledì 7 dicembre 2022!

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Le bolle dell’amore calici per sempre.
Le lettere di Bruno Lunelli alla sua amata Elda hanno ispirato una Riserva Trentodoc preziosa, dalla forma particolare. I1 nipote Matteo Lunelli: “Una bottiglia che guarda al passato e al futuro, attenzione al dettaglio, eccellenza e sogno” Signorina Elda, non esito a dichiararle che io nutro per lei il più tenero affetto che io sappia concepire, ed infine, posso dirglielo, mi sento di amarla sinceramente. E le posso assicurare di fare tutto quanto sta in me per corrispondere pienamente a tutti i doveri di un galantuomo’: Un galantuomo innamorato. Appassionato. Intraprendente e visionario.

Fonte: Gusto.

Bollicine di Capodanno per ogni gusto e tasca.
Dai grandi classici come Riserva del Fondatore Ferrari e Dosage Zéro Ca’ del Bosco agli spumanti d’Alta Langa e d’Oltrepò, senza rinunciare a un Lambrusco ancestrale 1 consigli del sommelier Armin Causevic su cosa stappare nella notte più glamour dell’anno a tavola apparecchiata con cura, il menu ormai pronto e le persone care riunite intorno a voi. Manca solo il vino: a casa o al ristorante, la selezione delle bottiglie giuste per brindare all’arrivo del 2023 può fare la differenza. Ecco qualche consiglio per una scelta azzeccata, giocando tra classicità e innovazione, senza scordare il portafogli.

Fonte: Gusto.

Roberto Paris. Il vino.
L’ingrediente segreto Il vino “A prescindere dal cibo, l’ingrediente segreto che per me rende perfetto il pranzo o la cena di Natale è un grande vino – racconta Roberto Paris, wine director del ristorante “Il Buco” a New York – Per quanto mi riguarda, in particolare, penso a delle bollicine, rigorosamente italiane, e se dovessi fare un nome, direi il “Giulio Ferrari Riserva del Fondatore” Mentre se vogliamo parlare di cibo, il mio ingrediente segreto, e immancabile, è legato alla mia terra d’origine, l’Umbria, e ad uno dei suoi prodotti invernali, ossia il tartufo nero lavorato con ricotta fresca ovina ed olio extra vergine novello”.

Fonte: Gusto.

Il Prosecco Doc a Natale dà il meglio.
Tempo di gioia. Anche il più incallito dei Grinch, infatti, non può negare che è il momento dell’anno in cui più di ogni altro ci concediamo di rilassarci, di stare insieme alle persone che amiamo, ai parenti e agli amici. Quella frazione di tempo infinito in cui lo spirito delle feste ci viene incontro. Almeno per il tempo di un brindisi, che sia partecipato o regalato. L’importante è che abbia il colore e il brio delle bolle. Come il Prosecco, da anni oramai leader delle tavole festive, non solo in Italia, amato come regalo e non solo.

Fonte: Gusto.

Campania terra di finezza e grande varietà.
La regione che si estende per 1.359.200 ettari, ha una superficie agricola che occupa il 28%, con 24.700 ettari vitali. Le aree di maggiore interesse sono: Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno. La Campania produce circa 1.403.000 ettolitri di vino all’anno, ben divisi fra uve a bacca nera (52%) e a bacca bianca (48%). Diverse sono le denominazioni: 4 Docg, 15 Doc e 10 Igt. Affascinante l’area del Sannio Doc, riconosciuta nel 1977, sulla zona collinare a Nord di Napoli, tra Benevento e Avellino, storica regione Samnium, terra dei Sanniti, popolo pre-romano. Le varietà coltivate sono Aglianico, Coda di Volpe, Falanghina, Piano, Greco e Piedirosso. In provincia di Salerno troviamo la denominazione Cilento Doc, sull’Appennino meridionale, introdotta nel 1989.

Fonte: Gusto.

Il fine wines per le feste.
Bottiglie top, amate dai giovani, a prova di clic grazie alle vendite on line. Il MW Gorelli: “C’è la volontà di democratizzare i vini di pregio” i pregio sì, ma non per questo impossibili. I vini italiani di alta qualità stanno conquistando il mondo e, sul fronte interno, cresce l’attenzione del consumatore verso etichette prestigiose. Soprattutto nelle grandi occasioni, e a Natale stappare qualcosa di speciale è d’obbligo. Seguendo il mood del momento: bere meno bere meglio. E non sono solo boomer e Gen X ad acquistare bottiglie pregiate, ma anche giovani e under 40 anni.

Fonte: Gusto.

