Baglio di Pianetto presenta “fermata 125” e la sua nuova sfida sul Vulcano

Baglio di Pianetto fa una fermata anche sull’Etna, anzi due… Ecco le due nuove etichette che arrivano dal Vulcano

Si chiamano “Fermata 125”, in omaggio alla storica ferrovia Circumetnea: sono i due nuovi vini dell’azienda della famiglia Marzotto e danno il via ad una nuova sfida per Baglio di Pianetto, sul versante Nord dell’Etna

Baglio di Pianetto presenta “fermata 125” e la sua nuova sfida sul Vulcano

(Santa Cristina Gela, 20 settembre 2021) Dopo le alte colline dell’areale di Monreale, a pochi chilometri da Palermo e il luminoso territorio a due passi dal mare, tra Noto e Pachino, dove hanno sede le due storiche Tenute di Baglio di Pianetto, prende il via un altro sfidante progetto per l’azienda della famiglia Marzotto.

Si chiama “Fermata 125” il nuovo progetto che vede l’azienda siciliana confrontarsi con un altro interessante terroir dell’isola, quello che si trova ai piedi del vulcano attivo più alto d’Europa: l’Etna. “L’Etna rappresenta uno dei più affascinanti e unici terroir del vino, rappresentativo non solo per la Sicilia, ma sempre più conosciuto per l’Italia nel mondo” afferma Francesco Tiralongo, amministratore delegato dell’azienda. “Ampliare il nostro assortimento con due nuovi vini in purezza che interpretassero secondo il nostro stile il Carricante e il Nerello Mascalese, le due principali uve autoctone allevate sul vulcano, era un desiderio che avevamo da tempo e che ora siamo riusciti a realizzare“.

La nuova linea è un omaggio alla storica ferrovia Circumetnea, entrata in funzione a fine Ottocento, che con il suo tracciato collega Catania con Riposto compiendo il periplo dell’Etna. La fermata 125 di Passopisciaro, di fronte alla quale sorge la cantina con la quale Baglio di Pianetto ha avviato questo progetto, ha dato il nome all’Etna Bianco DOC e all’Etna Rosso DOC firmati Baglio di Pianetto. “Il comune di Castiglione di Sicilia e in particolare la frazione di Passopisciaro, rappresentano uno dei più storici territori etnei, particolarmente vocati alla viticoltura continua Francesco Tiralongo –. Qui abbiamo trovato il partner che cercavamo, con il quale condividiamo in primis l’approccio sostenibile in campagna. Ci siamo da subito trovati in grande sintonia: i vigneti e la cantina saranno condotti in stretta collaborazione con il nostro team aziendale, che sarà presente e supervisionerà tutte le fasi produttive”.

Un’operazione avviata mesi fa che vede oggi i suoi primi frutti con le due etichette appena lanciate. “Il versante Nord del vulcano ha un clima ideale, protetto dalla presenza dalle catene montuose dei Peloritani e dei Nebrodi ed è caratterizzato da grandi sbalzi termici tra notte e giorno. È la patria del Nerello Mascalese, ma anche e soprattutto del Carricante alla luce delle richieste di mercato, che si è conquistato un posto di primo piano riuscendo a convincere per la grande qualità. Poter completare la nostra gamma con due vini Etna DOC che ci rappresentano, oltre a un sogno che si realizza sarà sicuramente anche una mossa vincente dal punto di vista commerciale” ha concluso Tiralongo.

L’Etna Bianco Doc “fermata 125” 2020 proviene da uve certificate biologiche di Carricante in purezza, allevate a cordone speronato e guyot, raccolte manualmente alla fine di ottobre. Dopo una macerazione a freddo sulle bucce per favorire l’estrazione aromatica e la fermentazione in vasche d’acciaio, il vino riposa sui suoi lieviti per circa 4 mesi. Segue un affinamento in bottiglia di altri 4 mesi prima di essere commercializzato. Dotato di una sferzante aromaticità che alterna note minerali e quelle di litchi, nespola e frutta a polpa bianca, ben rappresenta l’emblema della verticalità presente nei vini del vulcano e in particolare del Carricante, l’uva a bacca bianca autoctona più importante di questo territorio.

L’Etna Rosso Doc “fermata 125” 2019 si ottiene da uve di Nerello Mascalese in purezza, allevate con il tradizionale sistema dell’alberello e raccolte manualmente alla fine di ottobre. Dopo una macerazione di circa 10 giorni in vasche d’acciaio a contatto dei propri lieviti indigeni, il vino svolge la fermentazione malolattica in barrique, dove poi prosegue la sosta e maturazione per circa 8-9 mesi. Dopo l’imbottigliamento, si affina ancora per un anno prima della commercializzazione. Un piacevolissimo bouquet di piccoli frutti rossi e macchia mediterranea con nette sfumature di ciliegia e fragoline ben interpreta la grande eleganza e finezza dei vini rossi del versante Nord etneo. Freschezza e tannini ampi e setosi caratterizzano un sorso di ottima persistenza.

I due vini Etna Doc “Fermata 125” saranno distribuiti esclusivamente nel canale Horeca sia in Italia che nei principali mercati esteri di riferimento di Baglio di Pianetto.

