rassegna stampa del vino di sabato 25 marzo 2023!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di sabato25 marzo 2023!

Le news di oggi, sono state offerte da QuidQuid Srls strategie tecniche commerciali per potenziare il tuo business.

Fiera, c’è la rassegna sul vino tour delle cantine e concerto attesi in migliaia, rischio caos.
Weekend di degustazioni e alle 21 il live di Pezzali Fine settimana. II piatto, per questo weekend, è davvero ricco. E pure il bicchiere, nel dubbio: si prospetta all’ombra del Santo un weekend ricco di eventi a tema quasi esclusivamente enogastronomico, che animeranno la città. Anzi, hanno già iniziato a farlo, dato che l’apertura delle prime bottiglie risale a ieri pomeriggio: è infatti iniziata nel Padiglione n del polo fieristico di via Tommaseo la prima edizione della Fiera nazionale del Vino, kermesse organizzata da Arte del Vino che si protrarrà fino a domenica, promettendo di richiamare migliaia di persone. Sfruttando anche un evento altrettanto atteso: oggi e domani nel vicino Padiglione 7 conosciuto anche come «Arena Spettacoli» – si terrà il doppio concerto di Max Pezzali, il che vuol dire pienone garantito.

Fonte: Corriere del Veneto Padova e Rovigo.

Tanti eventi in un weekend.
Fine settimana ricco di iniziative: in Fiera arriva per la prima volta “Padova in vino’ Padova anticipa il Vinitaly in un weekend ricco di iniziative. Nel fine settimana della domenica ecologica e delle “Giornate di primavera” del Fai, si aggiunge anche “Padova in vino”, la fiera internazionale vinicola che per la prima volta sbarca in città e viene organizzata al padiglione 11 di via Tommaseo. L’iniziativa raccoglie il meglio della produzione enologica italiana, con oltre cinquanta aziende e più di trecento etichette provenienti da tutto il Paese. Una possibilità unica per scoprire i colori, i profumi e i sapori del grande `vigneto Italia” senza doversi muovere da Padova. Un folto programma di “masterclass” tenute da professionisti Onav, gratuite e a pagamento, accompagnerà il pubblico alla scoperta del patrimonio viti-vinicolo italiano.

Fonte: Mattino Padova.

Dobbiamo smettere di pensare che l’Europa sia il centro del mondo.
L’autore è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni social( È senior editor di Intravino, uno dei blogzine italiani più popolari e longevi, e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Si può certamente scrivere che un vino sappia di mango. È cosa che facciamo con frequenza specie nel descrivere un bianco caratterizzato da una certa aromaticità. Una persona indiana darebbe però per scontato che di quel frutto esistono varietà diverse tra loro, a quale ci stiamo riferendo? Un po’ come la nostra mela, sempre declinata almeno nella versione verde o gialla quando usata come descrittore. Il punto sollevato dallo storico critico del Washington Post Dave McIntyre è destinato a lasciare il segno, almeno nel modo in cui guardiamo alle parole che usiamo tutti i giorni per parlare di vino.

Fonte: Cibo.

Un bicchiere di vino dal Giappone con amore.
Le terre agricole sono come testi da scoprire. Portano dentro segni che non si perdono mai, ma possono anche vedersene aggiungere di nuovi. E per riuscire a estrarre queste risorse immerse è necessario essere portatori di uno sguardo esterno, che colga il tratti di specialità in tutto ciò che lo sguardo locale dà per scontato. Succede così nelle campagne italiane, dove l’innovazione produttiva o il restauro di alcune tradizioni possono essere affidati all’iniziativa di neo-agricoltori provenienti da lontano. Anche da molto lontano. Dal Giappone, per esempio. Come i due giovani che in due diversi punti dell’Italia centrale tentano la sfida imprenditoriale nel campo vitivinicolo, destreggiandosi senza paura con l’azzardo della contaminazione con un sistema culturale nettamente distante e una struttura del mercato e della proprietà delle terre che offre scarni margini di manovra.

Fonte: Cibo.

Con i vini del Trentino un viaggio tutto d’un sorso.
In vacanza tra vigneti, palazzi e sapori autentici Ecco tutte le etichette da non lasciarsi scappare Camilla Golzi Saporiti • Bello e buono. Il Trentino è così. Una regione dalle dimensioni contenute che in sé concentra infinite bellezze paesaggistiche ed eccellenze enogastronomiche. Due facce della stessa medaglia che possono diventare l’invito per una vacanza nella natura da gustare, anzi da degustare, giorno dopo giorno, attraverso i profumi e i sapori tipici del luogo intervallati da panorami incontaminati, affascinanti vigneti, palazzi storici e musei contemporanei. Proprio questa è la più antica e allo stesso tempo più recente vocazione di questo spicchio di Italia settentrionale, mai come ora destinazione ideale per lunghi break, magari complice lo smartworldng, ponti e weekend.

