rassegna stampa vino, sabato 31 dicembre 2022!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di sabato 31 dicembre 2022!

Le news di oggi, sono state offerte da Blinkup Srl (https://www.blinkup.it/), strategie per potenziare il tuo business.

Brindare!
Le bottiglie Ferrari Trento per Missoni. Brindare Cin Cin! Tante bollicine per lo storico (e modernissimo) motivo a zig-zag Missoni che oggi veste le bottiglie Ferrari Missoni Limited Edition: un Trentodoc Blanc de Blancs millesimato (enotecalunelli. com).

Fonte: Io Donna.

Serena Wines 1881.
ha superato nel 2022 il tetto dei 100 milioni di euro di fatturato. I volumi del produttore di vino di Conegliano Veneto sono cresciuti del 10% a quasi 400 mila ettolitri.

Fonte: Italia Oggi.

Serena Wines 1881 raggiunge i 100 milioni di fatturato.
Nel 2022, l’azienda di prodotti enologici di Conegliano (Tu) ha registrato una crescita del 10% in volume, per un totale di circa 400 mila ettolitri. Più nello specifico, la produzione di bottiglie da 0,75 ml ha superato i 28 milioni, mentre le bottiglie in versione 0,20 ml sono state circa 10 milioni. La quota export arriva al 53% dell’intero fatturato, superando il fatturato domestico con oltre 53 min di euro in valore. Nei 2023, il marchio punta al lancio di un nuovo prodotto destinato al settore Ho.Re.Ca. in Italia e di un nuovo prosecco Docg Ville d’Arfanta extra brut.

Fonte: Italia Oggi.

Brunello ai massimi.
Ma nel 2022 a prevalere nelle quotazioni tra le bottiglie italiane sono stati i produttori piemontesi: le etichette Bruno Giacosa hanno fatto +40%, il Monfortino +61%. Il rendimento medio nell’anno è +18% Brunello ai massimi. Questa graduatoria, che Milano Finanza pubblica a fine dicembre, è nata per segnalare le gWazioni più elevate ottenute alle aste dai vini italiani e dal 2019 lo fa mettendo a confronto queste quotazioni ove possibile, con quelle spuntate l’anno precedente. E’ un’iniziativa che oggi si rivela doppiamente utile per valutare gli effetti che hanno avuto sulla loro evoluzione la pandemia da Covid-19 con il lungo periodo di lockdown e la guerra in Ucraina con gli sconvolgimenti che ha provocato nell’economia mondiale.

Fonte: Milano Finanza.

La signora del Brunello.
È morta ieri, all’età di 92 anni, Francesca Cinelli Colombini, la signora del Brunello. Sua la Fattoria dei Barbi e l’istituzione del Premio Casato Prime Donne.

Fonte: Sole 24 Ore.

Spumanti italiani per Capodanno.
Oltre ad essere ideali per i festeggiamenti e il Capodanno, questi vini hanno un altro comune denominatore che, in un momento di recessione e inflazione, non è di poco conto: hanno tutti un rapporto qualità prezzo spumeggiante. Le tre soluzioni che abbiamo pensato per rendere migliore il tuo Capodanno e quello di chi sarà con te sono tutti spumanti tricolore appartenenti a tre Denominazioni simbolo della spumantistica italiana. Ce ne sarebbero tanti altri da segnalare, ma per il prezzo conveniente a cui sono in vendita, le protagoniste della nostra selezione meritano una speciale menzione e considerazione. Per aiutarti ad orientare le tue scelte e ad individuare la bollicina che cerchi, oltre a descriverti le proprietà del nettare, ti diamo qualche suggerimento sul momento del pasto in cui portarle a tavola, ti riveliamo se sono adatte o meno per il brindisi e se sono adatte per una cena formale o tra amici.

Fonte: Quotidiano del Sud Irpinia.

