rassegna stampa del vino di sabato 15 ottobre 2022!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di sabato 15 ottobre 2022!

Le news di oggi, sono state offerte da Blinkup Srl (https://www.blinkup.it/), strategie per potenziare il tuo business.

Renzo Rosso entra in Benanti.
La società di investimenti privati di Renzo Rosso, Red Circle Investments, ha sottoscritto un accordo vincolante per l’acquisizione di una quota di minoranza nella cantina sicula Benanti. «Porteremo i nostri valori e le nostre competenze anche in un’azienda gioiello come Benanti», ha detto Renzo Rosso.

Fonte: Corriere della Sera.

Migliaia i visitatori di «Autunno pavese» Il successo di una rassegna del territorio.
Più di seimila gli ingressi su 50 stand. Domani ultime iniziative • Si conclude domani l’«Autunno pavese tour», l’insieme di iniziative che ha accompagnato l’omonima manifestazione al Palazzo delle Esposizioni e che è terminata venerdì. Un bilancio più che positivo per una fiera che ha coinvolto 50 stand e una miriade di eventi dedicati all’enogastronomia locale. Fra master class, show cooking e laboratori, «andati in archivio alla voce ‘tutto esaurito’» hanno commentato soddisfatti gli organizzatori.

Fonte: Giornale Stile.

Gambero Rosso lancia la 36esima edizione della guida Vini d’Italia Sono 2626 i produttori recensiti, 455 i premiati con i Tre Bicchieri.
Trentaseiesima edizione della guida Vini d’Italia 2023 di Gambero Rosso. In occasione della cerimonia di premiazione dei Tre Bicchieri di oggi, sabato 15 ottobre, Gambero Rosso si interrogherà sul contesto economico, sociale e distributivo in cui operano i produttori grazie ad un talk dal tema «Economia, canali distributivi, rischi e opportunità per il mondo del vino» al Palazzo dei congressi dell’Eur di Roma. Moderati dal giornalista Gianluca Semprini, la platea dei produttori premiati vedrà alternarsi sul palco importanti player del mondo economico e dei servizi.

Fonte: Italia Oggi.

Barbara Sgarzi scrive “Donne, vino e leadership” 30 interviste tra enologhe sommelier, wine writer rosa.
Un mondo ancestrale, quello del vino, le cui radici si perdono nei secoli, ancora legato a tradizioni, riti, culture millenarie. E in parte arroccato su questioni di genere. Fino a qualche decennio fa era impensabile vedere una donna enologa o, nel caso delle maison di Champagne, Chefde cave. Negli ultimi anni, però, è in corso una rivoluzione, forse in Italia ancora lenta, ma inequivocabile. 3o interviste inedite alle grandi protagoniste, in Italia e all’estero.

Fonte: L’Identità.

In cantina – Mouton-Rothschil, Imperial ok.
Sostanziale pareggio alle aste (-0,02%) per i quattordici millesimi in formato XL Mouton-fiothschil, Imperial ok di Cesare Pillon Si completa con questa puntata l’analisi delle quotazioni a cui è arrivato quest’anno Château Mouton-Rothschild quando è proposto in bottiglie di formato speciale: sotto esame sono un sottomultiplo, la mezza bottiglia, e l’Imperial, il multiplo XL più diffuso. Succede molto raramente che le aste siano in grado di fornire per le mezze bottiglie le quotazioni di due anni consecutivi e infatti in tabella c’è un solo caso, quello di Mouton 1967, che si è visto decurtare del 35% il prezzo rispetto al 2021.

Fonte: Milano Finanza.

Asti Spumante, l’export verso la Russia cresce del 33%.
Made in Italy Mosca primo mercato Emiliano. A guardare i numeri dell’Asti Spumante, sembra che a Mosca la guerra in Ucraina non abbia fatto passare la voglia di brindare. Non solo infatti la Russia si conferma il primo mercato di sbocco per le bollitine piemontesi (è la destinazione di oltre un quinto dell’export), ma ha anche registrato un balzo notevole nei primi sei mesi del 2022: 4,18 milioni di bottiglie contro le 3,14 del 2021 (+33%). Un dato che sorprende ancora di più se si considera la crescita media dell’export del Consorzio (+9,7%) e il secondo Paese di destinazione: in Uk le bottiglie di Spumante sono arrivate a 2,67 milioni, ma erano già 2,59 milioni.

