Baglio di Pianetto, la sostenibilità al centro sin dalla sua fondazione

Il rispetto e la simbiosi con il territorio sono i principi che guidano la gestione delle tenute siciliane della famiglia Marzotto sin dalla loro acquisizione, nell’intento di coniugare la qualità massima del vino con la sostenibilità del territorio.

Baglio di Pianetto, la sostenibilità al centro sin dalla sua fondazione

La ormai completata conversione di uve e vini al regime biologico, l’indipendenza energetica da fonti proprie e rinnovabili, una cantina a sviluppo verticale completamente interrata per sfruttare la geotermia abbassando ulteriormente l’impatto ambientale ed il recupero strutturato delle acque, sono solo le caratteristiche più evidenti e che da sempre identificano la filosofia di Baglio di Pianetto. Temi di importanza cruciale in un contesto in cui adottare buone pratiche per limitare il proprio impatto sull’ambiente risulta sempre più prioritario.

 

Sin dal principio, Baglio di Pianetto ha perseguito la ricerca della massima qualità dei vini attraverso una innovazione sostenibile” spiega Francesco Tiralongo, amministratore delegato dell’azienda, mentre ripercorre i primi passi di questa realtà nata nel 1997 e fondata dal Conte Paolo Marzotto. “Per ambire a questo, il Conte Paolo era convinto fosse assolutamente necessario un approccio improntato sul rispetto del territorio nel quale, aggiungeva sempre, aveva avuto la fortuna di poter iniziare questa avventura”.

 

Questa filosofia anima tuttora le scelte di Baglio di Pianetto in entrambe le Tenute: quella di Santa Cristina Gela, a pochi minuti da Palermo e dove si trovano anche la sede operativa e la cantina principale dell’Azienda e la Tenuta Baroni, situata invece tra Noto e Pachino e attualmente oggetto di una profonda ristrutturazione. “Il processo di conversione al biologico, appena entrato in vigore il nuovo regolamento europeo nel 2013, ha rappresentato immediatamente un’opportunità per l’azienda e nel 2016 le certificazioni dell’intero patrimonio agricolo composto da 160 ettari complessivi di cui 110 in produzione, erano già state completate – continua Tiralongo –. La decisione di creare anche una selezione di vini naturali integrali non filtrati, senza solfiti aggiunti e ottenuti da lieviti indigeni è stata poi la naturale conseguenza della costante ricerca e innovazione, in coerenza con l’anima bio dell’azienda“.

 

L’approccio green di Baglio di Pianetto trova concretezza, come detto, anche attraverso i vantaggi apportati dalla geotermia nella cantina a sviluppo verticale di Santa Cristina che, grazie alla forza di gravità per caduta, è una struttura architettonica che riduce drasticamente anche l’uso delle pompe per la movimentazione dei mosti e dei vini a tutto vantaggio della qualità. “Vorrei sottolineare che la termoregolazione naturale delle temperature in cantina, è stata ricavata grazie ad una coibentazione naturale, risultato di un grande lavoro ingegneristico che ha portato alla costruzione di ampie camere d’aria tra le pareti perimetriche e la roccia che circonda i diversi piani sotterranei; questo ci consente un grande risparmio di energia. I vini riposano a diversi metri sottoterra a temperatura ideale e costante: qui si trovano, oltre alla barricaia, anche i locali di stoccaggio dei vini per l’affinamento in bottiglia“.

 

Baglio di Pianetto è una azienda che lavora nel pieno rispetto della legislazione europea in materia di ecosostenibilità. È stata tra le prime ad aver installato un impianto fotovoltaico di terza generazione da 256,6 Kwp per la produzione di energia da fonti rinnovabili e ha ottenuto un abbattimento delle emissioni di CO2 (184.488 kg all’anno).

 

“Oggi la sostenibilità è diventata una priorità per moltissime aziende vitivinicole: ne siamo felici, perché più siamo oggi, meglio sarà per le generazioni di domani“.

Casa Paladin, le sue cantine e l’impegno per la salvaguardia dell’ecosistema attraverso la tutela dei quattro pilastri: Vite, Verde, Vino e Vita.