I corsi per diventare sommelier Si parte al Chiosco di Bacco.
Riconoscere un vino dal sentore olfattivo, scoprire i vitigni della Penisola e internazionali, abbinare un vino a un piatto. Prendono il via anche a Rimini i corsi Ais Romagna (Associazione italiana sommelier) per diventare sommelier, in un percorso didattico formativo articolato in tre livelli. Il primo nel riminese sarà presentato ufficialmente i1 12 gennaio in due sedi e momenti diversi, per andare incontro alle esigenze degli appassionati: alle 15 presso il Chiosco di Bacco (Via Santarcangiolese 62) di Poggio Torriana; alle 20.30 nell’Hotel San Francisco (Viale Regina Margherita, 42) a Rivazzurra di Rimini. I corsi prendono il via il16 gennaio, per terminare il 27 marzo.

Fonte: Corriere Romagna Rimini.

Intervista ad Adolfo Treggiari – Stappiamo il 2023 – «Brindisi di mezzanotte? Stappate vini romagnoli».
Tutte le feste nei locali I consigli del sommelier per cenone e brindisi di mezzanotte: «Puntate sui vini romagnoli» «Brindisi di mezzanotte? Stappate vini romagnoli» I consigli del presidente dell’associazione sommelier per il cenone: dall’antipasto al dolce ecco tutte gli abbinamenti. «Scegliete un Sangiovese rosè, le bollicine esaltano il sapore ricco di salumi e formaggi» Bollicine, rosé, metodo classico, brut o dolce? La scelta dei vini da abbinare alle portate del cenone di San Silvestro, nonché dello spumante per il brindisi di mezzanotte, è un dettaglio da non trascurare: complice il proliferare di format televisivi dedicati all’enogastronomia, nelle tavole delle feste ci si imbatte sempre più spesso nell’intenditore di turno, pronto a deliziarci sull’importanza dei sentori al palato o sulle diverse consistenze delle etichette.

Fonte: Resto del Carlino Cesena.

Ambra ‘Donna del vino’ «Custode della cucina e della tradizione» – Ambra è la ‘Donna del vino 2022’.
La ristoratrice premiata dall’Associazione nazionale: «Custode dell’antico sapere della cucina della tradizione» SOMMELIER «Chi approda a Imola vuole scoprire i vini della zona Abbiamo cantine eccellenti, con prodotti premiati» È Ambra Lenini dell’Osteria del Vicolo Nuovo la ‘Donna del Vino 2022’. II riconoscimento è stato tributato alla nota ristoratrice imolese, che è anche da tempo sommelier professionista, da Antonietta Mazzeo, delegata per l’Emilia-Romagna dell’associazione nazionale ‘Le Donne del Vino’. Un sodalizio senza scopo di lucro nato nel 1988, che oggi è la realtà tematica più grande al mondo con le sue oltre mille associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier, giornaliste ed esperte, che ha l’obiettivo di promuovere la conoscenza e la cultura del vino.

Fonte: Resto del Carlino Imola.

La Merlotta premia due promesse – La Merlotta premia i ciclisti Alessia Patuelli e Matteo Montefiori.
L’azienda vinicola ha voluto celebrare così il sessantesimo anniversario di attività Premiare due giovani sportivi del territorio per chiudere al meglio il 60°anniversario di attività. Sono i ciclisti Alessia Patuelli e Matteo Montefiori i destinatari del ‘Premio Merlotta 2022 – 60 Anni di Successi’ organizzato dalla cantina vitivinicola Merlotta. Un incontro informale, nella cornice dello showroom dell’azienda con sede in via Merlotta, per la consegna di una splendida bottiglia Magnum in cofanetto di Spumante Prèdio Rosè Extra Dry. Una scelta particolarmente indicata per i brindisi delle festività. La diciannovenne Patuelli è una ciclista professionista del Team UAE (squadra femminile del campionissimo Pogacar, ndr) che vanta diverse esperienze in maglia azzurra nella categoria Juniores.

Fonte: Resto del Carlino Imola.

Vini a “km zero”, nei calici c’è tanta tradizione.
Per brindisi e cin cin emerge la riscoperta dei prodotti locali. «Abbiamo un patrimonio enogastronomico ricchissimo da valorizzare» Che Capodanno sarebbe senza bollicine? Ogni festività che si rispetti deve essere accompagnata da un brindisi, che sia al nuovo anno, alla salute o per celebrare una buona compagnia i calici devono essere pieni. I vini e gli spumanti non sono soltanto un prodotto simbolico di convivialità e buon augurio, sono anche l’espressione di un savoir-faire e di una tradizione produttiva che rappresenta un territorio. Anche nella nostra città questo settore si sta evolvendo, non solo diversi ristoranti propongono carte dei vini molto interessanti, ma alcuni si sono specializzati nella conoscenza approfondita dei produttori.

