Trend del vino in Italia n.61 2024 Vino in Italia: il punto della situazione ad aprile 2025

Giacenze in cantina: ancora alte, ma in calo.

Trend del vino in Italia n.61 2024 Vino in Italia: il punto della situazione ad aprile 2025

Secondo i dati ICQRF, al 31 marzo 2025 le giacenze di vino in Italia ammontano a 52,8 milioni di ettolitri, in calo dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Presenti anche 4 milioni di ettolitri di mosti (-9,5%) e 152.596 ettolitri di vino nuovo in fermentazione (+63,9%). Il Nord Italia, con il Veneto in testa, concentra quasi il 60% del vino stoccato. Le denominazioni DOP rappresentano oltre la metà delle giacenze totali.

Scenario globale: calano produzione e consumi

Il 2024 si chiude come uno degli anni peggiori per il comparto vinicolo mondiale:

  • Produzione mondiale: 225,8 milioni di ettolitri (-4,8%), il livello più basso dal 1961.
  • Consumi: 214,2 milioni di ettolitri (-3,3%), complice l’inflazione, il calo del potere d’acquisto e l’evoluzione delle abitudini dei consumatori.
  • L’Italia regge meglio di altri Paesi e mantiene il primato produttivo con 44,1 milioni di ettolitri (+15%).

Vino nella GDO: inizio 2025 in affanno

Il primo trimestre del 2025 registra un calo nelle vendite:

  • Volumi: -4,5%
  • Valori: -2,7% A crescere sono solo i vini di fascia alta (oltre 10€/bottiglia), con un +6,6% a valore. Gli spumanti Charmat economici (+4,7% a valore) e quelli di fascia premium (+5,4%) trainano la categoria. I vini rossi fermi continuano a calare (-1,3%), mentre i vini bianchi guadagnano terreno e potrebbero superare i rossi entro 5 anni.

Nord Est e GDO: polo dinamico da 36 miliardi

Il Nord Est guida la GDO italiana:

  • Valore aggregato: 35,9 miliardi di euro
  • Crescita annuale (2019-2023): +6,2% Il Veneto si conferma al centro della scena con grandi player come Eurospin, Lidl e Pam. L’area punta su formati compatti, digitalizzazione, sostenibilità e prodotti locali per aumentare efficienza e appeal.

Big del vino italiano: i colossi del settore

Sono 27 le cantine con fatturati superiori ai 100 milioni di euro, di cui 14 superano i 200 milioni. In testa:

  1. Cantine Riunite & Civ – 676,6 mln €
  2. Argea – 464,2 mln €
  3. Italian Wine Brands – 401,9 mln €
  4. Caviro – 385,2 mln €
  5. Marchesi Antinori – 262,5 mln € (prima privata) Il 41% del fatturato del vino italiano (14,5 mld €) è in mano a questo “club”, che realizza quasi la metà dell’export nazionale (3,8 mld €).

Vini pregiati: da investimento a status symbol

Il mercato dei fine wines continua a crescere a livello globale (valore stimato: 7 miliardi $). Ristoranti stellati, aste online e collezionisti alimentano la domanda di bottiglie iconiche e annate memorabili. Secondo Liv-ex, il fenomeno è destinato a consolidarsi come asset strategico, con margini di crescita anche in Italia.

Export: Italia in crescita nonostante tutto

Nel 2024 l’Italia è il primo esportatore mondiale per volume (21,7 mln hl, +3,2%) e registra una crescita del 5,6% in valore (8,1 mld €). Bene Prosecco e vini imbottigliati. Tra i mercati chiave:

  • USA: saldo positivo, con il 25% degli americani che prevede di aumentare il consumo di vino italiano.
  • Cina: opportunità crescenti sulle piattaforme video (Douyin, Kuaishou) nonostante un mercato ancora difficile.

Mercato delle uve: prezzi giù, produzione su

A fronte di una produzione in ripresa (+12,7%), i prezzi delle uve da vino scendono sensibilmente:

  • -25% per il Barolo
  • -20% per il Brunello
  • -9% per il Prosecco Conegliano Solo alcune denominazioni come Franciacorta e Lugana segnano rialzi (+5% e +7%).

Trentodoc: una bollicina che guarda lontano

Con un fatturato raddoppiato in 10 anni (180 mln €) e una crescita delle bottiglie prodotte (+75%), il Trentodoc punta ora sull’export, che vale già il 15% delle vendite. USA e Svizzera si confermano mercati strategici.

2024: un anno da dimenticare per il vino globale

L’OIV fotografa un 2024 in forte sofferenza:

  • Produzione e superficie vitata in calo
  • Consumi ai minimi storici dal 1961
  • Export stabile in valore ma con volumi sotto la media Il futuro? Dipenderà dalla capacità del settore di reinventarsi tra premiumisation, storytelling digitale e sostenibilità.

In sintesi

Il vino italiano resiste tra difficoltà strutturali e segnali di speranza. Le eccellenze DOP e l’export, in particolare verso USA e mercati premium, restano leve cruciali. Ma servono innovazione, comunicazione e adattamento ai nuovi stili di vita per rilanciare un comparto che ha ancora molto da raccontare.

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