 

 

 

 

 

Si chiamano “Fermata 125”, in omaggio alla storica ferrovia Circumetnea: sono i due nuovi vini dell’azienda della famiglia Marzotto e danno il via ad una nuova sfida per Baglio di Pianetto, sul versante Nord dell’Etna

Grafica rinnovata per sei referenze storiche della famiglia Balbinot, proprietaria della tenuta nel cuore delle Colline del Prosecco Superiore, che investe sulla ripartenza all’insegna del motto “To Be Happy”.

Le Manzane presenta il nuovo Pinot Grigio e il restyling delle bottiglie: “Ci mettiamo la faccia”

La cantina Le Manzane cambia volto alle proprie etichette e ci mette la faccia, anzi le facce di Ernesto, Silvana, Marco e Anna. La famiglia Balbinot, proprietaria della tenuta di San Pietro di Feletto nel cuore delle Colline del Prosecco Superiore oggi Patrimonio Unesco, rinnova il look dei vini fermi, in particolare degli autoctoni, e presenta una nuova referenza: un Pinot Grigio delicatamente macerato sulle bucce, elegante e raffinato, ma al tempo stesso versatile e moderno.

C’è voglia di ripartire all’azienda Le Manzane che investe su un nuovo progetto di restyling per sei dei suoi vini: Verdiso, Manzoni Bianco, Prosecco Tranquillo, Kaberlò, Cabernet e Pinot Grigio, l’ultimo arrivato, ma anche il primo ad “indossare” la nuova veste grafica.

Ed è il colore a contraddistinguere il nuovo Pinot Grigio: riflessi ramati che si rispecchiano nel calice e che fanno già presagire lo stile. «Questa tonalità è dovuta alla scelta di macerare leggermente le bucce – spiega il titolare Ernesto Balbinot – e mira ad esaltare le caratteristiche dell’uva, la sua complessità aromatica e di conseguenza anche la sua originale colorazione». Al naso rimanda ai profumi di glicine, gelsomino e frutta a polpa gialla. Leggermente vanigliato. Piacevolmente minerale avvolge in un morbido abbraccio il palato; la sua media alcolicità lo rende versatile negli abbinamenti con primi piatti e pietanze a base di pesce e verdure.

Il Pinot Grigio debutta in questi giorni sul mercato, mentre per le altre referenze gli imbottigliamenti saranno scaglionati e comunque, dopo il periodo estivo, saranno tutte disponibili.

La cantina Le Manzane intende, così, valorizzare non solo le bollicine, ma anche i vini fermi nella loro espressione territoriale più autentica. «Sicuramente seguiremo la via maestra del Prosecco Superiore e degli altri spumanti, ma non dimentichiamo i sentieri bellissimi che possono essere percorsi con i vini tranquilli, in particolare con gli autoctoni come il Manzoni Bianco e il Verdiso, nonché la versione ferma del Prosecco, ovvero quella senza le bollicine che rappresenta la declinazione più tradizionale del Glera», dichiara Balbinot.

La bottiglia scelta è una bordolese rivista nelle misure, altezza e larghezza, e nella forma, resa più elegante. «Per la grafica – aggiunge Balbinot – abbiamo subito pensato a qualcosa di moderno e dopo una o due prove si è accesa la lampadina delle nostre facce». Le etichette delle bottiglie, infatti, hanno i visi stilizzati di Ernesto, Silvana, Marco e Anna.

Ernesto è enologo ed ha sempre vissuto tra i vigneti, apprendendo molto dal papà Osvaldo. Supervisore dell’azienda, segue in prima persona la forza vendita. Silvana, moglie di Ernesto, ha abbracciato con passione il mondo del vino, diventando un punto di riferimento aziendale per quanto riguarda l’ufficio amministrativo. La nuova generazione de Le Manzane è composta dai figli Marco e Anna. Marco, enotecnico, segue tutte le fasi della lavorazione del vino e il wine shop, ma è spesso all’estero per promuovere i vini della cantina. Anna, dopo aver studiato marketing per il settore food & wine, oggi si occupa della comunicazione aziendale: pr, promozione del prodotto, social network, canali di comunicazione online e offline, fotografia.

«Per noi il valore della famiglia è fondamentale – conclude Balbinot – e proprio per questo motivo abbiamo deciso di realizzare una grafica che rappresentasse i nostri volti in maniera simpatica e sorridente, anche perché è nel nostro DNA; infatti il claim aziendale è “To Be Happy”».

 

La cantina Le Manzane si trova a San Pietro di Feletto, a metà strada tra le Dolomiti e Venezia, nella fascia collinare della provincia di Treviso, nel cuore delle Colline del Prosecco Superiore, proclamate il 7 luglio 2019 Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. L’azienda, a conduzione familiare, è fortemente radicata nel territorio trevigiano come produttrice da quasi 40 anni. La cantina, tra le più dinamiche e interessanti nel panorama enologico del Conegliano Valdobbiadene, distribuisce sia in Italia che all’estero raggiungendo 34 Paesi.

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