Fonte: Nazione La Spezia.

Lo spumante d’Oltrepo fa boom il rosè traina tutto il settore – Spumanti, è un boom di brindisi oltre mezzo milione di bottiglie.
Spumanti, è un boom di brindisi oltre mezzo milione di bottiglie Le vendite delle bollicine d’Oltrepo cresciute del 23 per cento. Ora si attende il nuovo disciplinare. L’Oltrepo Pavese spinge sempre più sulle bollicine. E nel 2022 sono andate forte quelle “rosé”. Lo spumante Metodo Classico Docg oltrepadano, protagonista anche quest’anno del tradizionale brindisi di Capodanno, fa registrare numeri sempre più in crescita e sono in aumento le aziende che decidono di avvicinarsi alla spumantistica. In base agli ultimi dati, relativi al 2021, le bollicine d’Oltrepo hanno sfondato il tetto storico del mezzo milione di bottiglie (523 mila, 23% in più del 2020). Non a caso, è proprio sulla Docg che il Consorzio sta investendo parecchio sia in termini di eventi e di comunicazione che di regolamenti: è delle scorse settimane, infatti, la proposta di revisione del disciplinare del Metodo Classico con la variazione del nome in “Oltrepo Docg Metodo Classico” (tolta la dicitura “Pavese”), l’obbligo della raccolta manuale delle uve, l’inserimento della tipologia Riserva con almeno 48 mesi di permanenza sui lieviti.

Fonte: Provincia – Pavese.

Vigneti eroici e storici da tutelare «Dobbiamo favorire la biodiversità».
Via libera della Regione alla delibera sulla salvaguardia dei vigneti “eroici” e “storici”. «È compito dell’assessorato — ha spiegato Valeria Satta, titolare dell’Agricoltura – favorire e tutelare la biodiversità in ogni sua forma, per rafforzare i servizi dell’ecosistema e preservare le ricchezze del paesaggio». La condizione di “vigneto eroico è legata alla presenza in aree difficili, dove la coltivazione del vigneto è possibile solo con eel». Valeria Satta, 39 anni grande sforzo e dedizione, che rende la sua coltivazione e il suo mantenimento un atto eroico. I vigneti “storici”, invece, sono i vigneti la cui presenza è segnalata in una determinata superficie, antecedente al i496o, coltivati con l’impiego di pratiche e tecniche tradizionali.

Fonte: Unione Sarda.

Ultimo saluto alla Signora del Brunello – Addio a Francesca Colombina Cinelli, la Signora del Brunello che ascoltava le vigne.
Oggi i funerali Addio Francesca Cinelli Colombini. Flordelli 1931-2022 Addio a Francesca Colombini Cinelli, la Signora del Brunello che ascoltava le vigne L’ultimo saluto Oggi alle 15.30 si celebreranno i funerali al Santuario della Madonna del Soccorso a Montalcino. Dal 1976 guidava la storica Fattoria dei Barbi Se come diceva «il vino parla, in ogni bicchiere», lei ha saputo ascoltare calici, tini, vigne e contadini. Verrà ricordata come la «signora del Brunello» Francesca Colombini Cinelli, scomparsa ieri nella sua casa di Siena con vista sulla mossa del Palio. Era nata nel 1981 a Modena, figlia di Giovanni Colombia, l’avvocato viticoltore che prese per mano gli ex mezzadri di Montalcino, fu tra i fondatori del Consorzio del Brunello e pose le basi perché un aspro borgo senese al confine con la Maremma diventasse un gioiello dell’enologia mondiale.

Fonte: Corriere Fiorentino.