Fonte: Giornale Stile.

II trucco delle regole Ue sui pesticidi.
La nuova normativa sembra rassicurare i consumatori ma in realtà punta a favorire un maggior utilizzo degli antiparassitari. Ingredienti sull’etichetta del vino? No, sul Web. L’Unione europea sembra una scimmia al volante sulle questioni green. Seda un lato si muove come un ottuso burocrate che emana normative dalle conseguenze devastanti da un punto di vista economico e sociale, come quelle sulle auto e sugli immobili, dall’altro si muove per consentire una minore trasparenza su ciò che mangiamo e beviamo. Come sempre l’approccio dirigistico, esploso con la fallimentare gestione Covid, non consente dubbi né contradditori, gli interessi supremi (spesso legati a interessi ben specifici) devono essere perseguiti a ogni costo. La nuova normativa sui pesticidi si sta infatti muovendo in una direzione che a parole sembra rassicurare i consumatori ma che in realtà è un trucco per favorirne un maggior utilizzo.

Fonte: La Verita’.

Verona, via alla fiera dei sogni in bottiglia.
Da12 a15 aprile l’«osteria dei popoli» ospiterà Vinitaly, rassegna record del post Covid. Decine di migliaia di compratori e sommelier attesi da oltre 4.000 cantine. I1 ritorno di Cina e Giappone. Ma a risplendere sarà soprattutto la città, dove il bere è un piacere civico li «gòto» di vino, mosto di democrazia, qui ha sempre favorito rapporti e amicizie. La grande osteria dei popoli riapre le porte. Verona è pronta per la 55a edizione del Vinitaly che si annuncia come la fiera del vino record del post Covid. Alla rassegna, aperta dal 2 al 5 aprile, sono attesi da oltre 4.000 cantine decine di migliaia di buyer di tutto il mondo, sommelier, giornalisti enoici. L’anno scorso, primo anno dopo la pandemia, gli acquirenti stranieri furono 25.000 provenienti da 139 paesi su un totale di 88 mila operatori del settore.

Fonte: La Verita’.

Intervista a Roberto Pesenti – Pesenti cambia botte.
Addio al packaging rosso, via alle consegne elettriche e spinta sui vini artigianali: a due anni dall’ingresso di Italmobiliare Callmewine evolve in chiave sostenibile. E guarda a estero e Horeca Pesenti cambia botte di Nicola Carosielli e dalla finestra non si sentirà più il classico rombo del motorino, ma solo un semplice ronzio, e se aprendo le porte dell’ascensore non spiccherà più il rosso del cartone ma un più sobrio color avana, non temete, non avete sbagliato ordine. E solo la nuova forma con cui arriveranno a casa le bottiglie di Callmewine, la piattaforma di e-commerce specializzata nella vendita di vini e distillati controllata dal 2020 dalla Italmobiliare della famiglia Pesenti. Una scelta che l’ha portata a essere così tra le prime piattaforme italiane a raggiungere la neutralità carbonica.

Fonte: Milano Finanza.

Cheval Blanc, male le magnum.
Perdita media alle aste di oltre il 10% perle 18 bottiglie da un litro e mezzo Cheval Blanc, male le magnum di Cesare Pillon I1 confronto tra i prezzi spuntati alle aste del 2022-23 e a quelle del 2021, adottato per verificare se e quanto sono stati modificati dalla guerra in Ucraina, riguarda questa volta Château Cheval Blanc imbottigliato in magnum. Va ricordato che il confronto dei prezzi attuali con quelli dell’anno precedente è alla base dell’analisi svolta settimanalmente su queste pagine a favore di coloro che considerano il vino un bene da investimento. Tale confronto, nel caso dei magnum di Cheval Blanc, è risultato possibile per 18 millesimi che sono parecchi, due di più dei 16 che è possibile esporre in tabella.

Fonte: Milano Finanza.

Brinda a 145 milioni.
Dopo aver superato nell’esercizio 2021 la cifra record dei 100 milioni di euro di fatturato, la società che fa capo a Giancarlo Moretti Polegato nel 2022 ha migliorato ulteriormente la propria performance Brinda a 145 milioni di Sandro Zanotti ‘ultimo riconoscimento in ordine di tempo è arrivato a inizio mese, assegnato dalla testata del nostro gruppo Gentleman. Il Cartizze brut “La Rivetta”, di Villa Sandi, è stato premiato come migliore spumante d’Italia. Ma è appunto solo il più recente dei premi assegnati alla storica cantina di Prosecco con sede a Crocetta del Montello, che conta 5 tenute – per complessivi 200 ettari – che si estendono nelle più rinomate aree DOC e DOCG tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Una medaglia che tuttavia fa da eco ai risultati economici dell’azienda, che da anni macina crescita su crescita.