Fonte: Sole 24 Ore Food 24.

Intervista a Raffaele Boscaini – «Il governo difenda il made in Italy dall’Ue» – Boscaini: «Va difeso il made in Italy In Europa c’è chi lavora per affossarlo».
Il presidente di Confindustria Verona: «Dicono “l’alcol fa venire il cancro”, ma non è vero». «I nostri nonni coltivavano i campi e producevano vino sotto le bombe. Questo Paese è abituato a reagire di fronte alle difficoltà. Non voglio dire che la situazione non sia complessa e difficile ma il sentiment degli imprenditori è ancora una volta quello di guardare al futuro con coraggio. Come è stato al momento della ricostruzione post bellica, della crisi finanziaria del 2007 e per il Covid. Però il governo deve fare la sua parte».

Fonte: Verita’&Affari.

Startup Vola il live market dei vini pregiati Presenti 200 bottiglie: valgono un milione.
Nel primo trimestre di eWibe raggiunti i risultati fissati per II 2022: oltre 3 mila iscritti. Sono bastati tre mesi di piena operatività a eWibe, live market dei vini pregiati, per raggiungere in anticipo gli obiettivi fissati per il 2022. Investire in una bottiglia di valore sta attraendo sia giovani sia non, con una piattaforma già arrivata a oltre 3 mila iscritti, un dato significativo considerando che è stata resa accessibile a tutti gli utenti solo nell’ultimo trimestre (da luglio a settembre) dopo una fase di sperimentazione. E di pari passo è cresciuta anche la disponibilità di bottiglie a disposizione sulla piattaforma: su eWibe sono passate da 500 a circa 2 mila, per un valore complessivo che si è quintuplicato, balzando dai 200 mila euro iniziali fino a un milione di euro.

Fonte: Verita’&Affari.

Vino e tradizione in scena a Barile.
Al centro della sagra anche il piatto arbëreshë «Tumact me Tulez» Fme settimana all’insegna delle tradizioni e specialità enologiche. Oggi e domani Barile ospita la Sagra di Qualità d’Italia “Festival dell’Aglianico del Vulture e Tumact me Tulez”. L’iniziativa, organizzata dalla Pro Loco con il Comune di Barile e la Regione, si svolgerà lungo le vie del centro storico del borgo arbëreshë, a partire da piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa, lungo corso Vittorio Emanuele e fino a largo Garibaldi. «L’evento, che si tiene nel cuore del Parco regionale naturale del Vulture – afferma Rocco Franciosa, presidente della Pro Loco Barile.

Fonte: Gazzetta di Basilicata.

Export di vino nel primo semestre il Friuli fa meglio di tutti: più 55,4%.
E in regione si registrano le superfici coltivate più estese, con 5,5 ettari di media per ciascuna azienda. Vero e proprio exploit delle vendite all’estero di vino del Friuli Venezia Giulia. Nel primo semestre di quest’anno, l’export ha fatturato la cifra record di 92 milioni 656 mila euro. Se nonostante tutte le incertezze il secondo semestre dovesse quantomeno tenere i livelli del 2021, si potrebbe chiudere l’anno con numeri da ricordare. E c’è un altro dato che indica come il nostro territorio sia sempre più vocato alla produzione divini bianchi e rossi: la superficie vitata ha raggiungo il 13% del patrimonio agricolo e ogni azienda può vantare la media di 5,5 ettari di vigneti, la più importante d’Italia.

Fonte: Messaggero Veneto.

Voghera oggi e domani capitale del Pinot Noir.
Per due giorni, oggi e domani, Voghera è davvero la capitale dell’Oltrepo Pavese. Il centro storico ospita la terza edizione della manifestazione “Cinquanta sfumature di Pinot Noir” organizzata dal Movimento Turismo del Vino Lombardia e dalla Ferrari Eventi in collaborazione con il comune di Voghera e con il contributo di Regione Lombardia, che propone in degustazione novanta etichette dedicate al principe dei vitigni. La manifestazione sarà diffusa su sessantasette punti di assaggio all’interno dei negozi e dei cortili della città, che parteciperanno ospitando ciascuno un sommelier o un produttore vitivinicolo che guiderà i visitatori alla scoperta di ogni singola bottiglia.

Fonte: Provincia – Pavese.