Botti piene ma export da record.
La congiuntura secondo l’Osservatorio Federvini—Nomisma. Il dg Cino: il 2023? Al ralenti Botti piene ma export da record Nelle cantine ci sono 4,1 min di ettolitri in più rispetto al `21. Export di vino record, domanda italiana ed estera ancora vivace, ma giacenze di vino a livelli di guardia e margini delle imprese nella tenaglia dei costi. Alla fine la bussola impazzisce e forse bisognerà attendere qualche mese per capire il trend preciso. Intanto Federvini stima per l’export 2022 la cifra record di 8 mld di euro, ma poi predica cautela per il 2023. L’Osservatorio Federvini-Nomisma prevede uno scenario base con una crescita del Pil italiano dello 0,3% e uno avverso (con blocco del gas russo, rincari dell’energia e iperinflazione) in cui il Pil scivolerebbe dell’1,5%.

Fonte: Italia Oggi.

Ruffino, 8 min in tre anni allo sviluppo. E nuovi ettari.
Ruffino mette sul piatto otto milioni di euro in tre anni per finanziare il piano di sviluppo sostenibile delle nove tenute e progetta di acquisire fino a 120 ettari di vigneti per aumentare una produzione oramai insufficiente. Da gennaio scatteranno gli aumenti di listino anche per l’azienda toscana, finora congelati grazie al super dollaro. «Destiniamo un terzo degli investimenti alla strategia dello sviluppo sostenibile, denominata Ruffino Cares», ha detto l’ad Sandro Sartor, in una presentazione a Palazzo Mezzanotte, a Milano.

Fonte: Italia Oggi.

Il vetro costa l’83% in più Altro rincaro.
«In questi giorni l’industria del vetro sta inviando alle imprese vitivinicole nuove modifiche unilaterali dei contratti. La variazione delle tariffe, nell’ordine del +20%, è prevista a partire dal prossimo gennaio»: la denuncia arriva dall’Unione italiana vini (Uiv), secondo cui «si tratta del quarto aumento imposto alle aziende nel giro di un anno». Di più: «Con questa nuova modifica», ha rilevato il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, «il conto sul costo del vetro per il settore vino sale in media di circa il 70% in 12 mesi. È un fardello difficile da sostenere e da comprendere», spiega Castelletti, «sia in ragione di tariffe energetiche stabili che per il credito di imposta del 40% accordato agli energivori anche per calmierare i prezzi.

Fonte: Italia Oggi.

Vino e arte nel Metaverso, bottiglie comprate con Nft.
Unire vino e arte con il Metaverso. È quanto si propone CellarVerse, la prima startup che lancia gratuitamente nel metaverso le cantine italiane e le veste di arte. Gli obiettivi sono diversi per cantine e consumatori. Per le aziende la possibilità è quella di avere un canale alternativo e di avere accesso a nuove tecnologie che possono aiutare a diffondere la cultura del vino anche tra i più giovani e meno esperti. Per l’affiliazione al network viene richiesto soltanto un numero minimo di 12 bottiglie.

Fonte: Italia Oggi.

Microalghe per valorizzare fecce e fanghi.
della vinificazione da scarti diventano una risorsa grazie all’impiego di microalghe. Un procedimento secondo il quale anche le cantine vinicole più piccole possono chiudere il cerchio e diventare zero waste. È stata l’Università Ca’ Foscari Venezia ad aver messo a punto un processo biologico per sfruttare al 100% le fecce, cioè i residui depositati dopo la fermentazione del vino, e i fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue della vinificazione. Si tratta di sistema biotecnologico di depurazione accoppiato, con l’impiego cioè di digestione anaerobica e microalghe, applicabile direttamente in cantina dall’azienda vinicola.

Fonte: Italia Oggi.

Etichette artistiche per il vino Aglianico.
I prodotti del marchio «Piaceri lucani» di Potenza sposano l’impegno sociale e l’inventiva della cooperativa «La Mimosa» Etichette artistiche per il vino Aglianico Le opere dei ragazzi disabili del centro diurno. Da una parte la Cooperativa Sociale «La Mimosa», dall’altra «Piaceri Lucani» attività commerciale di nicchia impegnata nel settore della vendita dei prodotti agroalimentari della nostra terra. Nel bel mezzo un progetto decisamente accattivante che vede protagonisti gli ospiti del Centro Socio-Educativo Diurno per disabili gravi e medio gravi del Comune di Potenza gestito da oltre un decennio proprio dalla Cooperativa «La Mimosa».

Fonte: Gazzetta di Basilicata.

Poderi dal Nespoli, un’azienda che non smette di sperimentare – Sangiovese “Gualdo” La sfida biosimbiotica di Poderi dal Nespoli.
Tradizione, tecnologia e territorio: i tre capisaldi di un’azienda simbolo della Romagna che non vuole smettere di sperimentare. Ci sono tre “t” che ogni buon vignaiolo ha come incastonate nel suo dna: tradizione, tecnologia e territorio. La prima lo tiene ancorato alla sua storia che, parafrasando Oscar Wilde, ci rende ciò che siamo oggi; la seconda, invece, lo invita a non sedersi, ma piuttosto a mantenere sempre vivo il piacere per la curiosità e l’esplorazione; infine c’è il territorio, che attraverso i due elementi precedenti deve essere esaltato e, soprattutto, raccontato.