Fonte: Milano Finanza ed. Nord-Est.

L’enogastronomia spinge il turismo è un giro di affari da 30 miliardi.
Un’occasione d’oro per il Sud patria” della Dieta mediterranea. E l’Accademia della cucina del Paese investe sui giovani consumatori La candidatura della “cucina italiana” patrimonio Unesco un volàno per un rilancio economico e culturale dell’Italia a tavola. Un terzo della spesa delle vacanze destinata al cibo IL SOSTEGNO A promuovere l’iniziativa i ministri Lollobrigida e Sangiuliano. Un riconoscimento di alto valore culturale, ma soprattutto un fondamentale volàno per lo sviluppo economico della filiera agroalimentare italiana che dal campo alla tavola già oggi vale 580 miliardi. Con la candidatura della “cucina italiana” a patrimonio immateriale dell’Unesco si aggiunge un altro tassello alle medaglie già conquistate dall’Italia, dalla Dieta Mediterranea alle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene fino all’arte dei “pizzaiuoli” napoletani.

Fonte: Quotidiano del Sud L’Altravoce dell’Italia.

Vino, produttori europei contro la riforma del sistema Dop e Igp.
Come se non bastasse l’offensiva anti alcol anche quella che dovrebbe essere un’occasione per rafforzare la competitività del vino europeo, ovvero la riforma del sistema delle denominazioni d’origine, rischia ora di trasformarsi in un ulteriore indebolimento per il settore. Ne sono convinti i produttori europei riuniti nell’Efow (European Federation of origin wines) che associa le federazioni nazionali dei vini Dop e Igp di Italia (Federdoc), Francia (Cnaoc) Spagna (Cecrv) e Portogallo (Ivnp). A destare le maggiori preoccupazioni sono le due distinte proposte previste dalla riforma: la delega di competenze da parte della Commissione europea all’Euipo, ovvero l’ufficio per la proprietà intellettuale dell’Ue, e la segmentazione della politica di qualità del settore vinicolo in due distinti regolamenti.

Fonte: Sole 24 Ore Food 24.

Acquisita la storica cantina Lidia & Amato.
Società pescarese investe un milione per portare la produzione a 500mila bottiglie? Pescara va alla conquista di Controguerra, patria del vino, e lo fa con l’acquisizione della storica e prestigiosa cantina Lidia e Amato. La società Underwine, infatti, ha ritirato il permesso a costruire riguardante l’ampliamento della cantina per mille metri quadrati. La nuova costruzione andrà a integrarsi con la struttura esistente, che ha portato alla produzione finora di 100mila bottiglie l’anno, per arrivare a produrne 500mila. 11 progetto, curato da! tecnico Gabriele Di Natale, vuol essere a impatto zero per l’ambiente: l’obiettivo è creare una sinergia con il territorio sviluppando le superfici in modo da creare un unico percorso interno di filiera, ossia dalla produzione delle uve alla degustazione in ambienti completamente interrati.

Fonte: Centro Teramo.

Vini, Medici Ermete pronta a festeggiare i 30 anni del Concerto.
Distribuite nel mondo oltre 150mi1a bottiglie Reggio Emilia Ventinove anni e 150mi1a bottiglie distribuite in oltre 70 Paesi di tutto il mondo: sono i numeri del Concerto, il leggendario lambrusco della cantina Medici Ermete nato nel 1993 da un’intuizione semplice quanto avanguardistica. Il Concerto fu infatti il primo lambrusco cru, realizzato a partire da un singolo vigneto. Un cambio di paradigma totale, per un vino – il Lambrusco – che fino ad allora nessuno aveva immaginato poter ambire a diventare un vino apprezzato, bevuto e studiato in tutto il mondo. Oggi il Concerto si è ritagliato una fetta importante di mercato, anche grazie ad un riconoscimento come i Tre Bicchieri del Gambero Rosso che detiene saldamente da 14 anni.

Fonte: Gazzetta di Reggio.

Terre Verticali, mezzo secolo della Doc 5 Terre.
Domani e lunedì incontri enogastronomici al Castello Ceste di uva portate a spalla sui ripidi sentieri a picco sul mare: ecco Terre Verticali. Riscoprire e celebrare il territorio, assaporare i prodotti e festeggiare i cinquant’anni della Doc Cinque Terre e Sciacchetrà. Questa è Terre Verticali, la nuova festa organizzata nell’ambito di RioDiVino, l’evento organizzato l’estate scorsa e subito diventato un successo. Terre Verticali si terrà domani e lunedì al castello di Riomaggiore, per due giorni dedicati al vino e al cibo, durante i quali saranno organizzate conferenze tematiche, degustazioni di vini locali e assaggi di prodotti tipici agroalimentari di Pignone, Beverino e Ricci:, del Golfo.