Alla Milano Wine Week l’ora dell’OltreBitter un cocktail con il Pinot.
Grande successo, giovedì sera, a Palazzo Bovara a Milano, per la degustazione dei vini della linea Gerry Scotti, all’interno del programma della Milano Wine Week. Il noto presentatore televisivo di origini pavesi, che da alcuni anni collabora con le Cantine Giorgi di Canneto Pavese per la produzione delle sue etichette, è stato mattatore della serata, a cui erano presenti il produttore Fabiano Giorgi e il presidente e ideatore della rassegna milanese sul vino, Federico Gordini. Lo showman ha raccontato al pubblico come è nata la collaborazione con l’Oltrepo Pavese e con Giorgi, che ha già portato alla realizzazione di cinque vini; poi c’è stata la degustazione guidata dei prodotti.

Fonte: Provincia – Pavese.

Gli assaggiatori premiano il Brut firmato La Versa.
Importante riconoscimento fuori Oltrepo per la cantina Terre di Broni e per il marchio La Versa. Lo spumante Collezione 2008 Brut si è aggiudicato il riconoscimento come miglior bollicina 2022 al 24° Sparkling Wine Festival, organizzato dalla sezione Onav (assaggiatori vino) di Verona, una rassegna enologica interregionale dedicata ai vini spumanti e frizzanti di Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna. «Siamo orgogliosi di questo premio — afferma il presidente di Terre, Enrico Bardone, presenta alla cerimonia con l’enologo Pietro Dilernia — che dà risalto ad un prodotto di alto profilo come il Collezione 2008, un Metodo classico molto complesso e ricco di sfumature.

Fonte: Provincia – Pavese.

Vino Siccità e caldo estremo ma il Gavi Docg salva l’annata.
Nonostante le difficili condizioni climatiche il celebre bianco piemontese conferma la propria qualità • Ne sono convinti tutti: quella di quest’anno è per il Gavi Docg una grande annata. Dal Consorzio di Tutela ai singoli produttori, tutti concordano che la quantità è minore rispetto all’anno passato ma la qualità dell’uva è ottima e questo permetterà di avere un vino davvero super. «All’inverno avaro di freddo e di precipitazioni, che non ha favorito la ripresa idrica dei suoli, acutizzando la siccità anche nel periodo meno caldo dell’anno.

Fonte: Piccolo di Alessandria.

Dai filari all’imbottigliamento così si fa il vino indipendente.
Coltivano le viti, si occupano della vendemmia e poi, nelle loro cantine, della produzione di vino, dell’imbottigliamento e della vendita. Sono gli agricoltori cui fa capo l’intera filiera e che rispondono al nome di «vignaioli indipendenti», categoria che nell’Ovadese e nell’Alessandrino gode di una rappresentanza consistente. Da qualche settimana hanno una nuova casa all’Enoteca regionale di Ovada che a settembre è diventata uno dei «punti di affezione» della Fivi, la Federazione italiana vignaioli indipendenti: in quanto tale, il 26 ottobre il locale ospiterà «Gimme Fivi», evento che si svolge in contemporanea in tutta Italia.

Fonte: Stampa Alessandria.

“Tre bicchieri” a 25 vini di Puglia.
Sarà presentata oggi la 36esima edizione della guida Vini d’Italia 2023 di Gambero Rosso, con la consegna dei Tre bicchieri, massimo riconoscimento. La Puglia è cresciuta molto sul fronte della qualità e i produttori che quest’anno hanno ricevuto i Tre bicchieri sono ben 25. Tra le uve il negroamaro, oltre a due Salice Salentino. Tra i vini premiati con i `Tre bicchieri 2023″ anche il Sinfarosa Zinfan del Terra Nera 2019 – Felline. Ma anche il Salice Salentino Rosso Ris. 2019 -Cantele e Salice Salentino Rosso Selvarossa Ris. 2019 – Cantine Due Palme.

Fonte: Nuovo Quotidiano di Puglia edizione di Lecce.

I Tre bicchieri del Gambero Rosso Ecco i migliori vini della provincia.
Tutti i nomi dei premiati col riconoscimento per la produzione di Primitivo e Negroamaro Sarà presentata oggi la 36esima edizione della guida Vini d’Italia 2023 di Gambero Rosso, con la consegna dei Tre bicchieri, massimo riconoscimento. La platea dei produttori premiati con i Tre Bicchieri vedrà alternarsi sul palco importanti players del mondo economico e dei servizi. I.a Puglia è cresciuta molto sul fronte della qualità e i produttori che quest’anno hanno ricevuto i ‘l’re bicchieri sono ben 25. In quest’ultimo decennio la Puglia è diventata una tra le regioni più importanti in Italia per la qualità dei vini.