Colombini Cinelli Montalcino piange la regina del Brunello – Montalcino piange la ‘signora del Brunello’.
E’ scomparsa Francesca Colombini Cinelli, 92 anni. Era stata una delle prime e più intraprendenti produttrici del pregiato vino. «Addio mamma Francesca». La notizia della morte di Francesca Colombini Cinelli arriva direttamente dalla figlia Donatella. «Gratitudine e rimpianto verso una donna forte e coraggiosa a cui noi figli, i nipoti, il Brunello e tutto il vino italiano devono molto» aggiunge Donatella Cinelli Colombini. Se ne è andata ieri la signora del Brunello, nella sua casa di Montalcino, all’età di 92 anni. Francesca Colombini, sposata con Fausto Cinelli nel 1952, è stata una delle prime e più intraprendenti produttrici del Brunello, figura di spicco dell’imprenditoria enologica italiana.

Fonte: Nazione Siena.

Ultimo appuntamento dell’anno Il Mercatale torna in piazza.
In Empoli, oggi, dalle 8 alle 13, in via Bisarnella. Gli affezionati clienti e i numerosi visitatori di Empoli città del Natale, che in queste settimane stanno affollando la strade del centro, potranno assaggiare e gustare prodotti di qualità e stagionalità da mettere in tavola al cenone dell’ultimo dell’anno. Saranno presenti l’azienda agricola Fabio Conti con la farina di castagne, la cooperativa Le Furiose da Viareggio con il pescato del giorno, il podere San Pierino con vino, Chianti classico, olio extravergine di oliva e verdure, Clementina Becarelli di Montaione con i formaggi caprini e ancora Juri Scarselli di Fucecchio con le verdure di stagione e trasformati, I 2 Falcetti di Castelfiorentino con i formaggi e Maria Castrogiovanni con latticini, carne bovina e suina e formaggi.

Fonte: Tirreno Firenze-Prato-Empoli.

Prosecco, boom export fuori Europa.
Nei Paesi extra-Ue Le principali destinazioni l’aumento è dei 43% per l’Eurostat sono Stati Uniti ed Inghilterra Durante le feste stappate 95 milioni di bottiglie: buoni numeri per il Trento Doc. Nel 2021, le tre maggiori categorie nelle esportazioni extra-Ue di spumante sono state il Prosecco (43%, 273 milioni di litri), lo Champagne (15%, 94 milioni di litri) e il Cava (10%, 65 milioni di litri). Le due principali destinazioni di esportazione di vino spumante dall’Ue sono gli Stati Uniti (31% del totale delle esportazioni extra-Ue di vino spumante, 198 milioni di litri) e il Regno Unito (28%, 177 milioni di litri). Lo rileva Eurostat. Lo studio economico dell’ufficio statistico dell’Unione europea registra che nel 2021, le esportazioni di vini spumanti dell’Unione verso Paesi extra Ue sono state pari a 636 milioni di litri, un aumento del 29% rispetto ai 494 milioni di litri esportati nel 2020. Anche le esportazioni registrate nel 2021segnalano gli analisti- sono state superiori ai livelli visti nel 2019, con dati che indicano un aumento del 21% rispetto ai 528 milioni di litri del 2019. Tra il 2017 e il 2021 le esportazioni sono aumentate a un tasso medio annuo del 7%.

Fonte: Adige.

World’s Best Vineyards, è di Antinori la più bella cantina del mondo.
San Cassiano Val di Pesa, 30 dicembre 2022. Una targa celebrativa, accompagnata da un profondo sentimento di orgoglio e gratitudine, è stata consegnata dal sindaco di San Casciano in Val di Pesa Roberto Ciappi, in rappresentanza della comunità chiantigiana, ad Albiera Antinori, presidente di Marchesi Antinori, storica azienda toscana legata alla tradizione vitivinicola da oltre 600 anni. Profonde radici che da sempre si accompagnano a spirito innovativo, una grande passione per il vino e all’espressione della sua massima qualità. Valori familiari che si tramandano da sempre e che, il 26 ottobre del 2022, hanno portato la cantina Antinori nel Chianti Classico, sede dell’azienda dal 2012, a raggiungere il primo posto della World’s Best Vineyards, classifica che premia le migliori eccellenze dell’enoturismo mondiale. Per il 2022, la cantina Antinori nel Chianti Classico ha messo gli oltre 500 esperti d’accordo, aggiudicandosi il primo posto in classifica.

Fonte: Nove da Firenze.