Fonte: Corriere Romagna Economia&Business.

Al Museo del vino l’evento Confini.
Domenica si terrà la prima edizione di “Confini”, la manifestazione ideata da Umbria Wine Club dedicata alle produzioni vitivinicole delle aree di confine geografico tra Umbria-Lazio-Toscana che, oltre alla storia e al patrimonio culturale, condividono una legame ancestrale del territorio con il vino. Gli eventi di questo primo appuntamento, organizzato con il patrocinio del Comune di Castiglione e la collaborazione della Pro loco e della Fisar di Viterbo, si terranno nel Muvis, una sorta di “sede permanente naturale” della manifestazione. In programma, a partire dalle ore 11 fino alle 17, i banchi d’assaggio con oltre 20 cantine di confine e oltre 40 etichette a rappresentare la ricchezza e varietà delle produzioni di questo territorio.

Fonte: Corriere di Viterbo.

Cinque Terre, la sfida dell’enogastronomia. Agricoltura e cucina fanno la differenza.
La ristoratrice Signoretto: «II turista cerca anche saperi e tradizioni: dai mestieri di terra e mare alle eccellenze in tavola» Serata di degustazione al ristorante La Grotta di Riomaggiore per il ciclo RioDiVino: appuntamenti con le eccellenze del territorio «’Fra le proposte il meglio anche di zone vicine, come i formaggi della Val di Vara». I prodotti alimentari per valorizzare il territorio, favorire il recupero dei saperi, l’economia locale e il turismo. Alle Cinque Terre, come nel resto d’Italia, cresce l’interesse verso il settore dell’enogastronomia e le produzioni locali che sul mercato interno vengono sempre più apprezzate e richieste dai visitatori stranieri e italiani.

Fonte: Secolo XIX La Spezia.

Premio “Ercole”, concorso enologico di gran successo – Il vino e il territorio: a Macchia d’Isernia l’alchimia vincente.
Gli ingredienti di un successo: fare rete e diventare una squadra Pro loco Macchia e Comune artefici del I concorso enologico del Molise. Si annuncia come una prima volta da incorniciare il primo concorso enologico della Regione Molise, autorizzato dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali grazie alla Pro loco Macchia quale «organismo ufficialmente autorizzato». Un concorso indetto nel mese di novembre dalla Pro loco in collaborazione con il Comune di Macchia d’Isernia, il Premio Ercole, riservato alle cantine molisane che producono vini sul territorio molisano.

Fonte: Primo Piano Molise.

Il vino ha resistito anche al clima.
Produzione inferiore ma quasi dappertutto impeccabile Il vino ha resistito anche al clima. Il ‘vigneto Piemonte h: retto bene agli eccessi climatici de 2022, caldo sopra la norma e siccità estrema in molte aree, e ha generato una vendemmia nel su( complesso da 4 stelle e mezzo. E’ i rapporto fatto ieri ad Alba (Cuneo all’Anteprima Vendemmia, organizzata da Vignaioli Piemontesi. La produzione, 2 milioni e 261 mila ettolitri, è stata di poco in feriore a quella del 2021 (2,3 milion di ettolitri), la sanità delle uve s risultata “quasi ovunque impecca bile”.

Fonte: Nuova Provincia di Biella.

“La vite resiste a stress idrici e termici” Annata quasi miracolosa per il vino.
D’assessore regionale: “Il maggiore interrogativo riguarda i livelli produttivi per il 2023”. Precocità assoluta, brevità delle operazioni, riduzione quantitativa non troppo severa e sanità assoluta. Così può essere riassunta l’annata vitivinicola 2022. Se amate una sintesi ancora maggiore, il termine più appropriato per definire l’ultima vendemmia è «miracolosa». Anche perché i risultati che oggi potete trovare nelle vasche e nelle botti delle cantine piemontesi sono vini che hanno centrato quasi tutti l’eccellenza (dall’Arneis al Moscato, Barbera, Dolcetto e Nebbiolo nelle sue varie destinazioni hanno ottenuto quattro stelle e mezzo), o almeno un risultato ottimo (quattro stelle).

Fonte: Stampa Cuneo.

Travaglini chiude un anno da record e guarda al domani.
Al Gattinara i riconoscimenti del mondo del vino internazionale Travaglini chiude un anno da record e guarda al domani. GATI’INARA Si sta per chiudere un anno ricco di soddisfazioni per Travaglini. La cantina gattinarese infatti nel 2022 ha fatto incetta di premi. L’ultimo arrivato in ordine cronologico sono i 5 Grappoli attribuiti da Bibenda al Gattinara Riserva 2017, con la celebrazione dell’evento a Roma all’Hotel Cavalieri. «Un riconoscimento che ci ha fatto molto piacere», spiega Cinzia Travaglini approdata a Roma con la sua famiglia e alcuni collaboratori aziendali..