Fonte: Secolo XIX La Spezia.

Mezzo secolo di bolle Mattia Vezzola e la sua passione per l’effervescenza.
L’enologo di Moniga partito con gli studi dall’istituto agrario di Palidano celebrai 50 anni dal suo primo vino. Mezzo secolo di bolli cine. Con tanto amore. È dal 1973 che Mattia Vezzola produce vino spumante col metodo classico, un percorso personale e professionale che lo ha portato a essere scelto per cinque volte come miglior enologo italiano, a realizzare i prodotti di uno dei marchi più noti della Franciacorta come Bellavista, a rilevare l’impresa di famiglia, la Costaripa di Moniga del Garda, con la quale aveva mosso i primi passi. Un percorso che nel periodo della formazione ha parlato anche mantovano, visto che per tre anni ha vissuto in collegio a Palidano di Gonzaga, frequentandone l’Istituto agrario, perfezionandosi poi con il diploma in enologia a Conegliano.

Fonte: Gazzetta di Mantova.

Kermesse enologica per 14 città del vino.
Simbolo di un territorio, il vino è ancora protagonista a Sizzano. Tutto è pronto per la sedicesima Rassegna Enologica Città di Sizzano Selezione Vini delle Colline Novaresi per l’assegnazione del premio “Sitianum”. L’evento è in programma martedì 23 maggio e l’obiettivo è quello di valorizzare il vino di qualità, frutto della tradizione di un ben individuato territorio nei Comuni delle Colline Novaresi, di cui 14 Città del Vino. Promotore dell’iniziativa è il Comune di Sizzano che produce un vino a base di Nebbiolo. Un vino noto e apprezzato fin dai tempi di Camillo Benso Conte di Cavour che ne era grande estimatore. La Rassegna Enologica, promossa in collaborazione con l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino e Città del Vino, è riservata ai vini Sizzano doc, Colline Novaresi doc rossi e rosati (Colline Novaresi, Nebbiolo o Spanna, Vespolina, Uva Rara o Bonarda, Croatina, Barbera), Colline Novaresi doc bianco.

Fonte: Azione – Eco di Galliate.

Arriva Vinoso!’ al Castello debutta il Gran Monferrato.
Sabato 25 e domenica 26 marzo Una trentina di aziende propongono le eccellenze del territorio Arriva ‘Vinoso!’ al Castello debutta il Gran Monferrato Prima rassegna In vetrina i prodotti di Casale, Acqui Terme, Ovada ma anche Tortona e Gavi. Vinoso! Vini e Sapori del Gran Monferrato, Derthona, Gavi’. Ela prima rassegna che la Strada dei Vini e dei Sapori del Gran Monferrato organizza sabato 25 e domenica 26 marzo al Castello di Casale Monferrato. L’evento è organizzato insieme alle Enoteche Regionali della provincia di Alessandria e dell’Alto Monferrato, alla Camera di Commercio di Alessandria e Asti, in collaborazione con i Consorzi di Tutela e al Comitato di Candidatura di Città europea del Vino, con il patrocinio del Comune di Casale Monferrato e di Alexala. Raccontare i territori Ma cos’è Vinoso!’? La rassegna punta a raccontare i territori e valorizzare i loro prodotti attraverso i sapori e i profumi, creare momenti di incontro, far vivere esperienze agli ospiti, dare – in ultimo – visibilità ai partecipanti.

Fonte: Monferrato.

Buon 2022 per Asti Spumante e Moscato.
«Performance 2022 complessivamente positiva per la denominazione Asti Spumante e Moscato d’Asti Docg che ha chiuso l’anno a quota 102,7 milioni di bottiglie prodotte (0,75/litri), in leggero incremento (+0,5%) sul 2021 e in crescita del 22% rispetto all’immediato pre-Covid». Lo rileva il Consorzio Asti Docg sulla base delle fascette di Stato consegnate lo scorso anno per i vini imbottigliati e immessi sul mercato. Nel dettaglio, è segnalato «in ulteriore crescita l’Asti Spumante (+11%, a 67 milioni di bottiglie) grazie agli incrementi in doppia cifra nei mercati di sbocco, mentre rallenta il Moscato dAsti (-14%, 36 milioni di bottiglie), complice la contrazione degli ordini – dopo il boom del 2021 – del mercato statunitense, che da solo vale quasi la metà del mercato».

Fonte: Monferrato.