Guide: en plein per Tramin, Ca’ del Bosco, Fonterutoli e Petrolo.
Le cantine premiate con almeno un vino da Gambero Rosso, Veronelli, Bibenda, Doctor Wine, Ais, Slow Wine, Vinibuoni d’Italia e “Corriere della Sera”. Come ormai accade da anni, nessun singolo vino riesce a metterle d’accordo tutte le guide dedicate all’Italia enoica, guardando alle più autorevoli, storiche, seguite e diffuse voci della critica italiana, che valutano i vini con criteri più o meno omogenei, almeno sotto il profilo organolettico. Discorso diverso, invece, se si guarda alle cantine premiate, per almeno uno dei loro vini, con i massimi riconoscimenti delle varie pubblicazioni. Strada che, nel nostro storico “incrocio” di fine anno, abbiamo scelto di seguire, per cercare di raccontare uno zoccolo duro di produttori di qualità, su cui convergano la maggior parte delle guide. E, così, ecco l’altoatesina Cantina Tramin, tra i riferimenti del territorio celebre soprattutto per i grandi vini bianchi, la lombarda Ca’ del Bosco, una delle stelle più luminose della Franciacorta, e le toscane Castello di Fonterutoli (Mazzei), che racconta un pezzo di storia del Chianti Classico, e Fattoria di Petrolo di Luca Sanjust.

Fonte: WineNews.

Almanacco 2022. Il bilancio dell’anno nel mondo del vino in 12 notizie.
Climaticamente è stato l’anno più caldo dal 1800. Economicamente, quello con l’inflazione più alta dagli anni ‘80. Geopoliticamente quello della guerra in Ucraina. Concettualmente quello della sostenibilità. E dal punto di vista vitivinicolo, come lo si può definire? Difficile riassumere in un unico aggettivo un anno impegnativo e imprevedibile come il 2022. È chiaro che tutte le condizioni di cui sopra hanno avuto i loro effetti diretti e indiretti anche sul settore. Rincari e mancanza di materie secche sono state all’ordine del giorno, mentre la siccità dei mesi estivi ha fatto temere il peggio per la vendemmia, per poi, invece riportare i quantitativi al livello del 2021. Una notizia solo in parte positiva, visto che, in un contesto come quello attuale, non è facile trovare collocazione per 50 milioni di ettolitri.

Fonte: Gambero Rosso.

Vino, Veneto e Toscana esportano più di Germania e Portogallo.
L’impatto del Made in Italy di vini nella prima metà del 2022 segna il record assoluto arrivando allo 0,4% del pil. Nella prima metà del 2022 l’export di vini di uve italiane è arrivato a valere quasi 7,6 miliardi di euro, in aumento del 13,5% rispetto allo stesso periodo del 2021. L’Italia si conferma così seconda tra i 27 dell’Ue, dietro solo alla Francia con i suoi 11,7 miliardi, ma con grande distacco dai cugini spagnoli al terzo posto con 3 miliardi. Il Made in Italy di vini tocca il suo massimo storico, pari al 0,4% del pil, valore identico a quello francese e il doppio dello 0,2% spagnolo. Questa la fotografia diffusa da Confartigianato, elaborando dati dell’Istat e della Commissione europea.

Fonte: Milano Finanza.

Vino o birra? Confronto tra vari stati nel mondo.
Vino o birra? WineMeridian cita un articolo di David Morrison, pubblicato sul suo noto blog “The Wine Gourd”, in cui si esaminano i gusti alcolici di 48 Paesi. Dati presi dall’Annual Database of Global Wine Markets 2018 redatto da Anderson, Nelgen e Pinilla. Dati che sono stati elaborati da Morrison, che li ha standardizzati in base alle caratteristiche dei diversi Paesi, così da poterli confrontare. C’è generalmente una relazione negativa tra il consumo di birra e vino: più vino viene consumato, meno spazio c’è per il consumo di birra. Ci sono comunque alcuni Paesi, per lo più asiatici, che consumano pochissimo vino e non lo compensano nemmeno con un consumo eccessivo di birra. Bulgaria, Russia e Ucraina consumano molti distillati al posto di birra o vino. Grecia, Marocco, Svizzera e Uruguay, pur non producendo vino, ne consumano molto, comunque più della birra. I Paesi scandinavi sono vicini alla linea di equilibrio tra birra e vino, insieme all’Ungheria e alla Nuova Zelanda.