4V PER LA SOSTENIBILITÀ

La sostenibilità secondo Casa Paladin, azienda veneta guidata dalla famiglia Paladin dal 1962, è un concetto concreto, da portare avanti con azioni mirate. «Siamo convinti – afferma la famiglia Paladin – che la generazione presente debba soddisfare i suoi bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri». Per farlo, Paladin ha pensato di mettere l’azienda al centro del sistema ambiente, cercando di dare un contributo positivo in diverse direzioni.

È una missione, quella della sostenibilità a 360°, che Casa Paladin ha sviluppato attraverso un progetto di tutela delle 4V, i quattro pilastri Vite, Verde, Vino e Vita.

Ognuna delle cantine di Casa Paladin – Castello Bonomi (Franciacorta), Castelvecchi (Chianti Classico), Bosco del Merlo (Friuli) e Paladin (Veneto) – si impegna a portare avanti pratiche virtuose riassunte nel progetto.

I principi base sono rispettare la Vite, proteggere il Verde, produrre un Vino sostenibile, tutelare la Vita.

Ecco in sintesi, V per V, cosa prevede il protocollo della famiglia Paladin.

PER LA VITE – Intervenire meno e meglio

  • Concimazioni effettuate solo con compost organico o sovescio a filari alterni
  • Nessun utilizzo di diserbanti chimici
  • Potatura solo manuale e in campo
  • Lotta integrata per la difesa del vigneto e riduzione al minimo dell’utilizzo di fitofarmaci e trattamenti fitosanitari (un esempio è il metodo della confusione sessuale, usata per prevenire malattie originate dalla Tignoletta)
  • Partecipazione al progetto Life Vitisom, che prevede l’utilizzo della VRT (Variable Rate Technology – tecnologia a rateo variabile) per la distribuzione della sostanza organica, permettendo un approccio “plant to plant” nella cura del vigneto

 

PER IL VERDE – Proteggere, Riciclare, Ridurre

  • Partecipazione al progetto BioPass (Biodiversità, Paesaggio, Ambiente, Suolo e Società): monitoraggio e valutazione della biodiversità di flora e fauna nei vigneti in collaborazione con lo Studio Agronomico Sata
  • Inerbimento dei vigneti
  • Produzione di vini vegani, nel contenuto ma anche nel packaging, evitando colle di origine animale
  • Utilizzo di depuratori biologici per la gestione delle acque reflue
  • Impegno ad utilizzare bottiglie poco pesanti, tappi ecocompatibili e riciclabili
  • Utilizzo di energia fotovoltaica nell’impianto di recente rinnovo presso Paladin e Bosco del Merlo, e adozione in tutte le cantine di strumenti moderni per la riduzione degli sprechi e la produzione di energia rinnovabile
  • Vendemmia durante le prime ore del giorno per evitare il sovraccarico dell’impianto frigorifero

PER IL VINO – Garantire l’espressione del potenziale naturale dell’uva

  • Utilizzo di tecniche non invasive per trarre dalle uve il loro originario patrimonio organolettico e nutritivo.
  • Utilizzo in cantina di pratiche di recupero e di tecnologie per il risparmio energetico
  • Controllo del prodotto in fase di trasformazione, per garantire l’assenza di residui fitosanitari
  • Modulazione e controllo costante della temperatura durante la fase di fermentazione
  • Attuazione di tutti i processi, dalla raccolta dell’uva alla trasformazione del mosto in vino, in un sistema inertizzato, in modo da non avere ossidazione del prodotto e preservarne il patrimonio di aromi primari, con uso di solfiti a ridotto del 50% rispetto ai limiti legali
  • Certificazione IFS per l’intero processo in cantina, uno standard che garantisce la qualità e la sicurezza dei sistemi produttivi

PER LA VITA – Lavorare per il benessere dei collaboratori e della societá

  • Creazione del progetto Life in Rosè a sostegno delle le attività di LILT (Lega Italiana Lotta Tumori) di Treviso, devolvendo parte del ricavato delle vendite di Pinot Grigio Rosé e Prosecco DOC Rosé Brut Bosco del Merlo alla campagna Nastro Rosa.
  • Impegno in strategie di employer branding per creare un ambiente positivo, indagando costantemente sulle criticità e le aree di sviluppo dell’azienda
  • Promozione di collaborazioni con enti del territorio e Università, per sviluppare la ricerca, l’innovazione e creare una rete virtuosa.

