Lo stile di consumo evidenziato da un campione di 2.400 giovani appartenenti ai Millennials (i nati tra il 1980 e il 1995) e alla Generazione Z (i nati dal 1996 al 2005) si orienta decisamente a privilegiare il vino rosso.
Nel panorama dei più famosi vini italiani il Prosecco, il più venduto in gdo, perde il 12% nella performance sul 2021, seguono – con performance al negativo – Chianti, Lambrusco: sono i dati sul trend del mercato del vino italiano allo scaffale nel 2022 e nel primo bimestre 2023. Il primo segno positivo arriva alla sesta piazza: il Muller Thurgau sale in volume del 7,5% e in valore del 6,5%. Bene il Vermentino: 10,1 min di bottiglie vendute (+6,4%) per 69,3 min (+9,9%).
Tuttavia l’export di vini italiani tiene nonostante la guerra, i rincari delle materie prime (vetro), dei trasporti e dell’energia. Scendono i volumi specie in gdo, ma salgono sensibilmente i valori dell’export trainato dai fine-wine. Amarone, Barolo e Chianti Classico sono i «re di cuori» delle bottiglie premium, specie in Usa e Cina. Continua a crescere il Prosecco.
Marzo per gli operatori del vino internazionale significa Prowein, la manifestazione enoica che, assieme al Vinitaly, segna i calendari di tutte le aziende e gli addetti del settore. L’evento di Düsseldorf – da domenica 19 a martedì 21 marzo – vede quest’anno l’Italia leader assoluta con circa 1750 espositori distribuiti in 3 padiglioni. Tredici quelli della fiera che accoglieranno più di 6000 espositori da oltre 60 Paesi in rappresentanza di 400 terroir. Si attendono 150.000 visitatori, operatori professionali in arrivo da tutto il mondo.
A meno di venti giorni dall’avvio della 55ma edizione di Vinitaly (a Verona dal 2 al 5 aprile) si registra un vero e proprio boom di buyer esteri. Grazie al lavoro svolto nei mesi scorsi da Veronafiere e Ice Agenzia sono infatti oltre mille i “super acquirenti” esteri di vino selezionati e confermati (+43% rispetto allo scorso anno). Operatori che provengono da 68 Paesi, dagli Usa all’Africa e all’Asia con il grande ritorno, dopo le difficoltà legate alla fase pandemica, di Cina e Giappone (ben 130 i buyer accreditati dalla Cina), ma con una forte presenza anche da Sudamerica e Europa. Numeri molto attesi soprattutto da parte delle oltre 4mila cantine espositrici.
È il Veneto a guidare la classifica regionale delle esportazioni di vino nel 2022: oltre 2,8 miliardi di euro di fatturato all’estero e una performance nei 12 mesi superiore alla media italiana del 13,4%. Sul podio, al secondo e terzo posto, si confermano il Piemonte in crescita con +4,6%, a quota 1,28 miliardi e la Toscana, in linea con i risultati nazionali, +10,4% e 1,25 miliardi di euro. Seguono poi le tre regioni, responsabili complessivamente del 68,2% dell’export enologico made in Italy: il Trentino Alto-Adige (-1,1% tra gennaio e dicembre 2022) e l’Emilia-Romagna (+8,9%). Il vino italiano, uno dei settori del made in Italy più virtuosi nella bilancia commerciale, chiude in attivo di oltre 7,3 miliardi di euro.
È nata ad Arezzo l’Associazione dei paesaggi rurali di Interesse storico, di cui fanno parte anche Colline di Conegliano Valdobbiadene paesaggio del Prosecco Superiore. «Sono fiera che il nostro territorio, quello del Conegliano Valdobbiadene, faccia parte dell’associazione», afferma la presidente del Consorzio di tutela Docg, Elvira Bortolomiol. L’associazione raccoglie 25 paesaggi rurali storici da tutta Italia.
Petrolio e vino trainano l’export siciliano.
Terzo territorio con il rialzo più marcato d’Italia, trainato dai prodotti petroliferi raffinati ma anche da quelli alimentari, vini in testa. È il consuntivo dell’export siciliano nel 2022 tracciato dall’Istat, che nell’Isola, rispetto all’anno precedente ancora legato alla catena del Covid, segna un incremento del volume d’affari verso l’estero pari al 56%.
Antonio Rallo riconfermato alla guida del consorzio di tutela vini doc Sicilia. Riconfermati anche i due i vicepresidenti Giuseppe Bursi e Filippo Paladino. La nomina è arrivata pochi giorni dopo l’elezione del nuovo cda del consorzio. La Sicilia è la più grande area vinicola biologica in Italia: con gli oltre 42mila ettari rappresenta il 30% della superficie nazionale.
il mondo del vino in Sicilia vuole esperti, da cercare nell’alta formazione accademica: questa è la richiesta crescente da parte del settore vitivinicolo in Sicilia. Si avvicina infatti regolarmente al sold out in relazione all’offerta di lavoro la percentuale di assunzioni dei profili altamente qualificati (tra 15 e 20 all’anno) sfornati ogni anno dal master “Manager per le aziende vitivinicole”, istituito dall’Università di Palermo. Il master soddisfa in buona parte la “sete” di cantine e aziende con percentuali di placement invidiabili e insolite per i comparti economici siciliani in generale.
Sono 27 le aziende di Assovini Sicilia che rappresenteranno la straordinaria varietà vitivinicola dell’Isola nell’area Sicilia della ProWein: la delegazione di aziende siciliane rappresenterà l’Isola, le sue Doc e Igp nel Padiglione 17 gestito dall’Irvo (istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia).
Quanto costa e quanto rende produrre vino in modo sostenibile? Impegni, certificazioni, mercato e territorio sono i temi al centro del convegno che si tiene sabato 25 marzo (ore 10) al Teatro di Costigliole d’Asti. Organizza il Comune, intervengono: Vincenzo Gerbi (Università di Torino e Comitato tecnico di Equalitas), Giuseppe Liberatore (direttore generale Valoritalia), Luigi Bersano (Coordinatore tavolo normativo di UIV), Denis Pantini (Wine Monitor Nomisma).
Tecnologia, ma anche inventiva dell’uomo per rispondere ai cambiamenti climatici. Nasce così da una idea di Remo Falconieri, titolare della Cantina Cieck di San Giorgio Canavese (To), una nuova forma di allevamento della vite: il brevetto di Falconieri consiste in una doppia spalliera, un doppio filare modello Cieck, che permette una produzione quantitativamente più importante e la riduzione dell’accumulo di umidità sotto chioma.