Ovada docg in festa a Vinitaly per il decimo compleanno «In vetrina il nostro orgoglio».
I produttori saranno presenti alla manifestazione che si tiene a Verona Tra gli altri, è previsto l’intervento del maestro enologo Vincenzo Gerbi Ovada docg in festa a Vinitaly per il decimo compleanno «In vetrina il nostro orgoglio». I1 Consorzio dell’Ovada Docg festeggia i suoi primi dieci anni e i quindici compiuti dalla denominazione al Vinitaly di Verona. Per celebrare i due anniversari il Consorzio ha scelto la famosa vetrina, dove sarà presente dal 2 al 5 aprile. Lunedì, nel padiglione 10 Area Piemonte, i produttori dell’Ovada docg racconteranno il loro vino e il territorio. L’occasione sarà la masterclass con degustazione dal titolo “Ovada Docg: passato, presente e futuro” dalle 14 alle 15,30. Il nome più importante sarà quello di Vincenzo Gerbi, professore di enologia all’Università di Torino, considerato un’autorità nel settore della viticoltura.

Fonte: Secolo XIX Basso Piemonte.

L’Ovada Docg festeggia il primo decennio con masterclass e degustazioni al Vinitaly.
Il Consorzio celebra anche l’anniversario della denominazione: “Orgoglio goglio del territorio”. Il Consorzio dell’Ovada Docg festeggia i suoi primi dieci anni e i quindici della denominazione al Vinitaly di Verona. Per festeggiare i due anniversari, il Consorzio ha scelto la famosa vetrina dove sarà presente da12 a15 aprile. Lunedì, nel padiglione 10 Area Piemonte, i produttori dell’Ovada docg racconteranno il loro vino. L’occasione sarà la masterclass con degustazione dal titolo «Ovada Docg: passato, presente e futuro» dalle 14 alle 15, 30. Il nome più importante sarà quello di Vincenzo Gerbi, professore di enologia all’Università di Torino, considerato un’autorità nel mondo della viticoltura. Dialogheranno con lui sul percorso fatto dall’Ovada Docg alcuni produttori.

Fonte: Stampa Alessandria.

Dalla mostra «Mito e Vino» alle 31 «possibili» etichette.
L’Emilia Romagna del vino cresce dell’8,9% sul fronte dell’export, attestandosi nel gruppetto di regioni che Oggi, sabato 25 marzo, via all’esposizione dei lavori presso le Cantine Nicola Rossi promozione, valorizzazione delle risorse locali e turismo lento enogastronomico: questi alcuni degli obiettivi che si propone di sviluppare “Apuliati: CulturAlimentare”. Nato come un progetto di lavoro di due realtà imprenditoriali del territorio, la OmniArte.it-Servizi per la Cultura e la Extra Office, Apuliati nel giro di pochi mesi ha costituito una rete di collaborazioni attive private ed istituzionali, con cui collabora al fine di portare a compimento i primi obiettivi. Già una pubblicazione in attivo, una rete di selezione capillare di prodotti artigianali enogastronomici e, come progetto pilota di valorizzazione del territorio, un vino: Dionysus. «Sposare la cultura al prodotto non è una novità.

Fonte: Gazzetta della Bat.

Un nuovo mix “Tra Dune” ed il “Lagodamare”.
L’imprenditrice Di Francesco si prepara a presentare le due linee al Vinitaly Il racconto del territorio e le sue bellezze nelle nuove linee presentate da Casa Grazia. Nel corso dell’evento “Tra le dune e il lago”, la cantina gelese ha presentato in anteprima due nuovi vini ispirati alle unicità di Gela, traendo spunto dal suo patrimonio naturale: il bianco frizzante “Lagodamare” e “Tra Dune”, sia bianco che rosso. Il primo ispirato al Biviere, il più grande lago costiero della Sicilia, i secondi legati alle dune caratteristiche del litorale. Le due linee faranno il loro debutto ufficiale al Vinitaly, in programma a Verona dal a15 aprile. “Lagodamare” rappresenta «una linea sognata fin da quando abbiamo cominciato a far vino – ha detto Maria Grazia Di Francesco Brunetti -, la nostra è un’azienda giovane e vogliamo rivolgerci ai giovani in maniera particolare, per educarli al bere sano».

Fonte: Sicilia Sicilia Centrale.

Ex Casone Ugolino si cerca un compratore Finisce all’asta il progetto cittadella del vino.
Castagneto Resta in sospeso di quella che doveva essere la World Wme Town. Progetto che ha reso forma nell’arco di un decennio dando una prospettiva all’ex Casone Ugolino, ex fattoria sulla strada che da Donoratico sale verso Castagneto, finito travolto da difficoltà finanziarie. Doveva essere la risposta italiana alla Cité du vin di Bordeaux. Il Musem, Museo multimediale e sensoriale del vino di Castagneto Carducci aperto nel 2017 invece è già storia passata. Il complesso immobiliare finisce all’asta, è del 2021 la procedura di esecuzione immobiliare. Il primo tentativo di vendita è andato a vuoto. Da una base d’asta di 5,7 milioni, a fronte di una stima del valore di mercato di 6,4 milioni, adesso si scende a 4,3 milioni ma la soglia dell’offerta minima ammessa è di 3,2 milioni.