Fonte: Stampa Vercelli.

«Vini Terrae» la guida del buon bere.
pullman organizzati sono giunti a Bisceglie da tutta la Puglia. Imperdibile, per gli appassionati di vino, il Galà delle eccellenze enologiche regionali per la presentazione della Guida Vini Terrae 2023 dell’Associazione Italiana Sommelier. Un volume di 1300 pagine, con tutte le produzioni italiane, in cui la Puglia è presente con marcata evidenza, e che è anche consultabile on line. Centocinquanta le etichette regionali, 60 quelle premiate, 42 con punteggi rilevanti (tra i 91 ed i 100 centesimi); 6 quelle distinte dalla Gemma, con punteggio superiori ai 95, e altrettante sono quelle riconosciute con la denominazione Cupido perché ritenute di particolare effetto al primo impatto;12,invece,i vini segnalati per il migliore rapporto qualità-prezzo.

Fonte: Gazzetta della Bat.

Sbarca in Puglia il progetto D-Vino.
L’assessore regionale Pentassuglia: «Non solo promozione e valorizzazione del nostro comparto vitivinicolo ma concreta opportunità formativa per i più giovani che si affacciano sul mondo lavoro» Sbarca in Puglia il progetto D-Vino. Parte anche in Puglia, dopo l’avvio nelle tre regioni pilota Emilia-Romagna, Piemonte e Sicilia, il progetto di formazione “D-Vino”, ideato dall’associazione nazionale Le Donne del Vino, con il supporto di tutte le delegazioni regionali, dedicato agli istituti per il turismo e alberghieri.

Fonte: Taranto Buonasera.

Baci in bocca, l’omaggio di Erwitt per il vino di Sting.
La celebre foto concessa dal fotografo per il vermentino prodotto dal cantante al Palagio Baci in bocca, l’omaggio di Erwitt per il vino di Sting I modaioli chiamano «total experience» quella che si prova andando a visitare fino al 22 gennaio 2023 la mostra delle magnifiche foto di Elliott Erwitt «Photographs» organizzata grazie a Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, a cura di Biba Giachetti che nel catalogo conversa con l’artista, col coordinamento di Melissa Camilli e Francesca Lanuara, in collaborazione con Sudest57, che dal 1946 racconta tanta parte della società e dei personaggi fino ai nostri giorni.

Fonte: Nazione Firenze.

Falso Prosecco in lattina «Basta pubblicità sleale» – Ora la pubblicità sul falso Prosecco in lattina è bufera «Pratica sleale».
Una lattina di Glera – spacciata come Prosecco – in primo piano. Sullo sfondo le colline: la denuncia del consigliere regionale Razzolini. Ora la pubblicità sul falso Prosecco in lattina: è bufera «Pratica sleale»? Il consigliere regionale Razzolini (Fdi) «È incompatibile, l’azienda segnalata» I PRODUTTORI HANNO SUBITO RICONOSCIUTO LE COLLINE UNESCO «STRUMENTALIZZAZIONI SIMILI MINANO L’IMMAGINE DI UN VINO DI QUALITA’». Una lattina di Glera – spacciata come Prosecco – in primo piano. Sullo sfondo le colline patrimonio dell’Umanità, precisamente le colline di San Pietro di Barbozza. Una pubblicità, via social, che nei giorni scorsi è finita all’attenzione dei produttori di prosecco docg Conegliano Valdobbiadene e, in particolare, di quelli valdobbiadenesi, che subito hanno riconosciuto le loro colline vitate, sito Unesco, sfruttate per promuovere quello che il consigliere regionale Tommaso Razzolini (Fratelli d’Italia) ha definito «l’ennesimo falso Prosecco, questa volta addirittura in lattina».

Fonte: Gazzettino Treviso.
Razzolini (FdI) contro il Prosecco in lattina «Una pratica scorretta».
Il prosecco Docg in lattina? Assolutamente no, mette le mani avanti il consigliere regionale Tommaso Razzolini, di FdI. L’aumento del prezzo dell’energia sta impattando con forza sulla filiera delle bottiglie di vetro, per cui ci sono aziende, tra quelle meno attente all’identità del Prosecco Superiore, che immaginano di poter ricorrere a contenitori meno costosi. Anzi, c’è chi l’ha già fatto. Ma è una scelta che viene molto contestata. Da qui la reazione dell’esponente regionale di Fratelli d’Italia. «Immagine e qualità del vino italiano, tra cui il Prosecco, sono incompatibili con la lattina.
Fonte: Tribuna Treviso.

L’azienda Antinori apre una nuova cantina a Montalcino.
Una nuova cantina totalmente ecologica, ecosostenibile, e a bassissimo consumo, costruita sulla base delle esigenze attuali, ma con un occhio anche a quelle future. È quella che l’azienda Antinori ha costruito nella tenuta di Pian delle vigne a Montalcino. Complessa e ricca di significati la progettazione e la realizzazione della nuova struttura, che nasce da un’idea di Piero Antinori che, con un mix di ispirazioni tratte da altre strutture e suoi desideri, ha gettato le basi e lo schizzo sul quali poi gli architetti hanno lavorato per progettare la realizzazione di due edifici: uno per la fermentazione e uno per l’affinamento dei vini.