 

Un impegno in costante aggiornamento ed evoluzione che Paladin mette in atto nel presente per salvaguardare il futuro e garantire l’eccellenza, intesa come imprescindibile dal rispetto per l’ecosistema.

DALL’8 AL 16 MARZO APPUNTAMENTO ONLINE A TEMA «DONNE, VINO E AMBIENTE» PER LE 900 SOCIE DELL’ASSOCIAZIONE GUIDATA DA DONATELLA CINELLI COLOMBINI.

LA VITE SIMBOLO DI RINASCITA E DI SOSTENIBILITÀ PER LA FESTA DELLE DONNE DEL VINO 2021

La vite come simbolo di rinascita, di sostenibilità, di rispetto della terra: le 900 associate alle Donne del Vino hanno scelto questa immagine come filo conduttore della Festa nazionale delle Donne del Vino, la 5ª edizione dell’evento organizzato dall’Associazione nazionale presieduta da Donatella Cinelli Colombini in occasione dell’8 marzo.

Si rinnova anche per il 2021 un tema molto sentito: «Donne, Vino, Ambiente». Uno sguardo tutto femminile sulle tematiche legate a sostenibilità, risparmio energetico, riduzione degli sprechi, razionalizzazione dell’utilizzo dell’acqua. L’emergenza pandemica, come già accaduto nel 2020, ha spostato le iniziative online e sui social: ogni associata manderà la sua testimonianza attraverso una fotografia che la vede accanto a un filare della vigna, dove un palo di legno è dipinto di verde, o accanto a una barbatella in vaso verde che simboleggiano l’impegno delle Donne del Vino per l’ambiente e il loro amore per le viti. Centinaia di fotografie «green» invaderanno la rete dall’8 marzo con un messaggio di speranza. L’iniziativa vedrà coinvolte non solo le italiane, ma le Donne del Vino di tutto il mondo, con cui l’Associazione italiana ha creato dal 2019 una rete internazionale che continua a lavorare e a crescere anche in epoca Covid.

«La Festa nazionale delle Donne del Vino mette sotto i riflettori l’apporto di creatività, rinnovamento e qualificazione fornito dalle donne al proprio comparto produttivo – dice la presidente Donatella Cinelli Colombini – Ancora una volta le Donne del Vino saranno attive e unite, e invitano a guardare al futuro con fiducia e in modo costruttivo perché le scelte di oggi, in tema di ambiente, avranno effetti sul futuro dell’agricoltura italiana».

PROGETTO #TUNONSEISOLA: UN NUOVO SPAZIO VIRTUALE DI ASCOLTO

Oltre alle iniziative in rete, in occasione dell’8 marzo, parte anche il progetto #tunonseisola con un nuovo spazio virtuale di ascolto. Il pensiero dell’Associazione è rivolto anche a tutte quelle donne che in questo momento si trovano in una situazione di forte disagio. I dati Istat rivelano che in dicembre 2020, di 101mila posti di lavoro persi, 99mila erano donne. Un fenomeno che sta toccando tutto il mondo e che la situazione Covid-19 ha portato prepotentemente alla luce. Tristemente anche le violenze domestiche sono più che raddoppiate, i femminicidi sono aumentati.  Il dato, segnalato in un report dell’Istat sulle violenze alle donne, spiega che nei primi 6 mesi del 2020 la situazione si è aggravata con un numero di delitti pari al 45% del totale degli omicidi, contro il 35% dei primi sei mesi del 2019. Dati allarmanti che non ci possono lasciare indifferenti. #tunonseisola sarà uno spazio virtuale sul sito delle Donne del Vino (www.ledonnedelvino.com) per tutte le donne che hanno bisogno di aiuto. Chiunque abbia necessità di supporto potrà scrivere spiegando il problema, tutto in forma strettamente riservata e sarà messa in contatto con socie che potranno aiutarla.

CHI SONO LE DONNE DEL VINO

Le Donne del Vino sono un’associazione senza scopi di lucro che promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nata nel 1988, conta oggi oltre 900 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni

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