Fonte: Nuovo Quotidiano di Puglia edizione di Taranto.

Masi: cultura, vino e storia «Rilanciamo il territorio».
Ieri consegna dei premi alla Procuratoria di San Marco e al Great Wine Capitals e festa per i 250 anni Masi: cultura, vino e storia «Rilanciamo il territorio» Presentata anche la nuova sede Raffaele Boscaini: «Anniversario che ci impegna di più». Bossi Fedrigotti: «Premiati due emblemi». La storia del Premio Masi che, intimamente ispirato all’eredità culturale e morale della Repubblica di Venezia, s’interseca sempre più con l’accoglienza, lo sviluppo turistico, le esperienze che la terra dell’Amarone offre ai visitatori. In un connubio tra vino, cultura e turismo che sono nel suo dna.

Fonte: Arena.

Una storia di famiglia dal 1772: 8 generazioni e 250 vendemmie.
Dalla prima vendemmia della famiglia Boscaini al Vaio dei Masi in Valpolicella classica, nel 1772, alla quotazione in Borsa del Gruppo Masi nel 2015, per arrivare quest’anno alla 250esima Vendemmia, attraverso otto generazioni: queste in sintesi le tappe della storia dell’azienda vitivinicola di Gargagnago di Valpolicella. La prima generazione della storica azienda italiana partì dalla coltivazione di vigneti del Vaio per poi arrivare all’acquisto dei campi. Giuseppe, bisnonno di Sandro, compere, poi altre due tenute: nel 1888 una villa con cantina a Valgatara, e un’altra a Pozzo di Valgatara.

Fonte: Arena.

Nasce il nuovo centro di Masi per gli enoturisti in Valpolicella.
Progettato dall’architetto Libero Cecchini e basato su studi della Iulm di Milano Nasce il nuovo centro di Masi per gli enoturisti in Valpolicella Autoproduzione energetica per la struttura interrata per oltre due terzi Sandro Boscaini: «Attrattore per l’area: bisogna qualificare l’offerta» «Non sarà soltanto un struttura per i visitatori ma polo culturale in un luogo vocato e una offerta pensata». Senza un po’ di immaginazione è ancora difficile intuire come si presenterà a fine lavori «Monteleone21», il nuovo centro in costruzione dell’azienda Masi Agricola a Gargagnago di Valpolicella.

Fonte: Arena.

Hostaria, un brindisi nelle piazze – Hostaria, le eccellenze del vino fanno «risplendere» Verona.
Ottava edizione dedicata a Giorgio Olivieri, esponente della pittura analitica negli anni Settanta Hostaria, le eccellenze del vino fanno «risplendere» Verona Tommasi: «Impegno per trovare l’equilibrio in simili appuntamenti» De Berti: «Attenzione all’aspetto sociale: c’è il nostro sostegno» Chiant Bazzaunclla Bollitine, rossi intensi o bianchi fermi. Ma anche conferenze, performance, installazioni, e persino laboratori per trasformarsi in piccoli o grandi casari. Hostaria ha preso il via, ieri, con una cerimonia d’apertura in cui è stata riconfermata la volontà del Festival di dare spazio ai produttori locali e presentare le eccellenze del vino scaligero.

Fonte: Arena.

Intervista a Renzo Rosso – Rosso: «Non mi fermo voglio un polo del vino» – Rosso: «Voglio un polo nel vino Dopo la Sicilia altre operazioni».
Prima Masi, ora il 40% dell’Etna bio di Benanti La linea Questo mondo vive una trasformazione cruciale Voglio frequentare i migliori della classe e dare il mio apporto L’intervista di Federico Nicoletti «Stanotte, quando abbiamo firmato, ci siamo scritti: `che figo, non vediamo l’ora di cominciare insieme’». Scuoterlo, il vino, non è mai una buona idea. Ma una scossa al mondo che lo produce può invece essere salutare. Renzo Rosso, l’imprenditore a capo della holding della moda Otb, 1,5 miliardi di ricavi intorno al marchio Diesel, lo sta a suo modo dando.

Fonte: Corriere del Veneto Venezia e Mestre.