Fonte: Apetime-Magazine.

Orisi, il vino misterioso “riapparso” in Sicilia: le due cantine della famiglia Girelli.
C’era una volta un vitigno senza nome. E c’era una volta una famiglia di imprenditori vitivinicoli che glielo restituì. Potrebbe cominciare così la favola dell’Orisi, un vitigno che sembrava scomparso e che era stato dimenticato. Perfino il suo nome sembrava sparito tra i polverosi documenti del passato. Eccolo il paradosso: un vitigno misterioso che riappare dopo anni ma che, nel frattempo, ha perso perfino il suo nome, cancellato dalle burocrazie degli albi e delle denominazioni dopo esser caduto in disuso. Orisi, chi era costui? Si potrebbe dire così, parafrasando la domanda di Don Abbondio, nell’ottavo capitolo dei Promessi Sposi, a proposito di Carneade.

Fonte: Il Riformista.

Vino. Il vetro aumenta ancora, il settore chiede interventi. Uiv sulla vicenda.
In questi giorni l’industria del vetro sta inviando alle imprese vitivinicole nuove modifiche unilaterali dei contratti. La variazione delle tariffe, nell’ordine del +20%, è prevista a partire dal prossimo gennaio: si tratta – sottolinea Unione italiana vini (Uiv) – del quarto aumento imposto alle aziende nel giro di un anno. Secondo il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti: “Con questa nuova modifica, il conto sul costo del vetro per il settore del vino sale in media di circa il 70% in appena 12 mesi. È un ulteriore fardello difficile da sostenere ma anche da comprendere, sia in ragione di tariffe energetiche stabili che soprattutto per il credito di imposta del 40% accordato ai comparti energivori anche per calmierare i prezzi.

Fonte: Agricultura.it.

Di vigna in vigna: l’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023.
Non solo degustazioni, masterclass e grandi vini: Slow Wine Fair è innanzitutto un’occasione di confronto e dibattito per vignaioli e vignerons provenienti da tutte le regioni d’Italia e dal mondo. Sono quasi 300 gli espositori già selezionati dalla commissione di assaggio di Slow Wine per la seconda edizione dell’evento che si terrà a BolognaFiere, dal 26 al 28 febbraio 2023. Tra questi troviamo i produttori che aderiscono alla rete internazionale della Slow Wine Coalition e che portano avanti i princìpi messi per iscritto nel Manifesto Slow Food per un vino buono, pulito e giusto: la sostenibilità ambientale, la tutela del paesaggio e il ruolo culturale e sociale che le aziende vitivinicole possono giocare nei territori in cui operano. Dal nord al sud del Paese, ecco qualche piccola anticipazione sul panorama vitivinicolo italiano che sarà presente alla Slow Wine Fair.

Fonte: Viaggiare.

Vino, cresce ancora il costo del vetro. È il quarto aumento in un anno.
In questi giorni l’industria del vetro sta inviando alle imprese vitivinicole nuove modifiche unilaterali dei contratti. La variazione delle tariffe, nell’ordine del +20%, è prevista, a partire dal prossimo gennaio: «si tratta – sottolinea Unione italiana vini (Uiv) – del quarto aumento imposto alle aziende nel giro di un anno». Secondo il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti: «Con questa nuova modifica, il conto sul costo del vetro per il comparto del vino sale in media di circa il 70% in appena 12 mesi. È un ulteriore fardello difficile da sostenere ma anche da comprendere, sia in ragione di tariffe energetiche stabili che soprattutto per il credito di imposta del 40% accordato ai comparti energivori anche per calmierare i prezzi. A questo punto sarebbe forse più utile che fossero le imprese del vino a percepire le agevolazioni fiscali, se – come riscontrato – l’industria energivora scarica comunque a valle aumenti che ora non sono più sostenibili. In tal senso, chiediamo al governo di valutare un aiuto ad hoc nell’ambito della legge di bilancio per supportare un aumento dei costi che rischia di compromettere la competitività delle nostre imprese».

Fonte: Italia a Tavola.

“Wine in Venice” 2023: un nuovo scenario per promuovere il vino.
Mettiamo insieme 2 eccellenze: Venezia, città unica al mondo, e il vino, uno dei prodotti di punta del made in Italy. Dall’unione di questi elementi nasce “Wine in Venice”, l’appuntamento per raccontare e celebrare il “nettare di Bacco” e il suo mondo. Sarà proprio il vino ad inaugurare il calendario dei grandi eventi 2023 nel capoluogo veneto. Per 3 giorni, un ricco calendario di iniziative coinvolgerà intenditori e appassionati in momenti di confronto, approfondimenti, degustazioni, presentazioni, talk, formazione masterclass e spunti di riflessione per delineare i prossimi passi decisivi del settore. Fulcro di “Wine in Venice”, presentato a Palazzo Marin, 2 delle location più prestigiose e simboliche della città: la Scuola Grande della Misericordia e Ca’ Vendramin Calergi, sede del Casinò.