Fonte: Corriere dell’Economia.

Vini dealcolati? La nuova normativa provoca polemiche e perplessità.
Dopo il recente successo in sede europea (forse meglio dire scampato pericolo) che ha fatto sì che il che il vino non debba esser etichettato come “bevanda dannosa per la salute”, altre nubi si addensano sul futuro di questa bevanda, che fa parte della storia e tradizione di tutti i popoli mediterranei. Non ci si può oramai più nascondere di fronte al fatto che le normative europee consentono di produrre vini privi di alcol o quasi, e di conseguenza anche la normativa italiana dovrà in qualche modo adeguarsi e trovare una propria via per sottostare all’indirizzo proveniente dall’Europa. Il governo sta dunque preparandosi a mettere mano alla normativa vigente per far sì che siano chiare le regole in questo settore così importante per l’Italia.

Fonte: Apetime-Magazine.

Ma cosa bevono i produttori di vino a Capodanno?
L’ultimo listone dell’anno 2022 è dedicato alle voci di chi il vino lo fa. Abbiamo chiesto a un po’ di loro quali etichette sceglieranno per festeggiare il 2023. Tutto lecito, a patto che non siano le loro bottiglie. Ecco le risposte: Gli appassionati di vino, si sa, aspettano feste, celebrazioni, date emblematiche, per poter aprire bottiglie un po’ speciali. Capodanno è tra queste occasioni. Si pensa a cosa si ha in cantina, da quale enoteca andare, o su quale portale web cercare l’etichetta che fa al caso proprio. Si pensa che non abbiano che l’imbarazzo della scelta tra le loro bottiglie, tra annate nuove e annate vecchie, millesimati o cuvée, tra bianchi, rossi e rosé. Ma è “il vino degli altri” che vogliamo conoscere. O meglio, cosa vorrebbero bere o cosa berranno, non di loro produzione, a Capodanno. Abbiamo chiesto a un po’ di produttori e produttrici, sparsi per l’Italia, di dirci un vino e darci una motivazione. È andata che in pochi si sono “contenuti”, mettendo giù spesso delle vere e proprie liste. Abbiamo deciso di lasciarle così, queste risposte, perché ci sembra un bel gesto di affetto e di stima che circola tra i viticoltori, magari distanti per tante ragioni, ma vicini per impegno e amore verso questo nostro mondo del vino.

Fonte: Adnkronos.

Vino: Eurostat, export extra-Ue spumanti cresce +29% in 2021.
Nel 2021, le tre maggiori categorie nelle esportazioni extra-Ue di spumante sono state il Prosecco (43%, 273 milioni di litri), lo Champagne (15%, 94 milioni di litri) e il Cava (10%, 65 milioni di litri). Le due principali destinazioni di esportazione di vino spumante dall’Ue sono gli Stati Uniti (31% del totale delle esportazioni extra-Ue di vino spumante, 198 milioni di litri) e il Regno Unito (28%, 177 milioni di litri). Lo rileva Eurostat. Lo studio economico dell’ufficio statistico dell’Unione europea registra che nel 2021, le esportazioni di vini spumanti dell’Unione verso Paesi extra Ue sono state pari a 636 milioni di litri, un aumento del 29% rispetto ai 494 milioni di litri esportati nel 2020. Anche le esportazioni registrate nel 2021- segnalano gli analisti- sono state superiori ai livelli visti nel 2019, con dati che indicano un aumento del 21% rispetto ai 528 milioni di litri del 2019 (+ 108 milioni di litri). Tra il 2017 e il 2021 le esportazioni sono aumentate a un tasso medio annuo del 7%.

Fonte: ANSA.