Fonte: Tirreno Piombino-Elba-Cecina-Rosignano.

Favaretto, gli auguri di Luca Zaia.
Prima presidente donna a Coldiretti Venezia Favaretto, gli auguri di Luca Zaia. “Con la nomina a presidente di Tiziana Favaretto, Coldiretti Venezia potrà contare su una professionista preparata, che ha fatto della passione per l’agricoltura il lavoro della vita. Tra le prime ha compreso quanto può essere formativo per i bambini il contatto con la natura, tanto che con il suo agriturismo Ai Laghetti di Meolo nel veneziano ha abbracciato il progetto delle fattorie didattiche entrano nell’elenco veneto già nel 2003. A lei faccio i migliori auguri per il nuovo incarico in un momento non facile per i nostri agricoltori che si trovano a fronteggiare la nuova minaccia della siccità”.

Fonte: Voce di Rovigo.

La Piccini entra in Vinicola Cide.
Vinicola Cide, realtà di Mareno di Piave (Treviso) focalizzata sulla produzione prevalente di Prosecco e che vanta un fatturato superiore ai 20 milioni, ha ceduto una quota di minoranza alla toscana Piccini, nell’ambito di un percorso che porterà a un ulteriore riassestamento dei capitali. La famiglia Dall’Armellina, fondatrice di Cide, rimarrà con una propria presenza nel Cda. Cide oggi produce più di 43 milioni di bottiglie l’anno, II 709 delle quali destinate ai mercati esteri. II gruppo toscano controlla attualmente sette tenute in Toscana, Piemonte e Sicilia, ed opera con il marchio Piccini 1882, arrivando a realizzare nel 2021 un fatturato di oltre 100 milioni.

Fonte: Corriere del Veneto Venezia e Mestre.

Laxardo, un museo tra storia e memoria.
È stato presentato ieri il nuovo progetto che unisce le radici istriane della famiglia con il successo imprenditoriale: da Zara fino all’arrivo a Torreglia. Un tuffo nella storia di una famiglia e di una città perduta nella tragedia delle esecuzioni sommarie nella Zara italiana del 1944, delle foibe e dell’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia. Ma anche il racconto di una rinascita e di un’impresa che sa di tradizione e orgoglio. Questo e molto altro è il museo Luxardo inaugurato ieri a Torreglia, sui colli Euganei a pochi chilometri da Padova. Un edificio incuneato tra le distillerie e gli uffici di questa azienda da 42 milioni di fatturato e oltre 60 dipendenti che ha oltrepassato felicemente i 200 annidi attività e che si presenta con una facciata in Corten, un tipo di acciaio patinato che pare legno per botti o tini, quelli che campeggiano all’interno delle cantine dove si lascia a maturare il prezioso Sangue Morlacco “battezzato” da Gabriele D’Annunzio.

Fonte: Gazzettino.

Coniugare arte e vino.
ai Magazzini del Grano. Coniugare enologia e arte. Imparare ad apprezzare un vino e una scultura o un quadro. Una sfida in quattro appuntamenti, organizzata da Selezione Tenconi, ai Magazzini del Grano di Paese, in piazza Quaglia. Dopo il successo della prima serata con le bollicine del metodo classico e le opere di Andy Warhol, mercoledì 29 si passa al Canova e ai bianchi. “Il bianco del marmo e il bianco nei vini”. A parlare del Canova sarà la storica dell’arte Silvia Cicogna, collaboratrice del Guggenheim di Venezia, mentre a guidare il pubblico tra i vini sarà la docente della Fisar Elisa De Polo.

Fonte: Tribuna Treviso.

Prosecco in Giappone con 3 milioni di bottiglie.
Il Prosecco Doc ha registrato nel 2022 un aumento dei consumi in Giappone, Paese dai gusti raffinati, intorno al + 5% rispetto all’anno precedente, per un totale di 3 milioni di bottiglie acquistate. Lo ha verificato la “missione multitasking”, organizzata dal Consorzio di tutela del Prosecco Doc per promuovere la propria Denominazione in uno dei mercati più esigenti. La missione si è composta di vari momenti, in parte business, in parte istituzionali, realizzati in collaborazione con vari partner, tra cui gli uffici di Ice Tokyo, l’Ambasciata italiana e la Camera di Commercio Italiana in Giappone. «Il Giappone è un mercato difficile ed esigente — sottolinea il presidente del Consorzio di tutela, Stefano Zanette —, da tutti ambito soprattutto nella fascia luxury perché il consumatore medio pretende molto, ma è in grado di apprezzare la qualità.

Fonte: Tribuna Treviso.

