Spumanti Italiani inarrestabili: oltre 1 miliardo di bottiglie nel 2024
La produzione di spumanti italiani supera per la prima volta la quota di un miliardo di bottiglie nell’anno. Ben 355 milioni (+7%) saranno stappate tra Natale e Capodanno nel mondo, una performance che conferma la solidità di questo segmento, capace di resistere a crisi economiche, inflazione e tensioni geopolitiche. La richiesta di bollicine italiane, trainata dal Prosecco e dalle denominazioni Charmat, si consolida sia in patria che all’estero, con la “tendenza spritz” a fare da ulteriore volano. Inoltre, la produzione spumantistica si è estesa ben oltre le zone tradizionali del Nord Italia: oggi si contano 70 Doc e 17 Docg che coprono tutto il territorio, a testimonianza della crescente diversificazione dell’offerta.
Export in crescita, ma con prospettive incerte
Dopo un 2023 complesso, l’export del vino italiano chiuderà il 2024 oltre la soglia degli 8 miliardi di euro (+4%), grazie soprattutto al segmento spumanti. Il Prosecco domina: 2 bottiglie su 10 esportate sono di questa denominazione. Stati Uniti e Canada continuano a offrire buone opportunità anche per i vini fermi, mentre gli spumanti registrano ottime performance in mercati come Australia, Francia, Regno Unito e appunto Nord America. Tuttavia, il contesto internazionale resta incerto a causa delle minacce di dazi negli Usa, dell’aumento delle accise in Russia e delle nuove tasse previste nel Regno Unito dal 2025. In questo scenario, le aziende italiane cercano di diversificare gli sbocchi, ottenendo risultati promettenti in paesi meno tradizionali come Austria, Irlanda, Brasile, Romania, Croazia e Thailandia.
Mercato interno: calo nei volumi, bene gli spumanti
La domanda interna, segnata dal caro-vita e dai cambiamenti nelle abitudini di consumo, chiuderà il 2024 con un calo nei volumi (-1,5% nei primi nove mesi). I vini fermi e frizzanti soffrono di più, soprattutto nell’e-commerce, mentre gli spumanti continuano a crescere in tutti i canali, grazie all’apporto di prodotti più economici a scapito di quelli Dop. Nel canale moderno (Gdo), i dati Circana mostrano un quadro complessivamente in difesa: -1,7% i volumi nei primi 11 mesi, ma valori stabili o in lieve crescita (+1,8%) grazie all’effetto prezzo. I consumatori, sotto pressione, preferiscono spesso i formati e i canali più convenienti, come i discount.
Focus sui prezzi e nuovi canali
Il leggero incremento dei valori complessivi di mercato è dovuto all’aumento dei prezzi, più che a un reale incremento dei consumi. Tale tendenza spinge i consumatori verso prodotti entry-level, penalizzando in parte le denominazioni di maggiore prestigio. Tuttavia, gli spumanti restano il traino della categoria, con un +3,5% nel valore di mercato, beneficiando della crescita del consumo in momenti di aperitivo e socialità, anche fuori casa.
Dop economy: lieve calo per il vino, ma Prosecco e Igp reggono
La Dop economy, ben fotografata dal rapporto Ismea-Qualivita, mostra un sistema solido ma in lieve frenata per quanto riguarda i vini Dop, mentre gli Igp crescono a valore e volume. L’export di vino Dop e Igp rimane vicino ai 7 miliardi, confermando l’Italia tra i leader mondiali. La situazione è comunque a due velocità: da un lato calano i volumi imbottigliati e il valore dei Dop, dall’altro aumentano gli Igp e le rotte verso nuovi mercati sostengono una parte consistente della crescita.
Prospettive 2025: tra ottimismo e cautela
Nonostante le tensioni geopolitiche, l’inflazione, il cambiamento climatico e i mutamenti nelle preferenze dei consumatori, alcuni esperti, come il presidente dell’European Association of Wine Economists, intravedono spiragli positivi già dal 2025, legati a una possibile stabilizzazione economica globale. Inoltre, l’innovazione, la capacità di adattarsi ai nuovi trend (no/low alcohol, cocktail, mercati emergenti) e la resilienza del comparto spumantistico restano asset fondamentali per mantenere la leadership e affrontare le sfide future.
In definitiva, il 2024 si chiude all’insegna di un mercato interno in difesa e di un export sostenuto soprattutto dalle bollicine, con prospettive incerte ma non prive di opportunità. L’Italia conferma il suo ruolo da protagonista sul palcoscenico mondiale del vino, grazie all’appeal degli spumanti e alla capacità di diversificare mercati e tipologie, rimanendo vigile di fronte alle sfide in arrivo.