Vini sempre più bio in provincia di Belluno: «E la qualità è buona».
Sono in crescita, infatti, le superfici di vigneti coltivati con metodi naturali: secondo un’elaborazione di Veneto Agricoltura e dell’agenzia regionale Avepa, i vigneti biologici sono passati dai 9,83 ettari del 2020 ai 24,31 del 2021, con un incremento del 141,31%. In percentuale, su circa 200 ettari complessivi di vigneti nel Bellunese, si tratta del 12%. Una percentuale in continua crescita grazie allo sviluppo delle varietà resistenti che, grazie al via libera dell’Ue nel dicembre 2021, potranno essere utilizzate sia nelle doc esistenti, sia nelle future doc specificatamente dedicate a linee divini resistenti.

Fonte: Corriere delle Alpi.

I vini del Montello protagonisti in città.
I vini rossi del Montello, “i bordolesi”, arrivano a Treviso per la prima rassegna “Rosso Bordò” che si terrà domani a Palazzo Giacomelli, promossa dal Consorzio Vini del Montello, con ospiti aziende del Consorzio Vini Colle Euganei. In degustazione 61 vini ( dalle 10 alle 18 con ingresso libero): in vetrina i “bordolesi”, vini prodotti nelle denominazioni Montello Docg e Montello Asolo Doc (e la sottozona Venegazzù) nati dall’uvaggio di vitigni come Cabernet Franc, Carbenet Sauvignon, Merlot e anche Carmenere, che nel territorio montelliano hanno una lunga storia come del resto l’autoctona Recantina recuperata grazie al progetto coordinato dal Consorzio.

Fonte: Gazzettino Treviso.

Rosso arriva sull’Etna con la cantina Bevanti.
Red Circle acquista una quota dell’azienda siciliana Rosso arriva sull’Etna con la cantina Benanti Realtà d’eccellenza in un areale di grande prestigio L’anno scorso la rilevante partecipazione in Masi •• Continua l’interesse di Red Circle Investments per il settore vitivinicolo di alta gamma. La società di investimenti privati di Renzo Rosso ha sottoscritto un accordo vincolante per l’acquisizione di una quota di partecipazione di minoranza qualificata in Benanti, una delle più pregiate cantine siciliane. Benanti è una storica ed affermata azienda vitivinicola fondata nel 1988 da Giuseppe Benanti, considerato il pioniere della produzione vinicola di eccellenza sull’Etna, in un areale considerato tra i migliori al mondo perla produzione di vino di alta qualità.

Fonte: Giornale di Vicenza.

Rosso fa vini sull’Etna e investe nella Benanti.
Per la sua nuova avventura nel vino, un imprenditore vulcanico come Renzo Rosso non poteva che scegliere l’Etna. La Red Circle Investments che fa capo a Otb, holding da 1,5 miliardi di euro di fatturato, ha rilevato il 40% della storica cantina della Doc Etna Benanti Viticoltori, in uno dei territori considerati tra i migliori al mondo per la produzione di vini di qualità. L’azienda produce circa 250 mila bottiglie da viticoltura biologica. Rosso entra in Benanti con un investimento da 7,5 milioni rilevando una partecipazione di minoranza ma con la prospettiva di salire.

Fonte: Nuova Venezia – Mattino di Padova – Tribuna di Treviso.

Vino e architettura, alla scoperta delle cantine d’autore più belle della Toscana.
Dal Montalcino alla Costa degli Etruschi passando per la Maremma grossetana e il Montepulciano. Terra di tradizione e produzione vinicola, la Toscana ha affidato ai grandi nomi dell’architettura internazionale la progettazione delle sue cantine. Abbiamo visitato le 13 che compongono il circuito di Toscana Wine Architecture che, proprio questo weekend (15 e 16 ottobre) organizza “Architetto in cantina”, grande evento collettivo e diffuso che lega paesaggio, arte e cultura enologica. Il nostro viaggio in Toscana alla scoperta delle cantine d’autore in compagnia di Toscana Wine Architecture comincia da ANTINORI NEL CHIANTI CLASSICO a San Casciano in Val di Pesa, in provincia di Firenze. Realizzato con materiali naturali, l’edificio è praticamente invisibile dall’esterno (se non per due “fenditure” orizzontali che attraversano la collina).

Fonte: Sky TG24.