Vino e territorio peril Paestum Wine Fest.
L’evento – Per l’XI edizione firmata da Angelo Zarra, che ospiterà numerose eccellenze della viticultura, per l’intero week end Vino e territorio peril Paestum Wine Fest to Taglio del nastro stamane, negli spazi dell’ex tabacchificio di Borgo Cafasso, alle ore 12 Di Olga Chieffi Consumare del vino è assai meno importante che saper gustare il vino. E’ profanare le origini mitologiche, il simbolismo cristiano, la millenaria storia e le più belle tradizioni avite, mandar giù così, prosaicamente dei bicchieri di vino. Il vino va bevuto con alto senso di poesia, quasi con religione. Da ogni tipo di ignoranza e di errore ci salverà l’XI edizione del Paestum Wine Fest, la manifestazione, patrocinata dal Comune di Capaccio Paestum, che a partire da stamane alle ore 12, ospiterà nel Next – Ex Tabacchificio oltre 250 aziende, 20 consorzi e gruppi d’acquisto per un totale di circa 11.000 etichette in degustazione, 50 buyer tra quelli nazionali e internazionali, 1.200 operatori del settore Ho.Re.Ca e un pubblico atteso di circa 15.000 presenze. In programma 35 masterclass e tre talk per offrire momenti di approfondimento con produttori ed esperti, e per affrontare i temi significativi del comparto enologic.

Fonte: Le cronache del Salernitano.

STAMPA ESTERA

Germany shakes off its sweet reputation.
Wine n International Riesling Day, six top wine producers came to London to demonstrate the unique qualities of fine German wine and how well it ages. Their tasting featured not just Riesling but the more recently emergent red Pinot Noir (Spätburgunder in German). They had each decided to show three vintages of one of their top wines, one from the 1990s, one from the 2000s and one from the 2010s. German wine has transformed itself in recent years, but fine wine buyers seem stubbornly unaware of the fact. See some of the prices for the crown jewels of German wine that were shown in London (as high as £106). Even The Wine Society in the UK, whose members are more traditionally minded than most wine consumers, and absolutely lap up red bordeaux at all price levels, fords Riesling a hard sell. Part of the reason is that there is hardly any secondary market to speak of. This is why the tasting was needed — to show people who don’t have German wines in their cellars the virtues of decades-old Riesling and Spätburgunder. Germany’s top producers are family affairs with much smaller landholdings than the typical Bordeaux château, for instance. And instead of making just one or two wines a year as Bordeaux producers do, most of them make a wide range of wines from various different vineyards (a bit like Burgundy) but also of varying degrees of ripeness. So each wine tends to be made in relatively small quantities. No wonder they are not major features on the lists of fine wine traders and auction houses. There is also the fact that there has not been a tradition among German wine producers of keeping older vintages for late release at a higher price. That said, one of the six who came to London, Dorothee Zilliken of the cool, wet Saar valley, explained that her grandfather, most unusually, was in the habit of putting half of each year’s production straight into the family cellar and that this had stood them in very good stead financially over the years. Christie’s, Sotheby’s and Zachys may almost ignore German wine, but Germany itself does have a series of fine wine auctions each September, where such wines are fmally offered. Zilliken is apparently looking forward to presenting the oldest wine in the family cellar, a Saarburger Rausch 1949, at her local auction in Trier in its centenary year. The London tasting was the idea of Zilliken (of Forstmeister GeltzZilliken), Cornelius Dönnhoff of the Nahe, Theresa Breuer of Georg Breuer in the Rheingau (all of them showing their family’s Rieslings) and Joachim Heger of Baden, Stephan Knipser of Pfalz and Sebastian Fürst of Franken (all presenting Pinot Noirs). In the past I have argued that one of the reasons that German wine has been losing ground on export markets is that the producers don’t travel enough. I shall have to shut up. The producers invited two independent German wine writers to co-host the event with them.

Fonte: Financial Times Life&Arts.