Fonte: Metropolitano.it.

Vino, Uiv: nuovo aumento del costo del vetro, il quarto in 12 mesi.
In questi giorni l’industria del vetro sta inviando alle imprese vitivinicole nuove modifiche unilaterali dei contratti. La variazione delle tariffe, nell’ordine del +20%, è prevista, a partire dal prossimo gennaio: si tratta del quarto aumento imposto alle aziende nel giro di un anno. Lo denuncia in una nota l’Unione italiana vini (Uiv), il cui segretario generale, Paolo Castelletti, spiega che “con questa nuova modifica, il conto sul costo del vetro per il settore del vino sale in media di circa il 70% in appena 12 mesi”. “È un ulteriore fardello difficile da sostenere ma anche da comprendere, sia in ragione di tariffe energetiche stabili che soprattutto per il credito di imposta del 40% accordato ai comparti energivori anche per calmierare i prezzi” prosegue Castelletti, aggiungendo che “a questo punto sarebbe forse più utile che fossero le imprese del vino a percepire le agevolazioni fiscali, se, come riscontrato, l’industria energivora scarica comunque a valle aumenti che ora non sono più sostenibili”.

Fonte: Askanews.

Cibo, vino ed esperienze gastronomiche i regali di Natale più apprezzati. E meno “riciclati”.
I dati della ricerca di Swg per Deliveroo. Al top il classico cesto natalizio, poi la bottiglia di vino davanti a pandoro e panettone. Un buon salume, un pandoro o un panettone, una classica bottiglia di vino, ma anche di olio extravergine, del formaggio, oppure, meglio ancora, un bel cesto con “di tutto un pò”. Da anni, il regalo enogastronomico, massima espressione “nazional popolare” del “regalo utile”, è uno dei più gettonati. E, soprattutto, uno dei meno “riciclati”, e che piace davvero di più a tutti. In vista delle feste, infatti, mentre si inizia a pensare ai regali, gastronomie, enoteche, mercatini e negozi fisici, ma sempre di più on line, vedono i carrelli riempirsi di ogni sorta di libagione, destinata a trasformarsi in dono. Ed a confermare quelle che molti vivono nella pratica, ora arriva anche la ricerca Swg per Deliveroo, che ha indagato sule preferenze degli italiani alle prese con i regali di Natale. La prima evidenza segnalata è che un italiano su tre (30%) si dice insoddisfatto di quanto solitamente riceve in dono. Una percentuale che sale al 43% tra i Millennials, la fascia d’età tra i 35 e i 44 anni. E se il regalo non piace, via libera al riciclo. Secondo la ricerca vi ricorre il 24% degli italiani, con punte del 41% tra i più giovani della Generazione Z, la fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni.

Fonte: WineNews.

Da Miami a Miami: il Gambero Rosso porta il vino italiano in crociera.
La quarta edizione della crociera Wine and Sea è partita il 13 novembre da Miami e il 14 ha toccato la riserva marina di Ocean Cay nelle Bahamas, dove c’è stato il primo evento del vino dedicato ai crocieristi, che hanno potuto familiarizzare con i grandi vini italiani, bianchi e spumanti, serviti ghiacciati all’ombra delle palme in una delle più belle isole dell’arcipelago, un’oasi naturale dalle spiagge bianche immersa nelle acque cristalline dell’Oceano, di proprietà e gestita dalla MSC. Nei giorni seguenti sono state toccate San Juan de Puertorico, Charlotte Amalie nelle American Virgin Islands, Puerto Plata nella Repubblica Dominicana per poi rientrare a Miami.

Fonte: Gambero Rosso.