Architettura e Paesaggio, Cantina Pieropan vince il Best of Wine Tourism.
Il progetto della cantina Leonildo Pieropan firmato dall’architetto Moreno Zurlo dell’Acme Studio di Verona e progettato assieme alla famiglia Pieropan vince il premio Best of Wine Tourism per la categoria Architettura e Paesaggio. Il premio nasce nel contesto delle Great Wine Capitals, che riunisce le zone vitivinicole più prestigiose al mondo in termini di enoturismo. Grazie all’impegno della Camera di Commercio, per l’Italia è stata scelta Verona che da qualche anno può annoverarsi tra le mete enoturistiche per eccellenza.

Fonte: Italia a Tavola.

Il Prosecco che non distrugge ma tutela il territorio: la storia di Cantina Produttori Valdobbiadene.
Mille ettari in cui l’uva viene raccolta rigorosamente a mano sfidando una natura angusta. E un percorso per evitare l’eccessivo consumo di terreno. La migliore porta d’ingresso per conoscere una cantina è una e una sola: l’assaggio. È solo passando dall’impatto di un assaggio, infatti, che ogni pregiudizio può essere superato e che la nostra scala di valori può essere riformulata. La degustazione di un calice, nella sua semplicità, è un atto che può mettere in dubbio le nostre conoscenze e può rivoluzionare il nostro rapporto con un territorio vitivinicolo. Qualcosa del genere mi è capitato assaggiando il Prosecco Superiore Docg Rive di San Pietro di Barbozza Val d’Oca della Cantina Produttori Valdobbiadene.

Fonte: Tiscali FoodCulture.

Cantina Urbana: i primi quattro anni e la filosofia del vino in città raccontati da Michele Rimpici.
Perché a Milano? “Perché c’è tutto, mancava solo una cantina in città”. Questa in estrema sintesi la genesi della nascita di Cantina Urbana all’ombra della Madonnina. Questa sera sarà festa grande per celebrare i quattro anni del progetto che da poche settimane ha inaugurato anche la sua terza Rivendita milanese in via Spaventa 1, nel quartiere di Na.Pa sul Naviglio Pavese, proprio là dove tutto è cominciato. Alla vigilia di questo appuntamento siamo andati a trovare Michele Rimpici, Ceo e Founder di Cantina Urbana, veronese classe ’79 con alle spalle un percorso importante nel settore del vino dopo una laurea di filosofia in tasca.

Fonte: Beverfood.com.

Trentino – Cembra Cantina di Montagna: cinque etichette ed un nuovo progetto per esprimere il cru della Valle.
Nel Trentino orientale, a pochi chilometri da Trento, al confine con l’Alto Adige e la Val di Fiemme, si estende la Valle di Cembra, una vera e propria «enclave» attraversata dal torrente Avisio che – nel suo percorso dalla Marmolada al fiume Adige – ha scavato a fondo la dura roccia, creando profonde e suggestive vallate. Un mosaico di ambienti ricchi di biodiversità, come amano ripetere i fieri ed orgogliosi abitanti della zona, contraddistinti in due versanti molto differenti tra loro, separati per l’appunto dal corso d’acqua. La sponda destra della valle è caratterizzata da ripidi vigneti, allevati su terrazzamenti contornati da caratteristici muretti a secco. Questi ultimi delimitano piccole porzioni di terra le quali, poste a diverse altitudini fino ad un massimo di 1000 metri, raramente superano l’ettaro.

Fonte: Vinodabere.

“I migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia 2023”, racconto della “resistenza” dei produttori italiani.
Domani in edicola la guida del “Corriere” firmata Ferraro-Gardini. Francesca Moretti “Premio dell’Anno” e Valentina Argiolas “Vignaiola dell’Anno”. A Francesca Moretti, “donna della svolta green del gruppo Terra Moretti”, va il “Premio dell’Anno 2023”: a Valentina Argiolas, ai vertici della cantina di famiglia che ha fatto grande la Sardegna del vino, quello di “Vignaiola dell’Anno”, mentre a Sting, star del rock e produttore, insieme alla moglie Trudie Styler, con la sua tenuta Il Palagio, in Toscana, va il “Premio Vignaiolo Verde”: sono alcuni dei premi speciali de “I migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia 2023”, la guida enoica del “Corriere della Sera”, firmata dal vicedirettore “ad personam” del più importante quotidiano italiano, Luciano Ferraro, insieme al critico e “wine killer” Luca Gardini, che sarà in edicola da domani, sabato 15 ottobre, insieme al giornale (e che sarà presentata in Sala Buzzati nella sede del Corriere, in Via Blazan 3, a Milano, il 25 ottobre, ore 14). Una guida che, come missione, si impone quella di imbeccare il consumatore a “Come bere bene, spendere il giusto e trovare i produttori che puntano sulla sostenibilità”, si legge nel sottotitolo del volume, impreziosito dalla prefazione di una delle firme di punta del “Corriere della Sera” del vino italiano, Aldo Cazzullo, elogio alla diversità enoica dell’Italia, “unico Paese al mondo dove il vino si fa dappertutto”.