Bordeaux a digéré l’héritage de Robert Parker.
Promoteur de crus bodybuildés ou bon samaritain qui a aidé tout le vignoble à progresser? L’influence du critique américain, qui régna sur le Bordelais pendant plus de trente ans, divise. Mais une chose est sûre : le vin qui y est produit n’a plus rien à voir avec celui du milieu du XXe siècle ne page fut symboliquement tournée en 2019, dans le vignoble bordelais, quand l’Américain Robert Parker, le critique de vins le plus célèbre du monde, a pris sa retraite. Ses notes sur 100, qu’il donnait bouteille par bouteille dans sa revue The Wine Advocate, ont fait la pluie et le beau temps dans la région, surtout entre 1982 et 2010, hissant des vins — et leurs prix — au firmament. Aujourd’hui, il est surtout perçu comme ayant donné «le goût d’une époque». Une époque révolue. De ce dégustateur longiligne est né un néologisme pour qualifier un certain type de vin: «parkérisé». Dans son Dictionnaire de la langue du vin (CNRS Editions, 2007), la linguiste Martine Coutier note la première apparition du mot en 1997, dans un article du Point, pour qualifier « des vins très aromatiques, excessivement concentrés et boisés; caractères dus à une extraction et à un élevage sous bois exagérés ». François Despagne, qui a repris en 19961e domaine familial Château Grand Corbin, à SaintEmilion, se souvient qu’« on employait le terme “parkérisé” pour certains vins plus riches, plus puissants, plus extraits». Ce style, qui évoque l’opulence des crus de Californie davantage que ceux de la Gironde, désigne des vins pensés et conçus par des propriétaires bordelais dans le but de plaire au critique américain. L’adjectif est péjoratif et déchaine les critiques. «Jusqu’à nouvel ordre, la “parkérisation” du vin est considérée comme un vilain défaut voire une tare indélébile dont une partie de la viticulture française est frappée depuis une trentaine d’années», s’indignait le chroniqueur gastronomique Périco Légasse, en 2015, dans Marianne. Jacques Dupont, le «M. Vin » du Point, n’était pas plus tendre en 2019, se moquant de « la folie des vins patapouf et barbe à papa [qui s’était] emparée des courtisans du roi Parker». «Des styles surmaturés» Ce dernier était-il vraiment séduit par des vins opulents, surgonflés, un peu lourds, au degré d’alcool à la hausse? Pas si sûr, car il citait volontiers, parmi ses préférés, des profils plus classiques et légers. «Robert Parker se nourrissait des vins riches, mais il savait aussi très bien déguster les vins fins », confirme Olivier Poussier, meilleur sommelier du monde en 2000. Le critique sait surtout ce que ses compatriotes et lecteurs américains aiment boire — ces fameux vins opulents et riches. Et c’est d’abord pour eux qu’il écrit et note. «Le palais américain n’a rien à voir avec celui des Français, confirme Stéphane Derenoncourt, conseiller viticole auprès de nombreux domaines.

Fonte: Monde.

How About a Kosher Bordeaux for Passover?
Victor Schoenfeld, I really don’t need to be writing this column. “It seems like writing a pre-Passover article on kosher wine is a bit of an anachronism,” said the head winemaker of Golan Heights Winery, in an email. After all, reasoned Mr. Schoenfeld, kosher wines are consumed year-round. However, with Passover fast approaching and having just finished a tasting of 20 kosher wines, I would argue that now is actually a very good time to share with readers—especially those planning a Seder or wishing to bring a bottle to one—what I learned about the kosher wines available now. It has been more than a decade since I last wrote about kosher wines in this column. Tasting kosher wines from around the world this month, I found that many I liked before still impressed me today. And some of the new wines I tasted would indeed, to Mr. Schoenfeld’s point, make worthy choices at any time of year. The bad news: I also tasted nearly as many disappointing wines as I did the last time around. At my previous tasting of kosher wines, a rabbi was on hand to open the bottles. That wasn’t the case this time—a key point since I am not Jewish and, according to rabbinical law, some kosher wines may be effectively dekosherized if opened by anyone other than an observant Jew. If a kosher wine is “mevushal” it can be handled by non-observant Jews. Mevushal literally means “boiled” or “cooked,” though modern makers of mevushal wines now use the less-aggressive flash-pasteurization method. Both kosher (non How About a Kosher Bordeaux for Passover? This is certainly a wine I would buy again, kosher or not. mevushal) and kosher mevushal bottlings bear a seal attesting to production under rabbinical supervision. In Israel, kosher-wine production is often subject to additional criteria, by longstanding custom. For example, wineries typically release 1% of their juice each year in remembrance of tithes once made to priests. Some Israeli wineries that produce kosher wines allow their vineyards to go fallow periodically, without harvesting grapes. This is known as a Shmita year. The most recent such year in Israel was 2022. New Jersey-based Royal Wine Corp. is practically synonymous with kosher wine, accounting for 75-85% of kosher wine sales in the U.S., according to Jay Buchsbaum, executive vice president of marketing and sales. The company imports and distributes kosher wines—including, I was interested to learn, kosher Bordeaux—and also produces kosher wines in New York and California. There are currently some 45 Bordeaux wines in the Royal portfolio, nearly twice as many as there were just five years ago. Menahem Israelievitch, managing director of Royal Wine Europe, a Paris-based subsidiary of Royal Wine Corp., oversees production of kosher wines in France and Spain, including kosher versions of wines from famed Bordeaux châteaux such as Château Pontet-Canet and Château Lascombes.

Fonte: Wall Street Journal Usa Off Duty.

Grazie per l’ascolto, vi ricordiamo che le news di oggi, sono state offerte da Blinkup

A risentirci a domani.

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