STAMPA ESTERA

Surproduction, arrachage : la grande déprime des viticulteurs bordelais.
Le vignoble de Bordeaux produit trop de vin avec, à la clé, des stocks qui débordent et des prix qui chutent. • La profession réclame des mesures de financement qui permettraient d’arracher au moins 10 % des surfaces. Frank Niedercm’n — Cor nspondantQBordeaux « Vitfcultureh terre, éconarnie33 àgenoux ». Des centaines de viticulteurs, parfois en tracteurs, ont déifié mardi dans les rues de Bordeaux. Une première depuis décembre 2004, date de la précédente poussée de fièvre de la vldculturegirondine. A l’épogue,Ies slogans portaient sur la revalorisation des retraites niais surtout sur le « désespoir r,le risque de « suicides » et lurgenceà mettre sur pied un N pian social »de la viticulture. Désormais, la principale revendication, portée par l’ensemble du monde viticolegirondin, est de faire financer de l’arrachage des vignes, qui pour rait porter sur 10.000 hectares, voire 15.000 ha. Une mesure quappelle un constat implacable : le vignoble bordelais, qui produit environ5millions d’hectolitres par an, n’en écoule pas plus de 4 millions. i$ faute h uneconjoncture défavorable et à l’accumulation de difficultés :les taxes Imposées par Donald Trump, le Brerdt et, surtout, l’arrét brutal du marché chinois. La filière a aussi commis des erreurs, par exemple en augmentant beaucoup ses prix en 2018 pour compenser une faible récolte liée au gel l’année précédente. A la clé, les pertesde marchés n’ont pes été récupérées. Le secteur ne peut pas faire l’économle de l’examen de causes plus structiuelles. Dans un contexte de baisse de la consommation, notammentchezlesjeunes. Bordeauxperd des places face à la concurrence française. « Lorsque le vin rouge baie se de 596, bordeaux, lui, recule de 8 %. Nous n a von s sans doute pas été assez vigilants et nous ne nous sonttrrespas assez renouvelés », reconnalt JeanPierre Durand, vice-président de la commission économique du Conseil interprofessionnel du vin de Bordeaux (C(VB). Si les ventes s’érodent, le vignoble a, lui, significativementaugmente de taille dans les années 1990. ïessordu marché chinois a permis de sortir de la crise de surproduction qui l’afrappé dansles années 2000. « Cela fait des années que nous disons que le vignoble bordelais possède 30000 ha de trop ».

Fonte. Echos.

«En colère», Vignobles Mercier veut convertir la moitié de ses terres.
Léquation financière est impossible pour cette exploitation familiale qui compte sur une prime d’arrachage pour lancer une autre production ou installer des panneaux solaires. « Je ne vais ºasarrèter de produire car il faut bien rembourser les emprunts.Mats je ne veux plus investir dans la vigne ». explique Bastien Merciir, le re présentant de la cinquième génération à diriger les Vignobles Merder. Amer et « en colère », ce membre du Collectif des viticulteurs, par ailleurs maire (LR) de Camiran, figurait en bonne place dans la manifestation qui s’est déroulée mardi à Bateaux. A trente-quatre ans. il adfl recourir au redressement jndciaire : « foi des commandes mois je ne peux pas payer la mise en 5oureilles. Nous avons 1,2 milliond’euros de dettes face auquel nous avons un stock d’une valeurde9C0.000 euros. Seul problème : ce vin, qui est dans mes chais et pair lequel j’al de multiples médalifes, ne trouve aujourd’hui pas dacquíreur. » Les Vignobles Merder, dans la région de lEntre-deux-Mers. en Gironde, mot presque un cas d’école. Couine une majorité des entrepñsesen difficulté, l’essentiel de sa production estenduenvrac è des négociants qui se chargent de la commercialisation. L’entreprise (50000D euros de chiffre d’affaires lei bonnesannées) asurfé sur la cnissance d’un marché chinois qii a absorbé près des deux tiers le la production avant de se refermer. Quant aux offres d’achat venant des négociants, elles sont désormais largement en dessous dutafit de revient. «Heureuserrrent, nous arrivons encore a vendre un peu au Japon. Mats c’est très largementlnsuf f lsanr », souffle Bastien Mercier. Dès lors, l’équation financière est impossible à résoudre.

Fonte. Echos.

Le prix de la vigne baisse et la crise sociale s’aggrave.
Une grande partie des exploitations à vendre le sont par des viticulteurs désireux de prendre leur retraite Des centaines d’exploitations sont en vente dans l’appellation Bordeaux et peinent à trouver preneur malgré des prix parfois bradés. Le prix de la vigne continue de Caire le grand écart à Bordeaux. Quand l’hecure se négocie jusgià 1 million d’euros pour les plus grands crus du Médoc (et méme le double à Pauillac(, des Graves, de Saint-Emillon ou de ñimetnl, la glissade commue pour l’AOC Bordeaux, qui représente la moitié du vignoble bordelais. Une crise du foncier reflétant le désamour pour les vins de Bordeaux La locomotive des grands crus qui, fi y a une décennie. tiraientl ensemble des vins de la régions est décrochée. Derrière la centaine de crus prestigieux qui se vendent facilement, les autres ont des difficultés. à l’Image des crus bourgeois du Médoc, qui font potinant d’énormes efforts pour faire recannal re leur qualité. Lesdifficultéssant pirespaurl’appellation Bordeaux, le prix du foncier n’ayant cessé de baisser. Sur un bon terroir de Larégton de l’EntreDeux-Mers (entre la Garonne et la Dordogne), les trans cclionssefontà 15.000 euros l’hectare, au mieux à 18.000 euros, tandis que le gros du marché se rapproche des to.000 eums potin parfois tomber bien endessous. Malgré des prix en baisse, les transactions sontrares. fauted’acheteurs. les quelques rentes enregistrées sont liées à des vignes qui disposent d’un bon terroir ou à des secteurs bénéficiant de la présence de viticulteurs dynamiques sur le plan commercial.