Fonte: WineNews.

Il caro-energia costa al vino più di 3 miliardi di euro. Chi paga il conto?
Siamo appena entrati nell’autunno più “caldo” degli ultimi anni. La combo pandemia-guerra non lascia scampo alle imprese italiane e il caro-energia ha di fatto scatenato un effetto domino che si è ripercosso sui prezzi di tutti i prodotti utilizzati per la produzione di vino. A lanciare l’allarme l’Osservatorio Uiv-Vinitaly che, attraverso un’analisi compiuta nell’ultima settimana sulle imprese del Belpaese (un panel in rappresentanza del 30% del mercato) ha evidenziato che solo per i costi dell’energia (780 milioni di euro) e dei cosiddetti dry-good (2,4 miliardi di euro tra tappi, capsule, carta, cartoni e vetro) il prezzo da pagare è di quasi 3,2 miliardi di euro, con un surplus di 1,5 miliardi di euro. Un miliardo e mezzo in più che deriva da +425 milioni di euro (+120%) di caro-energia e da oltre un miliardo in più (+74%) di materie secche, già da mesi sottoposte a pressioni, non solo di tipo inflattivo, ma anche distributivo.

Fonte: Gambero Rosso.

Vino: i Petnat fanno tendenza.
Tra i trend dell’enologia italiana degli ultimi anni spicca quello degli spumanti ancestrali e rifermentati senza sboccatura, che potete gustare torbidi e con i lieviti ancora in sospensione nella bottiglia. Oggi li chiamiamo “Petnat” che è la fusione delle due parole francesi Petillant e Naturelle e serve a indicare gli spumanti ed i vini frizzanti naturali. Andiamo alla loro scoperta partendo dall’Emilia, dove incontriamo la superstar Gianluca Bergianti con la sua Terrevive in Gargallo di Carpi, ha ideato la manifestazione Emilia Sur Lì (giocando sul termine francese “sur lie” che indica i vini con residuo di lieviti) che ogni anno raccoglie i migliori produttori della zona di questa tipologia come gli ormai celebri Massimiliano Croci, Vittorio Graziano e Camillo Donati.

Fonte: Business People.

Oscar del vino a Firenze nel segno della solidarietà: obiettivo raccogliere 2 milioni di sterline.
L’evento internazionale di beneficenza approda per la prima volta in Italia: masterclass, visite in cantine e cene di gala per sostenere i giovani in difficoltà ad avvicinarsi allo studio dell’enologia. Una notte – anzi due – da Oscar del vino per ricordare un amico, genio del settore, prematuramente scomparso. Ed ecco che il vino diventa un balsamo per addolcire il dolore della mancanza, ma anche l’occasione per aiutare studenti e appassionati di vino meno fortunati o provenienti da zone critiche ad avvicinarsi al magico mondo dei tannini, dando loro un’opportunità concreta. The Golden Vines Awards, gli Oscar del vino organizzati dalla Liquid Icons del wine expert di fama internazionale Lewis Chester, dedicati alla memoria di Gérard Basset, approdano per la prima volta in Italia, in particolare a Firenze

Fonte: la Repubblica.

I Millenials preferiscono la birra al vino.
Il vino mantiene anche tra i giovanissimi il suo prestigio, confermandosi molto più di una semplice bevanda: è un’eccellenza italiana che racchiude in sé storia, cultura e tradizione. I giovani apprezzano particolarmente il vino, che non ha rivali per i Millenials (88%) e che, tra gli alcolici, è secondo soltanto alla birra per la Gen Z (60%). Tuttavia, entrambe le generazioni – il 40% dei Millenials e il 44% della Gen Z – dichiarano di non essere particolarmente informate, rivelando un’interessante area di intervento per la Grande distribuzione organizzata (Gdo), un punto vendita che ben il 69% della Gen Z e il 71% dei Millenials sceglie quando si tratta di acquistare vino.