Vino made in Italy a 7,6 miliardi euro. Veneto, Piemonte e Toscana in Ue 27 dietro solo a Francia e Spagna.
Nel 2022, ultimi dodici mesi a giugno, l’export di vini di uve vale 7.565 milioni di euro, registrando nel primo semestre del 2022 un aumento del 13,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nell’Unione europea a 27 l’Italia è seconda esportatrice dietro a Francia con 11.743 milioni di euro, posizionandosi davanti a Spagna con 3.004 milioni, Germania con 1.013 milioni e Portogallo con 921 milioni. La competitività sui mercati internazionali è supportata dalla qualità vini italiani, con le loro peculiarità e varietà. Secondo la più recente rilevazione del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste al 21 novembre 2022 sono 526 i vini Doc (Denominazione di Origine Controllata, tra i quali spiccano i Docg, Denominazione di Origine Controllata e Garantita) e Igt (Indicazione Geografica Tipica). Il made in Italy di vini di uve cresce dal 2010 e, nonostante un calo nel 2020, nel 2022 conferma il massimo storico di 0,4% sul PIL toccato nel 2021, valore identico a quello della Francia e doppio rispetto allo 0,2% della Spagna.

Fonte: Il Giornale delle PMI.

Il vino (moderato) fa bene.
L’accoppiata vino-salute tiene banco da qualche tempo sui tavoli delle associazioni di settore italiane e non solo. Da quando, almeno, l’Ue ha lanciato la sua campagna proibizionista (integralista, secondo parecchi esperti) arrivata sui banchi della Commissione europea che sta lavorando su alcune importanti iniziative legislative in tema. A schierarsi apertamente a favore del nettare di Bacco è la nutrizionista Elisabetta Bernardi del dipartimento di Bioscienze, biotecnologie e biofarmaceutica dell’università di Bari Aldo Moro. Lei, insieme a un gruppo di ricercatori (Silvana Hrelia, Laura di Rienzo, Luigi Bavaresco, Marco Malaguti, Attilio Giacosa) ha realizzato lo studio intitolato significativamente “Moderate Wine Consumption and Health: A Narrative Review”, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nutriens.

Fonte: EFA News.

STAMPA ESTERA

El cava ya exhibe sus acentos: el caso de los espumosos de Requena.
«Una de las cosas que valora el consumidor es el origen», según el presidente del Consejo Regulador de la D.O. Cava, Javier Pagés ? El aval judicial al uso de `Cava de Requena’ y las últimas elecciones consagran la pluralidad de la denominación. El año 2022, que se cierra en apenas unas horas, representa para la Denominación de Origen (D. O.) Cava la culminación de un proceso por el que todos sus acentos (catalán, extremeño, valenciano…) están más presentes que nunca. Dos hechos han marcado esta tendencia: las últimas elecciones al Consejo Regulador del Cava, con sede en Villafranca del Penedés (Barcelona) y celebradas el pasado mes de julio, se saldaron con la elección por primera vez de un representante de los viticultores extremeños y valencianos entre los 12 vocales de este organismo. Un segundo suceso es la reciente sentencia del Tribunal Superior de Justicia de Madrid (TSJM), que avala el uso del término ‘Cava de Requena’ dentro del etiquetado para las ocho bodegas que elaboran este espumoso en el citado municipio del interior de la provincia de Valencia. «La Denominación de Origen Cava va a salir reforzada», sostiene en conversación con ABC el presidente de la Unión Vinícola del Este (Uveste) David Jiménez. Este grupo bodeguero se dedicaba a la viticultura ecológica y apuesta por la variedad de uva Chardonnay («tenemos condiciones climáticas y del suelo que nos hacen un poco únicos»), además de ser una de las principales bodegas productoras de cava en esta zona. «Es una buena noticia y va a ayudar a la Denominación de Origen Cava y al consumidor, pero no hay ninguna gana de polemizar. ¡Hemos ganado todos! No queremos romper la denominación en absoluto», explica Jiménez sobre la sentencia del TSJM que descarta cualquier posible confusión con la Denominación de Origen Utiel-Requena. Para este bodeguero que se consagre la expresión ‘Cava de Requena’ como una de las subzonas en que está dividida esta denominación de origen es «una apuesta por una mayor cultura del cava, ya que nuestro principal mercado es el Levante y Valencia por el fenómeno de la regionalización de los vinos».

Fonte: Abc.