Fonte. Echos.

I produttori di vino Bordeaux manifestano per ottenere fondi da destinare all’estirpazione del 10% del vigneto.
Dans la rue, les vignerons bordelais réclament des fonds pour arracher 10 % du vignoble Les manifestants devant l’entrée du Bar a vin du Conté interprofessionnel du vin de Bordeaux (CIVB) (Crédits Agence Appa) Jean-Philippe Déjean Les vignerons girondins ont manifesté en nombre ce mardi matin dans les rues de Bordeaux pour obtenir le droit d’arracher au moins 10.000 hectares, sinon 15.000, assorti d’une prime à l’hectare. Le montage de cette forme de “plan social” est loin d’être acquis et le financement correspondant, de l’ordre de 150 millions d’euros, semble très difficile à trouver. “Viticulture abandonnée/Misère dans le Bordelais”, ‘Un pian social pour la viticulture”, “Agriculture, un suicide par jour’ : de nombreuses affichettes collées sur de petits panneaux d’aggloméré ou des chasubles en carton posées sur les épaules témoignaient du désarroi des vignerons du Bordelais qui ont organisé une manifestation très suivie dans le port de la Lune ce mardi matin 6 décembre, avec 27 tracteurs à l’appui. Cette profession qui joue un rôle socio-économique central depuis au moins le Xllle siècle dans la région bordelaise est prise dans un contexte économique qui a rarement été aussi sombre. Ex-président du Comité interprofessionnel du vin de Bordeaux (CIVB) et viticulteurs Bernard Farges souligne les paramètres qui font de la crise viticole dans le vignoble bordelais un phénomène plus explosif qu’ailleurs : . Tous les producteurs de rouge sont touchés, comme ceux qui commercialisent via la GMS (grandes et petites surfaces) et qui ont beaucoup vendu er Chine. Or 90 % de la production des vins de Bordeaux c’est du vin rouge, énormément commercialisé via la GMS, avec un vignoble bordelais qui était très présent en Chine. Donc à Bordeaux on se prend tous ces points chauds de plein fouet. Sans compter la chute de la con *** sommation de vin en France, qui a reculé de 30 % en dix ans », déroule Bernard Farges comme on décrypte une catastrophe ferroviaire ou aérienne.

Fonte. Tribune.

Traçabilité, prédiction de la qualité : pourquoi la startup lyonnaise M&Wine veut garantir l’ADN d’un vin.
Creee il y a tout juste un an, la startup MeWine a trouvé une façon de révéler l’empreinte multiminérale d’un vin, ou “son ADN”. Cette empreinte, immuable dans le temps et unique pour chaque vin, permet de garantir une certaine qualité ou traçabilité, complémentaire à la signature organique et à la dégustation_ Avec des applications possibles tant dans le domaine de la lutte contre la contrefaçon, que dans la prédiction de la qualité d’une récolte. La startup MeWine travaille sur ce quelle définit comme e Metal Wine Profil (MWP) des vins. Quesaco ? ‘Chaque vin a un profil multiminéral. C’est son ADN et c’est propre à chacun. Si on l’analyse maintenant et dans cinq ans, ce sera le même”, explique Théodore Tillement, CEO de la startup lyonnaise MeWine. Pour chaque empreinte, MeWine analyse jusqu’à cinquante éléments minéraux. Ce profil minéral est différent, mais complémentaire, à la signature organique habituellement utilisée pour les vins. Théodore Tillement a créé la startup en novembre 2021 aux côtés de son père : ‘Je travaillais dans l’hôtellerie-restauration, et je vendais du vin à New-York. Mon père travaille dans les minéraux et les métaux appliqués à la santé.’ “Corréler empreintes et qualité” ‘L’aspect de l’analyse minérale a surtout été liée jusqu’ici à l’enjeu de la détection des métaux lourds. Le minéral est ignoré dans l’approche du goût du vin alors que, par exemple, quand on boit *** de l’Évian ou de l’Hépar, le goût est différent, car les minéraux jouent.’ “C’est une approche toute nouvelle. On cherche à corréler des empreintes à des qualité de vin” Les profils sont ensuite rentrés dans une base de données et traitée par une intelligence artificielle. Actuellement, MeWine a rentré 5.000 vins sur sa plateforme. Dans ses analyses, la startup recherche donc les minéraux principaux, les oligo-métaux, traces et ultra-traces métalliques. Par exemple, “il existe une étape de clarification dans le vin qui utilise différentes méthodes pour absorber les particules troubles. Ça se fait soit avec de la bentonite, soit du blanc d’oeuf. Ça n’a pas d’impact direct sur le goût mais ça se voit dans les ultra-traces.

Fonte. Tribune.

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A risentirci a domani.

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