Fonte: Teatro Naturale.

STAMPA ESTERA

Die Frauen von Figeac.
Madame Manoncourt und ihre Töchter haben Château Figeac in den Wein-Olymp geführt. Dort sind sie nun ganz oben angekommen — mit ihrer ganz eigenen Art und Weise. Ais die Nachricht mit dem “A” auf dem Smartphone erscheint, tanzen die Frauen vor Freude. Dann macht sich Madame Manoncourt mit ihren 87 Jahren behutsam, aber doch zügig, auf den Weg in die sanft ansteigenden Weinberge, die das Château umzingeln. Dort ruft sie den Mitarbeitern die Neuigkeit zu, auch ihre Töchter hält es nicht mehr im Château. Blandine de Brier Manoncourt kapert kurzerhand einen Traktor, um die Kunde von dem A so schnell und weit wie möglich in die Felder zu tragen. Zehn Jahre hat die Familie Manoncourt abermals gewartet, um nun den “Beweis für ihre langjährige Arbeit” schriftlich zu bekommen, wie Blandine sagt. Letztlich warten sie seit fast siebzig Jahren auf diesen Moment. Denn seit die Weine aus dem Anbaugebiet Saint-Émilion im Jahr 1955 in “Premier Grand Cru Classé” klassifiziert werden, musste sich Château Figeac immer mit dem B begnügen. Von nun an sind die Weine “Premier Grand Cru Classé A”. Die Frauen von Figeac sind auf dem Gipfel angekommen. Nüchtern betrachtet, dürfte für viele Weintrinker der letzte Buchstabe in der Klassifikation keine Rolle spielen. Château Figeac hat eh schon ein hervorragendes Renommee und gehört seit vielen Jahren zu den besten Weingütern in Saint-Émilion und somit in der Region Bordeaux. Eine Flasche kostet mindestens 300 Euro, Besucher von Drei-SterneRestaurants dürften einen Figeac schon getrunken haben, Weinkritiker vergeben regelmäßig hohe Punktzahlen. Experten blicken ehrfürchtiger auf diesen Aufstieg, weil sie wissen, dass ab diesem Jahr nur ein weiteres Weingut sein Etikett mit A schmücken darf und die Verantwortlichen ziemlich viel tun müssen, um vom “Conseil des Vins de Saint-Émilion” in den Olymp aufgenommen zu werden.

Fonte: Frankfurter Allgemeine.

A Tasmanian vineyard you’ll want to drink to..
One of the most successful wines to have been launched in the past 10 years is made from grapes that travel 30 hours from vineyard to winery, including an overnight ferry journey. The Tolpuddle vineyard is in the Australian island state of Tasmania. Since 2011, it has been owned by cousins Martin Shaw and Michael Hill Smith, who ship the freshly picked grapes via Launceston and Melbourne to their winery in the hills above Adelaide in South Australia, about 1,300km away. Tolpuddle makes almost equal quantities of Chardonnay and Pinot Noir. In only its second vintage (2013), the Pinot Noir picked up three trophies in the 2015 International Wine Challenge (IWC), including Best Australian Red. In total, Tolpuddle wines have won 17 trophies in Australia and the UK. The 2020 Chardonnay alone won five awards at last year’s Royal Melbourne Wine Show. There is every likelihood that Tolpuddle would also have picked up trophies in the Decanter World Wine Awards, a rival competition to the IWC, but Hill Smith, who is also Australia’s first Master of Wine, is co-chair of the Decanter awards so does not submit his own wines. It seems appropriate, however, that Tolpuddle wines should be judged in the UK, since they take their name from the Dorset village famous for its “martyrs”. These were 19th-century labourers, dispatched to Tasmania as convicts for setting up an agricultural union. Leader George Loveless served some of his sentence working on a property very close to where the vineyard is located. The 23.7-hectare vineyard was originally planted in 1988 on a site selected by the late Tony Jordan for Domaine Chandon, the Australian sparkling wine outpost of Moët e Chandon. (Jordan had a record of scouting out sites for vines, having spent four years travelling round China in search of the perfect spots for LVMH to produce sparkling wines and still reds.) Jordan planted the original vineyard along with wine producer Garry Crittenden of Mornington Peninsula, just south of Melbourne, and local landowners the Casimaty family.

Fonte: Frankfurter Allgemeine.

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