Tante le iniziative di Regione e Veneto Agricoltura a salvaguardia della biodiversità agraria autoctona. Con la definizione dell’accordo per la gestione della Banca del Germoplasma dell’Istituto Strampelli di Lonigo, Veneto Agricoltura completa il percorso avviato con il progetto pluriennale regionale Bionet. Dai cereali antichi agli avicoli, dai frutticoli alle viti e alle razze venete di pecore a rischio di estinzione, sono tanti i campi di intervento. E poi ci sono le foreste e le api. Insomma, la salvaguardia della biodiversità a 360°.
Nel Veneto le attenzioni rivolte alla biodiversità sono sempre più sotto i riflettori. Tanti infatti sono i progetti di Regione e Veneto Agricoltura focalizzati proprio sulle tematiche che vedono al centro la salvaguardia e la valorizzazione delle varietà vegetali e delle specie animali a rischio di estinzione, su tutti il progetto “Bionet 2017-2022“.
Oggi, questo importante percorso istituzionale, che punta al salvataggio della biodiversità agraria autoctona regionale, risulta ulteriormente rafforzato grazie alla convenzione appena siglata tra la Provincia di Vicenza e Veneto Agricoltura che prevede il miglioramento della gestione della Banca del Germoplasma dell’Istituto Strampelli di Lonigo.
In pratica, con questo accordo, l’Agenzia regionale metterà in sicurezza il prezioso patrimonio costituito dai semi di antichi cereali finora conservati nello “scrigno” di Lonigo. L’attività di moltiplicazione dei semi sarà effettuata dall’Agenzia regionale presso le proprie aziende sperimentali “Pradon” di Porto Tolle (Ro) e “ValleVecchia” di Caorle (Ve). Come si può facilmente comprendere, le ricadute di questo accordo – strettamente collegato al progetto Bionet – presentano un grande valore scientifico, culturale e didattico, dato che tutte le varietà in questione appartengono al territorio e al mondo agricolo veneto.
La Regione Veneto, forte di una tradizione agricola e alimentare ricca di diversità, in gran parte legata alle razze animali e alle varietà vegetali che i nostri agricoltori e allevatori utilizzavano in passato, ha compreso con largo anticipo l’importanza di questo inestimabile patrimonio agrario da conservare e valorizzare. Da qui, come accennato, il progetto pluriennale “Bionet“, che vede in prima linea Veneto Agricoltura con la Rete regionale per la biodiversità di interesse agrario e alimentare (comprendente Istituto agrari, allevatori e agricoltori custodi, ecc.), il cui obiettivo è proprio quello di puntare alla conservazione delle risorse genetiche locali a rischio di estinzione o di erosione genetica.
In questo ambito, va ricordata anche l’attività in corso presso l’azienda pilota e dimostrativa “Sasse Rami” di Ceregnano (Ro), dove Veneto Agricoltura conserva in purezza numerose specie di avicoli (galline, oche, anatre e tacchini). “Sasse Rami” rappresenta una sorta di Arca di Noè anche per la frutticoltura; qui infatti esiste una preziosa collezione di decine di cultivar frutticole, in particolare di melo e pero, per le quali è stata effettuata la caratterizzazione genetica. Presso l’azienda “Diana” di Mogliano Veneto (Tv) è invece conservata l’intera collezione delle antiche cultivar viticole venete, frutto di un certosino lavoro di identificazione, raccolta e conservazione. Presso l’azienda pilota e dimostrativa Villiago di Sedico (Bl) Veneto Agricoltura ha contribuito invece a portare in salvo le razze ovine a rischio di estinzione Alpagota, Lamon, Brogna e Foza.
Infine, con altri progetti, anche di carattere europeo, l’Agenzia regionale sta svolgendo importanti azioni di valorizzazione a favore della biodiversità forestale, delle api e degli areali in cui vivono questi fondamentali insetti.