Champagne: les ventes battent des records.
Portées par le boom de l’export, elles dépasseront 6 milliards d’euros. La profession peine à satisfaire la demande. Les ventes de champagne en valeur dépasseront le record de 2021 Fxpeditinns inIllions Tillions de bDtJtplCc 302 297 13 O/ O Hausse moyenne des prix du champagne en 2022. LUXE Alors que les Français s’apprêtent à fêter leur réveillon de Li Saint-Sylvestre, petites bulles et flûtes effilées pétilleront à nouveau sur les tables. Peut-être un peu moins que d’habitude – les ventes dans les grandes surfaces ont reculé de 10 % en décembre – mais cela n’empêchera pas le champagne de finir 2022 sur de nouveaux records. Portée par la forte reprise de la demande mondiale, l’appellation, qui compte 16200 vignerons et couvre 34200 hectares, a vu s’envoler ses volumes. Selon le Comité interprofessionnel du vin de Champagne (CIVC), les expéditions en France et à l’export devraient osciller entre 325 et 330 millions de bouteilles cette année. Soit 3 à 8 millions de phis qu’en 2021, non loin du record de 339 millions enregistré en 2007. « En chiffre d’affaires, nous atteindrons un nouveau record, après les 5,7 milliards d’euros de 2021, promet David Chatillon, copresident du CIVC et président de l’Union des maisons de Champagne (IIMC(. Selon phisieurs observateurs, le seuil de 6 milliards d’euros devrait ainsi être franchi. En 2020, le secteur avait souffert de la fermeture Chiffre d’af aires en 7illheilc c’etnox des très importants débouchés hors du domicile (restaurants, boites de nuit…) partout dans le monde. Rien qu’en France, ceuxci pèsent 70% du total. Mais une fois les restrictions levées, la reprise a été immédiate. Pernod Ricard, se félicitait en septembre du bond de 32% du chiffre d’affaires annuel de sa marque phare Perrier-Jouêt (+16 % en volumes), et de 9% pour Mumm. Sursaut inattendu Un rebond qui a presque pris la filière de court.

Fonte: Figaro.

Finding bargains in an overpriced wine market.
Wine never cease to be amazed by the extent to which wine prices are out of sync with quality. This is true of many arenas, of course, but it may be exacerbated by the fact that, with wine, few consumers feel completely confident of their preferences and buying choices. In my recent Christmas selections, why on earth are the carefully crafted, delicious red and white Portuguese blends I highlighted less than £10 a bottle? Why are Southern Rhône reds with many years of future development ahead of them easy to find under £15? And why is sherry still almost given away’? Wine lists are full of apparent pricing anomalies, especially those that specialise in famous names. I’ve long maintained that there is no direct relationship between price and quality in wine but the point was forcefully made to me at two recent Italian tastings. The first, organised by UK importers Berkmann Wine Cellars, was a comparative tasting of three Cabernet blends: the Tuscan prototype Sassicaia, Antinori’s Guado al Tasso (made nearby), and San Leonardo, a wine inspired by Sassicaia, in Trentino on the way to the Dolomites in the north. We tasted all three wines in vintages 2016, 2013, 2011, 2010 and 2007—a good, representative spread that was wide enough to iron out seasonal quirks. I hate to reduce wine to numbers but, for the purposes of comparison, I see that I awarded the three wines the following totals out of 100: Sassicaia 88.5, San Leonardo 88 and Guado al Tasso 845. Yet the prices per bottle, estimated by Berkmann, were: Sassicaia £275 to £325, San Leonardo £50 to £65 and Guado al Tasso £75 to £98. Sassicaia’s first commercial vintage was way back in Italian wine history in 1968. And its 1985 vintage justifiably achieved iconic status in the fine-wine world. (I have been lucky enough to taste it five times this century but one of my life-long regrets is that I decided some time in the early 1990s that, at £30 a bottle on the list at Leith’s restaurant, it was too expensive to order.) Being first in the field, and succeeding, has made Sassicaia a trophy wine, with a concomitant effect on the price. But the Guerrieri Gonzaga father-and-son partnership has been making its refined Bordeaux blend San Leonardo since the 1982 vintage, guided closely by Marchese Mario Incisa della Rocchetta, the man who developed sassicaia on his San Guido estate in Bolgheri. Why is San Leonardo so much cheaper? It certainly shows how ineffectual my many articles in praise of San Leonardo have been.

Fonte: Financial Times Life&Arts.

Grazie per l’ascolto, vi ricordiamo che le news di oggi, sono state offerte da Blinkup

A risentirci a domani.

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